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sabato 25 novembre 2017

RADDOPPIATO IL CANCRO AL TESTICOLO A LONIGO

Dott.Domenico Mantoan
GIORNALE DI VICENZA articolo su registro tumori. 08 11 2017
“…Mantoan, il contributo del registro tumori nella vicenda della Miteni comunque «è stato enorme e, rispondendo ai professionisti delle fake news, che affermavano che queste sostanze producevano linfomi e tumori di tutti i tipi, ci ha permesso circa un anno fa di escludere che, tra le patologie prodotte dall'inquinamento trentennale ci fossero anche quelle oncologiche». 

Il dottor Domenico Mantoan, in merito alla dichiarazione dello IARC (Istituto Internazionale della Ricerca sul Cancro) che ha classificato il PFOA come possibile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2b, cancro del testicolo e del rene), non trova di meglio che accusare di diffondere fake news (notizie false) coloro che riportano le informazioni scientifiche 
dell’istituto internazionale.

 La Fake News dello IARC sarebbe quella per cui gli studi a oggi disponibili legano l’esposizione a composti perfluoroalchilici (che può avvenire attraverso acqua, cibo, polveri domestiche) a diverse patologie: ipercolesterolemia, colite ulcerosa, malattie tiroidee, cancro del testicolo, della prostata, del rene, linfoma non-Hodgkin, ipertensione in gravidanza, diabete.

Si dà il caso che uno studio recente del SER (Sistema Epidemiologico Regionale) del Veneto ha osservato un eccesso statisticamente significativo dei casi di tumore al testicolo nel comune di Lonigo (VI).

 Lonigo è il solo fra i 21 comuni della cosiddetta zona rossa, cioè la zona più contaminata da PFAS, a presentare un rapporto standardizzato di orchiectomia (SOR) quasi raddoppiato rispetto al riferimento regionale cioè 1,84. Cosa significa?

Significa che considerando gli uomini di età compresa fra 15 e 54 anni, negli anni 1997-2014, i maschi hanno avuto un rischio superiore dell’84% di essere sottoposti a asportazione chirurgica del testicolo (orchiectomia) per cancro

Ma naturalmente non è colpa dei PFAS dichiarano i relatori del SER
“allo stato delle conoscenze, i limiti informativi esplorativi non consentono in alcun modo di attribuire all’esposizione a PFAS l’eccesso di resezioni del testicolo per tumore rilevato nel Comune di Lonigo.”

Il nostro compito ( professionisti delle fake news) è quello di informare correttamente i cittadini sui rischi derivanti dalle sostanze che si trovano nei nostri acquedotti: quale sia il suo, dott. Mantoan, non mi è chiaro.

Giovanni Fazio


domenica 19 novembre 2017

LIBERATI DALL’EFSA



Osservazioni a caldo sui primi dati pubblicati dalla Regione Veneto relativi alla contaminazione alimentare da PFAS.
Dalle analisi pubblicate emerge che sono stati riscontrati in un buon numero di campioni esaminati di
AVICOLI (FEGATO) 1000 ng/kg di PFOA
AVICOLI (FEGATO) 1100 ng/kg di PFOS
BOVINI (FEGATO) 2000 ng/kg PFOA 
BOVINI (FEGATO) 4600 ng/Kg di PFOS
SUINI (FEGATO) 41000 ng/kg PFOA
SUINI (FEGATO) 39000 NG/Kg di PFOS
SUINO (MUSCOLO) 3400 ng/kg PFOA
SUINO (MUSCOLO) 200 ng/kg di PFOS
UOVA 22.000 ng/kg PFOA
UOVA 12000 NG/Kg PFOS   

GRANOTURCO 700 ng/Kg PFOA
GRANOTURCO 100 ng/kg PFOS

La massiccia presenza di PFOA e PFOS negli alimenti, secondo quanto afferma il documento della Regione Veneto, corredato da considerazioni dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), non è allarmante.

Liberati dal peso di cotal notizia ci restano solo dei dubbi che sicuramente svaniranno man mano che si manifesteranno gli effetti delle nuove TDI, acronimo che significa Dose giornaliera Tollerabile (di veleno).

Prima considerazione: se tolleriamo 39000 (trentanovemila) nanogrammi di PFOS in un chilo di fegato di maiale per quale strano motivo non possiamo superare i 30 nanogrammi della stessa molecola in un litro d’acqua? Forse che le molecole sciolte nell’acqua vengono assorbite dal nostro organismo in misura maggiore di quelle contenute nel fegato di suino? Non risulta da nessuna ricerca scientifica.

Ne deriva, per assurdo, che spendere tanti soldi in filtri e nuovi acquedotti per 30ng/l di PFOS presenti nell’acqua non ha senso se ne possiamo tollerare 39000 nanogrammi in un solo chilo di fegato di maiale!

