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lunedì 2 ottobre 2017

DA BILLOT A … RESTELLO

UN SUCCESSO DEL MOVIMENTO ZERO PFAS CHE PUO’ TRAMUTARSI IN UNA DEBACLE.

Il teatro di Lonigo, domenica 1 ottobre, era stracolmo già un’ora prima dell’incontro. 
Ottima organizzazione da parte delle “Mamme” e dei volontari del Movimento.

La presentazione di Alberto Peruffo ha sottolineato l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini alla lotta per ottenere quello che ci spetta di diritto: acqua libera da PFAS e da ogni altro inquinante.

 Le istituzioni sono lontane e non hanno giocato a nostro favore in questa vicenda come emerge dagli interventi che si sono susseguiti a cominciare da quello di Rob Billot, lo straordinario avvocato americano che con il suo impegno è riuscito a vincere la causa dei cittadini dell’Ohio e del West Virginia contro la multinazionale DUPONT (la Miteni americana),  ottenendo  rimborsi milionari a  70 000 cittadini danneggiati dall’inquinamento effettuato in 40 anni dall’azienda: “E’ necessario – ci ha spiegato- estendere gli esami del sangue a tutta la popolazione residente nell’area inquinata, come premessa per una causa per ottenere il risarcimento dalle malattie correlate alla contaminazione da PFAS.”


A differenza di quanto affermano anche personalità importanti della magistratura vicentina, le prove dei danni gravissimi arrecati dai perfluorati alla salute dei cittadini sono concrete e abbondantissime; è sufficiente connettersi ad Internet per consultare l’enorme database dove sono documentate scientificamente.

 Uno dei punti forti dell’iniziativa giudiziaria svoltasi negli USA e conclusasi nel 2014 con la condanna severissima della DUPONT è stato quello di ottenere dal tribunale l’obbligo da parte della multinazionale di consegnare i cospicui dati sulla nocività di PFOS e PFOA che la ditta conservava nei propri archivi segreti e la pubblicazione degli stessi in Internet.
La TRASPARENZA in questi casi è fondamentale.
Bisogna rimarcarlo con forza alla Commissione Regionale di inchiesta che ha secretato gli atti relativi alle riunioni e ai documenti. Un bel modo per chi guida la Regione Veneto di rispettare il diritto di conoscenza e di partecipazione dei cittadini danneggiati.
Michela Piccoli ha parlato a nome delle mamme di tutta la zona inquinata. Le sue parole ci hanno commosso perché raccontano un dramma, vissuto giorno dopo giorno, nel sangue dei propri figli.

Le mamme hanno capito che l’azione civile di una cittadinanza attiva che difende se stessa e i propri figli è l’unica strada praticabile e che questa presa di coscienza sarà il tracciato esistenziale che guiderà la vita futura dei loro ragazzi.

Dall’amore nasce la coscienza civile e la lotta.

Ottimi gli interventi che si sono susseguiti, quello dell’Avv. Edoardo Bortolotto che ha denunciato la mancata trasparenza della Commissione Regionale e la necessità di mettere in atto i consigli di Billot (esami del sangue per tutti),  ripresa dal dott. Vincenzo Cordiano, salutato dal pubblico con una grande ovazione.

Giuseppe Ungherese, da parte di Greenpeace ha posto l’accento sul mancato controllo degli alimenti e della attuale situazione dell’intero comparto agroalimentare del Veneto, abbandonato a se stesso e molto vicino ad una catastrofe.


La LINEA DEL MOVIMENTO è stata espressa CON CHIAREZZA nel corso della serata, confermata dagli applausi e dagli interventi del pubblico.
L’unico intervento controcorrente è stato quello, estremamente polemico, del sindaco di Lonigo; ha esordito asserendo che l’acqua dell’acquedotto è potabilissima e che lui ha due figli cui la fa bere.

  Strana potabilità se le analisi effettuate da “Acque del Chiampo” il 17 luglio 2017 ci danno

 119 ng/L di PFOA, 4 ng/L di PFOS, 76 ng/L di PFBA, 75 ng/L di PFBS e 357 ng/L di PFAS diversi.



O IL SINDACO NON HA CAPITO NIENTE DI QUELLO CHE E’ STATO DETTO IERI SERA O CE LA VUOLE DARE A BERE.

