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venerdì 22 giugno 2018

GENTILIN ALLE CORDE



PASSA IN COMUNE UNA MOZIONE DI MINORANZA SUI PFAS

















Il Consiglio Comunale di Arzignano ha approvato all’unanimità l’emendamento ad una mozione presentata dalla consigliera Peretti,il cui primo firmatario è il consigliere Piero Magnabosco, assente per motivi di lavoro, avente come oggetto “Richiesta di inserire il territorio di Arzignano in Zona Gialla”.

Con l'emendamento, approvato nella seduta di mercoledì 20 giugno, il primo cittadino, Giorgio Gentilin, si impegna nelle sedi istituzionali opportune a chiedere un biomonitoraggio a campione sulla popolazione di Arzignano, per rilevare l’eventuale presenza di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue. Rilevazione che, attualmente, viene fatta nella Zona Rossa (La mozione di Magnabosco chiedeva che fossero effettuati i bio monitoraggi con gli stessi criteri adottati per la Zona Rossa).

È la prima volta che sindaco e Consiglio prendono in considerazione una richiesta (quella sul biomonitoraggio dei cittadini arzignanesi) che, da anni, viene reiterata da CiLLSA a nome di tutta la città, anche se, ed è giusto ricordarlo, non si capisce (o si capisce benissimo) per quale motivo, anche se ovviamente non dipende da lui, non richieda che la città sia inclusa in Zona Arancione, trovandosi  proprio nel cuore di questa area.

Trucchetti maldestri per "addolcire" le richieste che vengono dai cittadini, fingendo di accoglierle benevolmente. 

Malgrado ciò questa mozione,  potrebbe essere un primo passo, ammesso che vada in porto, perché i cittadini di Arzignano godano degli stessi diritti dei cittadini dei comuni vicini.

Abbiamo comunque seri dubbi che in Regione la prendano in considerazione.

Notoriamente l’acquedotto di Arzignano è molto più inquinato da PFAS di quanto non siano quelli di Montorso Vicentino e Montecchio Maggiore; questo dato emerge anche dal confronto degli ultimi rilevamenti effettuati, pubblicati in questi giorni da Acque del Chiampo.

Per entrambi questi comuni è prevista, da Acque del Chiampo, l’installazione provvisoria di filtri a carboni attivi, in attesa di nuovi progetti acquedottistici.
Per Arzignano, malgrado continue richieste da parte di CiLLSA e del “Comitato Zero PFAS Agno Chiampo”, fino ad oggi non è previsto nessun filtro, né, tanto meno, è stato programmato un nuovo acquedotto che porti acqua pulita in città.  

I pozzi dove pescano gli acquedotti si trovano in una area a valle di Miteni caratterizzata da profondi strati di ghiaie, al di sotto dei quali scorre una grande falda acquifera inquinata. La presenza dei PFAS varia in base alla piovosità o meno e alla variazione del livello di falda che attinge gli inquinanti dagli strati più superficiali, fortemente contaminati. Ciò spiega la variabilità stagionale dei livelli di inquinamento.

Si tratta di una falda che non dà alcuna garanzia, nel presente e per il futuro, per cui è indispensabile, per i comuni che vi attingono, la ricerca di una nuova fonte idrica in aree del territorio esenti dalla contaminazione, così come si sta facendo per altri comuni.



Ignorare questo dato di fatto è molto grave ma è quello che da anni fa Gentilin, seguito dal coro di assessori e consiglieri che compongono la sua piccola corte.

