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venerdì 27 ottobre 2017

CiLLSA DICE NO AL COMMISSARIO PFAS

23 ottobre 2017 incontro di CiLLSA con i cittadini di Arzignano


La Trasparenza al primo posto per un risanamento non solo ecologico ma anche morale del Veneto.


CiLLSA condivide tutti i punti del documento di “ACQUA LIBERA DAI PFAS”, sia per quanto riguarda i punti ancora inevasi dalla Regione:
“1. l’allacciamento a fonti pulite degli acquedotti

2. le richieste di avere un quadro completo sulle possibili contaminazioni delle matrici alimentari

3. nessuna indicazione sull’uso delle acque irrigue contaminate in agricoltura

4.
l’accertamento sulle eventuali responsabilità degli enti preposti alla prevenzione e al controllo

5. Il
mancato blocco delle emissioni inquinanti

6.
nessun progetto sulla bonifica dei siti inquinati.”

Sia per quanto riguarda i punti programmatici:

1.Acqua esente totamente da PFAS e non con meno PFAS

2.L’estensione dello screening sanitario a tutte le fasce di età e a tutta la popolazione coinvolta

3.
La bonifica del bacino del Fratta-Gorzone con l’immediato blocco degli scarichi inquinanti che ancora oggi arrivano dal collettore ARICA
4. L’attuazione del principio
“ CHI INQUINA PAGA” perché finalmente siano gli inquinatori a pagare e non i cittadini inquinati.
Riteniamo che se la Regione Veneto vuole essere veramente all’avanguardia nella lotta agli inquinanti emergenti debba produrre una legge nella quale si affronti non solo la situazione emergenziale bensì il futuro, partendo dal
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E DI TUTELA DEL TERRITORIO.
Inoltre, in considerazione dei drammatici valori riscontrati nel sangue degli adolescenti, chiediamo
 ZERO PFAS NELL’ACQUA, ZERO PFAS NELL’ARIA, ZERO PFAS NEGLI ALIMENTI E ZERO PFAS NEI PRODOTTI DI LARGO CONSUMO.

Obbiettivi perseguiti dal “Coordinamento Acqua Libera dai Pfas“ sin dalla scoperta dell’inquinamento nel 2013.”







CiLLSA non condivide la richiesta di un regime commissariale per la gestione dell'inquinamento da PFAS.

Dopo quanto è emerso di sporco e di criminale effettuato nelle stanze segrete del potere regionale dal MOSE agli ospedali in project financing, alla Valdastico Sud, alla Pedemontana ecc.  CiLLSA ritiene che al primo posto per un risanamento non solo ecologico ma anche morale del Veneto ci sia la TRASPARENZA.

Ci dispiace che Legambiente abbia imboccato la strada del commissariamento.


Nel caso specifico dell'inquinamento da PFAS riteniamo che proprio la Regione Veneto si sia macchiata fino ad oggi di inaccettabili inadempienze, ( come del resto conferma il documento di Acqua libera da PFAS) tra le quali, non ultima, quella di non avere allertato i dipartimenti di prevenzione delle ULSS sui reperti drammatici della contaminazione delle matrici alimentari.



Non si tratta di inezie; uova come quelle repertate in una azienda di Cologna Veneta con 22.100 ng/kg di PFOS rappresentano, da sole, una fonte di contaminazione quasi 1000 volte superiore a quella tollerata nelle acque potabili.
I dipartimenti di prevenzione, interrogati in merito dalla nostra associazione, non hanno dato finora alcuna risposta.

Il disastro ambientale non è una emergenza ma una manifesta violazione di ogni principio di precauzione e una scandalosa “distrazione permanente” che si protrae da più di 40 anni da parte di chi avrebbe dovuto vigilare e proteggere i cittadini.





L'applicazione dei filtri, come misura transitoria non abbisogna di commissari ad hoc, come dimostra l'azione dei gestori che, fino ad oggi, hanno realizzato tali opere in regime di normale amministrazione.

Chi ha da intendere intenda.


