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domenica 18 dicembre 2016

MILANO ROMA: DALLA FAME ALLA DIFFAMAZIONE

  Scrive Travaglio nell’incipit del suo editoriale di oggi:

 “Giorgio Bocca lo chiamava “il Paese di Sottosopra”, ma era un eufemismo. Questo è un manicomio, però gestito non dagli psichiatri, ma dai matti.



 A Milano c’è un sindaco indagato per falso materiale e falso ideologico sul principale appalto del principale grande evento degli ultimi anni: l’Expo 2015.

Il sindaco si “autosospende” e si fa sostituire dal vicesindaco, inventandosi un istituto giuridico che non esiste in natura e nell’ordinamento, giustificato con un “impedimento temporaneo” anch’esso inventato visto che le indagini non gli impediscono di esercitare le sue funzioni.


Una penosa manfrina per fare pressioni sulla Procura generale che ha osato riesumare l’inchiesta sepolta dalla Procura ordinaria e riaperta dal gip. E tutti, compreso Salvini, implorano Sala di restare al suo posto perché “Milano dev’essere governata”.



Intanto a Roma viene arrestato il capo del Personale del Comune per fatti estranei e precedenti all’attuale amministrazione (una casa comprata nel 2013 con soldi del costruttore Scarpellini) e tutti chiedono le dimissioni della sindaca Raggi che l’aveva nominato senza sapere – né poter sapere – nulla di quel fatto, scoperto dalla Procura di Roma con intercettazioni e indagini patrimoniali.



Evidentemente “Roma non dev’essere governata”, o almeno non da lei.
Tra i più feroci censori della sindaca ci sono alcuni dei suoi compagni (si fa per dire) di movimento, riuniti in permanenza per processarla in contumacia (la presenza dell’ “imputata ” non è prevista), che pretendono, in alternativa o in accumulo: la testa della Raggi, quella del vicesindaco Frongia, quella del suo capo-segreteria Romeo.
 I quali non sono accusati né indagati di nulla e non si sa bene di che debbano rispondere, a parte dell’essersi fidati di un dirigente mai inquisito né sospettato di corruzione fino all’altro ieri. …..”

Conclude Travaglio

“…… Certo, è bizzarro che il caso Marra provochi discussioni infinite e appassionate in un movimento che passa per autoritario e verticistico, mentre il caso Sala non suscita il minimo stormir di fronda in un partito che si fa chiamare “democratico”, si vanta di discutere liberamente di tutto e un anno fa sfiduciò davanti al notaio il sindaco Marino per uno scandalo infinitamente meno grave.

 Nessuno pensa che Sala debba dimettersi perché è iscritto nel registro degli indagati (anche se il suo partito, per lo stesso motivo, ha chiesto per mesi le dimissioni della Muraro): se ne riparlerà a fine indagine.

 Ma se, tra le 12 o 18 correnti del Pd, per non parlare della stampa, non si leva una voce su un sindaco probabilmente ineleggibile e sospettato di aver falsificato atti e truccato appalti, mentre sono tutti impegnati a chiedere le dimissioni della Raggi, qualche riflessione sulla diversità del M5S andrà fatta.

I 5Stelle si impegnano allo spasimo per regalare agli altri il comodo slogan “siete uguali a noi”. Ma gli altri ce la mettono tutta per dimostrare che i 5Stelle sono diversi.”




Pretendere, come afferma Travaglio, le dimissioni del sindaco di Roma Raggi e quelle del vicesindaco Frongia e del suo capo segreteria Romeo, i quali non sono accusati né indagati di nulla e non si sa bene di che debbano rispondere, a parte dell’essersi fidati di un dirigente mai inquisito né sospettato di corruzione fino all’altro ieri, mentre a Milano si celebra da parte del PD il “Martirio” di un  sindaco indagato per reati molto gravi è lo sconcertante paradosso cui ancora una volta ci sottopone il teatrino della politica.

Leggere il coretto della stampa nazionale e ascoltare i commenti delle seriose TV renziane che ripetono stancamente il paradigma della squalificazione e della diffamazione nei confronti della sindaca Raggi, come fecero un anno e mezzo fa nei confronti di un’ottima persona, seria e onesta come Marino, mi fa venire il voltastomaco.



E’ un indegno deja vu nel quale sono caduti ingenuamente o colpevolmente come certi talebani romani, anche i militanti e gli eletti del M5S (di cui non faccio parte).

Come abbiamo fatto quando gli scherani di Renzi bombardavano Marino con ogni infamia e calunnia, continuiamo a fare anche adesso. Non ci lasciamo ingannare da questo gioco infame.

I cittadini italiani hanno dimostrato una notevole autonomia di giudizio e riteniamo che, anche questa volta sapranno dare, a tempo debito, le giuste risposte ai calunniatori di professione.




Tuttavia, al di là di Roma e Milano il mondo bolle e bisogna raffreddarlo, acqua, suoli e aria vengono quotidianamente avvelenati in nome di un industrialismo folle e omicida.
 Sono questi i veri problemi quotidiani con cui ci confrontiamo, con fatica ma con costanza, e questi pettegolezzi sono solo un piccolo intralcio che ci disturba ma non ci ferma.



Giovanni Fazio







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