Visualizzazioni totali

lunedì 24 ottobre 2022

SUL TAVOLO DEL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI VERONA L’INQUINAMENTO DI A.Ri.C.A.

 LA CONSIGLIERA REGIONALE CRISTINA GUARDA INTERVIENE IN DIFESA DEI COLTIVATORI E DELLA SALUTE.

 

Sbocco del dotto A.Ri.C.A. nel Fratta Gorzone

In questi giorni la Consigliera Regionale Cristina Guarda ha denunciato con un esposto alla procura di Verona, il gravissimo stato di inquinamento del fiume Fratta Gorzone, chiedendo la chiusura del dotto A.Ri.C.A. che raccoglie i reflui dei cinque depuratori del distretto conciario arzignanese scaricandoli  più in giù, nella bassa pianura, all’altezza di Cologna Veneta.

Era inevitabile che ciò accadesse ed è prevedibile che richieste simili continuino ad arrivare alla magistratura veneta che in questi giorni sta processando Miteni per motivi simili.

È chiaro che la eventuale chiusura del dotto A.Ri.C.A. comporterebbe il blocco di tutto il distretto con quello che ne consegue. Una cosa gravissima che colpirebbe, oltre alle aziende anche il lavoro di 17000 addetti.

L’associazione CiLLSA ha operato da diversi anni per evitare che ciò accadesse perorando l’apertura dei lavori di bonifica del Fratta Gorzone con la messa in opera dei progetti previsti nell’accordo decennale Stato Regione, siglato nel 2005 e riconfermato nel 2017 con scadenza nel 2027.

 Di tali progetti, purtroppo nemmeno uno è stato realizzato dallo Stato né dalla Regione Veneto che sono i principali firmatari dell’accordo.

È importante sottolineare che tra i firmatari figurano, il Distretto conciario vicentino, l’Associazione industriali di Vicenza, la sezione concia Apindustria Vicenza, la sezione Concia UNIC , la Sezione Confartigianato di Vicenza (Sezione Concia).

Sono passati inutilmente 10 anni dalla firma del primo accordo e altri cinque da quella del secondo .

Nel frattempo le condizioni del fiume si sono ulteriormente deteriorate determinando l’inquinamento delle colture  cui sono destinate le sue acque malate.

                                                                                                                                            Ricordiamo che attualmen

Manifestazione sull'argine del Fratta Gorzone

te il fiume è, di fatto, l’unica fonte di irrigazione del vasto territorio a Sud di tre province venete dove vivono circa un milione di persone. Ricordiamo che la falda sottostante è stata messa fuori gioco dall’inquinamento PFAS Miteni che coinvolge circa 10.000 pozzi privati.

Basta solo questo, unito alla siccità provocata dal riscaldamento globale, per capire la gravità di quanto sta avvenendo. Oltre alle concerie, sono a rischio le colture  della grande pianura e la salute dei cittadini che di esse si nutrono.

Di chi la responsabilità di non avere attivato i progetti che stavano nei cassetti della Regione da quindici anni?

Oltre a noi molte associazioni e comitati del Movimento ambientalista hanno ripetutamente sollecitato, in questi anni, la Regione a rendere operativi i numerosi progetti già previsti. Se ci sono dei responsabili del disastro sistemico che coinvolgerà oltre alle popolazioni, una parte importante dell’economia regionale questi vanno cercati tra coloro che hanno deliberatamente ignorato l’accordo Stato Regione per 15 anni.

Forse in alto loco si pensava che il distretto della concia fosse too big to fail, come si dice negli USA, ma si pensava questo anche di Miteni, con i risultati che si sono visti.

Nessuno dei firmatari può dire di non sapere cosa contenesse l’accordo.

A mo’ di esempio riportiamo la riproduzione dell’articolo 1 del primo accordo in modo da renderci conto di cosa si tratta e di quanto fosse ritenuto necessario già nel lontano 2005 intervenire con urgenza.

