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giovedì 16 dicembre 2021

UNO SCIOPERO PER IL LAVORO E CONTRO L'IMPOVERIMENTO SOCIALE

 


LO STUPORE DEI POLITICI CI DICE CHE VIVONO SU MARTE!

 Sperando che anche i lettori di questo BLOG non caschino dal letto stupiti dallo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL, riporto un commento esaustivo del prof. Carlo Cunegato.

 

La distanza tra il paese reale e quello legale è abissale.

 Che senso ha scioperare il 16 dicembre?

 Per Salvini, finto popolare dalla parte dei privilegiati, lo sciopero è “folle e assurdo”.

Per Tajani, quello che vuole il “delinquente naturale” (Tribunale di Milano dixit) al Quirinale, “Landini si è montato la testa”.

 Pure l’ex city manager della Moratti, ovvero Sala, è contro lo sciopero.

Questa classe dirigente vive su Marte.

Basta citare tre studi dell’Ocse per capire che cosa sta succedendo nel nostro paese, ma basterebbe anche uscire dal palazzo e parlare con le persone:

1) Studio dell’Ocse 2021: l’Italia è l’unico paese in Europa che ha i redditi più bassi del 1990. Trent’anni buttati via. Come ci segnala il World Inequality Report, curato da Piketty, la diseguaglianza è in aumento: il 10% dei più pagati guadagnano mediamente 87850 euro l’anno. Il 50% dei meno fortunati 11320 euro. Come si fa a vivere con salari così?

2) Studio appena pubblicato dall’Ocse: Uno sguardo sulle pensioni: Rispetto a 20 anni fa le pensioni italiane hanno perso il 15% del potere d’acquisto. I giovani di oggi con la Fornero andranno in pensione a 71 anni, contro una media di 66 anni. Se potranno permetterselo, perché chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995, per effetto della Riforma Dini, andrà interamente con il contributivo e il 60% avrà pensioni povere.

3) Studio Ocse 2019: gli italiani lavorano più di tutti in Europa, battuti solo dalla Grecia. Lavoriamo quasi 400 ore in più all’anno dei tedeschi.

Guadagniamo sempre meno, lavoriamo più di tutti, i giovani forse non andranno in pensione, o se ci andranno, più tardi di tutti.

Va tutto benissimo.  

Forse bisognerebbe aspettarsi dalla politica un cambio di passo, una visione alternativa rispetto al modello di sviluppo neoliberista degli ultimi trent’anni, che ci ha condotto a questo disastro.

Invece Letta e Orlando si sono detti stupiti.

 La risposta di Landini è magistrale:

 ”Io sono stupito del loro stupore. Perché se ci si stupisce non si capisce la realtà dove si vive”.

 Oppure, aggiungo io, si vive in un’altra realtà, ritirati in una torre d’avorio di privilegi, lontano dalla vita reale, incapaci di capire le condizioni materiali di chi fatica ogni giorno, di comprendere il paese reale. Poi si sorprendono pure se al ballottaggio delle comunali nelle città più grandi ha votato il 40% degli aventi diritto.

Senza una classe politica capace di rappresentare le istanze delle persone in carne e ossa, di capire il declino del paese e di proporre una uscita alternativa alla crisi, anche attraverso il conflitto, la nostra democrazia rischia di deragliare, mentre la qualità delle vite dei più declina.

 

martedì 14 dicembre 2021

SALVIAMO LE DONNE E I BAMBINI DALLA CONTAMINAZIONE DA PFAS


UNA PREVENZIONE FINO AD ORA NEGATA


 La visita degli alti commissari dell’Onu per verificare i diritti negati legati alle sostanze tossiche nel Veneto rende ormai non più sostenibile una situazione intollerabile di palese violazione dei diritti umani.

 Tra questi, come riportato da Alberto Peruffo, il diritto della donna ad una gravidanza serena. Sono ormai note le patologie indotte dai PFAS alle donne in gravidanza e agli embrioni. Tra queste la poliabortività, la preeclampsia, la contaminazione cerebrale del sistema nervoso embrionale, i danni alla sessualità dei nascituri, il danno allo scheletro dei bambini contaminati durante la gravidanza.