NB: Per quanto riguarda ARZIGNANO, i cittadini sono esclusi da ogni misura di controllo e prevenzione (come quelle riservate ai cittadini residenti nella “zona rossa”) non hanno diritto alle analisi gratuite, né ai controlli sanitari.
Ma l’acqua anche ad Arzignano è contaminata da PFOA (vedi ultima bolletta di Acque del Chiampo, dove per altro, la pubblicazione dei parametri delle sostanze inquinanti si ferma scandalosamente ai dati del 5 giugno 2017).
Chiediamo che le misure approvate per i cittadini di Lonigo siano estese anche ai cittadini della “zona arancione” e, in particolare a quelli di Montecchio e Montorso.

Chiediamo che non si spendano inutilmente 2 milioni e mezzo di Euro, come chiedono Pellizzari e Gentilin, per grandi opere destinate a distribuire l’acqua dei pozzi di Canove (notoriamente inquinata da PFAS e sempre a rischio di ulteriore contaminazione, considerata l’estrema vicinanza dei pozzi con Miteni).
Con una spesa molto inferiore e sopportabile dall’utenza, si può subito allacciare la derivazione dell’acquedotto che viene da Recoaro, già realizzato,  all’acquedotto che serve Arzignano, Montecchio e Montorso.


Giovanni Fazio







martedì 10 ottobre 2017

ZERO PFAS. OBIETTIVO RAGGIUNTO?

LE DICHIARAZIONI NON BASTANO, VOGLIAMO I FATTI


Dal Giornale di Vicenza di Martedì 10 ottobre

“A Lonigo l'obiettivo Pfas Zero è già stato raggiunto grazie ad un nuovo sistema di filtraggio messo in funzione la scorsa settimana dall'acquedotto Acque del Chiampo.

 I valori di tutti i composti perfluoroalchilici e degli isomeri sono scesi al di sotto del limite di quantificazione in pochi giorni.

L'importante risultato si è registrato nell'impianto di filtraggio di via dell'Artigianato ed è stato verificato dalle analisi Arpav».
Ad annunciarlo è la stessa Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale.”

All’indomani della imponente manifestazione nella quale il MOVIMENTO ZERO PFAS ha reclamato il diritto di bere acqua senza inquinanti, mangiare cibi non contaminati, subito e non fra quattro anni, e messo alla gogna assessori regionali, presidenti di provincia e sindaci, accorsi per evitare le dure critiche dei cittadini e messi in fondo al corteo, senza diritto di parola, 
E’ AVVENUTO IL MIRACOLO.

Nicola dell’Acqua, presidente dell’Arpav regionale, annuncia:

A Lonigo l'obiettivo Pfas Zero è già stato raggiunto”.

Dobbiamo crederci? Lo diranno le analisi che L’ARPAV dovrà esibire nei prossimi giorni.

Ci volevano le Mamme della zona rossa, le associazioni, i comitati, i ragazzi di “Vicenza si Solleva”, le migliaia di cittadini indignati e preoccupati per la propria salute e quella dei propri figli e la venuta di Rob Billot dall’’America per spingere Zaia e i responsabili dell’ambiente e della sanità della Regione a provvedere (se non è una boutade propagandistica) a restituire acqua veramente potabile alla popolazione di tre province venete.


Dopo 40 anni di sonno profondo questi signori si sono svegliati per la vera paura che, per loro, non sono i PFAS ma quella di perdere il consenso popolare.

Ammesso che la miracolosa macchina sia stata veramente messa a punto, rimangono aperti una serie di problemi che devono essere immediatamente risolti.


  


CHIEDIAMO PERTANTO

·      L’applicazione immediata dei nuovi filtri a tutti gli acquedotti contaminati.

  • La pubblicazione dei nuovi dati ARPAV su alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area inquinata.  (CiLLSA ha chiesto al dipartimento di prevenzione della ULSS Berica di dirci quali misure siano state prese per evitare che venissero immessi in commercio i prodotti alimentari contaminati della zona, accrescendo di fatto il rischio di ulteriore contaminazione attraverso una nuova fonte alimentare.)

