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mercoledì 14 marzo 2018

PFAS NELL’ACQUEDOTTO DI ARZIGNANO




INTERROGAZIONE DI CRISTINA GUARDA e SENTENZA DEL TRIBUNALE SPECIALE DELLE ACQUE.

Il cerchio di omertà attorno ad Arzignano comincia a sfaldarsi per non dire che va completamente a pezzi.

Ricordiamo a tutti che la città della concia non è stata inserita in nessuna delle zone contaminate; né rossa, né arancione, né altro.
Semplicemente Arzignano, la città i cui pozzi di presa dell’acquedotto sono i più vicini alla Miteni, non esiste.

Il sindaco Gentilin si è dato un gran da fare per rassicurare i cittadini che l’acqua che beviamo è pura acqua di fonte, gridando ai quattro venti che si tratta di acqua oligominerale e negando acqua non contaminata ai bambini dell’asilo, elle mense scolastiche e alle donne gravide.

Arzignano, sulla mappa dell’inquinamento non esiste.

Adesso, dopo mesi di polemiche, interviene la consigliera Cristina Guarda, che ringraziamo per avere portato le nostre istanze al Consiglio Regionale.

L’”operazione omertà” messa in atto da persone con la coda di paglia comincia a scricchiolare.

Il tentativo di distrarre l’attenzione pubblica dal distretto conciario è definitivamente fallito.

Il ricorso del consorzio A.Ri.C.A. al Tribunale Superiore delle acque Pubbliche ha costretto la Regione Veneto a riconoscere che

I composti perfluoroalchilici (PFAS) sono utilizzati in numerosi prodotti chimici usati nei cicli di lavorazione, in modo trasversale ai vari comparti produttivi, quali ad esempio quelli utilizzati per dare alle pelli caratteristiche di idro–oleo repellenza, …. con diverse formulazioni, vista la loro elevata capacità tensioattiva e la notevole flessibilità d’uso. Ad esempio nel settore della concia si usano polimeri poliflorurati, i quali possono risultare precursori di composti PFAS in particolari condizioni. Per tali composti è spesso auspicabile procedere verso una loro sostituzione.”


Viene pertanto riconosciuto l’ampio uso di perfluorati usati in alcune aziende del distretto concia di Arzignano. Il tribunale  impone alla Regione la adozione di alcune misure necessarie a preservare il Fratta Gorzone dall’inquinamento da PFAS, proveniente dal dotto A.Ri.C.A. che raccoglie i reflui di 5 depuratori tra cui quello di Arzignano.

Ecco in sintesi le misure che dovranno essere adottate previste dal   

CRONOPROGRAMMA della Regione.

Si propone quindi di adottare le seguenti azioni, che per comodità si potranno definire comunque come MTD, sia di tipo operativo che gestionali, che necessariamente dovranno essere adottate a livello delle attività produttive interessate da flussi di sostanze PFAS:

1) Filtrazione su carboni attivi delle acque di falda prelevate ad uso
produttivo, con rilevazione periodica dell’efficienza del sistema e calcolo del
quantitativo di sostanze filtrate.

2) Analisi di dettaglio dei flussi produttivi, al fine di procedere alla
segregazione, ove possibile e ragionevolmente operabile, dei flussi di scarico
contaminati da PFAS prima che gli stessi si miscelino con altri flussi di reflui
produttivi e non. Ciò con la prospettiva di sottoporre i flussi segregati, nel caso
gli stessi siano ragionevolmente ridotti in volume, a trattamento e smaltimento
separato. Il tutto nei tempi tecnici più brevi possibili.

3) Analisi di dettaglio, in tutti i flussi in ingresso nelle filiere produttive, di
tutti i prodotti chimici, dei semilavorati, nonché dei prodotti derivanti dai
processi, al fine di individuare e quantificare le sostanze PFAS presenti nei vari
cicli e programmarne ove possibile la sostituzione ovvero l’eliminazione.

4) Approfondimento di esperienze sul campo, studi, ricerche applicate, sia
sui processi produttivi che sulla depurazione dei reflui.”


 Prendiamo atto del nuovo decreto della Regione che adotta un cronoprogramma con cui si impegna a ridurre in maniera significativa la presenza dei PFAS negli scarichi del depuratore ma anche in quelli delle aziende.


Adesso che il segreto di Pulcinella è stato svelato ufficialmente, è giusto nei confronti della popolazione di Arzignano inserire la città nella mappa dell’inquinamento e adottare alcune misure urgenti, come quella di adottare i filtri per il nostro acquedotto, rifornire di acqua non contaminata bambini e donne gravide, effettuare anche ad Arzignano uno screening gratuito della popolazione per accertare il grado di contaminazione avvenuto.

Chiampo PFOA = 4
Arzignano PFOA = 46
L’acqua che beviamo ad Arzignano non è per niente uguale a quella che il signor sindaco beve nella sua casa di Chiampo, come testimoniano i dati delle analisi di Acqua del Chiampo.




PRETENDIAMO PER NOI, PER I NOSTRI FIGLI E PER TUTTI I CITTADINI DI ARZIGNANO QUEI DIRITTI CHE CI SONO STATI NEGATI!
È ora di voltare pagina.

Giovanni Fazio


Per chi volesse approfondire link dei documenti originali






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