“… ribadendo quanto già affermato in più occasioni,” dichiara il sindaco “ fermo restando il livello sotto-soglia di Pfas nell’acqua distribuita sul territorio di Arzignano, Canova compresa, qualsiasi decisione in merito all’assegnazione di zone rosse o arancione spetta alla Regione Veneto “ e ancora, rispondendo a una richiesta di alcuni genitori  “Non spetta al sindaco decidere se il proprio territorio debba appartenere o meno alla zona rossa o arancione e tantomeno posizionare filtri per l’acqua negli edifici pubblici”

Giorgio Gentilin mette le mani avanti e scarica la responsabilità dell'esclusione di Arzignano (la città più vicina alle fonti inquinanti che sono Miteni e il distretto conciario) su Zaia e il suo entourage.
In realtà non ci risulta che abbia mai protestato per questa scandalosa omissione riguardo alla quale anzi  è stato da sempre un sostenitore, come emerge dalle dichiarazioni sulla" buona qualità dell'acqua" che gli Arzignanesi sono scostretti a bere anche per sua diretta responsabilità.

Chiediamo a Giorgio Gentilin, presidente del Consiglio di Bacino e sindaco 
del comune che detiene la maggioranza assoluta delle quote di Acque del Chiampo, se sia all’oscuro di quanto delibera autonomamente questa società che gestisce acquedotti e depuratore.

Chiediamo se non sappia che nel suo comune la società ha inserito filtri a carbone attivo nelle cosiddette “casette dell’acqua”: non sono queste edifici pubblici?

Secondo quale logica sono stati montati i filtri nelle casette e ci si rifiuta di rifornire di acqua non inquinata l’asilo, le “scuole materne” e le mense scolastiche?



Ci chiediamo:” secondo quale logica si progettano filtri per i comuni vicini (per altro meno inquinati) e non si mettono nell’acquedotto di Arzignano?

E, per quanto tempo ancora i cittadini dovranno cuocere la pasta con l’acqua minerale?”




Secondo quale logica il sindaco ha proclamato che per Brendola e Lonigo il suo obiettivo è ZERO PFAS mente per Arzignano, secondo lui, è sufficiente restare dentro i limiti fissati dalla Regione?


Vi è una palese contraddizione nel comportamento del primo cittadino il
quale sente sempre più pressante l’indignazione dei cittadini che, man mano, prendono coscienza del comportamento che egli assume per la città, per i bambini delle scuole e per la salute degli abitanti.


Adesso ha dovuto accettare, (sebbene modificata e resa inoffensiva) la non più eludibile, mozione delle minoranze .

Noi consideriamo ciò, malgrado tutto, un riconoscimento di fatto della grave emergenza per la quale sono necessarie iniziative molto più appropriate e radicali.

Le abbiamo pubblicate su un volantino, distribuito in migliaia di copie in tutta la città, il cui testo integrale riportiamo ancora una volta.




CHIEDIAMO

·       DISTRIBUZIONE AGLI ASILI NIDO, ALLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE IN GRAVIDANZA DI ACQUA ESENTE DA CONTAMINAZIONE DA PFAS, ALIMENTI PROVENIENTI DA ZONE SICURE, POSSIBILMENTE BIOLOGICI.
·       Immediata applicazione di FILTRI A TUTTI GLI ACQUEDOTTI COMUNALI con presenza di contaminazione da PFAS, senza oneri per gli utenti.
·       CHIUSURA DELLE FONTI INQUINATE degli acquedotti e allacciamento con fonti non contaminate. I POZZI DI CANOVE da cui attinge il nostro acquedotto sono contaminati, come dimostrano i dati pubblicati sulle bollette da Acque del Chiampo.
·       Estensione ai cittadini di Arzignano e dei comuni della cosiddetta “Zona arancione” delle misure di prevenzione adottate dalla Regione nella “Zona rossa”, ivi compreso lo SCREENING GRATUITO.
·       PUBBLICAZIONE SETTIMANALE, dei dati delle analisi dell’acqua degli acquedotti. (A Lonigo il controllo dell’acqua è giornaliero, ad Arzignano quadrimestrale).
·       CONTROLLO OBBLIGATORIO, a spese della Regione, di tutti i pozzi privati per verificare quali possano continuare ad erogare acqua a fini agricoli o di allevamento e quali no e applicazione dei limiti più possibilmente vicini allo zero anche per le acque usate dalle aziende agricole e dagli allevamenti.
·       INDIVIDUAZIONE E MONITORAGGIO delle aziende che producono alimenti contaminati, siano essi prodotti agricoli, foraggi, animali o prodotti derivati e ritiro dal commercio delle partite inquinate.
·       Applicazione del cronoprogramma decretato dalla Regione per gli scarichi delle aziende del comparto conciario affluenti al depuratore di Arzignano come primo passo indispensabile al risanamento del territorio e esclusione dal condotto A.Ri.C.A. degli scarichi industriali attraverso la realizzazione di un circuito chiuso di depurazione che riporti alle aziende l’acqua depurata derivata dagli scarichi.
·       SEQUESTRO GIUDIZIARIO CAUTELATIVO IMMEDIATO DELLA MITENI (o suo spostamento in zona idonea sotto il profilo idrogeologico e antropico), e un adeguato progetto che salvaguardi l’occupazione degli attuali lavoratori.


