IL TETTO IMPOSTO AI MEDICI PER LA SPESA FARMACEUTICA
PASSA DA 113 EURO PER ASSISTITO NEL 2019 A 50
EURO PER ASSISTITO NEL 2020.
Un duro risveglio per tanti cittadini
che hanno votato plebiscitariamente Zaia.
Il presidente più amato dai veneti nel discorso di ringraziamento all’indomani della sua rielezione ha detto che la Sanità sarà il primo punto che sottoporrà alla sua attenzione.
Infatti non ha perso tempo per
imporre un ulteriore taglio:
il 23 settembre è arrivata ai medici di
famiglia una circolare della Direzione della AULSS 8 che impone a tutti i
sanitari di rientrare del 4,1% poiché
“Sulla
base della spesa del periodo gennaio - luglio 2020, la nostra Azienda non
rispetta il tetto assegnato per un valore di 990.690 euro, con uno scostamento
del 4.1%.”
Questo
tetto di spesa, fissato dalla Regione, non è dato sapere sulla base di quali
criteri scientifici, scende progressivamente, di stagione in stagione, infatti
nel 2019 il tetto massimo di spesa da non superare era di 113 euro.
Ciò mette i medici, e di conseguenza gli
assistiti, in gravi difficoltà per potere restare nei limiti di spesa sempre
più ristretti imposti dalla Regione.
Non
lamentatevi pertanto se domani il vostro medico sarà costretto a modificare la
terapia che state assumendo da sempre poiché da ora in poi, nel Veneto di Zaia,
la spesa farmaceutica pro capite non potrà superare i 50 euro per assistito (meno
della metà di quanto si poteva prescrivere fino a qualche mese fa).
Prosegue la circolare:
“Da un'analisi dei
dati provenienti dalla lettura delle ricette, aggiornati a marzo 2020, le
categorie terapeutiche che incidono maggiormente sulla nostra spesa
convenzionata sono le seguenti:
- farmaci per i disturbi ostruttivi delle
vie respiratorie,
- sostanze ad azione sul sistema
renina-angiotensina,
- sostanze modificatrici dei lipidi,
- farmaci per disturbi correlati
all'acidità.”
Si tratta di farmaci indispensabili per curare l’asma e la
broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e le
gastro duodeniti.
Proprio in questi giorni ci giunge una accorata lettera del Presidente dell’Ordine dei Medici di Vicenza dott. Michele Valente
“… Con la legge di
riforma degli Ordini, l’Ordine dei Medici è divenuto “organo sussidiario dello
Stato” con finalità di tutela della salute dei cittadini, intervenendo nel
controllo della professione per salvaguardare la qualità delle prestazioni mediche.
Questa
funzione (attribuita per legge) spesso genera una sorta di incomprensione e
addirittura di fastidio di fronte a prese di posizione dell’Ordine su scelte
politiche e manageriali dettate esclusivamente dal contenimento dei costi,
con conseguente abbattimento della qualità delle prestazioni e danno sulla
salute della gente perché qualcuno vorrebbe gli Ordini subordinati alla politica
e i Medici non più liberi e autonomi nelle loro decisioni cliniche ma
ingabbiati nella “medicina amministrata.
Gli Ordini non sono
mai andati troppo “a braccetto” con il potere costituito, perché parlano e
agiscono nell’esclusivo interesse dei pazienti, perché difendono i valori della
Professione Medica, una professione liberale, perché scelta liberamente e
perché portata avanti da uomini liberi e indipendenti.
Dott.Michele Valente |
L’Ordine,
in autonomia e libertà, fa il proprio dovere rifiutandosi di subordinare la
Deontologia e i Valori della nostra professione alle decisioni, spesso
incomprensibili e unilaterali imposte dalla politica. Valori e Deontologia che
per i manager rampanti della sanità sono concetti da “rottamare”, ma che per
noi Medici, tutti i Medici, hanno un valore essenziale.”
Questa durissima
critica non viene da un partito politico di opposizione ma da un “Organo dello Stato”,
quale è, al di sopra delle parti, l’Ordine dei medici.”
La continua sottrazione di risorse
alla sanità pubblica, marcia a tutto vapore nel Veneto, alla faccia delle
dichiarazioni ufficiali.
Il risultato evidente è la sofferenza dei cittadini, condannati a lunghissime
file di attesa e a ticket non più accettabili se, come dicono le statistiche ufficiali, ben 800.000 cittadini del Veneto hanno rinunciato alle cure e per l’eccessivo costo di terapie, visite specialistiche ed esami.La politica non è quella che vediamo quotidianamente in TV ma quella cheviviamo duramente ogni giorno in una regione che si vanta di eccellenze sanitarie mentre taglia sempre di più i finanziamenti alla sanità pubblica.
A margine di questa notizia, vorrei ricordare lo SPRECO DI DENARO PUBBLICO che rappresenta la costruzione, del tutto ingiustificata, di un nuovo ospedale a Montecchio Maggiore ad appena 5 km di distanza dall’ospedale di Arzignano, dettato da motivi di pura propaganda politica e da considerazioni meramente campanilistiche.
Anche questo è il Veneto di Zaia
Ospedale di Montecchio in costruzione: uno spreco di denaro pubblico |
Giovanni Fazio