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martedì 26 febbraio 2019

GIU' LE MANI DA ACQUE DEL CHIAMPO






 "ANDARE A DISTRIBUIRE RISERVE DI CAPITALE VUOL DIRE MINARE L'ASSET ECONOMICO DELLA SOCIETA' "


“Sono preoccupato e sbalordito.
Non ne sapevamo nulla. Ne siamo venuti a conoscenza – ha dichiarato il primo cittadino di Lonigo, Luca Restello, riassumendo il pensiero anche di altri colleghi- nella riunione informativa tenutasi in "Acque del Chiampo".

 Siamo in un momento delicato dove ci sono da affrontare problematiche rilevanti: si va dalla questione Pfas allo smaltimento dei fanghi passando per la questione termovalorizzatore e molto alto ancora. 

Spero sia uno scherzo di carnevale. Andare a distribuire riserve di capitale vuol dire minare l'asset economico della società. Non so come si potrà intervenire senza che ci siano conseguenze. C'è il rischio che la società debba indebitarsi, oppure debba diminuire gli investimenti o ancora alzare le tariffe
Bisognerà capire quali ricadute ci saranno sui Comuni soci. Avremmo voluto chiedere spiegazioni, ma i rappresentanti di Arzignano e Chiampo erano assenti alla riunione. 
Perché questa richiesta?”

        Queste le dichiarazioni allarmate del sindaco di Lonigo alla nuova inopinata proposta formulata dal sindaco Gentilin, appoggiato dal sindaco di Chiampo Macilotti, di appropriarsi di parte delle riserve accantonate dalla società Acque del Chiampo.

 I Comuni di Arzignano e Chiampo infatti hanno chiesto ad Acque del Chiampo, di valutare una distribuzione degli utili accantonati, ai Comuni che ne detengono quote azionarie.

Dichiara Gentilin:

“Acque del Chiampo fa utili ed è diritto degli azionisti chiedere che vengano distribuiti tra i soci. In quale percentuale di quanto accantonato dovrà dirlo Acque del Chiampo che dovrà quantificarla” e aggiunge “Come più volte ribadito è mia intenzione adoperarmi fino all'ultimo giorno del mio mandato per il bene della città. Ed anche se mancano pochi mesi al termine non ho alcuna intenzione di adagiarmi.
Le eventuali somme che arriveranno da Acque del Chiampo saranno impiegate in opere ed investimenti. Progetti ne abbiamo parecchi, anche prontamente spendibili, partoriamo iniziative ogni giorno.
Arzignano paga un impatto ambientale non da poco, legato all'attività industriale ma anche alla viabilità sostenuta che grava sulla città e sui suoi cittadini. E un amministratore deve dare loro risposte»


Mancano pochi mesi alla scadenza del mandato e Gentilin si accorge che Arzignano “paga un impatto ambientale non da poco legato all’attività industriale”. 

Ci domandiamo dove sia stato e quali accorgimenti abbia adottato in merito, in questi dieci anni, se non quello di reclamare a più mandate la costruzione di un inceneritore (detto gassificatore) ad Arzignano e correre a Roma dal ministro Galletti per ottenere vincoli meno stretti per l’emissione di PFAS da parte del consorzio A.Ri.C.A. che, come si sa, irrora dei suoi reflui l’intero bacino del Fratta Gorzone. 

Montorso CiLLSA 21 luglio 2013 firme contro il gassificatore
Encomiabili iniziative per migliorare la qualità della vita in Arzignano, nei comuni vicini e nell’intera bassa pianura del Veneto occidentale.
 Per quanto riguarda la viabilità ci chiediamo se l’avere consentito di costruire un supermercato Tosano proprio sul tratto Arzignano Chiampo, contribuisca a snellire il traffico e a diminuire l’inquinamento atmosferico. 

Anche il sindaco Macilotti di Chiampo ci mette del suo:

 “Dico subito, per spegnere eventuali allarmismi, che in ogni caso la somma che sarà individuata da suddividere tra i soci, in base alle azioni possedute, sarà tale che non metterà certo in crisi Acque del Chiampo. Sarà valutata dal revisore dei conti e andrà a beneficio dei Comuni per avviare opere pubbliche…. Si pensa ad una cifra esigua, che non impatti sul piano degli investimenti. Investimenti che la società, voglio ricordare, sino ad ora ha effettuato senza attingere ad utili o riserve ma solo con spesa corrente.”
 