Si tratta di patologie gravissime che possono essere scongiurate da una specifica prevenzione e terapia possibili se alle donne gravide viene effettuato lo screening relativo ai PFAS, fino ad ora negato da ben due decreti della Regione Veneto.

 La nostra richiesta, pertanto, è quella di uno screening pfas da effettuarsi a tutte le donne gravide o che intendono procreare e precise istruzioni ai consultori familiari perché sappiano orientare le coppie che vogliono avere un bambino.

 Questi, e non solo, sono i motivi per cui il Dipartimento di Prevenzione deve autorizzare i medici a chiedere lo screening pfas a tutti soggetti a rischio in tutto il Veneto.

Da anni CiLLSA porta avanti la sua battaglia per liberare donne e bambini da un male terribile. Ora la nostra lotta ha avuto un riconoscimento anche dall’ONU.

CONTINUARE A NEGARE LA PREVENZIONE CONTRO LE PATOLOGIE DA PFAS E’ UN CRIMINE CHE VA FERMATO E PUNITO.

Giovanni Fazio 

Nel link un breve filmato dell'incontro con il commissario dell'ONU Orellana avvenuto il 4 dicembre a Montagnana. 

Montagnana 4 dicembre incontro con Orellana

lunedì 8 novembre 2021

ACCUSATI DI DIFFONDERE FAKE NEWS … MA SI TRATTA DI UNA FAKE NEWS

 


Falsa notizia.

 È di questo che mi accusa Piero Magnabosco nel sito Facebook di “Una altra Arzignano” ma non specifica quale sia la presunta falsa notizia.

  Non ho mai scritto che gli appartenenti al gruppo di Minoranza consiliare “sono cattivi” e non è mio costume emettere giudizi morali sulle persone.

Non sono mai entrato nel merito della richiesta di una di una commissione per indagare sull’attività di Acque del Chiampo, presentata in Consiglio da parte della minoranza arzignanese.

Non c’è in ciò nulla di male, anzi una commissione di indagine consiliare sarebbe auspicabile.

         Per quanto riguarda la mia persona, è sufficiente andarsi a rivedere la puntata di Presadiretta per capire da che parte, da sempre e non da ieri, sto io e sta l’associazione cui appartengo.

 A proposito di Acque del Chiampo e A.Ri.C.A. CiLLSA non ha niente da imparare da alcuno. Sono talmente tanti gli articoli, le manifestazioni e i gazebo da rendere risibili critiche su di noi e sul nostro operato.

NON SIAMO DIFFUSORI DI FALSE NOTIZIE. Chi vuole può andarsi a rileggere i miei post su Fratta Gorzone, Depuratore, Acque del Chiampo, per restare nel tema.

         Quello che NON È CORRETTO, a mio parere, da parte di chi sostiene che il sottoscritto diffonde false notizie, è non rispondere alla domanda diretta da me espressa in varie occasioni e cioè:

“QUALE È LA POSIZIONE DEL GRUPPO DI MINORANZA CONSILIARE IN MERITO ALLA COSTRUZIONE DI UN GASSIFICATORE AD ARZIGNANO?”

I cittadini hanno diritto di sapere quale sia l’opinione di questo gruppo eterogeneo, ammesso che ce ne sia una sola, ma non è stato ancora risposto alla suddetta domanda.

Sarebbe ora di emettere un bel COMUNICATO STAMPA, di poche parole, a nome della minoranza consiliare e sottoscritto da tutti, in cui si affermi LA NETTA CONTRARIETA’ ALLA COSTRUZIONE DI UN GASSIFICATORE AD ARZIGNANO: è così difficile?

Noi di CiLLSA non siamo un partito ma tutti sanno bene che stiamo dalla parte dei cittadini.

Non siamo contro il gruppo di minoranza ma contro l’inceneritore.

Non siamo contro le concerie ma contro l’inquinamento gravissimo che hanno e stanno ancora causando.

Non siamo contro Acque del Chiampo ma contro la malagestione del depuratore e del resto.

Per quel che riguarda specificamente A.Ri.C.A. riteniamo che la magistratura dovrebbe indagare per la mancata tutela del Fratta Gorzone e il danno provocato a più di mezzo milione di persone.

Chiedere il risarcimento per questo è il minimo.

Sarò lietissimo di fare ammenda e chiedere scusa nel caso in cui il Gruppo di Minoranza risponda di essere contrario ad un gassificatore, sia qui che altrove.

