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domenica 7 gennaio 2018

I BAMBINI SONO LE PRIME VITTIME DEI PFAS

Ieri, 6 gennaio 2018, don Albino Bizotto, sacerdote della comunità di “Beati costruttori di pace”, ha celebrato una messa e pronunciato una omelia in difesa della vita minacciata, nella nostra regione da un uso ormai incontrollato di cementificazione che altera il rapporto tra città e campagna, sconvolgendo i sistemi idrogeologici e modificando drasticamente l’habitat di umani, animali e piante.

Ha pronunciato parole di condanna per chi avvelena l’acqua e la vita versando veleni, in particolare PFAS nelle falde idriche, contaminando persone, animali e colture.

Abbiamo partecipato a questa iniziativa, peraltro osteggiata dall’amministrazione comunale di Trissino, consapevoli che è necessario cooperare con tutti coloro che si battono per salvare la vita e la salute delle future generazioni.

Gli studi sugli interferenti endocrini dimostrano, il passaggio di questi attraverso la placenta nel sangue e negli organi in formazione del feto. Sono dimostrate su umani e animali le deformazioni e le patologie ereditarie provocate dalla contaminazione durante la gestazione dei piccoli esseri.

Si è dimostrato che alcuni interferenti endocrini assunti dalla madre durante la gravidanza provocano nelle figlie femmine l’insorgenza del cancro della mammella. Sugli animali si riscontrano danni fino alla terza generazione.
Gli interferenti endocrini quindi sono sostanze che si trasmettono alle generazioni successive attraverso modificazioni epigenetiche.


Il dottor Giorgio Gentilin, sindaco di Arzignano sa o dovrebbe sapere queste cose e quindi dovrebbe, per lo meno avvertire ufficialmente le donne gravide che non va bevuta l’acqua di Arzignano che contiene alti livelli di PFOA (anche se appena al di sotto dei nuovi limiti fissati da Zaia, non si sa sulla base di quali ricerche scientifiche).
Per lo stesso motivo dovrebbe sconsigliare di bere l’acqua del rubinetto ai bambini che vanno all’asilo e a quelli che frequentano le mense scolastiche.
Il sindaco è la massima autorità sanitaria della città e sta zitto oppure risponde che i valori sono dentro i limiti, pur sapendo che non esiste nessuna pubblicazione scientifica che garantisce che tali limiti non creano danni ai bambini che devono nascere e a quelli che sono nati.

Non parliamo dei dirigenti della ULSS che vanno in giro minimizzando le conseguenze della contaminazione e il rischio.


Nella Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Earth Summit) di Rio de Janeiro del 1992, a cui parteciparono più di centottanta delegazioni governative da tutto il mondo, venne ratificata la Dichiarazione di Rio, nella quale tra l’altro si sanciva e si accettava il “principio di precauzione”.
Il principio di precauzione si applica cioè non a pericoli già identificati, ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza certa.

I PFAS, per i quali esistono ormai dati certi su danni alle madri e ai bambini, citati anche in documenti ufficiali dal dott. Domenico Mantoan, rientrano sicuramente anche in questo ambito per quello che riguarda gli effetti tossici non ancora “sicuramente dimostrati”.


In nome dunque del PRINCIPIO DI PRECAUZIONE Invitiamo
i medici di famiglia ad informare le mamme e le donne in attesa di un bambino.
 i genitori a farsi avanti per tutelare la salute dei loro figli,
 gli insegnanti e i dirigenti scolastici a farsi carico di un rischio evitabile con misure semplici, almeno per quanto riguarda l’acqua.
 Ci auguriamo che l’ipocrisia e il menefreghismo non prevalgano sulla sorte e il futuro dei nostri bambini.

Giovanni Fazio
Vox clamans in deserto


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