In merito a questa ultima improvvida dichiarazione di Macilotti vorrei chiedere spiegazioni del continuo ed esagerato aumento delle bollette da parte di una società che non ha mai attinto alle proprie riserve e continua ad accumulare utili e sarebbe bene che sia Macilotti che Gentilin facessero qualche dichiarazione in merito.

Entrambi i sindaci hanno parlato di opere pubbliche da finanziare, ma si sono tenuti sul generico il ché non spiega questa fretta di attaccare la cassa di Acque del Chiampo a pochissimi mesi dalle elezioni. 



Arzignano 2014 firma contro il gassificatore




Condividiamo l’allarme di Restello, sindaco di Lonigo e le sue motivazioni. 

Non è un segreto che i filtri a carboni attivi sono costosissimi e richiedono continue sostituzioni perché si esauriscono in breve tempo.

L’impoverimento di Acque del Chiampo potrebbe portare all’esaurimento delle risorse destinate alla filtrazione dell’acqua e mettere in crisi l’intero sistema. 

A questo Gentilin non pensa e magari cerca i fondi per regalarci un altro leone di vetroresina alle porte del paese, opera d’arte indispensabile di cui la cittadinanza non può fare ameno, a costo di bere acqua inquinata da PFAS per altri venti anni.


Settembre 2014 Arzignano CiLLSA Manifestazione contro il riscaldamento globale


Siamo stufi di sentire i proclami da campagna ecologica farlocca da parte di chi, in qualità di presidente del Consiglio di Bacino e azionista maggioritario della società Acque del Chiampo, ha la possibilità e il dovere di utilizzare parte delle risorse a disposizione per provvedere a installare immediatamente i filtri a carboni attivi agli acquedotti di Arzignano, Montecchio e Montorso, come minimo.
 
Abbiamo bevuto per tutti gli anni del suo mandato un’acqua che, a causa dei PFAS, ha fatto già gravi danni noti, come testimonia la pubblicazione dello studio sugli esiti materni e neonatali in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) – aggiornamento febbraio 2018 a cura del Registro Nascita – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto.

         Gentilin sui risultati evidenziati e certificati dei danni provocati alla popolazione dall’avere bevuto questa acqua “oligominerale” non parla ma, estemporaneamente, cerca di mettere le mani sul malloppo di Acque del Chiampo.

         Se riuscisse nel suo intento, non solo svanirebbe l’ultima             possibilità per gli arzignanesi e per gli abitanti dei comuni vicini di bere finalmente in tempi certi e ravvicinati (cioè quando sarà              scaduto per sempre il suo mandato) acqua senza PFAS ma si            metterebbe a rischio, come giustamente dice il sindaco di Lonigo,    l’intero sistema che attualmente copre decine di migliaia di abitanti attualmente serviti da acqua filtrata. 

È questo un rischio che il Movimento No PFAS deve seriamente valutare e nel confronto del quale prendere immediate iniziative. 


25 novembre 2014 Arzignano CiLLSA .Cordiano parla dei PFAS ai cittadini
Da sempre Arzignano è stato il nodo più importante, dopo Miteni, di un disastro ambientale che riguarda tre province, la falda idrica più grande d’Italia e i fiumi della bassa pianura veneta. Quello che esce dai depuratori che non depurano non lede solo le migliaia di abitanti a Sud del distretto industriale arzignanese ma anche gli abitanti della nostra città che, oltre a bere acqua inquinata da PFAS ne assumono continue dosi aggiuntive sotto forma di radicchi, cavolfiori, polli, uova e bistecche ecc. che ci giungono dalla fertile pianura sottostante. Tutto ciò che esce dalle concerie sotto forma di rifiuto ritorna nelle nostre pance; non si spreca niente, e quello che riesce ad arrivare fino in laguna, ed è tantissimo, ce lo mangiamo sotto forma di vongole e branzini.

Giorgio Gentilin, il tuo tempo sta per scadere: “Sali sulla nave …!”


Quello che sacrichiamo ano dopo anno nei fiumi, nei terreni e in mare

Giovanni Fazio

mercoledì 20 febbraio 2019

PFAS DRAMMATICI DATI SULLA ZONA ARANCIONE

Ci siamo dentro fino al collo.



PUBBLICATO
lo studio sugli esiti materni e neonatali in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) – aggiornamento febbraio 2018 A cura del Registro Nascita – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto.



Crollano le affermazioni di Gentilin
in merito alla salubrità dell'acqua di Arzignano. Noi della zona arancione siamo al secondo posto dopo la zona rossa nelle patologie legate al parto.