·      Nuove disposizioni alle aziende che producono o utilizzano PFAS affinché applichino agli scarichi a piè di fabbrica e ai camini i nuovi dispositivi che abbattono la presenza dei perfluorati.

·      L’applicazione dei filtri anche alle acque reflue dei depuratori.

·      L’estensione dei controlli sanitari e dei filtri anche alle aree esterne alla zona rossa.

·      L’inclusione del comune di Arzignano, fino ad ora escluso da tutte le misure di prevenzione, nell’area dei comuni inquinati e quindi l’applicazione dei nuovi filtri all’acquedotto e le analisi gratuite ai cittadini, per verificare il livello di contaminazione da PFAS.

·      Il controllo delle emissioni gassose dell’area conciaria probabilmente contaminata da PFAS e le eventuali misure di prevenzione.  (CiLLSA ha chiesto dati anche su questo all’ARPAV)

·      La messa in atto rapida di un piano di bonifica di tutto il territorio.

·      La attivazione di un’azione giudiziaria nei confronti di tutti i responsabili del disastro ambientale.  Dovranno rispondere del danno sia i produttori e gli utilizzatori dei PFAS che hanno inquinato la falda più grande d’Italia senza prendere alcuna misura per prevenire il danno, sia coloro che, a tutti i livelli istituzionali, hanno permesso che il disastro si propagasse per anni senza intervenire.

·      L’impegno da parte dei gestori degli acquedotti e delle autorità regionali a non scaricare sull’utenza i costi della bonifica e della depurazione.


Ci auguriamo che quanto affermato da ARPAV e REGIONE risponda al vero e riportiamo parte della dichiarazione di Michela Piccoli, una delle più combattive tra le Mamme No Pfas, al Giornale di Vicenza:

“Il nostro obiettivo era far sentire, chiaro e forte, il grido di protesta e direi che ci siamo riusciti.
La lotta, però è solo all'inizio.
Se qualcuno pensa che ci possiamo accontentare del successo di domenica si sbaglia di grosso. Le questioni irrisolte per le quali attendiamo delle risposte da chi di dovere sono ancora molte …”

Giovanni Fazio





mercoledì 4 ottobre 2017

ANCHE ARZIGNANO PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE ZERO PFAS




Domenica prossima 8 ottobre a Lonigo
PARTECIPIAMO ANCHE NOI ALLA GRANDE MANIFESTAZIONE PER L’ACQUA LIBERA ZERO PFAS
con il nostro striscione di ARZIGNANO.
La manifestazione inizia al piazzale dell’ippodromo
 alle ore 10.00.
Noi di Arzignano ci troveremo
al piazzale di Villaggio Giardino, alle ore 08.40
per partire insieme e non disperderci a Lonigo.
Si tratta di una manifestazione importantissima alla quale non possiamo mancare.


lunedì 2 ottobre 2017

DA BILLOT A … RESTELLO

UN SUCCESSO DEL MOVIMENTO ZERO PFAS CHE PUO’ TRAMUTARSI IN UNA DEBACLE.

Il teatro di Lonigo, domenica 1 ottobre, era stracolmo già un’ora prima dell’incontro. 
Ottima organizzazione da parte delle “Mamme” e dei volontari del Movimento.

La presentazione di Alberto Peruffo ha sottolineato l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini alla lotta per ottenere quello che ci spetta di diritto: acqua libera da PFAS e da ogni altro inquinante.

 Le istituzioni sono lontane e non hanno giocato a nostro favore in questa vicenda come emerge dagli interventi che si sono susseguiti a cominciare da quello di Rob Billot, lo straordinario avvocato americano che con il suo impegno è riuscito a vincere la causa dei cittadini dell’Ohio e del West Virginia contro la multinazionale DUPONT (la Miteni americana),  ottenendo  rimborsi milionari a  70 000 cittadini danneggiati dall’inquinamento effettuato in 40 anni dall’azienda: “E’ necessario – ci ha spiegato- estendere gli esami del sangue a tutta la popolazione residente nell’area inquinata, come premessa per una causa per ottenere il risarcimento dalle malattie correlate alla contaminazione da PFAS.”