 

Giovanni Fazio

 

 

lunedì 1 novembre 2021

inceneritore ad arzignano

 


 I CONCIARI VOGLIONO UN GASSIFICATORE AD ARZIGNANO

IL GIORNALE DI VICENZA SMASCHERA I CONSIGLIERI DI MINORANZA

 

Nel numero del 30 ottobre 2021, a pagina 14, la cronista Cinzia Zuccon mette al primo posto delle mirabili opere da compiere “PRODURRE ENERGIA DALLA GASSIFICAZIONE DEI FANGHI”.

         Svela così il vero obiettivo dei conciari che è quello di COSTRUIRE UN   GASSIFICATORE AD ARZIGNANO.

                  


 Per fare digerire tale progetto ai cittadini i corifei della concia avevano esaltato per mesi i grandi passi dei conciari verso una svolta GREEN e l’ECONOMIA CIRCOLARE.

 Tra costoro hanno brillato i membri della minoranza Consiliare di Arzignano, svergognati, ora, dal Giornale di Vicenza.



Adesso che il vero obiettivo della scomposta agitazione che li ha visti
protagonisti di virulenti attacchi alla Amministrazione è stato svelato, se vogliono salvare la faccia non resta loro che prendere le distanze dall’articolo della cronista. I cittadini non tollerano di essere presi ancora in giro. Parlare chiaro è l’unico modo che rimane loro per non perdere totalmente la fiducia della gente.

2014 cittadini firmano in piazza contro il gssificatore

Da almeno nove anni ci opponiamo, con l’associazione CiLLSA di cui facciamo parte, alla costruzione di un gassificatore che rappresenterebbe un gravissimo danno alla salute dei cittadini, già compromessa dal passaggio quotidiano di decine di migliaia di auto e dalle esalazioni delle concerie.

 I primi ad essere colpiti sarebbero proprio i bambini, come scrive un documento dei pediatri di Venezia. Le malattie polmonari di questa fascia di età sono continuamente in aumento e il Veneto è la regione con il più grande inquinamento atmosferico in Italia.

Tralasciamo di parlare in questa sede del continuo aumento dei tumori della mammella e dei PFAS che uscirebbero dal camino dell’inceneritore.

I fanghi conciari sarebbero già scomparsi da tempo se fossero state eseguite le opere prescritte dal Patto Stato Regione ignorato per più di sedici anni.

Adesso i nodi vengono al pettine ma non è certo l’inceneritore la soluzione. L’aria è un bene comune e non permetteremo a nessuno di inquinarla per mere speculazioni.

 

Giovanni Fazio

        

martedì 26 ottobre 2021

A QUALCUNO PIACE SPORCO


 

È apparso in questi giorni un endorsement a favore delle concerie che il mio amico Piero avrebbe potuto risparmiarsi dopo il reportage di PRESADIRETTA.

 La trasmissione non lascia dubbi sulle responsabilità del distretto della concia arzignanese relativamente al disastro ambientale provocato dai SUOI reflui.

L’accusa di “ideologismo” a chi denuncia, con documenti alla mano, i dati drammatici dell’inquinamento da PFAS non regge di fronte alle numerose schiaccianti evidenze.

Concordo tuttavia con Piero sulla critica al depuratore arzignanese:

Da sempre il depuratore di Arzignano non è in grado di depurare gli scarichi industriali in maniera adeguata. I reflui del depuratore sono fuori dai parametri previsti per legge per diverse sostanze (PFAS compresi) da quando è stato costruito.”

Una analisi, quella di Piero, seria. 

Altra è, invece, la considerazione che leggiamo nella brochure del Consorzio A.Ri.C.A.

A.Ri.C.A. non si limita a gestire l’impianto di canalizzazione (Collettore). Monitora il rispetto dei limiti per le acque conferite e agisce per farli rispettare. Provvede a trattamenti che concorrono a migliorare la qualità delle acque ricevute e poi scaricate. È parte attiva nei programmi territoriali per ridurre la pressione degli inquinanti sulle acque di superficie.”

