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martedì 15 settembre 2020

UN MEDICO DI FAMIGLIA A FIANCO DEI SUOI ASSISTITI.

 

DAL COVID ALL'AMBIENTE


Aiutare i bambini in Africa



 Ho incontrato Luciano Mignoli pochi giorni fa: era un po’ che non ci vedevamo per le varie vicende legate al COVID 19. Sia lui che io abbiamo sperimentato, purtroppo il contagio; io, probabilmente, in una assemblea a Venezia e lui sul fronte del lavoro, sempre in prima linea per aiutare in mille modi i suoi pazienti. È uno dei tanti medici che hanno affrontato “a mani nude” la malattia. Per fortuna l’ha superata e, appena guarito, è tornato sul fronte.

         Come va adesso a Bassano, gli chiedo

 “Non tanto bene, le modalità di risposta sanitaria ad una eventuale recrudescenza della pandemia covid presentano ritardi organizzativi.

Non sono ancora state organizzate le postazioni per l’esecuzione del tampone Covid rapido in sperimentazione e normale quando già incominciano le prime sindromi influenzali e si riaprono le scuole.

 Le sindromi influenzali all’inizio sono indistinguibili dai primi segni covid e spingono pertanto i medici di famiglia, purtroppo, a visitare a distanza o con sistemi di appuntamento che favoriscono ritardi nel riconoscimento della virosi.

 Ancora adesso se il medico vuole un tampone o un test sierologico per il proprio paziente deve inviarlo ad una struttura privata perché i laboratori degli ospedali non sono ancora organizzati per farlo a chi volesse o a chi deve fare un ricovero programmato nel quale ora viene sempre chiesto il tampone.”

Questa, malgrado le chiacchiere e le vanterie, è la realtà del Servizio
Sanitario nel Veneto.

 In tanti mesi non si è stati capaci di riorganizzare un servizio pubblico efficiente e tempestivo.

“Proprio così, inviare tutte le sindromi influenzali in Pronto Soccorso


è impossibile
e assurdo perché non farebbe altro che far intervenire un medico USA che dovrebbe recarsi a domicilio per il tampone con vestizione e svestizione che richiedono circa 30 minuti: visto il numero limitato di medici sarebbe altrettanto impraticabile nei picchi influenzali. I medici di famiglia hanno dato disponibilità a collaborare per cercare le soluzioni più adatte ma non sono stati coinvolti.”

Conosco Luciano da molti anni, quando, insieme, attraverso l’azione sindacale, cercavamo di realizzare progetti per migliorare il servizio sanitario locale. Era sempre lo stesso che, da ragazzo appena laureato, si era recato in Mozambico, uno dei paesi più poveri dell’Africa, dal 1981 al 1983, prestando servizio nell'ambito della cooperazione internazionale come direttore sanitario dell'ospedale di Alto Molocuè.

         Adesso con lo stesso spirito di allora, opera nel campo ecologista dedicando il suo tempo libero alle iniziative contro i disastri che avanzano nella nostra regione.

“Ho sempre considerato l’ambiente, tutti gli altri esseri viventi, gli animali, le piante l’ambiente in generale, come parte integrante della vita degli esseri umani, sia dal punto fisico e biologico che dal punto di vista spirituale. Noi siamo il pianeta e non vi può essere salvezza per l’uomo se continua a distruggere l’unità di questo meraviglioso sistema.

La Pandemia è un prodotto, diretto o indiretto, non importa, di questo progressivo processo di distruzioni della nostra stessa base biologica. L’avidità delle multinazionali è alla base di uno sfruttamento intensivo delle risorse della terra ma il pianeta non ce la fa più.

Il clima ci manda segnali preoccupanti e pochi si rendono conto che alluvioni e cicloni sono solo i prodromi di disastri ancora maggiori se non cambieremo rotta.

Curare le persone significa anche capire che le malattie fanno parte di un sistema più grande e che per fermare l’aumento impressionante dei tumori, delle patologie degenerative invalidanti, dell’asma e delle gravissime lesioni al sistema riproduttivo, come quelle generate dai PFAS, bisogna prendersi cura del pianeta.”

Per questo ho deciso di votare per te alle regionali, non solo per la grande amicizia che ci lega da anni ma soprattutto perché sei una persona affidabile che non cerca poltrone bensì affronta anche questa “tortura elettorale” con spirito di altruismo e di coerenza con quanto fatto e pensato in una intera vita.

“Tu sai quanto mi dia fastidio andare in giro chiedendo di votare per me; per questo non vedrai nessun manifesto in giro con la mia foto.”

Sei l’unico. Ed è per questo che oggi pubblico questa nostra chiacchierata per far sapere, a chi interessa votare per uno che difende la vita e l’ambiente, veramente e con abnegazione, che sei candidato nell’unica lista che non si è accomunata a partiti vecchi e nuovi, una lista di persone per bene, modeste e preparate.

Sai che non mi piace riprodurre simboli elettorali e non li riprodurrò.

 Il Mio non è un invito elettorale ma una segnalazione indirizzata a quanti in questi anni, con estrema difficoltà si sono battuti contro l’inquinamento da PFAS, contro lo scempio della pedemontana e i veleni nei campi.

Segnalo, a chi può interessare che LUCIANO MIGNOLI è candidato nella lista Veneto Ecologia e Solidarietà.

Ritengo ciò l’inizio di un percorso che ci dovrà portare in tempi ragionevolmente brevi, allunità di tutti i movimenti ecologisti.

Giovanni Fazio




 

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