A differenza di quanto affermano anche personalità importanti della magistratura vicentina, le prove dei danni gravissimi arrecati dai perfluorati alla salute dei cittadini sono concrete e abbondantissime; è sufficiente connettersi ad Internet per consultare l’enorme database dove sono documentate scientificamente.

 Uno dei punti forti dell’iniziativa giudiziaria svoltasi negli USA e conclusasi nel 2014 con la condanna severissima della DUPONT è stato quello di ottenere dal tribunale l’obbligo da parte della multinazionale di consegnare i cospicui dati sulla nocività di PFOS e PFOA che la ditta conservava nei propri archivi segreti e la pubblicazione degli stessi in Internet.
La TRASPARENZA in questi casi è fondamentale.
Bisogna rimarcarlo con forza alla Commissione Regionale di inchiesta che ha secretato gli atti relativi alle riunioni e ai documenti. Un bel modo per chi guida la Regione Veneto di rispettare il diritto di conoscenza e di partecipazione dei cittadini danneggiati.
Michela Piccoli ha parlato a nome delle mamme di tutta la zona inquinata. Le sue parole ci hanno commosso perché raccontano un dramma, vissuto giorno dopo giorno, nel sangue dei propri figli.

Le mamme hanno capito che l’azione civile di una cittadinanza attiva che difende se stessa e i propri figli è l’unica strada praticabile e che questa presa di coscienza sarà il tracciato esistenziale che guiderà la vita futura dei loro ragazzi.

Dall’amore nasce la coscienza civile e la lotta.

Ottimi gli interventi che si sono susseguiti, quello dell’Avv. Edoardo Bortolotto che ha denunciato la mancata trasparenza della Commissione Regionale e la necessità di mettere in atto i consigli di Billot (esami del sangue per tutti),  ripresa dal dott. Vincenzo Cordiano, salutato dal pubblico con una grande ovazione.

Giuseppe Ungherese, da parte di Greenpeace ha posto l’accento sul mancato controllo degli alimenti e della attuale situazione dell’intero comparto agroalimentare del Veneto, abbandonato a se stesso e molto vicino ad una catastrofe.


La LINEA DEL MOVIMENTO è stata espressa CON CHIAREZZA nel corso della serata, confermata dagli applausi e dagli interventi del pubblico.
L’unico intervento controcorrente è stato quello, estremamente polemico, del sindaco di Lonigo; ha esordito asserendo che l’acqua dell’acquedotto è potabilissima e che lui ha due figli cui la fa bere.

  Strana potabilità se le analisi effettuate da “Acque del Chiampo” il 17 luglio 2017 ci danno

 119 ng/L di PFOA, 4 ng/L di PFOS, 76 ng/L di PFBA, 75 ng/L di PFBS e 357 ng/L di PFAS diversi.



O IL SINDACO NON HA CAPITO NIENTE DI QUELLO CHE E’ STATO DETTO IERI SERA O CE LA VUOLE DARE A BERE.

I ragazzi con alti valori di PFAS nel sangue non possono ingerire quest’acqua che aggreverebbe sensibilmente la loro condizione. Questo il sindaco lo sa e sa che, giorno dopo giorno, il veleno si accumula nel sangue e negli organi interni perché ha tempi di smaltimento lunghissimi.
Sa che se va dato alle donne gravide passa per nove mesi di seguito dentro il corpicino del feto attraverso il cordone ombelicale.
Sa che gli interferenti endocrini sconvolgono l’equilibrio ormonale maggiormente durante la crescita dei bambini e degli adolescenti, rischiando di danneggiarli per tutta la vita.

Le parole di Luca Restello sono state la cartina di tornasole che ha rilevato la

GRANDE AMBIGUITA’ CHE CARATTERIZZA LA MANIFESTAZIONE CHE SI TERRA’ L’8 OTTOBRE A LONIGO.

Siamo allarmati per quello che sta succedendo: uomini come Restello e Gentilin si stanno impadronendo della manifestazione.
Il giorno dopo sul Giornale di Vicenza si celebrerà il loro trionfo:

“Migliaia di cittadini alla loro manifestazione, NON ALLA “NOSTRA”.