 


 

 Riportiamo anche  copia di un brano della pagina 8 dell’allegato “A” del DGR n°359 del 22 marzo 2017, che recepisce il nuovo accordo di programma, in cui si legge:

 “In particolare nella considerazione della contaminazione storica che alcune aste fluviali hanno subìto, soprattutto nella matrice dei sedimenti, da parte delle industrie conciarie, il piano rileva che il ripristino delle comunità biologiche non è compatibile con il raggiungimento, ancorché in regime di proroga, degli obiettivi della DQA e fissa pertanto, per cinque corpi idrici del bacino del Fratta-Gorzone, l’obiettivo del raggiungimento dello stato sufficiente entro il 2027. Nel Piano si evidenzia inoltre  la presenza diffusa di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque superficiali e sotterranee del bacino in oggetto e viene riportato il “programma preliminare di misure” finalizzate all’abbattimento delle concentrazioni delle sostanze PFAS, già in parte operative;”

In parole povere, nel 2017, all’atto della stipula del programma, i firmatari sottoscrivevano il fatto che lo “storico inquinamento” da parte  delle industrie conciarie non consentiva la possibilità di riportare il fiume allo stato “Buono” ma soltanto allo stato “Sufficiente”. 

Tale affermazione è stata sottoscritta anche dai rappresentanti delle varie associazioni della concia . Ciò significa che i firmatari dell’accordo erano pienamente  coscienti del danno grandissimo arrecato al fiume dagli scarichi conciari.

Malgrado ciò, chi aveva il dovere di far partire rapidamente i lavori non lo fece. Dopo15 anni, pertanto, il fiume si trova in una situazione pessima proprio a causa degli scarichi di A.Ri.C.A. 

 M

Per anni abbiamo sollecitato le istituzioni competenti a provvedere ma forse si pensava che una tale situazione si potesse gestire, senza problemi, per anni introducendo dei “limiti” allo scarico per giustificare legalmente quanto avveniva.

25 aprile 2022 staffetta per il Fratta Gorzone


 Quando qualcuno, come per esempio ha fatto nel novembre dello scorso anno il COORDINAMENTO PER IL RISANAMENTO DEL FIUME FRATTA GORZONE, chiedeva che si intervenisse sullo stato di inquinamento del fiume si rispondeva che gli scarichi erano entro i limiti di sicurezza previsti dalla Regione o non si rispondeva affatto.

Dal momento che questi limiti,  la cui definizione fu avocata a sé dalla Regione, non erano sufficienti ad evitare il progressivo degrado delle acque del fiume, è evidente che erano insufficienti a garantire la salubrità del Fratta Gorzone.

Se ne deduce che tali limiti erano sbagliati e che bisogna indagare sulle responsabilità chi li ha fissati, tenendo presente che il degrado del Fratta Gorzone non è un atto improvviso e imprevedibile ma si è realizzato nel corso di molti anni, periodo in cui era impossibile non accorgersi che le misure per garantirne la salubrità del fiume non erano affatto sufficienti.  

Il progressivo degrado del fiume e della pianura erano sempre più evidenti tanto che si programmò un inutile e costoso prolungamento del dotto A.Ri.C.A. per bypassare la città di Cologna veneta. Solo le istituzioni regionali ignoravano quanto accadeva sotto gli occhi di tutti.

A suo tempo avvertimmo chi faceva orecchie da mercante che il mancato avvio dei lavori dei progetti che avrebbero dovuto bonificare il fiume metteva a serio rischio di chiusura il comparto conciario ma, evidentemente, tali avvertimenti non furono presi sul serio.

Ci si accusò, al contrario, di essere nemici delle concerie, quando, invece, i nostri appelli miravano a mettere in guardia le istituzioni al fine di preservare le aziende dal disastro paventato.

Contrariamente a quanto affermano persone in malafede, siamo preoccupati per la leggerezza e superficialità con cui si opera in alto, mettendo a rischio, oltre che un comparto produttivo di enorme valore, anche il posto di lavoro di quanti operano nel comparto.

Invece di correre rapidamente ai ripari si preferisce accusare chi difende la salute di centinaia di migliaia di persone costrette ad ingerire cibi inquinati, prodotti nei campi contaminati da acque insane, chi si preoccupa per le patologie acclarate che le PFAS arrecano alle persone, soprattutto alle nuove generazioni.

A testimonianza dell’impegno dei comitati ecologisti, riproduciamo parte di una PEC inviata alla Regione Veneto nel 2021

 

COORDINAMENTO PER IL RISANAMENTO DEL FIUME FRATTA GORZONE

COMUNICATO STAMPA

 

Il 6 novembre 2021. a Cologna Veneta è stato costituito il “Coordinamento per il risanamento del fiume Fratta Gorzone”, una realtà che raggruppa associazioni, comitati e attivisti con la finalità di sollecitare il risanamento del fiume Fratta Gorzone.