I ragazzi con alti valori di PFAS nel sangue non possono ingerire quest’acqua che aggreverebbe sensibilmente la loro condizione. Questo il sindaco lo sa e sa che, giorno dopo giorno, il veleno si accumula nel sangue e negli organi interni perché ha tempi di smaltimento lunghissimi.
Sa che se va dato alle donne gravide passa per nove mesi di seguito dentro il corpicino del feto attraverso il cordone ombelicale.
Sa che gli interferenti endocrini sconvolgono l’equilibrio ormonale maggiormente durante la crescita dei bambini e degli adolescenti, rischiando di danneggiarli per tutta la vita.

Le parole di Luca Restello sono state la cartina di tornasole che ha rilevato la

GRANDE AMBIGUITA’ CHE CARATTERIZZA LA MANIFESTAZIONE CHE SI TERRA’ L’8 OTTOBRE A LONIGO.

Siamo allarmati per quello che sta succedendo: uomini come Restello e Gentilin si stanno impadronendo della manifestazione.
Il giorno dopo sul Giornale di Vicenza si celebrerà il loro trionfo:

“Migliaia di cittadini alla loro manifestazione, NON ALLA “NOSTRA”.


Ieri sera , a Lonigo, è emersa dagli interventi e dagli applausi una notevole discrepanza tra la linea del MOVIMENTO e quella dei sindaci e delle istituzioni.

Discrepanza confermate dalle parole di Giorgio Gentilin
 “La manifestazione vedrà anche logo e patrocinio del consiglio di Bacino Valle del Chiampo, come stabilito dal Comitato istituzionale a condizione che sia «istituzionale e non pilotata da comitati appartenenti a una qualsivoglia fazione politica”






LE DIFFERENZE

1)  IL MOVIMENTO HA COME OBIETTIVO ZERO PFAS
I SINDACI SEGUONO ZAIA CON I SUOI NUOVI OBIETTIVI MOLTO AL DI SOPRA DELLO ZERO e non si sa quando realizzati.

2) IL MOVIMENTO CHIEDE ACQUA POTABILE SENZA INQUINANTI SUBITO (anche con le autobotti e la mobilitazione dei militari o della protezione civile, se necessario)
I SINDACI, PER VOCE DI RESTELLO, DICONO DI NO PERCHE’ E’ TROPPO COSTOSO
(aggiungiamo noi: la salute dei nostri ragazzi e dei cittadini tutti non ha prezzo)

3) IL MOVIMENTO CHIEDE LEGALITA’ E TRASPARENZA
LA REGIONE CHIEDE UNA GESTIONE COMMISSARIALE E IMPONE LA SECRETAZIONE DEGLI ATTI DELLA COMMISSIONE REGIONALE.
(Non dimentichiamo cosa è successo a MOSE e PEDEMONTANA)

4) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE I RESPONSABILI (AZIENDE E POLITICI) PAGHINO I DANNI ARRECATI ALLE PERSONE E ALL’AMBIENTE
GENTILIN CHIEDE DI ADDEBITARE AI CITTADINI (cioè le vittime del disastro) L’ADEGUAMENTO DELLE BOLLETTE DELL’ACQUA).

5) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE SIA FERMATA SUBITO L’ATTIVITA’ INQUINANTE DELLA MITENI
LA REGIONE NON HA MAI ACCENNATO A TALE EVENTUALITA’

6) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE ESCLUDANO DAL MERCATO I CIBI INQUINATI  (uova con 22.000 ng/K di PFOSS repertati dall’ARPAV NEL 2015 in un allevamento di Cologna Veneta. Non si sa che fine abbiano fatto, né chi li abbia comprati, venduti o mangiati e continui a farlo tuttora).
LA REGIONE HA MESSO TUTTO A TACERE.


A nostro avviso il perseguimento degli obiettivi riconfermati dall’incontro di ieri sera al teatro di Lonigo non ci consente di accodarci alla processione dei sindaci sotto il patrocinio del Consiglio di bacino della Valle del Chiampo.