Ieri sera , a Lonigo, è emersa dagli interventi e dagli applausi una notevole discrepanza tra la linea del MOVIMENTO e quella dei sindaci e delle istituzioni.

Discrepanza confermate dalle parole di Giorgio Gentilin
 “La manifestazione vedrà anche logo e patrocinio del consiglio di Bacino Valle del Chiampo, come stabilito dal Comitato istituzionale a condizione che sia «istituzionale e non pilotata da comitati appartenenti a una qualsivoglia fazione politica”






LE DIFFERENZE

1)  IL MOVIMENTO HA COME OBIETTIVO ZERO PFAS
I SINDACI SEGUONO ZAIA CON I SUOI NUOVI OBIETTIVI MOLTO AL DI SOPRA DELLO ZERO e non si sa quando realizzati.

2) IL MOVIMENTO CHIEDE ACQUA POTABILE SENZA INQUINANTI SUBITO (anche con le autobotti e la mobilitazione dei militari o della protezione civile, se necessario)
I SINDACI, PER VOCE DI RESTELLO, DICONO DI NO PERCHE’ E’ TROPPO COSTOSO
(aggiungiamo noi: la salute dei nostri ragazzi e dei cittadini tutti non ha prezzo)

3) IL MOVIMENTO CHIEDE LEGALITA’ E TRASPARENZA
LA REGIONE CHIEDE UNA GESTIONE COMMISSARIALE E IMPONE LA SECRETAZIONE DEGLI ATTI DELLA COMMISSIONE REGIONALE.
(Non dimentichiamo cosa è successo a MOSE e PEDEMONTANA)

4) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE I RESPONSABILI (AZIENDE E POLITICI) PAGHINO I DANNI ARRECATI ALLE PERSONE E ALL’AMBIENTE
GENTILIN CHIEDE DI ADDEBITARE AI CITTADINI (cioè le vittime del disastro) L’ADEGUAMENTO DELLE BOLLETTE DELL’ACQUA).

5) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE SIA FERMATA SUBITO L’ATTIVITA’ INQUINANTE DELLA MITENI
LA REGIONE NON HA MAI ACCENNATO A TALE EVENTUALITA’

6) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE ESCLUDANO DAL MERCATO I CIBI INQUINATI  (uova con 22.000 ng/K di PFOSS repertati dall’ARPAV NEL 2015 in un allevamento di Cologna Veneta. Non si sa che fine abbiano fatto, né chi li abbia comprati, venduti o mangiati e continui a farlo tuttora).
LA REGIONE HA MESSO TUTTO A TACERE.


A nostro avviso il perseguimento degli obiettivi riconfermati dall’incontro di ieri sera al teatro di Lonigo non ci consente di accodarci alla processione dei sindaci sotto il patrocinio del Consiglio di bacino della Valle del Chiampo.






CHI STA IN TESTA AL CORTEO DETTA L’AGENDA POLITICA DELLA MANIFESTAZIONE

Pertanto

IN TESTA AL CORTEO DOVREBBERO ESSERCI LE MAMME DI LONIGO, SEGUITE DA TUTTI I CITTADINI, DAI COMITATI, DALLE ASSOCIAZIONI E DA TUTTI I PARTECIPANTI AL MOVIMENTO ZERO PFAS.

IN CODA, SE LO VORRANNO E ACCETTERANNO I NOSTRI OBIETTIVI, POTREBBERO VENIRE ANCHE I SINDACI, perché noi non respingiamo l’aiuto di nessuno purché sia sincero e onesto.

Questa, a nostro avviso, potrebbe essere l’unica condizione in grado di farci uscire da un disgraziato equivoco che, se mantenuto, darebbe forza solo a chi persegue obiettivi e politiche che non sono le nostre.

Facciamo in modo che i cittadini non siano trattati come  pecoroni venuti a far da comparsa alla manifestazione di Gentilin, di Rostello e di Zaia.

