Visualizzazioni totali

martedì 16 gennaio 2018

RISPOSTA CORTESE A LUCIANO PANATO

Sbocco del condotto ARICA
Premetto che condivido le preoccupazioni delle popolazioni che vivono a valle dello sbocco del collettore ARICA che scarica un carico inquinante molto forte, poi diluito (mi scusi il termine) dall’apporto di acque non inquinate.



 La diluizione non esclude la quantità del carico inquinante che, ora sappiamo, comporta anche la massiva presenza dei perfluorati provenienti da Miteni e dalle rifiniture di Arzignano.

La solita musica
Aggiungo che spendere 3 milioni e mezzo di euro, come chiede L’AD di Acque del Chiampo, per allungare il tubo di qualche chilometro, non diminuisce di un nanogrammo il contenuto dei reflui che vi vengono convogliati, pertanto si tratta di misure inutili, dannose e spreco di denaro pubblico.

Non si salva la responsabilità degli scarichi conciari e di Miteni Bypassando Lonigo e inquinando gli abitanti che abitano un poco più in là nel sud Vicentino, Veronese e Padovano.

 Si tratta di una misura ipocrita che non mira alla soluzione del problema, che richiede invece una tecnologia conciaria adeguata, ricicli, controlli a piè di fabbrica, uso di sostanze eco compatibili, tutte cose che avrebbero dovuto essere messe in opera già con il primo piano per il risanamento del Fratta Gorzone dal 2005 al 2015   che si è concluso con un nulla di fatto.
Non condivido, a distanza di 20 anni la dichiarazione da lei citata dell’assessore all’ambiente Stefano De Marzi della giunta Fracasso

 “Il Nostro distretto produttivo sta comunque cercando di alleggerire l'impatto ecologico nei territori a sud. è di qualche mese fà l'apertura di una vasca per liquami da 30 mila metri cubi, dall'uso della quale si conta di ottenere un miglioramento degli scarichi; inoltre sono allo studio nuove tecniche ecologiche per una concia pulita. Misure che richiedono tempi lunghi e che non alleggeriscono per ora i disagi di chi stà a valle. Per questo il prolungamento del collettore qualora sia studiato in modo da non creare serie controindicazioni, può essere un rimedio rapido ed efficace". (Fonte: Il Giornale di Vicenza 20/10/1998) (Erano forse queste le iniziative che apprezzava anche Boato? NdR)

Non abbiamo visto “miglioramento degli scarichi” “nuove tecnologie per una concia più pulita” malgrado i “tempi lunghi” né “uno studio che non crei serie controindicazioni” e non è stato un “rimedio rapido”.
A venti anni di distanza tutte queste cose non sono state fatte e il rimedio rapido si è risolto nello spostare più a valle l’inquinamento pesante di concerie e di Miteni.
Il danno al patrimonio idrogeologico, agroalimentare e alla salute umana è stato incommensurabile, come recitano le tristi cronache di questi giorni.

Il tempo ha dato torto a lei e a De marzi e non dà ragione a Andrea Pellizzari che si accinge a prolungare ulteriormente il tubo con le medesime promesse e spiegazioni.
So che lei a questo punto chiede ai suoi interlocutori di esplicitare quali siano le misure da prendere (anche se non lo ha chiesto a De Marzi); è la stessa domanda che, guarda caso, pongono i difensori a oltranza del comportamento dei conciari.

Al fine di evitarle di ripetere la consueta domanda le rispondo che non è affare mio risolvere i problemi della tecnologia conciaria ma di chi produce pellami ricavandone, tra l’altro, un buon profitto.
 Il mio compito da medico e da cittadino è quello di chiedere che qualunque impresa restituisca acqua aria e beni ambientali allo stesso modo in cui li ha ricevuti dalla comunità.
 Questo significa difendere i beni comuni.

Chiariti i motivi per cui mi oppongo, insieme ad una vasta moltitudine di cittadini che abitano a SUD di Miteni e Arzignano, ritorno al suo scritto.
Ribadisco che una compagine di quattro consiglieri Verdi si presentò ad Arzignano una sola volta e fece parte dell’amministrazione del sindaco Savegnago.  

 Ribadisco che per tutto il periodo di quella amministrazione i Verdi di Arzignano furono all’opposizione.

Stefano De Marzi fu invitato a far parte della giunta Fracasso molto tempo dopo e a titolo personale.

Non ci fu mai un governo rosso verde della città per il semplice motivo che nell’amministrazione del sindaco Fracasso non esistevano consiglieri Verdi in quanto non avevano partecipato nemmeno alle elezioni.
 Lei lo sa benissimo e confonde le carte in tavola.

Preciso che mi sono dimesso da consigliere a metà mandato per consentire al primo dei non eletti di subentrare al mio posto, come era stato pattuito prima delle elezioni. Ciò per permettere a tutta la squadra di imparare a governare un comune.

Tuttavia gli altri tre consiglieri non seguirono il mio esempio e non rispettarono il patto preelettorale.

 Poco dopo mi dimettevo anche dal partito dei Verdi che negli anni aveva perso quella carica di rinnovamento degli esordi e il contatto con i cittadini e i loro reali bisogni.

