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giovedì 9 marzo 2017

OTTO MARZO CONTRO I DIRITTI NEGATI

Ieri si è svolta a Vicenza una bella manifestazione organizzata dalle donne per un otto marzo che non fosse una commemorazione spenta o una cena con le amiche ma una vera e propria giornata di lotta contro la violenza sulle donne, i femminicidi, le discriminazioni sul lavoro,  le inammissibili disparità salariali rispetto ai maschi, lo sfruttamento sessuale, il mobbing e l’aggressione al welfare da parte di una Europa che si preoccupa solo di rimpinguare le sue banche con i nostri soldi, tagliandoci sanità, asili, scuole, mense, trasporti e pensioni.
 La lotta delle donne acquista quindi una valenza politica a tutto tondo sui diritti che non sono solo loro ma anche dei nostri bambini e dei nostri vecchi.  
Le donne sono le nostre mamme, le nostre mogli, compagne, fidanzate e le nostre figlie. Il mondo le tratta malissimo e le umilia anche con la disoccupazione e il lavoro precario.
A Vicenza, dove ho manifestato insieme a loro, c’erano anche delle donne mussulmane, residenti in Italia da molti anni, che si sono aggiunte al corteo con i loro slogan.
 C’erano anche degli insegnanti e presidi che manifestavano per una legge democratica e popolare su una scuola che parta dal basso, la LIP che sarà presto portata dai cittadini in parlamento. Anche il mondo della scuola quindi si è immedesimato con le problematiche della donna ritenendo che in esso l’universo femminile dà un apporto insostituibile sotto diversissimi aspetti.
Vi do alcune foto della manifestazione, bellissima, coloratissima, e intelligente con le riflessioni e gli obiettivi scanditi, come in una via crucis laica, durante le fermate del corteo.
Ancora, soprattutto nel Veneto si assiste al diritto negato della interruzione di gravidanza a causa della cosiddetta “obiezione di coscienza” che, ancora una volta, colpisce la donna, vittima di un disservizio voluto che nel caso specifico possiamo anche definire abiezione di coscienza poiché la sanità pubblica non può obbedire alla sharia degli ipocriti ma solo alla legge dello stato laico e democratico.

Giovanni Fazio




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