Stiamo mettendo una grande energia e fatica nell’organizzare questa manifestazione che però, come afferma Gentilin, NON E’ LA NOSTRA.
E’ LA MANIFESTAZIONE DI COLORO CHE CI HANNO SEMPRE PRESO IN GIRO.

Abbiamo raggiunto un livello di mobilitazione e di organizzazione che i nostri avversari non hanno;  il consenso nei nostri confronti è in continua crescita perché rappresentiamo gli interessi reali della gente.

Rischiamo di portare  l’acqua al mulino del nostro avversario e se le cose andassero come temiamo il movimento avrebbe un colpo da cui sarebbe difficile riprendersi.

Abbiamo comunque una settimana di tempo per riflettere e per modificare la forma e la sostanza di una manifestazione su cui, in tantia abbiamo riposto la nostra fiducia.

Le parole pronunciate dal sindaco di Lonigo sono state chiare e le nostre dovranno esserlo altrettanto:

NON POSSIAMO CONTINUARE A BERE QUEST’ACQUA NE’ ACCETTARE QUESTA POLITICA IPOCRITA PROPINATA DALLE ISTITUZIONI




Giovanni Fazio

domenica 1 ottobre 2017

LE NOSTRE LOTTE I NOSTRI VALORI


Un impegno quinquennale in difesa dei beni comuni del nostro territorio, della salute, del lavoro della legalità e dell’ambiente.
  
CiLLSA, alla vigilia del suo quinto anno di vita e di lotte per la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, ha un nuovo account, realizzato ex novo per motivi squisitamente tecnici. Per questo motivo non troverete i post che, giorno dopo giorno, hanno segnato la nostra tabella di marcia. Provvederemo a riempire l’album con le foto che tracciano questi cinque anni.

 La nostra presenza ad Arzignano è stata segnata da una lunga lotta contro la chiusura di un ospedale che serve a costruirne un altro (molto più piccolo) a cinque chilometri di distanza e contro la costruzione di un inceneritore che politici e conciari volevano realizzare ad ogni costo accanto al sito del depuratore.

 Abbiamo battuto le piazze della nostra cittadina ma anche quelle dei comuni limitrofi Montorso, Chiampo, Montecchio Maggiore illustrando i danni che le nanopolveri emesse dall’inceneritore (eufemisticamente detto “gassificatore”) avrebbero causato ai cittadini di questo territorio, fortemente antropizzato e già segnato dalla presenza delle concerie e dall’inquinamento delle acque da parte della Miteni.

Dopo anni di confronti duri con l’establishment Arzignanese e Regionale, adesso la nostra controparte di sempre, sindaco Giorgio Gentilin in testa, di fronte alla concreta impossibilità di realizzare l’opera sul nostro territorio, si vanta di un progetto megagalattico (120.000 tonnellate anno di fanghi di conceria) da costruire però in altra sede, molto lontana da Arzignano.

La cosa più grottesca è che coloro che volevano costruire ad ogni costo l’inceneritore ad Arzignano adesso si presentano come i salvatori della patria.


Il megafono della propaganda degli inquinatori, Il Giornale di Vicenza, ha collaborato non poco alla campagna per costruire l’inceneritore ad Arzignano e adesso è ricco di attestati di benemerenza nei confronti di chi è obbligato a realizzare altrove le schifezze che non può più fare qui.

Se ci si domanda perché i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzione, tale episodio è abbastanza indicativo di quanto poco importi a chi governa comuni, provincia e regione della salute dei cittadini e quanto pesi sulla stampa locale e nella politica la prepotenza degli affari ad ogni costo.


Lo stesso disprezzo è presente nella realizzazione di grandi opere inutili, imposte senza un confronto democratico con la cittadinanza, il cui costo ricade sui cittadini (Pedemontana, Mose, Autostrada Valdastico Sud e Nord, ospedali regalati alla speculazione dei privati).

È lo stesso disprezzo presente nel comportamento dei banchieri corrotti, per anni onorati, agevolati e serviti da una politica cieca e coinvolta, che hanno rubato senza vergognarsene i risparmi di migliaia di cittadini.