Lo stesso ragionamento vale per le altre carni e per le uova.

L’EFSA, bontà sua, ci ammannisce una TDI che, a detta dei responsabili regionali, libera da ogni possibile rischio gli abitanti del Veneto.
Va quindi buttato nel dimenticatoio quanto si era detto sui i PFAS e cioè che sono molecole POP (molecole inquinanti persistenti nell’ambiente) bioaccumulabili che hanno una emivita nel nostro organismo dai 4 agli 11 anni.

I grandi scienziati dell’EFSA non hanno ritenuto di tenere minimamente in considerazione questi disturbanti particolari, a differenza di tutti gli scienziati del pianeta che, ingenuamente, hanno incluso il PFOS tra le molecole più pericolose del mondo nella Convenzione di Stoccolma nel 2004.

Leggo pertanto, finalmente sollevato da un enorme peso, il rassicurante comunicato della Regione del Veneto cui sta tanto a cuore la salute dei cittadini.

 “La presente stima del contributo dei singoli alimenti all'esposizione a PFOS e PFOA in rapporto agli attuali TDI stabiliti da EFSA non ha messo in evidenza criticità sotto il profilo della sicurezza alimentare.
 Tale stima verrà perfezionata quando i dati sui consumi alimentari locali, raccolti nel contesto del biomonitoraggio attualmente in corso, saranno disponibili.
Modifiche degli attuali parametri di riferimento, eventualmente contenute nel parere dell'EFSA di prossima pubblicazione, porteranno alla rivalutazione dell'attuale stima.”

Adesso possiamo chiudere definitivamente questo noioso capitolo dell’inquinamento da PFAS.
 Aspettiamo solo la comunicazione dell’EFSA per sapere quanti PFAS possiamo ingerire al giorno con l’acqua secondo la nuovissima TDI.

 Dopodiché il nostro caro direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan potrà finalmente buttare nel cestino quel documento pubblicato malauguratamente nel novembre del 2016 (un anno fa) nel quale comunicava l’aumento di preeclampsia delle donne in gravidanza, di diabete gestionale, di bambini nati sottopeso, nonché di aumento di morti per infarto, diabete, ictus, Alzheimer ecc. nella Zona Rossa.

  Ora, grazie all’EFSA, sappiamo che i PFAS non c’entrano per niente e che gli abitanti di Brendola, Lonigo, Cologna e giù di lì si ammalavano per abitudini di vita sbagliate e, a volte sbagliatissime, come è capitato a Lonigo dove, a causa di ciò, si raddoppiavano i tumori al testicolo. Era solo colpa loro e non dei PFAS.

 Un sentito ringraziamento a quanti nel governo della Regione e tra gli alti dirigenti della nostra sanità si sono adoperati per toglierci questo maledetto incubo.

Giovanni Fazio

Ricevo una interessante nota da Davide Sandini, attento lettore di documenti, su alcune "stranezze" rilevate nella ricerca di PFAS negli alimenti. Ve la sottopongo così come è, rigraziando Davide per il contributo interessantissimo. 




giovedì 16 novembre 2017

AD ARZIGNANO 55 ng/litro di PFOA NELL'ACQUEDOTTO. GENTILIN NON RISPONDE.


Comitato Zero Pfas Agno Chiampo si raccolgono le adesioni
Arrivano le nuove bollette dell’acqua e leggiamo che
ci sono 55
ng/litro di PFOA nell’acqua dell’acquedotto di Arzignano

(a giugno ce n’erano 46 ng/l).




Ancora una volta il sindaco di Arzignano si è rifiutato di rispondere alle lettere raccomandate di CiLLSA e fa lo gnorri.

Il PFOA è uno dei perfluorati più pericolosi.
Lo IARC (Istituto internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato il PFOA come possibile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2b, cancro del testicolo e del rene).



COSA SONO I PFAS?

Sono sostanze artificiali “Bioaccumulabili” cioè si accumulano, col tempo nel nostro organismo man mano che li ingeriamo, ma non riusciamo ad espellerli: una volta assunti impieghiamo da 3 a 11 anni per dimezzare la loro presenza nel nostro corpo.

Queste molecole possono causare danni al sistema nervoso e immunitario, infertilità, ipertensione, diabete e aumento del colesterolo, malattie della tiroide, ipertensione gestazionale, cancro al testicolo, colite ulcerosa, cancro al rene, linfomi non Hodgkin, leucemie, malattie cardiovascolari, Alzheimer e altro ancora.