Giovanni Fazio



IL POPOLO DEI PFAS E' IN MARCIA. 
SIAMO TANTI  E DIVENTIAMO SEMPRE PIU' NUMEROSI.
L'ACQUA E' UN BENE COMUNE FONDAMENTALE E UN DIRITTO INALIENABILE PER TUTTI.
































































martedì 19 giugno 2018

AL PARLAMENTO EUROPEO LE RICHIESTE DEL POPOLO DEI PFAS


Oggi una delegazione costituita da una parte del Movimento, espressione della lotta contro l’inquinamento da PFAS e le sue cause, è a Bruxelles al Parlamento Europeo. Qui incontrerà alcuni parlamentari del nostro Paese per trasmettere un messaggio molto importante che proviene dalla “Terra dei PFAS”.

Dott. Claudio Lupo
La delegazione è accompagnata dal dott. Claudio Lupo, medico ISDE e uno dei maggiori attivisti di CiLLSA. Sarà l’esperto che conferirà alla delegazione quel supporto scientifico necessario quando ci si confronta su tematiche tanto specialistiche e che porterà anche le proposte di CiLLSA su questioni importanti come la chiusura agli scarichi industriali nel dotto A.Ri.C.A., la deviazione del Poscola, come proposta da uno studio di Davide Sandini, articolate con il problema relativo al disastro agroalimentare di tre province venete.  





In merito a questo ultimo punto, sappiamo che l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) sta lavorando per pubblicare i cosiddetti nuovi limiti di tolleranza dei PFAS nell’acqua e nei cibi.
CiLLSA respinge totalmente il concetto di Dose Giornaliera Accettabile per l’intera classe dei prodotti PERFLUORATI (PFAS) per alcune motivazioni scientifiche indiscutibili:

1)   i PFAS oltre ad essere sostanze molto tossiche appartengono alla classe delle molecole POP (Persistent Organic Polluttans) cioè sostanze che, una volta ingerite, permangono per anni negli organismi i quali, non riconoscendole, non sono in grado di espellerle;
2)   producono BIOACCUMULO (cioè, man mano che vengono ingerite con acqua e alimenti contaminati, si accumulano nell’organismo;
3)   molte molecole appartenenti alla classe dei PFAS sono CANCEROGENE e agiscono nel nostro corpo dove, negli anni, anche attraverso l’ingestione di piccole dosi, si sono accumulate;  
4)   appartengono alla classe degli INTERFERENTI ENDOCRINI cioè si sostituiscono ai nostri ormoni danneggiando gravemente l’equilibrio biologico del nostro corpo e provocando gravi disfunzioni e malattie.
5)   sono trasmesse dalla gestante al feto, provocando gravissime alterazioni dello sviluppo e danni irreversibili che si riveleranno alla nascita e dureranno per tutta la vita (come hanno dimostrato i prof. Carlo Foresta dell’università di Padova e il prof. Ernesto Burgio)

Parlamento Europeo

Siamo pertanto in presenza di sostanze che non presentano soltanto problemi di tossicità acuta e cronica ma interferiscono con la vita stessa delle persone, degli animali e delle piante. In pratica, sono una ipoteca sul futuro della nostra sopravvivenza come specie.