Leggendo tale idilliaca descrizione del tubone A.Ri.C.A.  non sappiamo se ridere o piangere pensando agli scoli tossici che si riversano nel Fratta Gorzone grazie alle amorose cure di Regione, Conciari e A.Ri.C.A. malgrado le quali, il fiume, tuttavia, è stato dichiarato da ARPAV biologicamente morto. (Amen)

   Non è difficile individuare la causa di ciò nell’azione di coloro che hanno condizionato, fin dall’inizio, l’efficienza del depuratore, per avere più margini e meno spese dallo smaltimento dei propri rifiuti.

La responsabilità di quanto accaduto è anche di coloro che avrebbero dovuto controllare e non lo hanno fatto (Regione, Province, Comuni e Gestori delle acque).

Si tratta di una realtà istituzionale complessa sulla quale, oggettivamente, pesa più l’interesse economico degli imprenditori della concia che la salute dei cittadini.

   


Pertanto, non è che il guasto sia dovuto, come afferma Piero, al fatto che “il depuratore sia gestito dalla politica” bensì al fatto che la politica è gestita da sempre dai conciari. 

La conferma di ciò la possiamo leggere nell’allegato a DGR nr. 359 del 22 marzo 2017 pag. 8 del Patto Stato Regione, che qui riporto.

“In particolare, nella considerazione della contaminazione storica che alcune aste fluviali hanno subito, soprattutto nella matrice dei sedimenti, da parte delle industrie conciarie, il piano rileva che il ripristino delle comunità biologiche non è compatibile con il raggiungimento, ancorché in regime di proroga, degli obiettivi della DQA e fissa, pertanto, per cinque corpi idrici del bacino del Fratta-Gorzone, l’obiettivo del raggiungimento dello “stato sufficiente” entro il 2027. Nel Piano si evidenzia inoltre la presenza diffusa di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque superficiali e sotterranee del bacino in oggetto e viene riportato il “programma preliminare di misure finalizzate all’abbattimento delle concentrazioni delle sostanze PFAS, già in parte operative;”

 

Non siamo noi, pertanto, a indicare le industrie conciarie come responsabili del disastro bensì un documento da esse stesse sottoscritto.

 Una ammissione di colpa cui nessuno ha, fino ad ora, fatto caso. 

Per essere onesti, bisogna dire, come ha confermato, candidamente, in trasmissione, il direttore di Acque del Chiampo, che il vero motivo della scarsa funzionalità del depuratore è dato dal fatto che le concerie scaricano in fognatura di tutto, comprese decine di tonnellate di prodotti a base di PFAS”.

A ciò si sarebbe potuto ovviare con l’attuazione del PATTO STATO REGIONE, un accordo di programma siglato nel 2005 per salvare il fiume e il suo bacino dal degrado totale.

I lavori previsti da tale accordo non sono mai nemmeno iniziati. Dopo la sua scadenza, nel 2017 l’accordo di programma è stato rinnovato, con scadenza al 2027.

Il “Patto”, così aggiornato, contiene utili progetti come quello di mettere i filtri a carboni attivi in ingresso all’acquedotto industriale, separare i fanghi civili da quelli industriali, separare i fanghi della pre-concia da quelli della concia, vietare lo scarico di sostanze PFAS in fognatura, riciclare l’acqua invece di immetterla nell’ambiente ecc.

Suonano particolarmente irrisorie, però, certe previsioni scritte su un patto che non partirà mai: 

“… È previsto per cinque corpi idrici del bacino del Fratta-Gorzone, l’obiettivo del raggiungimento dello “stato sufficiente” entro il 2027”

Infatti, anche questa volta, i lavori che sarebbero dovuti iniziare nel 2017 non sono mai partiti. E siamo alla fine del  2021.

Una presa in giro.

 

Già nel lontano 2005, la bonifica avrebbe dovuto esser realizzata. Il vantaggio per tutti i cittadini sarebbe stato quello di non sprecare più l’acqua dell’Adige per diluire(illegalmente) la fogna dell’A.Ri.C.A., di non trovare i PFAS nei prodotti alimentari provenienti dalla bassa pianura veneta inquinata, di sostenere migliaia di agricoltori e, non ultimo, di salvare tanti bambini dalle conseguenze della contaminazione, evitare aborti , dimezzare il numero di ictus che affliggono la nostra zona e tanti altri vantaggi per la nostra salute seriamente condizionata dai PFAS.