Non lo diciamo solo noi e la letteratura scientifica internazionale ma anche Il dott. Domenico Mantoan, direttore generale dell’area Sanità e Sociale della Regione Veneto che ha scritto il 17/11/2016 un documento tecnico inviato agli assessori regionali Sanità, Ambiente, Agricoltura e alla segreteria regionale (di cui alleghiamo il LINK)

Nel documento Mantoan comunica il riscontro del 23/06/2016,  da parte del Servizio Epidemiologico Regionale,  di alcune patologie definite “possibilmente associate ai PFASrilevate nei 21 comuni interessati dalla contaminazione da PFAS

un moderato ma significativo ECCESSO DI MORTALITA’ per CARDIOPATIE ISCHEMICHE (uomini +21%, donne +11%) per MALATTIE CEREBROVASCOLARI (uomini + 19%), per DIABETE (donne +25%) per ALZHEIMER/DEMENZA nelle donne +14%”

Abbiamo riportato le dichiarazioni di Mantoan in modo da non essere smentiti dai soliti negazionisti.

In altra parte della relazione si legge:

Documento della commissione tecnica regionale PFAS
“Visto il documento del Registro di Nascita, coordinamento malattie rare della Regione Veneto, avente in oggetto lo “studio sugli esiti materni e neonatali in relazione a contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)del 29 settembre del 2016 prot.398534, del 17/10/2016 ; emerge come siano stati evidenziati in particolare l’INCREMENTO della PRE ECLAMPSIA, del DIABETE GESTAZIONALE, dei NATI CON PESO MOLTO BASSO ALLA NASCITA, dei NATI PICCOLI PER ETA’ GESTAZIONALE e di ALCUNE MALFORMAZIONI MAGGIORI, TRA CUI ANOMALIE DEL SISTEMA NERVOSO, DEL SISTEMA CIRCOLATORIO E CROMOSOMICHE…..”

Riteniamo che non sia necessario aggiungere altro, il documento linkato è a disposizione di tutti i lettori.

E’ impensabile che il Sindaco di Arzignano, tra l’altro un medico, non fosse al corrente della importantissima relazione della commissione tecnica regionale guidata dal dott. Domenico Mantoan, pubblicata già  il 17/11/2016, e anche del ritrovamento da parte di acque del Chiampo di 46 ng di PFOA nell’acquedotto di Arzignano, pubblicato nel giugno 2017, quando rilasciò al Giornale di Vicenza la famigerata intervista sull’acqua oligominerale erogata negli acquedotti della società Acque del Chiampo, invitando i cittadini a berla tranquillamente. 
E' vero che la pubblicazione sul Giornale di Vicenza è avvenuta il 15 Maggio ma non ci risulta che in seguito tu , sindaco abbia fatto marcia indietro sulle suddette dichiarazioni o preso adeguati provvedimenti per tutelare dai rischi relativi alla ingestione di PFOA i cittadini di Arzignano, malgrado le note di attenzione inviate da CiLLSA più volte.



Peraltro i bambini delle scuole dell’infanzia bevono tuttora acqua di rubinetto e le donne in gravidanza non risulta che siano state avvertite del rischio dalle istituzioni competenti (prima fra tutte dal sindaco) né tantomeno che siano state rifornite di acqua non contaminata.


Altri sindaci dell’area inquinata da PFAS hanno agito diversamente e hanno provveduto a fornire bambini e mense scolastiche di acqua veramente minerale.


Sappiamo che il decreto sul monitoraggio non lo ha scritto Gentilin ma Zaia; tuttavia non risulta che il Sindaco di Arzignano abbia mosso un dito o abbia fatto alcuna dichiarazione pubblica perchè fosse modificato in favore dei cittadini della città che amministra.



Riteniamo quindi che il sindaco Giorgio Gentilin debba rispondere alla cittadinanza di alcune cose che riguardano la vita, la salute e le tasche degli abitanti di Arzignano:

“Come mai l’unico comune escluso dal censimento regionale delle aree contaminate dai PFAS è Arzignano?”

“Perché il Sindaco non ha fatto niente per garantire anche agli abitanti di Arzignano il monitoraggio che permetterebbe di fare gratuitamente le analisi del sangue? Lo sa che un esame del sangue per i PFAS costa più di 300 euro?”

Perché non è intervenuto quando Zaia ha fissato per il PFOA un limite massimo di 40 ng/l per gli abitanti di Lonigo mentre per Arzignano il limite è stato posto a 60 mg/l?

Negli stati Uniti la tolleranza del PFOA nell’acqua potabile va da 17ng/l in giù ma adesso si stanno rivedendo tutti i limiti al ribasso, anche in Europa, e la commissione di Stoccolma sta valutando la possibilità di inserire i PFAS tra le molecole pericolose da escludere dalla produzione e dal commercio.

“Perché il Sindaco non ha fatto mettere i filtri all’acquedotto di Arzignano per preservare i cittadini dalla presenza del PFOA, abbondantemente presente nell’acqua potabile?”