Il coordinamento nasce dalla condivisione dei seguenti presupposti:

-          l’inquinamento del fiume Fratta Gorzone è noto da tempo, tuttavia alcuni fatti relativamente recenti rendono il suo risanamento ancora più urgente;

-          la contaminazione della falda sotterranea dovuta ai pfas, ad esempio, penalizzerà o impedirà del tutto l’utilizzo dell’acqua prelevata dai pozzi rendendo i corsi d’acqua superficiali la principale risorsa per l’agricoltura;

-          uno screening della Regione Veneto (reso pubblico recentemente dal comitato delle Mamme no-pfas e da Greenpeace) effettuato su determinati prodotti (carne, uova, frutta, verdura) ha rivelato presenze rilevanti di Pfas, indicando una contaminazione in atto della catena alimentare dovuta evidentemente anche all’utilizzo di acque irrigue inquinate;

-          un’ulteriore ricerca condotta su questi dati, e oggetto di un apposito articolo scientifico pubblicato nel numero di ottobre della rivista Epidemiologia e Prevenzione, ha portato alla conclusione che una delle aree a maggior probabilità di contaminazione si trova proprio lungo la direttrice del fiume Fratta, al di fuori dell’area di contaminazione della falda, nel territorio dei comuni di Montagnana, Bevilacqua e Terrazzo.

-          è fondamentale perciò - ora più che mai - risanare i corsi d’acqua superficiali a partire dal Fratta Gorzone.

 

Pubblichiamo questa ultima testimonianza per evidenziare che il Movimento No PFAS ha tentato, per anni in tutti i modi, di aprire un dialogo con le istituzioni regionali per indurle a prendere atto della gravità di quanto stava avvenendo. Tuttavia tali tentativi sonno stati frustrati dal silenzio del destinatario.

Se la Regione dorme il Distretto concia arzignanese sembra, invece, avere capito che così non si può andare avanti.

 Sono stati presentati finalmente una serie di progetti nell’ambito del PNRR per ridurre l’inquinamento del fiume tramite nuove modalità di trattamento dei rifiuti, step to step, recuperi e riciclaggi, tali da comportare un forte abbassamento del carico inquinante.

Dai colloqui avuti col presidente del Distretto e con gli amministratori di Acque del Chiampo abbiamo avuto modo di vedere, per grandi linee, il tipo di intervento che si intende attuare. Ci auguriamo che questa volta le cose marcino diversamente di quanto è avvenuto in passato.

Nel frattempo ….

 

Giovanni Fazio

 

 LINK dell'intervista di Marco Milioni a Cristina Guarda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


venerdì 7 ottobre 2022

 COMUNICATO STAMPA


 

EcoFesta in Arzignano

  

Nei giorni 14/15/16 ottobre apriamo le porte alla prima EcoFesta in Arzignano, proposta alla cittadinanza dalla nostra associazione ecologista Ci.L.L.S.A (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente) col concorso prezioso del Comune di Arzignano. Celebriamo così dieci anni di attività nella nostra città.

La festa inizia la sera del 14 ottobre alle ore 20.30, nella Biblioteca comunale con il saluto e la presentazione del programma da parte della sindaca di Arzignano, Alessia Bevilacqua e della portavoce di CiLLSA.  Segue la proiezione del film “Teorema Venezia”. 

Prosegue nei due giorni successivi (15 e 16 ottobre), con varie iniziative: dalla commemorazione di Antonio Boscardin, eroe civile di Arzignano,  sul ponte di San Zeno dove è affissa già una targa in suo ricordo, alla banda musicale in piazza Libertà, al proseguo poi nel parco di Villa Brusarosco con  balli etnici, giochi e laboratori per bambini,  incontri con l’autore nel gazebo-libreria,  dibattitti pubblici con la partecipazione di esperti ecologisti che affrontano varie tematiche attuali di interesse generale (comunità energetiche, alimentazione, tutela dei boschi, difesa  della salute) Mercato Contadino sui prati con cibi ecologici direttamente dai campi. Concerti: nelle due serate, in biblioteca comunale, il Maestro Antonio Camponogara insieme a Gastone Bortolaso (tromba) e un nutrito gruppo di cantanti lirici ci riservano piacevoli sorprese musicali.