CHI STA IN TESTA AL CORTEO DETTA L’AGENDA POLITICA DELLA MANIFESTAZIONE

Pertanto

IN TESTA AL CORTEO DOVREBBERO ESSERCI LE MAMME DI LONIGO, SEGUITE DA TUTTI I CITTADINI, DAI COMITATI, DALLE ASSOCIAZIONI E DA TUTTI I PARTECIPANTI AL MOVIMENTO ZERO PFAS.

IN CODA, SE LO VORRANNO E ACCETTERANNO I NOSTRI OBIETTIVI, POTREBBERO VENIRE ANCHE I SINDACI, perché noi non respingiamo l’aiuto di nessuno purché sia sincero e onesto.

Questa, a nostro avviso, potrebbe essere l’unica condizione in grado di farci uscire da un disgraziato equivoco che, se mantenuto, darebbe forza solo a chi persegue obiettivi e politiche che non sono le nostre.

Facciamo in modo che i cittadini non siano trattati come  pecoroni venuti a far da comparsa alla manifestazione di Gentilin, di Rostello e di Zaia.

Stiamo mettendo una grande energia e fatica nell’organizzare questa manifestazione che però, come afferma Gentilin, NON E’ LA NOSTRA.
E’ LA MANIFESTAZIONE DI COLORO CHE CI HANNO SEMPRE PRESO IN GIRO.

Abbiamo raggiunto un livello di mobilitazione e di organizzazione che i nostri avversari non hanno;  il consenso nei nostri confronti è in continua crescita perché rappresentiamo gli interessi reali della gente.

Rischiamo di portare  l’acqua al mulino del nostro avversario e se le cose andassero come temiamo il movimento avrebbe un colpo da cui sarebbe difficile riprendersi.

Abbiamo comunque una settimana di tempo per riflettere e per modificare la forma e la sostanza di una manifestazione su cui, in tantia abbiamo riposto la nostra fiducia.

Le parole pronunciate dal sindaco di Lonigo sono state chiare e le nostre dovranno esserlo altrettanto:

NON POSSIAMO CONTINUARE A BERE QUEST’ACQUA NE’ ACCETTARE QUESTA POLITICA IPOCRITA PROPINATA DALLE ISTITUZIONI




Giovanni Fazio

domenica 1 ottobre 2017

LE NOSTRE LOTTE I NOSTRI VALORI


Un impegno quinquennale in difesa dei beni comuni del nostro territorio, della salute, del lavoro della legalità e dell’ambiente.
  
CiLLSA, alla vigilia del suo quinto anno di vita e di lotte per la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, ha un nuovo account, realizzato ex novo per motivi squisitamente tecnici. Per questo motivo non troverete i post che, giorno dopo giorno, hanno segnato la nostra tabella di marcia. Provvederemo a riempire l’album con le foto che tracciano questi cinque anni.

 La nostra presenza ad Arzignano è stata segnata da una lunga lotta contro la chiusura di un ospedale che serve a costruirne un altro (molto più piccolo) a cinque chilometri di distanza e contro la costruzione di un inceneritore che politici e conciari volevano realizzare ad ogni costo accanto al sito del depuratore.

 Abbiamo battuto le piazze della nostra cittadina ma anche quelle dei comuni limitrofi Montorso, Chiampo, Montecchio Maggiore illustrando i danni che le nanopolveri emesse dall’inceneritore (eufemisticamente detto “gassificatore”) avrebbero causato ai cittadini di questo territorio, fortemente antropizzato e già segnato dalla presenza delle concerie e dall’inquinamento delle acque da parte della Miteni.

Dopo anni di confronti duri con l’establishment Arzignanese e Regionale, adesso la nostra controparte di sempre, sindaco Giorgio Gentilin in testa, di fronte alla concreta impossibilità di realizzare l’opera sul nostro territorio, si vanta di un progetto megagalattico (120.000 tonnellate anno di fanghi di conceria) da costruire però in altra sede, molto lontana da Arzignano.

La cosa più grottesca è che coloro che volevano costruire ad ogni costo l’inceneritore ad Arzignano adesso si presentano come i salvatori della patria.


Il megafono della propaganda degli inquinatori, Il Giornale di Vicenza, ha collaborato non poco alla campagna per costruire l’inceneritore ad Arzignano e adesso è ricco di attestati di benemerenza nei confronti di chi è obbligato a realizzare altrove le schifezze che non può più fare qui.