Le richieste che abbiamo inviato a Bruxelles tramite il dott. Claudio Lupo sono:

1)   la MESSA AL BANDO DI TUTTI I PFAS E IL DIVIETO IN FUTURO DI PRODURNE DI NUOVI E DI COMMERCIALIZZARLI;
2)   il RIFIUTO DEL PRINCIPIO STESSO DI “DOSE GIORNALIERA ACCETTABILE” per le motivazioni di cui sopra.                                                                                                    
Sappiamo che i responsabili della sanità regionale stanno aspettando i “nuovi limiti”, in preparazione da parte dell’EFSA. Questo permetterà di legalizzare la presenza di PFAS negli alimenti prodotti nella nostra regione e mai ritirati dal commercio.

Sappiamo che nel Parlamento Europeo sono costantemente attivi lobbisti al servizio delle compagnie multinazionali, il cui compito è quello di “addolcire” le misure restrittive previste dai regolamenti europei (recentemente, ad esempio, sono riusciti a ottenere una proroga per la messa al bando del Glifosato, noto veleno cancerogeno usato come diserbante anche nei nostri vigneti).

Sarà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi sopra esplicitati che qualunque persona di buon senso è in grado di capire e di chiedere.

Sono moltissimi gli interessi economici coinvolti e tanta la preoccupazione di chi, a tempo debito, non ha governato il disastro dell’inquinamento delle campagne e adesso teme le conseguenze della propria inattività e della tolleranza usata nei confronti degli inquinatori.


I nodi stanno per venire al pettine in ogni caso e sarà sempre più difficile far digerire la pillola ai cittadini, ai produttori agricoli, agli allevatori e alle industrie di trasformazione alimentare sempre più arrabbiati e diffidenti.

Da parte nostra riteniamo molto importante, soprattutto sotto il profilo della visibilità, la visita a Bruxelles della delegazione mamme no PFAS. Questa iniziativa potrà, se ben gestita, rafforzare le richieste del popolo inquinato nei confronti delle istituzioni.


Come sempre il nostro compito è quello di illustrare con chiarezza i termini della questione, senza fare sconti a nessuno.
Ci preme troppo la vita e la salute, in primo luogo dei bambini, dei ragazzi, e di tutti gli abitanti del Veneto, molti dei quali sono ancora costretti a bere acqua contenente PFAS e a mangiare inconsapevolmente cibi inquinati.

La nostra lunga lotta ha come obiettivo cibo sano sulle nostre mense e acqua senza chimica, lavoro garantito sotto il profilo della salute in un Veneto bonificato e definitivamente liberato dalle industrie portatrici di morte.

CiLLSA




lunedì 18 giugno 2018

CHIMICA OLIVI E PROSECCO

Oliveto pubblico a Botrugno (LE)

STRAGE DI ULIVI NEL SALENTO MA LA CAUSA NON È LA XILELLA

Pubblichiamo un breve estratto dell’articolo del professor Pietro Perrino, genetista, ex direttore del CNR di Bari, apparso su “Il Fatto Quotidiano” del 17 06 2018.

Dopo i clamorosi insuccessi che hanno portato al disastro della eradicazione di migliaia di alberi di olivo, individuata scientificamente la  vera causa del disseccamento di centinaia di migliaia di alberi: è un fenomeno che si chiama “Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO)” ed è causato da criticità ambientali, che sono più forti proprio nelle aree focolaio del Salento, dove la desertificazione avanza più che altrove.

 C’è una stretta relazione infatti tra desertificazione, più inquinamento, e CoDiRO, una relazione che i politici non vedono.

Anzi, l’ex ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, emise un decreto ministeriale (Dm), che obbliga gli agricoltori all’uso massiccio di pesticidi.

I salentini stanno lottando contro i governi per bloccare il decreto.
I politici pugliesi sono sordi e ciechi di fronte ai risultati incoraggianti delle ricerche condotte dagli olivicoltori salentini e da gruppi di ricerca pubblici e privati.