Nei due giorni sarà aperta la Piccola Osteria itinerante: Food Truck, con panini, bibite, e leccornie ecologiche. 

Scopo della festa, per CiLLSA, è quello di avvicinare i cittadini alle problematiche ambientali, molto trascurate dalla Politica che poco si cura del degrado del pianeta e della salute dei cittadini.

È importante, infatti, capire che quanto avviene già sotto i nostri occhi, qui localmente e nel mondo (manifestazioni climatiche forti che si caratterizzano in trombe d’aria, inondazioni, siccità, riscaldamento dei mari, esodi di popolazioni, nuove pandemie e malattie portate da virus o dalle zanzare e altri animali che approdano da noi) sono fenomeni non isolati ma parte di un sistema di degrado che coinvolge tutti gli aspetti della vita sul pianeta. 

 È nostro intento, perciò, affrontare con i cittadini, tali questioni, riguardanti la vita di ognuno di noi, per condividere soluzioni e garantire un futuro meno compromesso ai nostri bambini. È un necessario richiamo a responsabilità individuali e collettive.                                                                                 

Nella nostra casa comune, siamo tutti chiamati alla difesa delle risorse idriche, sempre meno abbondanti e sempre più aggredite dall’inquinamento della chimica sversata sui campi e dai reflui industriali, alla difesa dei cibi e dell’aria che respiriamo, alla difesa del suolo contro la cementificazione e contro le dispendiose mega opere inutili  Siamo chiamati alla tutela della salute, nostra e di tutti, con un servizio sanitario pubblico, democratico, accessibile economicamente  e capace di rispondere ai nostri bisogni in tempi rapidi.

Ci confrontiamo dal 2012 con i cittadini e le istituzioni su un piano di concretezza e positività, sia sulle questioni generali che sulle tematiche locali che riguardano la vita di ogni giorno.

Una vera transizione ecologica, per essere realmente tale, deve agire e prendersi cura in primo luogo dei soggetti più svantaggiati socialmente ed economicamente, rivolgersi all’intera società con proposte che mirano a migliorare le condizioni di vita di ogni cittadino ponendo sempre la salute al primo posto nella scala dei valori.                                                                                                 

Pace, solidarietà, rispetto della vita di tutti gli esseri viventi e delle risorse naturali sono alla base dei valori che animano il Gruppo educativo Zero Pfas del Veneto che agisce nelle scuole, di cui CiLLSA fa parte, con un progetto educativo intitolato, non a caso, “ONE HEALTH. SALUTE E PRATICHE DI CITTADINANZA ATTIVA NELLA TERRA DEI PFAS”. 

In armonia con il dettato della Costituzione Italiana, operiamo perché si attui una pace rapida e permanente, che spenga il conflitto nel cuore dell’Europa. Siamo non violenti e per noi non esiste nulla di più orribile della guerra. Contestiamo il modo con cui i nostri Governanti hanno coinvolto nelle operazioni belliche il Paese senza nemmeno tener conto delle drammatiche ripercussioni che la loro azione avrebbe avuto sulla società civile: le sanzioni si sono rivelate poco funzionali e hanno penalizzato in realtà la comunità italiana con l’aumento vertiginoso di prezzi e di bollette, svalutazione, rischio di chiusura delle piccole, medie industrie e conseguente disoccupazione.  Non ci stanchiamo di ribadire la necessità di aprire “Negoziati subito” come continua a ripetere, nel mondo cattolico, papa Francesco

PACE: è anche il senso della messa celebrata da Don Albino Bizzotto all’interno della nostra Festa.

Donata Albiero (portavoce di CiLLSA)            

                                                                                                                                                 6 ottobre 2022

LEGGETE TUTTI I PARTICOLARI DELLA FESTA E DELLE MANIFESTAZIONI CLICCANDO L'ALLEGATO

 Allegato 


lunedì 19 settembre 2022

LA CONCIA VERSO L'IMPATTO ZERO?


PNRR 10 MILIONI DI EURO AL DISTRETTO CONCIA

"A partire dalle ore 10 del 15 novembre 2022 le imprese appartenenti al Distretto conciario arzignanese potranno richiedere contributi a fondo perduto per la realizzazione di progetti d’investimento legati all’innovazione dei prodotti e dei modelli produttivi in un’ottica di ecosostenibilità ed economia circolare."