Se ci si domanda perché i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzione, tale episodio è abbastanza indicativo di quanto poco importi a chi governa comuni, provincia e regione della salute dei cittadini e quanto pesi sulla stampa locale e nella politica la prepotenza degli affari ad ogni costo.


Lo stesso disprezzo è presente nella realizzazione di grandi opere inutili, imposte senza un confronto democratico con la cittadinanza, il cui costo ricade sui cittadini (Pedemontana, Mose, Autostrada Valdastico Sud e Nord, ospedali regalati alla speculazione dei privati).

È lo stesso disprezzo presente nel comportamento dei banchieri corrotti, per anni onorati, agevolati e serviti da una politica cieca e coinvolta, che hanno rubato senza vergognarsene i risparmi di migliaia di cittadini.

 “E’una tradizione antica di questa sfortunata regione in cui quattro presidenti su quattro sono finiti inquisiti.
L’arresto di Galan è politicamente in linea con quello del suo predecessore Franco Cremonese, incarcerato nel luglio del 1992, processato e condannato 2 anni dopo per le tangenti sui lavori della terza corsia dell’autostrada Padova-Venezia e della bretella con l’aeroporto Marco Polo.
E’ in linea con il predecessore di Cremonese, Carlo Bernini ..riuscì a scansare il carcere ma non il processo e la condanna, poco dopo Cremonese, anche lui per corruzione. Quattro anni inflitti ad entrambi, ridotti poi in appello.
Perfino il predecessore di Bernini, il primo presidente del Veneto Angelo Tomelleri, incappò in un’inchiesta giudiziaria e si autosospese per un anno…* (Renzo Mazzaro “Veneto anno Zero”)”

Con questa classe dirigente ci continuiamo a confrontare quotidianamente per difendere i diritti dei cittadini, le regole dettate dalla nostra Costituzione, la vita, la salute e i diritti umani fondamentali.




Una attività costante e difficile, sostenuta solo dalle sparute risorse dei nostri iscritti e simpatizzanti.

Ci confrontiamo adesso, insieme a tantissima gente, comitati di mamme, gruppi di cittadini, associazioni ambientaliste sul disastro provocato da Miteni.

Zaia nell’ultimo colpo di teatro si vanta di avere abbassato i limiti di sicurezza delle sostanze tossiche presenti negli acquedotti.
                                                                                                                                                       
In realtà ha respinto le raccomandazioni del Ministero che e lo esortava ad operare affinché l’obiettivo da raggiungere fosse “il più vicino possibile allo zero” rifiutandosi, come è giusto, di porre qualsiasi limite soglia.  
Infatti i PFAS nell’acqua potabile non devono esserci affatto.
Zaia ha invece imposto nuovi limiti che, sebbene più bassi dei precedenti, non garantiscono la salute di nessuno, tanto meno dei bambini cui non possiamo dare 30 ng di PFOS + 60 ng di PFOA + 300 ng di altri composti fluoroalchilici al giorno, ammesso che bevano un solo litro d’acqua.

Sono cose che capirebbe perfino un bambino ma non le capiscono i redattori del Giornale di Vicenza e quanti osannano il nuovo eroe ecologico che per ora fa orecchie da mercante quando gli si chiede di chiudere i rubinetti della Miteni, perché prima dei Veneti sono stati sempre anteposti gli affari e gli interessi di chi fino ad oggi ha fatto soldi senza curarsi dei rifiuti che hanno distrutto la vita e la natura di migliaia di persone.

Insieme a quanti in questi mesi manifestano
nel MOVIMENTO ZERO PFAS
anche noi sosteniamo in primo luogo:

·      LA CHIUSURA DELLA FONTE DELL’INQUINAMENTO

·      ACQUA NON CONTAMINATA DA SUBITO A TUTTI

·      COSTRUZIONE DI NUOVI ACQUEDOTTI nella legalità* (* respingiamo infatti la richiesta di Zaia e dei suoi assessori di gestire con un commissario gli 80 milioni di euro predisposti dallo stato per le opera necessarie.)


La nostra associazione, apartitica e indipendente, non pretende di sostituirsi ai protagonisti della politica. Essa opera per la costituzione di una CITTADINANZA ATTIVA, fornendo documentazioni, analisi e proposte ai cittadini.