La soluzione al CoDiRO non è l’abbattimento degli alberi, ma il ripristino di buone pratiche agronomiche e di disinquinamento, già pronte sul mercato.

Con alcuni agtricoltori a Botrugno
IN UNA SOCIETÀ SANA, la sequenza naturale delle priorità è prima l’ecosistema, poi la società e per ultima l’economia.
 I nostri politici fanno il contrario. L’economia di cui si parla non si riferisce a quella umana, ma a quella delle grandi corporazioni, che diventano sempre più ricche, mentre gli umani diventano sempre più poveri.

 La lotta contro la sputacchina (Philaenus spumarius), l’insetto vettore della Xilella, ha portato i politici a decretare un uso massiccio di insetticidi e diserbanti (per uccidere le piante di cui l’insetto si nutre). Ciò ha impoverito ancor di più il terreno causando nuovi disastri.

Inoltre è stato decretato di abbattere gli alberi sani che si trovano vicino a quelli ammalati per evitare il supposto contagio. Un ulteriore disastro che non risolve nulla poiché le vere cause del disseccamento sono a monte del batterio.




Opinione sostenuta anche dalle seguenti semplici osservazioni:

1) non è stato ancora dimostrato, in modo inequivocabile, che la Xylella sia la causa della malattia;
2) ci sono piante di olivo positive, con il batterio (da anni), che non manifestano la malattia;
3) ci sono piante d’olivo negative, senza batterio, che presentano la malattia e sono la stragrande maggioranza.


Sputacchina
I patogeni sono degli opportunisti che diventano virulenti quando le piante, a causa delle criticità, diventano vulnerabili alle avversità.
L’olivo, come tutte le piante, s’indebolisce soprattutto quando non riesce più a nutrirsi, vivendo in un terreno sterile e/o inquinato.






Diversi ricercatori degli Stati Uniti hanno mostrato, senza equivoci, che la molecola del glifosato, principio attivo dell’erbicida Roundup, causa sterilità dei terreni.

Dai report pubblici pugliesi si evince che in provincia di Lecce (aree focolaio), il consumo di erbicidi è di molto superiore a quello delle altre province.




Teruo Higa è un microbiologo, che cercando alternative alla chimica in agricoltura ha scoperto i Microrganismi Effettivi (Em) benefici in agricoltura.

Il successo di alcuni olivicoltori salentini nel guarire i loro olivi è dovuto anche all’uso di Em.

Incontro con i cittadini
contro la costruzione di un cremartorio a Botrugno
Buoni risultati con gli Em ha ottenuto anche il Cra (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura), ma il ministero competente, che vigila sul Cra, non li conosce.

Alcuni pensano che la terra sia un minerale inerte dal quale le radici delle piante traggono alcuni elementi nutrimenti.




Non è così. La terra è un complesso organismo vivente costituito da batteri, spore, funghi e piante che da secoli convivono con gli ulivi in un rapporto di reciproca protezione.

La sterilizzazione dei suoli con sostanze chimiche, insetticidi, fitofarmaci, concimi chimici e antibiotici trasforma questo complesso essere vivente in un deserto morto e determina la successiva morte delle piante che per secoli lo hanno abitato.

Un fenomeno simile è quello che sta avvenendo nel Veneto con la speculazione sul Prosecco. La corsa al guadagno ha portato gli agricoltori alla monocultura della vite e all’uso esasperato di diserbanti, antibiotici, insetticidi, fungicidi concimi chimici ecc.












I produttori affermano che la varietà di pesticidi è necessaria per rendere la pianta più resistente nel tempo ma Roberto Pinton, segretario di Assobio dice:

 “Noi del biologico abbiamo la prova vivente che non è vero. I vigneti coltivati senza pesticidi sono più salutari senza bisogno di questi trattamenti, usati solo per semplificare la procedura”.


Di Prosecco e dei vigneti del Veneto parleremo nei prossimi post. Nel frattempo riflettiamo sul ruolo della chimica nell’agricoltura e sul danno ormai certo che essa arreca al nostro organismo e all’ambiente in generale.

Giovanni Fazio