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martedì 26 settembre 2017

UNA NUOVA VITTORIA DEL MOVIMENTO NO PFAS ZAIA CEDE ALLA PRESSIONE PUBBLICA E ABBASSA I LIMITI DEI PFAS MA IL NOSTRO OBIETTIVO RESTA PFAS ZERO



ARZIGNANO RESTA ESCLUSO DALLE MISURE RISERVATE ALLA ZONA ROSSA E DAI MONITORAGGI RISERVATI AI COMUNI VICINI.

26/09/2017    

Le dichiarazioni di Zaia, pronunciate ieri sera, con cui si annuncia un drastico ridimensionamento dei livelli inquinanti di Perfluorati presenti nei nostri acquedotti sono il frutto della grande pressione dei comitati, delle mamme, delle associazioni ambientaliste. 

Zaia non poteva più sostenere la posizione tenuta dal 2013, soprattutto alla vigilia del referendum, e ha dovuto abbassare i limiti stratosferici fissati in precedenza in armonia con il Ministero.

E’ un primo passo assolutamente parziale; restano vistosi problemi aperti e incongruenze.




PRECISIAMO CHE IL NOSTRO OBIETTIVO E' UN'ACQUA ZERO PFAS POICHE' NON POSSIAMO ACCETTARE CHE GLI ACQUEDOTTI DISPENSINO SOSTANZE TOSSICHE.

Per quanto riguarda le misure prese da Zaia riteniamo che

·      Manca una uniformità dei limiti di PFOA a livello regionale per cui alcuni cittadini possono bere acqua con un limite di 60 nanogrammi di PFOA altri con 40 nanogrammi (Per esempio i 46 nanogrammi di Arzignano sarebbero fuori legge a Lonigo ma buoni ad Arzignano).
        E’ necessario uniformarli subito su tutto l’ambito regionale.


·      Nessun accenno agli alimenti:
  molti cibi prodotti nelle zone inquinate contengono valori elevatissimi di PFOS. Un semplice uovo supera di migliaia di volte i limiti previsti per l’acqua. E’ necessario attivare i dipartimenti di prevenzione delle ULSS per escluderli dal mercato.
          Fino ad ora Zaia ha fatto orecchie da mercante con i risultati che
          vediamo.

·      Non sono stati modificati i livelli massimi consentiti agli scarichi industriali  per cui il Fratta Gorzone, per dirne una, ma anche il Poscola e tutte le falde a valle continuano ad accumulare inquinanti.
       Sono urgenti una rimodulazione dei livelli consentiti  e   
       controlli  delle emissioni liquide a piè di fabbrica.

·      Nessun accenno all’inquinamento atmosferico: i tecnici di CiLLSA sostengono che le emissioni del distretto conciario potrebbero essere responsabili di emissioni ricche di pfas.
       E’ necessario controllare le aree dove questi prodotti 
       sono utilizzati a scopo impermeabilizzante e altro.

·      Nessun accenno al blocco della produzione di perfluorati da parte della Miteni. Da anni chiediamo a Zaia fermare la Miteni ma da questo orecchio non ci sente.
       Una seria campagna di risanamento richiede in primo luogo la
       chiusura delle fonti inquinanti: continueremo a chiederlo.

·      Infine, i limiti fissati da Zaia vengono da lui definiti “limiti obiettivo”.
       Che significa?
       Che possiamo tenerci livelli di inquinamento maggiore in attesa
       di raggiungere l’obiettivo?
       Entro quale data?

RITENIAMO CHE L'UNICO OBIETTIVO PER L'ACQUA POTABILE

SIA ZERO PFAS

In uova di Cologna Veneta trovati 21.2 000 nanogrammi di PFOS/Kg



Ma torniamo alle dichiarazione del Presidente:

“… nel giro di 6-7 giorni il Veneto avrà per la concentrazione di Pfas nell'acqua potabile i limiti più bassi d'Europa … Per la zona rossa indicherò un obiettivo che non ha uguali al mondo”.
“… abbiamo avuto la sola "colpa" di muoverci quando nel 2013 da Roma ci è stato inoltrato lo studio Cnr che segnalava un problema di concentrazione dei Pfas nell'acqua di varie regioni …”

“… visto che a preoccupare le mamme dei ragazzi dell'area inquinata è proprio la concentrazione dei Pfoa, «nella "zona rossa" inquinata che riguarda circa 280 mila veneti fissiamo come limite obiettivo di portare a 40 nanogrammi la concentrazione massima.”


