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sabato 24 dicembre 2016

L'OLOCAUSTO DI NATALE

Anna Frank

Si conclude tragicamente la vicenda di uno sbandato che ha effettuato un feroce massacro tra i mercatini di Natale. Povera mente malata che pensava di vendicare così le vittime di altri massacri effettuati dal cielo, con bombe fabbricate anche in Italia.

 E’ morto, vittima della sua stessa ferocia e di quella di coloro che lo hanno indottrinato.

          Altri massacri si effettuano quotidianamente nel vicino Oriente e altri uomini, donne e bambini scompaiono, inghiottiti dai flutti nella nera notte del Mediterraneo.

Ma non è carne nostra e ci siamo abituati ai bollettini quotidiani dei numeri dei dispersi per sempre nel mare della speranza negata.

Non è carne nostra e non piangiamo come abbiamo pianto per la ragazza italiana uccisa a Berlino, nel fiore della sua giovinezza, nel mare delle sue speranze negate, quelle stesse disprezzate da un inverecondo ministro del lavoro, degno rappresentante di un governo che non ci rappresenta.

E piangiamo per tutti, uomini e donne, bambini che non vedranno mai fiorire la loro giovinezza, anch’essa negata.

Ma nel nostro dolore profondo che avvolge il mondo non possiamo tollerare certe urla selvagge che straripano dai giornali dell’odio.

Giulio Reggeni
 Ho sentito invocare da uomini colti, direttori di giornali, con figli e nipoti che questa sera li circonderanno sotto l’albero di Natale, una Guantanamo europea.

 Ho sentito difendere e invocare il diritto alla tortura, come unica strada per uscire dal pozzo nero della guerra senza nome.


  
 Abbiamo percorso un lungo cammino di due secoli da quando Cesare Beccaria scrisse “Dei delitti e delle pene” e molti di più da quando un uomo fu ucciso perché porgeva l’altra guancia.

Un lungo cammino in cui abbiamo costruito la nostra identità di europei, basata sui diritti, sul rispetto delle differenze, sull’uscita da drammatiche guerre di religione in cui ci siamo scannati tra cristiani per secoli, in cui abbiamo bruciato sui roghi, benedetti da santa madre chiesa, Giordano Bruno e altre migliaia di persone non colpevoli di nulla ma interrogate ferocemente dai tribunali della Santa Inquisizione.
Giordano Bruno

Ferri roventi, coltelli affilati per tagliare a brano a brano le carni degli imputati, la ruota e altri congegni per frantumarne le ossa.

          Abbiamo chiuso l’ultima garrota in Spagna dopo il martirio di Julan Grimau, e non se lo ricorda più nessuno.

Julian Grimau
Ma la faccia tumefatta di Stefano appare ancora su tutti i giornali a condire la nostra quotidiana indifferenza al caffellatte.

Ho sentito invocare e benedire la tortura e ho capito che i tagliagole stanno vincendo la guerra.

Non sarà quando pianteranno la loro nera bandiera sul Campidoglio che festeggeranno la vittoria ma quando tutti noi avremo rinnegato definitivamente la nostra umanità e il frutto doloroso della nostra storia per abbracciare la loro stessa ferocia.
Pensavamo di averla abbandonata per sempre sui reticolati di Aushwitz. Forse ci siamo sbagliati.


Una insegnante ha rimproverato su Facebook Donata che ricordava i
bambini che stanno sotto le bombe e al freddo, perché a Natale si deve parlare  solo di cose belle. Forse la poveretta, impegnata a prepararsi per le future lezioni, non ha visto i giornali usciti in questi giorni di felicità natalizia e non ha sentito né guardato i telegiornali.

Chissà cosa insegnerà ai suoi alunni quando questi giorni di serena gioia saranno passati e i ragazzi torneranno sui banchi per ascoltare le sue lezioni.

 A lei, che non conosco, dedico la fine di una poesia di Pablo Neruda

“Chiederete: perché la tua poesia
Non ci parla del sogno, delle foglie,
Dei grandi vulcani del paese dove sei nato?
Venite a vedere il sangue per le strade,
Venite a vedere
Il sangue per le strade,
Venite a vedere il sangue
Per le strade!”


Giovanni Fazio


L'Etna




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