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lunedì 12 settembre 2016

ARCHIVIO 14 09 2016 UNA NOVITA’ ESPLOSIVA SULLA PEDEMONTANA VENETA. Pubblicata in sordina sul Giornale di Vicenza del 12 Agosto.

Riporto il testo integrale del trafiletto
“……. Resta aperto anche il fronte della superstrada Pedemontana veneta.
Con una novità lanciata dal deputato Roger De Menech (Pd) dopo un incontro con lo stesso Delrio.
 De Menech spara a zero infatti sulle “gestioni commissariali”. «Il ministro Delrio e tutti noi siamo perché l’opera sia completata», premette. «La Regione è sempre brava a chiamare in causa responsabilità altrui, ma mentre adesso va a chiedere aiuto al Governo c’è un ragionamento da fare sui “project financing alla veneta” dell’era Galan-Zaia e sulla dichiarazione di stati di emergenza con nomina di commissari.

 Non mi pare proprio abbiano velocizzato le cose, visto che siamo solo a un terzo dell’opera dopo una vicenda durata molti anni, né risolto i problemi.




Dobbiamo rientrare nella gestione ordinaria per la realizzazione delle infrastrutture, cosa che il Governo sta già facendo in altri casi e con risultati positivi».

De Menech parla da politico Pd e non da rappresentante del Governo, ma
Delrio
il messaggio è chiaro ed è ben difficile che sia in conflitto con i pensieri di Delrio. E la traduzione è concretissima:
 il 31 dicembre scadrà il mandato del commissario Silvano Vernizzi per la Pedemontana Veneta e spetterebbe al Governo prorogarlo con i relativi poteri. A questo punto non è affatto scontato che Roma lo farà.
In questo caso la convenzione con il privato della Sis è chiara: se cessa “lo stato emergenziale”, sarà la Regione Veneto a subentrare direttamente al commissario-concedente. In gestione, appunto, “ordinaria”. Ma con molte grane da risolvere.•”

Roger De Menech
Sembra che la bella addormentata si sia svegliata dopo un lunghissimo letargo: sia Roger De Menech che Delrio si accorgono che l’emergenza e quindi il commissariamento dell’opera sono solo un espediente per bypassare le procedure normali per concessioni e appalti.

Addirittura si sono accorti che “c’è un ragionamento da fare sul Project financing alla veneta” dell’era Galan-Zaia e sulla dichiarazione di stati di emergenza con nomina di commissari.”

In realtà, dopo avere ignorato “una vicenda durata molti anni” costoro si rendono conto che non è più possibile menare il can per l’aia per un semplicissimo motivo: la società che avrebbe dovuto realizzare l’opera a proprie spese non è in grado di sostenerla economicamente e si dà il caso che né la  J.P.Morgan né la Cassa Depositi e Prestiti siano disposti a prestare denaro a chi non è palesemente in grado di restituirlo con i dovuti interessi, per altro molto alti (si è parlato del 7-8%).

 “In questo caso la convenzione con il privato della Sis è chiara: se cessa “lo stato emergenziale”, sarà la Regione Veneto a subentrare direttamente al commissario-concedentein GESTIONE ORDINARIA, ma con molte grane da risolvere.”



Meglio tardi, anzi tardissimo, che mai.

La notizia, pubblicata all’interno di un articolo in cui si parlava d’altro, è una bomba da prima pagina; tuttavia il Giornale di Vicenza non poteva pubblicarla col rilievo dovuto perché avrebbe sconfessato la linea fin qui tenuta da parte del foglio locale della Confindustria vicentina, di illustri politici e di grandi imprenditori locali.

Finalmente, dopo circa dieci anni di lotta del comitato dei cittadini Co.Ve.Pa, che aveva da subito visto quello che De Menech scopre oggi, si toglierebbe di mezzo il commissario e il project financing: era quello che , inascoltato, il Co.Ve.Pa chiedeva da anni.

Ora non resta che raccogliere i cocci del disastro colposo di cui i primi responsabili sono Galan e Zaia, sottolineando però che responsabilità di quanto accaduto è anche di coloro, come De Menech, Delrio e  molti altri personaggi del consorzio dei politici regionali e nazionali che, in tutti questi anni, non si sono mai curati di ascoltare le ragioni dei cittadini del Veneto, di quanti vedevano le proprie case abbattute  senza essere rimborsati, di quanti hanno perduto i propri campi e le proprie aziende, di quanti denunciavano l’assurdità di una emergenza fittizia e di un’opera devastante che avrebbe dovuto essere completamente ridisegnata, rispettando il territorio del Veneto scempiato dai comitati d’affari.


 Appena due giorni fa abbiamo pubblicato la lettera del comitato e le richieste di buon senso che vengono dai semplici cittadini. Riportiamo qui il link del post per chi non lo avesse letto

Ecco le richieste
1. Stop ai cantieri per avviare un tavolo trasparente e partecipato sul sistema di finanziamento, degli interessi e del rischio, per riprogettare una SPV dove serve e come serve;
2. Revisione del sistema dei flussi di traffico, dei pedaggi e riduzione dei costi a partire dal blocco della galleria Malo-Castelgomberto e del primo lotto, risparmiando oltre 500mln€ con riduzione dell'esposizione finanziaria;
3. Allontanamento del gruppo di gestione di questo fallimento con tutti i vertici, i collaboratori, gli assistenti e i passacarte;
4. Basta con la farsa sugli espropri: vanno pagati prima di tutti quale garanzia di ogni eventuale ripresa dei lavori;
5. Applicazione del Codice degli Appalti con il via a un project-review della SPV con intervento della Corte Dei conti e di ANAC, rispetto la direttiva 2014/23/UE sul rischio operativo bancario a carico del concessionario.”

Abbiamo ripubblicato gli obiettivi posti dal Co.Ve.Pa. affinché anche certa stampa locale la smetta di ignorare chi in tutti questi anni ha veramente lottato in difesa dei cittadini.

Don Albino Bizotto celebra la messa davanti ai cantieri, chiedendo che i cittadini siano ascoltati


Non si tratta di violenti estremisti contestatori, di “quelli cui non va bene mai niente e dicono solo di no”. Fino ad ora i veri estremisti sono stati coloro che hanno sostenuto un assurdo Project Financing che ha succhiato centinaia di milioni di denaro pubblico (cioè nostro), che hanno approvato flussi di traffico esagerati (adesso pubblicamente dichiarati gonfiati) finalizzati alle richieste di un contributo regionale di decine di milioni alla società, nel caso l’obiettivo previsto non fosse stato raggiunto.

Ci auguriamo che la magistratura controlli la liceità o meno di questo modo di procedere da parte di privati e di rappresentanti dello stato e della regione e ci auguriamo, se non è chiedere troppo, che i cittadini vengano finalmente ascoltati, come è giusto che avvenga in un paese democratico.

Giovanni Fazio










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