Riassumendo, i nuovi valori limite per l’acqua dovrebbero essere:

30 nanogrammi/litro per i PFOS
60 nanogrammi /litro per i PFOA
300 nanogrammi /litro per “ALTRI PFAS”
Totale PFAS = 390/litro

Per la “ZONA ROSSA” trattamento diverso:
i PFOA non potranno superare i 40 nanogrammi/litro

Aspetteremo conferma dalla delibera che Zaia assicura arriverà tra una settimana.

RESTANO SPIAZZATI I GESTORI:

L'ambito “Ato Veronese”: al 29 agosto l'acqua che esce dalla centrale di Almisano contiene 135 nanogrammi per litro di Pfoa, 7 di Pfos e 297 di altri Pfas

 "Acque del Chiampo" indicava al 21 agosto a Lonigo un valore di 133 nanogrammi di Pfoa

"Acque Vicentine" in zona di Noventa e Orgiano aveva indicato nel 2015 concentrazioni di 105-145 nanogrammi di Pfoa,

"Centro veneto servizi" 3 mesi fa indicava per l'acqua di Montagnana livelli di 128 nanogrammi di Pfoa e 322 di "altri Pfas".

Ad Arzignano (esclusa da tutto) abbiamo il 5 giugno
46 nanogrammi/litro di PFOA.


COSA SUCCEDE ORA?

Zaia con Dell'Acqua, dg di Arpav e presidente del comitato tecnico, ha dichiarato:
“… ai gestori toccherà fare investimenti perché per raggiungere i 90 nanogrammi si dovranno cambiare più spesso i filtri a carboni attivi già usati oggi….. Daremo una mano ai gestori perché la spesa maggiore ci sarà.
E vi dico che comporterà una spesa aggiuntiva di almeno un milione di euro in più l'anno, … State certi che sono tutti soldi che chiederemo in risarcimento a chi verrà condannato per questi fatti.”



Per il momento però saranno pagati con le tasse imposte ai cittadini e con l’aumento delle bollette (anche delle nostre di Arzignano, che siamo fuori da tutto: analisi, filtri e monitoraggi).

Vigileremo e controlleremo.

Portiamo a casa un successo ma non ci fermiamo qui.

Gli obiettivi da raggiungere sono quelli della effettiva protezione della salute dei nostri figli e nostra.
Non accettiamo che il problema della salute di tutti sia subordinato a esigenze estranee ad essa, come interessi commerciali o industriali. Non sono i cittadini che si devono adeguare alle esigenze delle industrie ma viceversa sono le industrie e i produttori dell’agro alimentare che debbono adeguarsi alle inalienabili esigenze della vita e della salute di tutti gli esseri umani.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DEL MOVIMENTO SONO:

·       1 OTTOBRE ORE 21.00 INCONTRO CON L’AVVOCATO BILLOT A LONIGO

·      8 OTTOBRE ORE 10.00 MANIFESTAZIONE ACQUA LIBERA DAI PFAS

·      23 OTTOBRE ORE 20.30 INCONTRO CON I CITTADINI PRESSO “PIZZERIA DUE FORNI” ARZIGNANO.

Giovanni Fazio





I PFAS SONO SOSTANZE TOSSICHE E CANCEROGENE CHE

 APPARTENGONO ALLA CATEGORIA DEI POP CIOE' 

SOSTANZE TOSSICHE PERSISTENTI NELL'AMBIENTE. 

UNA VOLTA INGERITI RIMANGONO NEL NOSTRO 

ORGANISMO PER TANTISSIMI ANNI E SI ACCUMULANO.

PER TALE MOTIVO FISSARE DEI LIMITI E' SBAGLIATO.

 NELL'ACQUA POTABILE NON CE NE DEVONO STARE. 





























































mercoledì 20 settembre 2017

MENTRE IL MOVIMENTO NO PFAS SEGNA UNA PRIMA VITTORIA ARZIGNANO RIMANE ESCLUSO DAI MONITORAGGI



In questi giorni il Movimento No PFAS segna una prima vittoria:

la richiesta di estensione dei monitoraggi alla cosiddetta “area rosa”, quella che comprende comuni con livelli di inquinamento più bassi, è passata in regione.