Così come è avvenuto in questi 5 anni, ci auguriamo che anche in avvenire i cittadini apprezzino i nostri sforzi e partecipino alle nostre iniziative miranti al bene della comunità.


Il motivo per cui CiLLSA ha aperto questo account Facebook è proprio questo.

Vi invitiamo pertanto a seguirci su Facebook iniziando con il darci la vostra amicizia, a collaborare pubblicando le vostre proposte e anche le vostre eventuali critiche e a partecipare alle nostre iniziative entrando anche voi nella nostra associazione.



CiLLSA 30/09/2017




martedì 26 settembre 2017

UNA NUOVA VITTORIA DEL MOVIMENTO NO PFAS ZAIA CEDE ALLA PRESSIONE PUBBLICA E ABBASSA I LIMITI DEI PFAS MA IL NOSTRO OBIETTIVO RESTA PFAS ZERO



ARZIGNANO RESTA ESCLUSO DALLE MISURE RISERVATE ALLA ZONA ROSSA E DAI MONITORAGGI RISERVATI AI COMUNI VICINI.

26/09/2017    

Le dichiarazioni di Zaia, pronunciate ieri sera, con cui si annuncia un drastico ridimensionamento dei livelli inquinanti di Perfluorati presenti nei nostri acquedotti sono il frutto della grande pressione dei comitati, delle mamme, delle associazioni ambientaliste. 

Zaia non poteva più sostenere la posizione tenuta dal 2013, soprattutto alla vigilia del referendum, e ha dovuto abbassare i limiti stratosferici fissati in precedenza in armonia con il Ministero.

E’ un primo passo assolutamente parziale; restano vistosi problemi aperti e incongruenze.




PRECISIAMO CHE IL NOSTRO OBIETTIVO E' UN'ACQUA ZERO PFAS POICHE' NON POSSIAMO ACCETTARE CHE GLI ACQUEDOTTI DISPENSINO SOSTANZE TOSSICHE.

Per quanto riguarda le misure prese da Zaia riteniamo che

·      Manca una uniformità dei limiti di PFOA a livello regionale per cui alcuni cittadini possono bere acqua con un limite di 60 nanogrammi di PFOA altri con 40 nanogrammi (Per esempio i 46 nanogrammi di Arzignano sarebbero fuori legge a Lonigo ma buoni ad Arzignano).
        E’ necessario uniformarli subito su tutto l’ambito regionale.


·      Nessun accenno agli alimenti:
  molti cibi prodotti nelle zone inquinate contengono valori elevatissimi di PFOS. Un semplice uovo supera di migliaia di volte i limiti previsti per l’acqua. E’ necessario attivare i dipartimenti di prevenzione delle ULSS per escluderli dal mercato.
          Fino ad ora Zaia ha fatto orecchie da mercante con i risultati che
          vediamo.

·      Non sono stati modificati i livelli massimi consentiti agli scarichi industriali  per cui il Fratta Gorzone, per dirne una, ma anche il Poscola e tutte le falde a valle continuano ad accumulare inquinanti.
       Sono urgenti una rimodulazione dei livelli consentiti  e   
       controlli  delle emissioni liquide a piè di fabbrica.

·      Nessun accenno all’inquinamento atmosferico: i tecnici di CiLLSA sostengono che le emissioni del distretto conciario potrebbero essere responsabili di emissioni ricche di pfas.
       E’ necessario controllare le aree dove questi prodotti 
       sono utilizzati a scopo impermeabilizzante e altro.

·      Nessun accenno al blocco della produzione di perfluorati da parte della Miteni. Da anni chiediamo a Zaia fermare la Miteni ma da questo orecchio non ci sente.
       Una seria campagna di risanamento richiede in primo luogo la
       chiusura delle fonti inquinanti: continueremo a chiederlo.

·      Infine, i limiti fissati da Zaia vengono da lui definiti “limiti obiettivo”.
       Che significa?
       Che possiamo tenerci livelli di inquinamento maggiore in attesa
       di raggiungere l’obiettivo?
       Entro quale data?