"Per quanto riguarda i risultati ottenuti si confermano 
i dati del rapporto precedente, ossia un incremento di
pre-eclampsia, diabete gravidico, di nati con basso peso  
alla nascita per età gestazionale (SGA), di anomalie
al sistema nervoso e di difetti congeniti al cuore"


Come avevamo previsto, anche nell'area arancione di cui fa parte il nostro comune, dove nessuno si è peritato di controllare il tasso di contaminazione degli abitanti, i dati relativi alle patologie legate alla gravidanza e ai neonati sono notevolmente aumentati rispetto alle aree non contaminate del Veneto, non solo, ma superano i dati delle zone verde e gialla e in alcuni casi anche quelli della zona rossa.

 La zona azzurra è quella di paragone, dove non c'è stata contaminazione da PFAS. Arzignano, Montecchio e Montorso si trovano in zona arancione.

Premettiamo che la divisione in varie aree diversamente colorate non ha gran senso, visto che non è stata fatta in base al plume, cioè all'inquinamento delle falde, ma solo a quello degli acquedotti.

Arzignano, pur essendo,col suo territorio, sopra la falda contaminata, in un primo tempo non era stata inclusa in nessuna zona. Poi, dopo la scoperta di un pozzo privato inquinatissimo, a pochi passi dalle prese dell'acquedotto comunale, sono stati costretti a includerla, sia pure parzialmente. 

I risultati della ricerca epidemiologica ci dicono che l'area arancione è quella maggiormente colpita, dopo la zona rossa. Tuttavia i cittadini della zona arancione e gli arzignanesi non sono mai stati sottoposti a screening. 

Qualcuno potrebbe obiettare che, essendo la zona arancione limitata alla parte del Costo che sta al di là del torrente, gli abitanti che stanno da questa parte non rientrano nella statistica.

  Se questo vi fa stare tranquilli fate pure e chiedetevi come mai il resto della città non è ancora incluso nell'area arancione.
Forse beviamo un acqua diversa da quella che si beve al Costo? Forse le prese del nostro acquedotto non sono collocate proprio a Canove ? Nell'area arancione?

Beviamo tutti la stessa acqua.

Per la cronaca abbiamo chiesto i filtri a carboni attivi come sono stati istallati altrove ma ci è stato risposto che beviamo acqua paragonabile a oligominerale.



 In questa tabella sono segnate le percentuali di Preeclampsia  nelle varie zone. abbiamo evidenziato in verde i dati che ci riguardano, che non si distanziano granché dagli altri. 

SE QUALCUNO PENSAVA DI VIVERE IN UNA ZONA MIRACOLATA NE PRENDA ATTO


In questa tabella si evidenziano i casi di diabete gravidico:come si vede, siamo in testa alla classifica.

 
 In questa tabella si analizzano i nati gravemente sottopeso: siamo al secondo posto. (Non c'è da meravigliarsi visto che siamo tra i più vicini a Miteni)

 In questa tabella siamo in testa per bambini nati con difetti agli occhi, al cuore e ai cromosomi.

 Difetti congeniti del cuore

 Nella tabella sui danni al sistema nervoso siamo in testa alla classifica.

Questi dati si commentano da sé e non c'è persona con un minimo di intelligenza che non possa non tenerne conto.

Era quello che temevamo e che per anni abbiamo ripetuto da questo blog, da quello di CiLLSA, nei gazebo, nei volantini alla popolazione, nelle assemblee pubbliche e nelle PEC inviate al sindaco e ai Consiglieri comunali. 

Non è stato applicato dal sindaco medico il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, non sono state avvertite le gravide affinché non bevessero "l'acqua del sindaco" e quella dei rubinetti di casa che contiene tuttora PFAS (sia pure nei limiti previsti dal decreto ZAIA che, come si vede, hanno dato questi risultati); non è stata data acqua non contaminata ai bambini degli asili, delle scuole dell'infanzia, nelle mense scolastiche. Vi domando:"Come si può?" 

Non sono stati avvertiti i ragazzi delle superiori direttamente chiamati in causa dalle ricerche del prof. Foresta.

 Per oggi ci fermiamo qui, lasciando a voi lettori l'opportunità di considerare con quale faccia, coloro che sono stati per 10 anni al governo della città, si presenteranno tra qualche mese a chiedere il vostro voto.

Da parte nostra riteniamo che, davanti alla gravità di quanto è avvenuto, il sindaco, la Giunta e l'intero Consiglio comunale dovrebbero dare immediatamente le dimissioni, senza attendere la nuova tornata elettorale. 