Saranno così monitorati i cittadini di Montecchio, Trissino, Sovizzo, fino a Vicenza.

ARZIGNANO TUTTAVIA E’ ESCLUSO DALLA LISTA DEI COMUNI DA MONITORARE.



La cosa è molto grave anche perché una delle prese più importanti dell’acquedotto arzignanese si trova a Canove, a circa 300 metri in linea d’aria dalla Miteni.

Inoltre alcuni mesi fa abbiamo riscontrato valori abnormi di PFOA nel sangue di due concittadini (fatto segnalato da CiLLSA alla ULSS di competenza senza avere avuto nessuna risposta).

Inoltre lo stesso fatto è stato segnalato in una diffida al Sindaco, resa nota a tutti i consiglieri comunali, rispetto alla quale non ci è pervenuta alcuna risposta.

Di fronte ai nostri ripetuti appelli al principio di precauzione il sindaco ha risposto e pubblicato sul Giornale di Vicenza che l’acqua distribuita da “Acque del Chiampo” è acqua oligominerale e si è perfino fatto fotografare con una pseudo bottiglia di acqua minerale targata “Acque del Chiampo”.



Non è per polemizzare contro questa esibizione (di pessimo gusto, soprattutto offensiva nei confronti di tante mamme i cui ragazzi hanno bevuto quell’acqua e si ritrovano con altissimi livelli di PFAS nel sangue) ma per la preoccupazione che i nostri concittadini non prendano quelle precauzioni che stanno prendendo i cittadini del resto delle aree inquinate.


20 settembre Solidarietà di CiLLSA agli operai Miteni
Asserire che l’acqua erogata è dentro i parametri fissati dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2014 non ha nessun significato, visto che tali “livelli di performance”, come sono stati definiti, sono tra i più alti del mondo e che la stessa ISS, rispondendo ad una lettera di Coletto ha dichiarato che non hanno più alcun valore e devono essere drasticamente abbassati.

Si pensi che negli USA il livello massimo di PFAS consentito nelle acque potabili è di 70 nanogrammi/litro, in Germania 100 ng/litro e in Italia 2030 ng/litro.

Si pensi che in questi giorni, in base alle evidenze scientifiche di danni gravi riscontrati su soggetti contaminati, l’Olanda ha abbassato il limite di PFOA nell’acqua potabile a 40 ng/litro e il Minnesota a 35 ng/litro.
In data 5 giugno 2007 Acque del Chiampo pubblica la tabella dell’acqua nel comune di Arzignano dove spicca la presenza di PFOA 46 ng/litro: siamo sopra i livelli di guardia del Minnesota e dell’Olanda

I numeri parlano chiaro.

L’esclusione di Arzignano aumenta il rischio di contaminazione soprattutto per bambini e adolescenti.

Sappiamo che già alcune mamme di Arzignano, autonomamente, si stanno organizzando alla stregua delle mamme di Lonigo e di tanti altri comuni.

 Finalmente un segno positivo di attenzione alla salute dei bambini.
Da parte nostra ci apprestiamo a invitare al più presto tutta la popolazione arzignanese a costituire un COMITATO NO PFAS, aperto a tutti, per chiedere innanzitutto le stesse cose che hanno ottenuto i comuni a noi vicini e, in seconda battuta, la fine della causa dell’inquinamento e misure efficaci per avere acqua priva di PFAS anche ad Arzignano.

Giovanni Fazio







sabato 16 settembre 2017

TUTTA LA VERITA’ SUI PFAS


La commissione parlamentare di inchiesta incontra i portavoce delle associazioni, comitati, gruppi di cittadini inquinati dalla Miteni.

Si è incontrato ieri in prefettura a Vicenza, per una audizione da parte della “Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati” il movimento dei comitati, delle associazioni e di tutti i gruppi che nelle tre province venete inquinate da MITENI protestano e lottano contro l’inquinamento della multinazionale.

La Commissione Bicamerale in visita alla MITENI
I portavoce ammessi all’udienza hanno presentato le documentazioni e le richieste di migliaia di persone danneggiate dalla ditta e dall’inefficacia e pressappochismo con cui si sono mosse fino ad ora le autorità politiche, sanitarie e giudiziarie preposte alla tutela della salute dei cittadini e alla salvaguardia dell’ambiente.