RITENIAMO CHE L'UNICO OBIETTIVO PER L'ACQUA POTABILE

SIA ZERO PFAS

In uova di Cologna Veneta trovati 21.2 000 nanogrammi di PFOS/Kg



Ma torniamo alle dichiarazione del Presidente:

“… nel giro di 6-7 giorni il Veneto avrà per la concentrazione di Pfas nell'acqua potabile i limiti più bassi d'Europa … Per la zona rossa indicherò un obiettivo che non ha uguali al mondo”.
“… abbiamo avuto la sola "colpa" di muoverci quando nel 2013 da Roma ci è stato inoltrato lo studio Cnr che segnalava un problema di concentrazione dei Pfas nell'acqua di varie regioni …”

“… visto che a preoccupare le mamme dei ragazzi dell'area inquinata è proprio la concentrazione dei Pfoa, «nella "zona rossa" inquinata che riguarda circa 280 mila veneti fissiamo come limite obiettivo di portare a 40 nanogrammi la concentrazione massima.”


Riassumendo, i nuovi valori limite per l’acqua dovrebbero essere:

30 nanogrammi/litro per i PFOS
60 nanogrammi /litro per i PFOA
300 nanogrammi /litro per “ALTRI PFAS”
Totale PFAS = 390/litro

Per la “ZONA ROSSA” trattamento diverso:
i PFOA non potranno superare i 40 nanogrammi/litro

Aspetteremo conferma dalla delibera che Zaia assicura arriverà tra una settimana.

RESTANO SPIAZZATI I GESTORI:

L'ambito “Ato Veronese”: al 29 agosto l'acqua che esce dalla centrale di Almisano contiene 135 nanogrammi per litro di Pfoa, 7 di Pfos e 297 di altri Pfas

 "Acque del Chiampo" indicava al 21 agosto a Lonigo un valore di 133 nanogrammi di Pfoa

"Acque Vicentine" in zona di Noventa e Orgiano aveva indicato nel 2015 concentrazioni di 105-145 nanogrammi di Pfoa,

"Centro veneto servizi" 3 mesi fa indicava per l'acqua di Montagnana livelli di 128 nanogrammi di Pfoa e 322 di "altri Pfas".

Ad Arzignano (esclusa da tutto) abbiamo il 5 giugno
46 nanogrammi/litro di PFOA.


COSA SUCCEDE ORA?

Zaia con Dell'Acqua, dg di Arpav e presidente del comitato tecnico, ha dichiarato:
“… ai gestori toccherà fare investimenti perché per raggiungere i 90 nanogrammi si dovranno cambiare più spesso i filtri a carboni attivi già usati oggi….. Daremo una mano ai gestori perché la spesa maggiore ci sarà.
E vi dico che comporterà una spesa aggiuntiva di almeno un milione di euro in più l'anno, … State certi che sono tutti soldi che chiederemo in risarcimento a chi verrà condannato per questi fatti.”



Per il momento però saranno pagati con le tasse imposte ai cittadini e con l’aumento delle bollette (anche delle nostre di Arzignano, che siamo fuori da tutto: analisi, filtri e monitoraggi).

Vigileremo e controlleremo.

Portiamo a casa un successo ma non ci fermiamo qui.

Gli obiettivi da raggiungere sono quelli della effettiva protezione della salute dei nostri figli e nostra.
Non accettiamo che il problema della salute di tutti sia subordinato a esigenze estranee ad essa, come interessi commerciali o industriali. Non sono i cittadini che si devono adeguare alle esigenze delle industrie ma viceversa sono le industrie e i produttori dell’agro alimentare che debbono adeguarsi alle inalienabili esigenze della vita e della salute di tutti gli esseri umani.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DEL MOVIMENTO SONO:

·       1 OTTOBRE ORE 21.00 INCONTRO CON L’AVVOCATO BILLOT A LONIGO

·      8 OTTOBRE ORE 10.00 MANIFESTAZIONE ACQUA LIBERA DAI PFAS

·      23 OTTOBRE ORE 20.30 INCONTRO CON I CITTADINI PRESSO “PIZZERIA DUE FORNI” ARZIGNANO.

Giovanni Fazio





I PFAS SONO SOSTANZE TOSSICHE E CANCEROGENE CHE

 APPARTENGONO ALLA CATEGORIA DEI POP CIOE' 

SOSTANZE TOSSICHE PERSISTENTI NELL'AMBIENTE. 