È quanto prevede il decreto del Ministero dello sviluppo economico che stabilisce i termini per la presentazione delle domande relative alla misura agevolativa nel decreto Sostegni bis e che dispone l’erogazione di contributi a fondo perduto per 10 milioni di euro per l’industria conciaria.

 Finalmente viene investita una notevole somma finalizzata al risanamento del territorio,  al miglioramento, in senso ecologico, di tecniche industriali e alla modifica della gestione dei rifiuti.

 

GLI OBIETTIVI DEL DISTRETTO CONCIA:

Il progetto del Distretto si coordina su quattro obiettivi:

  • “la raccolta differenziata degli scarti per recuperare ciò che può essere inserito nuovamente nel ciclo produttivo, permettendo di ridurre notevolmente la parte da smaltire;
  • l'utilizzo di prodotti chimici che abbiano un minore impatto sull'ambiente;
  • il risanamento del bacino del fiume Fratta Gorzone;
  • la carbon neutrality vale a dire l'equilibrio tra anidride carbonica emessa e anidride carbonica rimossa.”

 

IL FRATTA GORZONE

Da anni, insieme ad altre associazioni ambientaliste, ci battiamo per il risanamento del fiume Fratta Gorzone, ormai ridotto ad uno scolo tossico a causa degli sversamenti storici del distretto della concia.

         Questo fiume, dopo l’inquinamento da parte di Miteni della grande falda d’acqua sotterranea, rimane l’unica fonte idrica cui possono attingere i coltivatori del vasto bacino che da Cologna Veneta raggiunge il Brenta, a pochi passi da Chioggia. Qui  la melma industriale trova il suo sbocco definitivo nella laguna di Venezia e nel mare antistante Sottomarina.

Il progetto del Distretto è il primo passo per salvare una riserva d’acqua strategica, soprattutto adesso che il cambiamento climatico sta attaccando la pianura veneta con fenomeni di siccità molto preoccupanti.

È necessario, pertanto, che le sue acque siano indenni da contaminanti se vogliamo preservare le colture della pianura da inquinamenti di ogni genere.

È vero, come sostiene Barbara Mastrotto[1], che Luca Zaiasi è speso in prima persona per sostenere quella che è una filiera strategica per il Veneto e per l'Italia”, cioè le concerie della valle del Chiampo, ma è altrettanto vero che dal 2005  ad oggi due grandi progetti decennali per la bonifica del Fratta Gorzone sono restati lettera morta senza che  lui movesse un dito, così come non si è mai mosso per contrastare il cinquantennale inquinamento di Miteni.   

Le sue orecchie sono rimaste sorde al bisogno di migliaia di coltivatori e di centinaia di migliaia di persone colpite dall’inquinamento da PFAS. Evitiamo quindi inutili e fuorvianti incensamenti . 

Sbocco nel Fratta Gorzone


PERCHE' DEFINIAMO "STRATEGICO QUESTO FIUME ?

Perché gran parte dei prodotti della pianura, che raggiungono i mercati,  sono fortemente inquinati, soprattutto dalle PFAS.

L’ ingestione di questi alimenti, che non vengono controllati da nessuno, sta propagando in tutto il Veneto una contaminazione che inciderà profondamente sulla salute dei suoi abitanti, soprattutto, delle nuove generazioni.

LA PREVENZIONE MANCATA

Della mancata prevenzione in difesa della salute è pienamente responsabile la Regione Veneto con i sui capi politici e le strutture che dovrebbero attivarla.

Ciò risulta anche dal rapporto del Commissario dell’ONU, Marcus Orellana, venuto appositamente nel Veneto per rendersi conto di quanto sta avvenendo.

 

IL PROGETTO DEL DISTRETTO 

Questa volta siamo di fronte ad un progetto vero, e non solo cartaceo, che impegna finalmente il Distretto della concia  a farsi carico di questi annosi problemi. 

Lo conosciamo, oltre che per averne preso visione, anche grazie a due incontri col presidente del Distretto Riccardo Boschetti e con Nicola Muraro, suo portavoce.                                                                                                                           

Riteniamo che alcune parti di esso, come ad esempio la raccolta differenziata degli scarti del processo industriale, passo dopo passo, il recupero e il riciclaggio degli stessi, siano veramente importanti e tali da potere abbassare in maniera significativa lo scarico nell'ambiente di sostanze altamente inquinanti come il cromo e le stesse PFAS, attualmente molto usate nella concia.