Relazionando alla Commissione, i portavoce hanno espresso le

richieste del popolo degli inquinati:

acqua potabile vera (senza PFAS), cibi non inquinati, chiusura della fonte dell’inquinamento che riguarda 400.000 cittadini, cioè della produzione della MITENI, fino a quando non sia dimostrata in maniera provata e incontrovertibile la totale assenza di inquinamento da parte della multinazionale, il risarcimento dell’enorme danno da essa arrecato alle popolazioni, al territorio, ai produttori agricoli, agli allevatori e alle industrie alimentari, garanzie per il personale dipendente dell’azienda che, oltre a presentare gravissimi livelli di inquinamento non deve essere penalizzato anche economicamente per colpe che non sono sue. 

Chiedono infine che i responsabili, a tutti i livelli del danno arrecato siano puniti penalmente.



I portavoce hanno chiesto altresì la messa a punto di nuovi acquedotti liberi da contaminazione da PFAS, la bonifica dei pozzi dove possibile, la distribuzione di acqua non contaminata agli allevatori, nuove norme relative alla gestione dei rifiuti da parte delle aziende locali, in particolare relative al settore conciario, corresponsabile dello stato di degrado ambientale;

hanno chiesto

la distribuzione di acqua priva di inquinanti alle popolazioni tramite autobotti o altri mezzi, l’estensione dei controlli sanitari ai bambini, agli over 65 e ai cittadini delle altre aree inquinate ingiustamente esclusi dallo screening.

La messa al bando di tutti i prodotti alimentari inquinati che aumentano la contaminazione delle persone e vanificano le misure prese per abbassare i livelli ematici di inquinanti.

Chiedono una vera GIUSTIZIA, protestando per la lentezza con cui si muove la procura di Vicenza e per gli esposti di questi anni ripetutamente cestinati dalla stessa.

Il sindaco di Arzignano dichiara che l'acqua dell'acquedotto è "OLIGOMINERALE".
Nella foto sponsorizza "Acque del Chiampo" 


Sono state anche denunciate alla Commissione le responsabilità di quei sindaci che hanno minimizzato la gravità dell’evento, invitando i cittadini a bere l’acqua inquinata, quella di alcuni sindaci che hanno nascosto ai loro concittadini i dati in loro possesso relativi all’inquinamento dei pozzi e degli acquedotti.

Finta bottiglia di acqua minerale prodotta da "Acque del Chiampo"


E’ stato denunciato il comportamento inaccettabile dell’intero settore sanitario, per la mancanza di prevenzione relativa alla diffusione sul mercato di alimenti altamente inquinati da PFAS, per l’insufficiente formazione dei medici di base, per l’azione di alcuni operatori di alto livello, di cui da tempo è stata chiesta la rimozione da parte dei cittadini, per avere dato informazioni scorrette e non avere provveduto ad informare la cittadinanza della gravità del fenomeno inquinante.

Montagnana serata 11/09/2017


E’ stato denunciato il comportamento del governo regionale per l’assoluta confusione e leggerezza con cui è stata gestita una catastrofe di cui si è ignorata colposamente la gravità.

Montagnana interviene il parroco
E’ stata denunciata la Regione per aver rinnovato la licenza alla attività produttiva della Miteni, reiteratamente per due quinquenni, malgrado l’individuazione, effettuata dall’ARPAV, della azienda come fonte fondamentale dell’inquinamento ambientale.

Particolarmente toccante è stato l’intervento delle mamme. “Siamo partite in cinque e adesso siamo più di 1 500.”  I politici si sono trovati davanti a mamme che lottano per la salute dei loro ragazzi e non fanno sconti a nessuno. 

Come hanno sottolineato nel loro semplice ma coinvolgente intervento
 “E’ stato ferito il cuore della nostra terra”.

Concludendo, quello che è stato presentato alla Commissione è un quadro chiaro delle responsabilità, documentato ampiamente e precise proposte concrete e fattibili nell’immediato;

illustrati efficacemente i bisogni primari di tutta una grande comunità, colpita nella salute, negli interessi, nel territorio devastato.

Riteniamo che l’audizione di ieri abbia fornito alla Commissione tutti gli elementi utili per un intervento delle camere al fine di porre rapido rimedio al DISASTRO AMBIENTALE DOLOSO che ha colpito le popolazioni venete.

Giovanni Fazio