 Il 4 marzo CiLLSA ospita alla pizzeria 2 Forni lo scrittore Alessandro Tasinato che presenterà il suo romanzo "Il fiume sono io": la sofferenza della nostra terra veneta ferita da inquinamenti e grandi opera infami.                                                                            Sarà un'occasione per incontrarci e parlare anche di quanto accade a casa nostra.

Giovanni Fazio

sabato 16 febbraio 2019

ABBIAMO BEVUTO PER OTTO ANNI PFAS


E ADESSO GENTILIN CI PRESENTA IL CONTO
BOLLETTE ALLE STELLE E PFAS A GOGO'


      
   Quanti PFAS avremo ingoiato in tutto questo tempo? Quanti ne hanno accumulato nel loro corpo i cittadini di Arzignano? Sono informati i nostri concittadini degli studi del professor Foresta sui possibili danni agli organi genitali e allo sviluppo sessuale dei feti, dei bambini e dei giovani contaminati? I nostri concittadini vivono forse in un altro pianeta? Sanno che uno dei target dei PFAS è il tumore al testicolo? E sanno che a Lonigo i tumori al testicolo si sono duplicati?

Quando vi informiamo sui rischi da PFAS veniamo subito tacciati di allarmismo. 

La parola d'ordine è infatti tranquillizzare, non dire cose che possano turbare il sonno profondo che avvolge questa cittadina serena da tanti anni: ci vanno di mezzo gli affari.
        

E infatti la popolazione di Arzignano, Trissino, Chiampo, Montorso e Montecchio, a furia di informazioni “tranquillizzanti” sembra molto tranquilla, anche troppo.
         Tuttavia, malgrado ciò i tumori e gli ictus arrivano lo stesso, ma non si dica che i PFAS in qualche modo possano contribuire a questo triste record perché incorreremmo subito in smentite ufficiali piuttosto severe.


 Nel 2013 la ULSS 5 pubblicava una slide veramente lusinghiera nella quale si evidenziava il tasso di ictus nelle varie ULSS del Veneto. La nostra azienda era in cima alla classifica con 364 ictus a fronte della media regionale di 213 casi. Nessuno si è chiesto perché da noi si crepava così tanto rispetto al resto del Veneto. Ad Arzignano bevevamo allora la stessa acqua che stiamo bevendo adesso.

Nel 2013 eravamo anche i primi per le malattie della tiroide.  


La ULSS 5 "Ovest Vicentino" segna un altro record
         Per tutto il secondo mandato del sindaco Gentilin abbiamo chiesto che venissero risparmiati gli asili e le scuole dall’acqua.
Il sindaco ha sempre risposto che l’acqua era dentro i limiti del decreto regionale.

Frontespizio del documento inviato dal dott Mantoan il 28 novembre 2016
 Tutti dovrebbero sapere, e a maggior ragione un medico, che tali limiti non garantiscono contro i rischi delle malattie correlate, evidenziati anche, con un documento del 2016, dal Direttore Generale dell’area Sanità e Sociale della Regione Veneto dott. Domenico Mantoan.




Elenco dei rischi segnalati da Mantoan nel documento


 
Elenco dei danni alle gravide e al feto. foto del documento originale.



  Nessuno si azzarderebbe a dire oggi in una pubblicazione scientifica che 60 ng./litro di PFOA non costituiscono un rischio, soprattutto adesso che anche l’EFSA (l’agenzia europea per la sicurezza alimentare) ha dichiarato che l’acqua potabile dovrebbe contenerne al massimo 2 ng/litro.
 
Questo è il primo post di una serie che pubblicherò per dimostravi, dati alla mano, quale totale assenza di prevenzione ci sia  stata non solo da parte del sindaco e della vice sindaca (molto fotogenica, nota  per non avere mai pronunciato in quattro anni la parola PFAS in Consiglio Comunale) e di tutto il coro di assessori, consiglieri, eccetto Piero, e stampa locale che non pubblica mai i nostri dati ma ha sempre dato ampio spazio alle sparate di Gentilin, perfino quando ha dichiarato pubblicamente che l’acqua di Arzignano è paragonabile all’acqua oligominerale.  
Risultato:
·       Arzignano, insieme a pochi comuni limitrofi è stata esclusa dal monitoraggio (esami del sangue e visite) riservati agli altri comuni. 
  
·       Non ha avuto installati i filtri a carboni attivi (che invece sono stati installati negli acquedotti degli altri comuni)

·       Non sono stati protetti i bambini e le donne gravide.

·       Non  è stata avvisata  la popolazione che bere l’acqua distribuita dall’acquedotto non è esente da rischi, visto il contenuto di PFAS che viene certificato anche dalle tabelle di Acque del Chiampo.