Non sto qui a raccontare come ho ritenuto di spendere il mio impegno concretamente a favore degli ultimi.

Lo chieda se vuole ai miei ex pazienti, agli immigrati che non avevano né documenti né assistenza, alle ragazze del Burkina Fasu che scappavano dagli stupri, agli anziani abbandonati dalle istituzioni e dalle famiglie.

 Io mi fermo qui, anche per quello che, insieme a un gruppo di validissimi colleghi, ho realizzato per migliorare l’assistenza sanitaria nella nostra ULSS e nella provincia di Vicenza.

Sono stato al fianco di mia moglie, di cui sono fiero, e che ha dato il nome di Antonio Giuriolo alla sua scuola per sottolineare l’impegno civile e democratico che imprimeva alla attività didattica.
Molti furono gli attacchi delle amministrazioni alla scuola, proprio per il suo carattere di avanguardia culturale e civile della vita della città;
la più dura fu sferrata dal sindaco Gentilin che prendeva spunto da false accuse nei confronti di uno studente di origine marocchina per fomentare una campagna razzista contro la scuola.
 L’offensiva dell’amministrazione comunale, sostenuta con articoloni del Giornale di Vicenza, si concluse con una totale vittoria della scuola.
La “Giuriolo” poco dopo fu premiata pubblicamente, per il suo impegno civile, dal prefetto e dal provveditore, davanti a tutti i sindaci della provincia schierati in fascia tricolore, in Piazza dei signori a Vicenza.



Premiazione della scuola Giuriolo a Vicenza 


 Rivendico il diritto di rispondere esclusivamente del mio operato e delle mie dichiarazioni.

Rivendico la lotta contro la chiusura dell’ospedale di Arzignano, bene comune (altro spreco di denaro pubblico).
Rivendico la lotta perdente contro lo scempio del parco delle Rotte del Guà.

Rivendico le lotte contro la costruzione di un inceneritore ad Arzignano (nei confronti della quale lei ha spesso ironizzato).

 Rivendico l’impegno nel movimento ZERO PFAS,  la lotta per far sì che ai bambini e alle donne gravide sia dispensata acqua senza inquinanti.

Rivendico le lotte democratiche contro la pedemontana, contro la costruzione della autostrada in Val d’Astico, rivendico l’educazione alimentare che svolgo periodicamente contro l’uso di pesticidi, insetticidi e fitofarmaci in agricoltura e negli allevamenti, la lotta contro l’arrivo degli OGM in Italia e contro i trattati internazionali che lo consentirebbero, rivendico la partecipazione alla campagna referendaria vinta contro lo stravolgimento della Costituzione Repubblicana voluta da Renzi.

Rivendico la partecipazione da anni alla lotta per sostenere dal basso una legge di iniziativa popolare della scuola che e rispetti la Costituzione (LIP).


 Rivendico la mia solidarietà e partecipazione alle iniziative contra la TAV a Vicenza e dintorni, le campagne radio condotte da Padova contro il governo delle lobby multinazionali che da Bruxelles conduce il nostro paese al disastro.


Partecipo alle iniziative in difesa degli immigrati e alle iniziative contro l’omofobia per il sostegno dei diritti civili, del diritto ad una morte decorosa e umanitaria, dei diritti delle donne ancora discriminate nel mondo del lavoro e dalla cultura maschilista.


 Ritengo che sia ancora altissimo il prezzo di malattia e di morte che pagano gli operai in fabbrica, e che la lotta per la salute parta proprio dalle aziende e deve saldarsi con le lotte del territorio.

Ritengo che ci sia un nesso stringente tra la lotta per il restauro dei diritti dei lavoratori in fabbrica, la lotta per la difesa dell’ambiente, la riconquista dei cittadini della sovranità sulla moneta, la lotta contro le banche private che stanno divorando i risparmi di tutta una vita a chi ha avuto fiducia in loro.

 Rivendico l’adesione delle lotte benedette dei centri sociali contro la base militare di Vicenza.


Credo nel dovere di impegnarsi contro la guerra e il nucleare e nella lotta contro il riscaldamento globale causato, tra l’altro, dalla ideologia produttivistica che pretende di far crescere la produzione all’infinito in un pianeta che infinito non è.
La mia libera militanza la esercito in un movimento vasto e composito che esprime uguali esigenze, settori di società civile che si ribella al dominio delle oligarchie e delle caste e lotta per la difesa dei beni comuni.
In questo vasto fiume in piena ritengo che ci sia solo bisogno di condivisione e di solidarietà.

Pertanto non posso accettare che mi vengano attribuite responsabilità, azioni o pensieri che non mi appartengono.
Se ha delle domande da rivolgere a Boato o a Walter Formenton o a chiunque altro, si rivolga a loro non a me.
Da ora in poi non risponderò più ai suoi post per il rispetto che nutro per i lettori e per la mia stessa persona.

Giovanni Fazio

Per correttezza aggiungo il LINK del post di Luciano Panato

Nessun commento:

Posta un commento