Abbiamo letto la stucchevole pantomima sugli 80 milioni in ballo tra un ministero latitante e una regione incapace di produrre progetti credibili (il fallimento del patto stato regione sul disinquinamento del Fratta Gorzone, miseramente fallito dopo 10 anni di assoluta nullità, ne è una prova che grida vendetta) 

Tuttavia per installare i filtri a Brendola e a Lonigo Acque del Chiampo non ha perso tempo e non ha chiesto il permesso a nessuno.                                                                                                            Perché ad Arzignano no? E’ forse colpa di Galletti o degli 80 milioni?

Caro Gentilin, presidente del Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, dipende solo da te.

Perché continui a prelevare l’acqua per Arzignano a Canove? Sai benissimo che si tratta di acqua contaminata (pescata tra Poscola, Miteni, scavi del Guà e discariche a iosa).

Perché i cittadini di Arzignano devono aspettare 4 mesi per vedere le analisi dell’acqua che bevono mentre a Lonigo le fanno quotidianamente?

Perché non hai provveduto a far controllare le emissioni gassose dei camini delle rifiniture in zona industriale? Non sai che i PFAS si usano anche per impermeabilizzare le pelli?

Perché non hai mosso un dito per bloccare gli scavi sotto il Poscola e quelli effettuati per tirare ghiaia dalle rotte del Guà? Non sai che questi lavori possono inquinare gravemente i pozzi dell’acqua potabile?

Perché hai aumentato la bolletta dell’acqua del 15% in due anni mentre fai lo sconto del 5% agli industriali sul costo della depurazione? In fondo la Società Acque del Chiampo, di cui sei socio di maggioranza assoluta, ha avuto un guadagno di 2 milioni di euro nell’ultimo bilancio.

Ormai, dopo anni di silenzio nei confronti di CiLLSA non aspettiamo alcuna risposta da te, ci siamo abituati.

Tuttavia una risposta dovrai darla alle mamme che accompagnano i bambini alle scuole dell'infanzia e alle mense scolastiche, dovrai darla alle donne che aspettano un bambino e sono state tenute all’oscuro di tutto, dovrai darla a tutti i cittadini di Arzignano.
Dovrai spiegare ai cittadini di Arzignano perché sono stati esclusi dai diritti di cui godono i cittadini di Lonigo e Brendola.

E’ vero, questi comuni avevano valori più alti di inquinamento rispetto ad Arzignano ma adesso è il nostro comune il capofila dell’acqua inquinata e non gode di nessun diritto e di nessuna attenzione.






Giovanni Fazio




 NB.

 Si è costituito Il 9 Novembre il 

COMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO

 che include i cittadini di Arzignano, Montecchio Maggiore, Trissino e Montorso.
 Per informazioni scrivere a cillsa4@gmail.com
 Prossima assemblea del Comitato alle Alte di  Montecchio Via Mascagni 6 ( presso palestra) alle ore 20.45

martedì 7 novembre 2017

ACQUA CANCEROGENA AD ARZIGNANO

NON E’ ACQUA OLIGOMINERALE

Cari concittadini arzignanesi, state bevendo acqua cancerogena senza che nessuno vi avverta.
Qualcuno vi ha detto che si tratta di acqua oligominerale, ma non è così.

La IARC (Istituto internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato il PFOA come possibile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2b, cancro del testicolo e del rene).

Il PFOS è un interferente endocrino e inserito nella Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP).

Nel giugno 2017 PFOA e PFOS sono stati inseriti nella lista REACH (Regolamento europeo concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) delle sostanze pericolose sottoposte a restrizioni.

 Gli studi a oggi disponibili legano l’esposizione a composti perfluoroalchilici (che può avvenire attraverso acqua, cibo, polveri domestiche) a diverse patologie: ipercolesterolemia, colite ulcerosa, malattie tiroidee, cancro del testicolo, della prostata, del rene, linfoma non-Hodgkin, ipertensione in gravidanza, diabete.

Si è notata inoltre un’associazione con patologie cardiovascolari, come arteriosclerosi, ischemie cerebrali e cardiache.

Questi composti si legano alle proteine plasmatiche, e si accumulano soprattutto nel fegato e nel rene. In virtù della grande stabilità chimica, la loro emivita nell’organismo umano è di 3,5 anni.

 Nel novembre 2016 l’EPA ( Ente per la protezione dell’ambiente) ha diramato un health advisory in cui stabilisce in 0,07 parti per miliardo (ovvero 0,07 ng/l) la massima concentrazione di PFOA nelle acque.


NELL’ACQUA POTABILE DI ARZIGNANO il PFOA E’ PRESENTE CON UNA CONCENTRAZIONE DI 46 ng/l



Giovanni Fazio