·       Non sono stati monitorati i pozzi e i terreni.

·       Non è stata chiusa precauzionalmente la fontanella pubblica in piazza, dove vanno a bere i bambini che giocano al parco giochi.

·       Non sono stati richiesti nuovi acquedotti, mentre il sindaco li reclama sulla stampa per Brendola e Lonigo.

·       In parole povere, per quanto riguarda l’inquinamento da PFAS questo sindaco e questo Consiglio comunale NON HANNO FATTO NIENTE.





In compenso le bollette si sono gonfiate come brioches dentro un forno. 

Una vera beffa per tanti cittadini che si vedono portare il conto di un'acqua oligominerale inesistente!

Forse qualcuno si lamenterà più di questo che del fatto di avere bevuto PFAS per tanti anni.  Forse qualcuno non si lamenterà nemmeno di questo. 

Le bollette ora sono molto salate... i PFAS invece non hanno sapore, non hanno colore, nessuno li vede ma, prima o poi, purtroppo, presentano anche loro il conto, quando meno ce lo aspettiamo.




ULTIM'ORA

Ieri sera su Presa Diretta è stato presentato un servizio sconvolgente sui danni cerebrali provocati ai bambini dagli interferenti endocrini. Una delle spiegazioni più facili da capire per il grande pubblico non specialistico è l'antagonismo tra PFAS e ormone della tiroide. Tale antagonismo è fortemente presente nella nostra zona, basti vedere la slide con gli istogrammi dei problemi tiroidei pubblicata qualche riga più su in questo post. 
Gli scienziati interpellati hanno spiegato il ruolo dell'ormone tiroideo per lo sviluppo del cervello umano e di tutti gli animali. Se l'interferente endocrino raggiunge il feto durante la formazione del suo sistema nervoso, si sostituisce all'ormone della tiroide e provoca gravi alterazioni che dureranno tutta la vita. 
Lo stesso avviene se il bambino è esposto agli interferenti endocrini nei primi tre anni di vita. Guardate i servizi per capire bene cosa succede: è quello che abbiamo tentato di far capire al sindaco e ai consiglieri comunali con raccomandate PEC e altro.
La responsabilità di non avere applicato il principio di precauzione europeo e aver lasciato che bambini e gravide bevessero acqua che contiene interferenti endocrini, ricade esclusivamente su queste persone che non si sono attivate per evitarlo e anzi hanno mandato messaggi rassicuranti alla popolazione anziché metterla in guardia. Ci auguriamo con tutto il cuore che nessuno dei bambini che sono nati e nasceranno nei prossimi anni nella nostra città sia colpito dalle patologie descritte dal servizio; tuttavia sindaco e Consiglieri non dovrebbero dormire con la coscienza tranquilla, sia per il possibile danno arrecato ai bambini sia per le conseguenze anche legali che ne potrebbero seguire. I genitori sanno che costoro erano stati perfettamente informati da noi e  che,malgrado ciò non hanno agito di conseguenza. 

 Link attacco al cervello 1

Link attacco al cervello 2  

Link attacco al cervello 3





Giovanni Fazio




La presa del nostro acquedotto

giovedì 24 gennaio 2019

24 gennaio 2019 | OLTRE IL CASO MITENI.


24 gennaio 2019 | OLTRE IL CASO MITENI. STORIA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO – DALLA RIMAR, AL TUBONE ARICA, FINO ALLA QUESTIONE ALIMENTARE



La narrazione dell’immane contaminazione delle acque del Sud–Ovest del Veneto è emblematica, quasi una metafora del modo di governare la Regione da parte di una classe di imprenditori e di politici formatasi a ridosso degli anni Sessanta del secolo scorso, senza una storia e un sufficiente background culturale alle spalle, che hanno sotterrato ogni minima sensibilità verso i territori dove vivono e lavorano, compresa la sapienza della civiltà contadina.

Malgrado da quarant’anni gli scarichi dei depuratori di Trissino, Arzignano e Montebello inquinassero con tonnellate quotidiane di reflui le acque dei fiumi, delle rogge e dei canali che irrigano la pianura veneta, devastando un’area grande come un terzo dell’intera Regione, immettendo cloruri, solfati, cromo, metalli pesanti e PFAS, gli abitanti di decine di comuni dislocati in tre province si resero conto che qualcosa di diverso stava accadendo alle loro vite solo dopo che, nel 2013, l’Arpav ebbe disegnato con diversi colori la mappa del territorio.

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Giovanni Fazio