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sabato 1 agosto 2020

LA MORTE ANNUNCIATA DELLA SANITÀ PUBBLICA IN VENETO E IN ITALIA


 
Venezia, Madonna della Salute



LA MORTE ANNUNCIATA DELLA SANITA’ PUBBLICA IN VENETO E IN ITALIA
Una testimonianza esplosiva da leggere tutta d’un fiato.

“In 28 casi su 100 i cittadini, avuta notizia di tempi di attesa eccessivi o trovate le liste chiuse, hanno scelto di effettuare le prestazioni a pagamento (il 22,6% nel Nord-Ovest, il 20,7% nel Nord-Est, il 31,6% al Centro e il 33,2% al Sud).

Transitano nella sanità a pagamento il 36,7% dei tentativi falliti di prenotare visite specialistiche (il 39,2% al Centro e il 42,4% al Sud) e il 24,8% dei tentativi di prenotazione di accertamenti diagnostici (il 30,7% al Centro e il 29,2% al Sud) .

I Lea, a cui si ha diritto sulla carta, in realtà sono in gran parte negati a causa delle difficoltà di accesso alla sanità pubblica. È quanto emerge dal IX Rapporto Rbm-Censis presentato oggi al «Welfare Day 2019.
Lunghe o bloccate: invalicabili le liste d’attesa.

In media, 128 giorni d’attesa per una visita endocrinologica, 114 giorni per una diabetologica, 65 giorni per una oncologica, 58 giorni per una neurologica, 57 giorni per una gastroenterologica, 56 giorni per una visita oculistica.

Tra gli accertamenti diagnostici, in media 97 giorni d’attesa per effettuare una mammografia, 75 giorni per una colonscopia, 71 giorni per una densitometria ossea, 49 giorni per una gastroscopia.

E nell’ultimo anno il 35,8% degli italiani non è riuscito a prenotare, almeno una volta, una prestazione nel sistema pubblico perché ha trovato le liste d’attesa chiuse.

Questa la insormontabile barriera all’accesso al sistema pubblico, che costringe a rivolgersi al privato anche per effettuare prestazioni necessarie prescritte dai medici.

Moltissimi dati sul modo in cui si sta trasformando la sanità in un mostruoso e redditizio business, NEGANDO IL DIRITTO ALLA SALUTE a tutti i cittadini.

         Questo e molto altro troverete nel mio viaggio nel girone dantesco della sanità veneta e nazionale.

Troverete le testimonianze dei medici che muoiono di Covid 19 perché mandati allo sbaraglio senza protezione adeguata e leggerete una lunga e drammatica narrazione che contraddice la propaganda politica che, abilmente, Zaia e i suoi hanno messo in campo, sfruttando la pandemia.

La realtà è ben diversa da quella che viene raccontata dai media e nel mio articolo, pubblicato su 


troverete numeri e testimonianze che stracciano il velo di omertà di quanto avviene nel Veneto tanto decantato.

Giovanni Fazio

Dedico questo articolo a tutte le persone decedute per incuria ed errori gravissimi da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto prendersi cura di loro, a tutti i cittadini che non sono più in grado di avere una sanità pubblica e gratuita, a coloro che si aggravano e muoiono per liste d’attesa lunghissime e inadeguate, ai colleghi medici che hanno affrontato e affrontano la pandemia con sacrificio e abnegazione, agli infermieri e al personale degli ospedali, del territorio e delle case di riposo,  a tutti coloro che non possono curare se stessi e i propri cari perché il lavoro loro e di milioni di cittadini è stato precarizzato rendendo incerto il futuro di un intero popolo.

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