Importanti anche la dissalazione e gli interventi di recupero e riciclaggio di quelli che vengono chiamati rifiuti di riviera (pelo e carniccio). Fondamentale è pure la ricerca di prodotti alternativi a quelli tossici, primi fra tutti le PFAS.

Da tali interventi ci aspettiamo un significativo  miglioramento degli scarichi nel Fratta Gorzone e un risparmio di materiale e di energia, anche se questo lodevole inizio non sarà sufficiente a bonificare il fiume in maniera completa. C'è bisogno di altri interventi e di maggiori finanziamenti. 

 Nelle pieghe del discorso con Nicola Muraro, è saltato fuori, però, che il progetto prevedrebbe la costruzione di un gassificatore ad Arzignano 

In realtà, tale struttura non è mai citata esplicitamente nel testo del progetto ma, su questo, la popolazione e le Amministrazioni comunali, che fanno capo al bacino e che in merito hanno già deliberato contro la costruzione di un inceneritore in loco, tengano gli occhi aperti e pretendano una smentita da parte del Distretto.

Il PNRR  per le finalità che persegue non può consentire la costruzione di un’opera che, anziché ripulire l’aria la inquinerebbe più di quanto non lo sia già.


CARBON NEUTRALITY

Per quanto riguarda, infine, il quarto punto del progetto, la carbon neutrality (vale a dire l'equilibrio tra anidride carbonica emessa e anidride carbonica rimossa), esprimiamo forti riserve.

Questo baratto, pur essendo legale, è nei fatti una vera truffa. 

Non ha senso acquistare un pezzo di foresta vergine in Amazzonia per compensare l’inquinamento che avviene ad Arzignano.                                            

 La borsa della CO2, una delle più oscene invenzioni liberistiche, consente infatti di acquistare alberi in un altro continente per compensare l’anidrite carbonica rilasciata in Italia.

Perciò bocciamo ogni soluzione borsistica della CO2, anche perché le emissioni inquinanti ce le beccheremmo noi ad Arzignano, e chiediamo che l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica si realizzi attraverso adeguate iniziative sul posto.

Foresta amazzonica


UNA IMPORTANTE SVOLTA

Le lotte del Movimento ecologista hanno trovato una prima risposta nell’iniziativa del Distretto conciario. 

Riteniamo di essere di fronte ad una importante svolta. Potrebbe essere l’inizio di una nuova storia e un nuovo rapporto tra industria e territorio:  va pertanto incoraggiata e portata avanti.

 Ci auguriamo che il progetto che si vuole mettere in atto sia il primo passo di un nuovo percorso  di attenzione alla salute delle persone e all’integrità dell’ambiente.

 Siamo appena all’inizio. Riteniamo che stavolta siamo sulla strada giusta e ne facciamo merito anche ad una Amministrazione comunale che, dietro le quinte, ha esercitato ed esercita una forte pressione per il cambiamento.

Il riscaldamento climatico è alle porte con i suoi terribili annunci. Dobbiamo prenderne atto. Ce lo chiedono i nostri figli angosciati da un inimmaginabile futuro.

L'iniziativa del Distretto è una presa di responsabilità per l'avvenire di questa zona e dei suoi abitanti e si inserisce in un piano generale che ci auguriamo possa interrompere il declino climatico del pianeta.

Guardando in avanti, molte sono ancora le opere da realizzare per aderire ad un nuovo modello esistenziale. 

I grandi profitti realizzati con la concia potrebbero avere uno sbocco positivo se utilizzati per una diversificazione produttiva. Questa potrebbe alleggerire l’impatto che un complesso eccessivo di industrie della pelle ha sul territorio.

C’è molto da fare e molto da sperimentare, sul piano del risparmio energetico, dell'utilizzo intelligente delle rinnovabili, sulla partecipazione di tutti ad una nuova organizzazione della società fondata sulla giustizia climatica e sul rispetto della vita. Costruiamo insieme la città del sole  prendendo atto della fine di un modo di produrre e di consumare che ci hanno portato sull’orlo del precipizio.

 

Giovanni Fazio

 

 


 

 

 



[1]
                        [1] portavoce del progetto, nonché vicepresidente di Confindustria Vicenza