 “E’una tradizione antica di questa sfortunata regione in cui quattro presidenti su quattro sono finiti inquisiti.
L’arresto di Galan è politicamente in linea con quello del suo predecessore Franco Cremonese, incarcerato nel luglio del 1992, processato e condannato 2 anni dopo per le tangenti sui lavori della terza corsia dell’autostrada Padova-Venezia e della bretella con l’aeroporto Marco Polo.
E’ in linea con il predecessore di Cremonese, Carlo Bernini ..riuscì a scansare il carcere ma non il processo e la condanna, poco dopo Cremonese, anche lui per corruzione. Quattro anni inflitti ad entrambi, ridotti poi in appello.
Perfino il predecessore di Bernini, il primo presidente del Veneto Angelo Tomelleri, incappò in un’inchiesta giudiziaria e si autosospese per un anno…* (Renzo Mazzaro “Veneto anno Zero”)”

Con questa classe dirigente ci continuiamo a confrontare quotidianamente per difendere i diritti dei cittadini, le regole dettate dalla nostra Costituzione, la vita, la salute e i diritti umani fondamentali.




Una attività costante e difficile, sostenuta solo dalle sparute risorse dei nostri iscritti e simpatizzanti.

Ci confrontiamo adesso, insieme a tantissima gente, comitati di mamme, gruppi di cittadini, associazioni ambientaliste sul disastro provocato da Miteni.

Zaia nell’ultimo colpo di teatro si vanta di avere abbassato i limiti di sicurezza delle sostanze tossiche presenti negli acquedotti.
                                                                                                                                                       
In realtà ha respinto le raccomandazioni del Ministero che e lo esortava ad operare affinché l’obiettivo da raggiungere fosse “il più vicino possibile allo zero” rifiutandosi, come è giusto, di porre qualsiasi limite soglia.  
Infatti i PFAS nell’acqua potabile non devono esserci affatto.
Zaia ha invece imposto nuovi limiti che, sebbene più bassi dei precedenti, non garantiscono la salute di nessuno, tanto meno dei bambini cui non possiamo dare 30 ng di PFOS + 60 ng di PFOA + 300 ng di altri composti fluoroalchilici al giorno, ammesso che bevano un solo litro d’acqua.

Sono cose che capirebbe perfino un bambino ma non le capiscono i redattori del Giornale di Vicenza e quanti osannano il nuovo eroe ecologico che per ora fa orecchie da mercante quando gli si chiede di chiudere i rubinetti della Miteni, perché prima dei Veneti sono stati sempre anteposti gli affari e gli interessi di chi fino ad oggi ha fatto soldi senza curarsi dei rifiuti che hanno distrutto la vita e la natura di migliaia di persone.

Insieme a quanti in questi mesi manifestano
nel MOVIMENTO ZERO PFAS
anche noi sosteniamo in primo luogo:

·      LA CHIUSURA DELLA FONTE DELL’INQUINAMENTO

·      ACQUA NON CONTAMINATA DA SUBITO A TUTTI

·      COSTRUZIONE DI NUOVI ACQUEDOTTI nella legalità* (* respingiamo infatti la richiesta di Zaia e dei suoi assessori di gestire con un commissario gli 80 milioni di euro predisposti dallo stato per le opera necessarie.)


La nostra associazione, apartitica e indipendente, non pretende di sostituirsi ai protagonisti della politica. Essa opera per la costituzione di una CITTADINANZA ATTIVA, fornendo documentazioni, analisi e proposte ai cittadini.

Così come è avvenuto in questi 5 anni, ci auguriamo che anche in avvenire i cittadini apprezzino i nostri sforzi e partecipino alle nostre iniziative miranti al bene della comunità.


Il motivo per cui CiLLSA ha aperto questo account Facebook è proprio questo.

Vi invitiamo pertanto a seguirci su Facebook iniziando con il darci la vostra amicizia, a collaborare pubblicando le vostre proposte e anche le vostre eventuali critiche e a partecipare alle nostre iniziative entrando anche voi nella nostra associazione.



CiLLSA 30/09/2017