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venerdì 21 giugno 2019

PFAS: DAGLI SCIENZIATI AUSTRALIANI L’ALLARME SULLA CONTAMINAZIONE DEGLI ALIMENTI.



SIAMO TUTTI ESPOSTI.

Ringraziamo la dottoressa Laura Facciolo per il contributo scientifico di altissimo livello che continua a fornirci.
  
Grazie a lei veniamo a conoscenza degli studi e delle ricerche effettuate in Australia, secondo le quali le PFAS sono un nemico proteiforme, cioè capace di cambiare aspetto e caratteristiche chimiche perfino all’interno dei filtri che dovrebbero neutralizzarle.

Sappiamo anche, grazie alle ricerche riportate dalla dottoressa Laura Facciolo, che le PFAS più pericolose, quelle di nuovo conio, non vengono nemmeno ricercate nei nostri acquedotti.



  Stando così le cose comprendiamo quanto difficile sia eliminare le PFAS una volta entrate nel ciclo vitale e in quello degli acquedotti.

  Sappiamo che l’intero pianeta è contaminato da queste sostanze, incautamente e criminalmente create e usate dall’uomo. Nei più lontani oceani, a grandissima distanza dalle aziende e dai fiumi inquinanti, scopriamo che i pesci sono addirittura inzuppati da PFAS. Constatiamo, intanto, che nei nostri territori i cibi subiscono la contaminazione dall’acqua e dai terreni.

 Sappiamo anche, tramite tantissimi studi scientifici, che la presenza di queste sostanze mette a repentaglio la salute e la vita stessa delle nuove generazioni, essendo in grado di incidere perfino sul genoma.

 È IN GIOCO LA SICUREZZA ALIMENTARE.
Dove vanno a finire i cibi contaminati prodotti nel Veneto?


Rispetto a queste drammatiche problematiche le risposte della Regione Veneto non si possono definire brillanti, trasparenti e risolutive.

È chiaro che, di fronte ad un disastro ambientale di tali dimensioni quale è quello che riguarda centinaia di migliaia di persone, non si può pensare di uscirne fuori adottando pannicelli caldi e mezze misure come sembra si stia facendo fino ad ora.

Abbassare di qualche nanogrammo i limiti consentiti delle PFAS nell’acqua potabile o nei cibi non risolve il problema, anzi lo aggrava in quanto autorizza i gestori e gli amministratori a erogare legalmente cibi e acqua contaminati.
 
Si tratterebbe di una legalizzazione dell’inquinamento che servirebbe solo a smorzare temporaneamente il malumore crescente dei cittadini e a tacitare le coscienze di chi tergiversa sulle vere misure urgenti da adottare.




Pertanto,   chiedere a ministri e amministratori di vario ordine e grado nuovi livelli “accettabili” di PFAS negli acquedotti e negli scarichi dei depuratori e delle aziende, oltre a non risolvere il problema  rappresenterebbe un ennesimo inganno a danno dei cittadini.

Possiamo cercare di salvare il futuro nostro e dei nostri figli solo attraverso l’adozione di misure radicali. 


Così come è stato fatto per il DDT, l’amianto e altre sostanze,

è necessario PROIBIRE LA PRODUZIONE, L’USO E IL COMMERCIO DI SOSTANZE PERFLUORATE DI QUALUNQUE TIPO e lo SCARICO DELLE STESSE NELL’AMBIENTE (rogge, fiumi, canali, terreni). 


È indispensabile eliminare del tutto la loro presenza negli ACQUEDOTTI.

È necessario ATTUARE UNA STRETTA VIGILANZA SUGLI ALIMENTI affinché siano esclusi dal commercio quelli contaminati.

Questi sono alcuni degli obiettivi per cui ci battiamo da sempre e continueremo a batterci fino a quando non li avremo raggiunti.


Per inciso, non ci fermano le denunce che fioccano da parte di qualche assessore regionale nei confronti di chi si batte per la salute dei bambini e di tutti i cittadini in generale. 

Chi risponde così alla richiesta di salute, di prevenzione e di sicurezza alimentare non fa altro che aggravare, davanti agli occhi di tutto il popolo veneto, la sfiducia motivata che già grava sul comportamento delle istituzioni).

Giovanni Fazio

17 giugno 2017 manifestazione davanti al tribunale di Vicenza



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