UNA VOLTA INGERITI RIMANGONO NEL NOSTRO 

ORGANISMO PER TANTISSIMI ANNI E SI ACCUMULANO.

PER TALE MOTIVO FISSARE DEI LIMITI E' SBAGLIATO.

 NELL'ACQUA POTABILE NON CE NE DEVONO STARE. 





























































mercoledì 20 settembre 2017

MENTRE IL MOVIMENTO NO PFAS SEGNA UNA PRIMA VITTORIA ARZIGNANO RIMANE ESCLUSO DAI MONITORAGGI



In questi giorni il Movimento No PFAS segna una prima vittoria:

la richiesta di estensione dei monitoraggi alla cosiddetta “area rosa”, quella che comprende comuni con livelli di inquinamento più bassi, è passata in regione.

Saranno così monitorati i cittadini di Montecchio, Trissino, Sovizzo, fino a Vicenza.

ARZIGNANO TUTTAVIA E’ ESCLUSO DALLA LISTA DEI COMUNI DA MONITORARE.



La cosa è molto grave anche perché una delle prese più importanti dell’acquedotto arzignanese si trova a Canove, a circa 300 metri in linea d’aria dalla Miteni.

Inoltre alcuni mesi fa abbiamo riscontrato valori abnormi di PFOA nel sangue di due concittadini (fatto segnalato da CiLLSA alla ULSS di competenza senza avere avuto nessuna risposta).

Inoltre lo stesso fatto è stato segnalato in una diffida al Sindaco, resa nota a tutti i consiglieri comunali, rispetto alla quale non ci è pervenuta alcuna risposta.

Di fronte ai nostri ripetuti appelli al principio di precauzione il sindaco ha risposto e pubblicato sul Giornale di Vicenza che l’acqua distribuita da “Acque del Chiampo” è acqua oligominerale e si è perfino fatto fotografare con una pseudo bottiglia di acqua minerale targata “Acque del Chiampo”.



Non è per polemizzare contro questa esibizione (di pessimo gusto, soprattutto offensiva nei confronti di tante mamme i cui ragazzi hanno bevuto quell’acqua e si ritrovano con altissimi livelli di PFAS nel sangue) ma per la preoccupazione che i nostri concittadini non prendano quelle precauzioni che stanno prendendo i cittadini del resto delle aree inquinate.


20 settembre Solidarietà di CiLLSA agli operai Miteni
Asserire che l’acqua erogata è dentro i parametri fissati dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2014 non ha nessun significato, visto che tali “livelli di performance”, come sono stati definiti, sono tra i più alti del mondo e che la stessa ISS, rispondendo ad una lettera di Coletto ha dichiarato che non hanno più alcun valore e devono essere drasticamente abbassati.

Si pensi che negli USA il livello massimo di PFAS consentito nelle acque potabili è di 70 nanogrammi/litro, in Germania 100 ng/litro e in Italia 2030 ng/litro.

Si pensi che in questi giorni, in base alle evidenze scientifiche di danni gravi riscontrati su soggetti contaminati, l’Olanda ha abbassato il limite di PFOA nell’acqua potabile a 40 ng/litro e il Minnesota a 35 ng/litro.
In data 5 giugno 2007 Acque del Chiampo pubblica la tabella dell’acqua nel comune di Arzignano dove spicca la presenza di PFOA 46 ng/litro: siamo sopra i livelli di guardia del Minnesota e dell’Olanda

I numeri parlano chiaro.

L’esclusione di Arzignano aumenta il rischio di contaminazione soprattutto per bambini e adolescenti.

Sappiamo che già alcune mamme di Arzignano, autonomamente, si stanno organizzando alla stregua delle mamme di Lonigo e di tanti altri comuni.

 Finalmente un segno positivo di attenzione alla salute dei bambini.
Da parte nostra ci apprestiamo a invitare al più presto tutta la popolazione arzignanese a costituire un COMITATO NO PFAS, aperto a tutti, per chiedere innanzitutto le stesse cose che hanno ottenuto i comuni a noi vicini e, in seconda battuta, la fine della causa dell’inquinamento e misure efficaci per avere acqua priva di PFAS anche ad Arzignano.

Giovanni Fazio