 Tutto ciò non interessa ai protagonisti di questa storia mentre, alcuni di loro, sono fortemente interessati alla costruzione di un inceneritore da realizzare ad Arzignano e alla privatizzazione di Acque del Chiampo.



Proprio questi, pensiamo, siano i veri obiettivi (non dichiarati) che hanno scatenato i gruppi di minoranza consiliare contro l’Amministrazione arzignanese, contraria all’incenerimento dei rifiuti e alla privatizzazione del gestore delle acque.

L’altra faccia della medaglia rispetto agli enormi profitti realizzati dai conciatori è rappresentata da un immane disastro ambientale che ha colpito centinaia di migliaia di persone e agricoltori, in una area che include il sud di tre province venete.


Chi ha realizzato i guadagni non vuole farsi carico delle spese enormi necessarie alla bonifica dei fiumi e del territorio da essi devastato. Questo è sufficiente a spiegare perché i bei progetti restano solo nella carta ma non partono mai.

A fronte di ciò i danni restano a carico della restante popolazione.

Tocca a noi subire le conseguenze del disastro e le spese necessarie che si devono sostenere per far sopravvivere un terzo del territorio del Veneto.

Tale modo di agire è giunto al capolinea. Non crediamo che i cittadini siano ancora disposti a sopportare ulteriori vessazioni.

Non ci lasceremo inquinare anche l’aria, già abbastanza compromessa dalle esalazioni della concia e dei depuratori.

Tutte le persone di buon senso si opporranno alla privatizzazione dell’acqua e alla costruzione di un inceneritore ad Arzignano.

Avvertiamo chi di dovere che la festa è finita.


Giovanni Fazio

 


 





 

 

 

 

mercoledì 20 ottobre 2021

DURA DENUNCIA DI PRESADIRETTA SULLE RESPONSABILITA' DEL DISASTRO PFAS

 

LA REGIONE VENETO, NELLE PIU' ALTE CARICHE DELLA GIUNTA, SI RIFIUTA DI RISPONDERE.



E' evidente che al dialogo questi signori preferiscono il monologo.  


Ripropongo alla vostra riflessione una parte della trasmissione di PRESADIRETTA che riguarda il ruolo delle concerie del distretto arzignanese e le responsabilità evidenti della Regione nella diffusione della contaminazione dei PFAS nel territorio, la grave omissione per avere per ben 16 anni ignorato i progetti previsti e siglati per la bonifica dei depuratori, per la rivisitazione delle modalità di smaltimento dei PFAS, e non solo i PFAS, e la bonifica del fiume Fratta Gorzone.


venerdì 24 settembre 2021

LA COMMISSIONE DEI DIRITTI UMANI DELL'ONU INTERESSATA AL CASO VENETO

 


Dalla Sardegna, dove I nostri Alberto Peruffo e Michela Piccoli sono stati invitati all’ottavo festival “LIFE AFTER OIL” A Villanova Ferru (SU) per portare una testimonianza del disastro ambientale del Veneto, ci giunge una notizia di grandissimo interesse.

      


















 Sollecitati da Giuseppe Ungherese, responsabile nazionale di GREENPEACE, in considerazione della partecipazione di PFAS land ai lavori per le segnalazioni delle sostanze ECHA,  Alberto Peruffo e Michela Piccoli hanno invitato Marcus Orellana,  che presiede la commissione dei diritti umani dell’ONU, a Vicenza.

 Ci sono buone possibilità che Orellana, in visita in Europa e in Italia per raccogliere documentazioni su Sostanze Tossiche e diritti umani, possa venire a Vicenza per un incontro con il Movimento No PFAS che in merito ha molto da dire.

         Molto interesse hanno suscitato al festival sardo gli interventi dei due inviati speciali del Movimento No PFAS Alberto e Michela. Ci auguriamo che la richiesta presentata a Orellana venga accolta per portare il caso Veneto a livello internazionale.

         Nel frattempo il caso alimenti del Veneto sta montando nella stampa nazionale, sempre più interessata al disastro ambientale e stupita, in senso molto negativo, per il comportamento omertoso tenuto in questi anni dalla Regione Veneto e dalle stupefacenti (in senso negativo) dichiarazioni di Zaia e della dottoressa Russo.


Al cune testate stampa di oggi






Gli studenti del Friday for future oggi a Vicenza