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giovedì 15 giugno 2017

LA CiLLSA DIFFIDA GENTILIN


CHIEDIAMO ACQUA SENZA PFAS PER BAMBINI, GRAVIDE E PER TUTTA LA CITTA’

Le ultime notizie del TGR di ieri sera non lasciano più spazio alle chiacchiere: il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri (N.O.E.) ritiene la MITENI responsabile dell'inquinamento da PFAS dagli anni 90 ai giorni nostri.

La corporation multinazionale era documentatamente a conoscenza del gravissimo inquinamento che stava diffondendo nel territorio del Veneto ma ha taciuto.

L’associazione ambientalista arzignanese CiLLSA invia una diffida al sindaco affinché prenda provvedimenti urgenti per proteggere la salute dei cittadini, e, in primo luogo, dei bambini e delle donne gravide che sono la parte più esposta della popolazione all’inquinamento da PFAS.
Questa sera a Cologna Veneta assemblea di tutti i comitati territoriali e delle associazioni ambientaliste contro i PFAS.



Pubblichiamo di seguito il testo della diffida inviata ieri pomeriggio al sindaco di Arzignano.






 “Al Sindaco di Arzignano
Dott. Giorgio Gentilin
E, p.c.
Ai membri della Giunta comunale
E ai Consiglieri comunali

Ogg:
Richiesta di misure urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini di Arzignano.

Egregio Sindaco,
a seguito di esami del sangue effettuati recentissimamente da cittadini di Arzignano sarebbe emersa negli stessi una grave contaminazione da PFOA, tra i 30 e i 29 nanogrammi/grammo nel sangue.

Trattasi di sostanza appartenente al gruppo dei POP (inquinanti organici persistenti, (acronimo inglese di Persistent Organic Pollutants con cui sono definite sostanze chimiche molto resistenti alla decomposizione; alcune rimangono presenti nel terreno fino a vent'anni prima di dimezzarsi, e che possiedono alcune proprietà tossiche.)

Questa molecola artificiale, prodotta tra gli altri anche dalla multinazionale MITENI di Trissino, appartenente alla classe degli interferenti endocrini, è potenzialmente cancerogena è responsabile di molte malattie alcune delle quali a prognosi infausta, inoltre, come dimostrato dalle ricerche epidemiologiche eseguite in particolare dall’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) e anche dal Servizio epidemiologico della Regione Veneto, è responsabile di un aumento del rischio per patologie della gravidanza ( preeclampsia e diabete gravidico) e del feto, con possibili nati morti e nati sottopeso, aumento del rischio documentato per infarto, trombosi cerebrale, diabete, mortalità precoce.

Quanto affermiamo, inascoltati da anni, è stato ammesso dallo stesso Direttore Generale della sanità veneta dott. Domenico Mantoan in un recente simposio scientifico internazionale promosso dalla Regione Veneto, svoltosi a Venezia presso l’ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo, aula San Domenico nei giorni 22 e 23 febbraio.

A ciò si aggiungano le innumerevoli ricerche internazionali, le conferenze di Madrid 2015 e di Stoccolma 19/03/2015 e i dati della condanna della multinazionale Dupont per i danni arrecati alle popolazioni dell’Ohio.
Non esistono pertanto dubbi sulla nocività dei PFAS e, in particolare del PFOS e del PFOA che, essendo molecole artificiali, non esistenti in natura, non vengono metabolizzate dagli esseri viventi, siano essi vegetali, animali o gli stessi esseri umani. E che abbisognano di un lunghissimo periodo di tempo per essere eliminati dal nostro organismo, una volta che vi siano penetrati.

Anche le percentuali meno alte di queste sostanze, presenti nell'acqua o nei cibi, sono dannose perché, una volta ingerite, vengono assorbite dal nostro organismo rapidamente per il 95%, accumulandosi con quelle ingerite in precedenza, secondo il principio del Bioaccumulo.

E’ quindi indispensabile che l’acqua che beviamo sia completamente esente da queste molecole.

 Non ha senso infatti dire che esse rientrano dentro i limiti di tolleranza indicati dal Ministero dell’Ambiente (limiti per altro assai discutibili in quanto in Italia sono fissati a 2030 ng/litro mentre in Germania a 100 ng/litro e negli Stati Uniti a 70 ng/l.), tanto più se, come risulterebbe da alcuni recenti studi epidemiologici, si starebbe verificando un aumento nelle zone contaminate, delle malattie ricollegabili a queste sostanze..

Parlare di limiti, ancorché bassi come quelli stabiliti in America o in Svezia, è comunque sbagliato per il semplice motivo che l’acqua inquinata da sostanze tossiche non naturali che si accumulano gradatamente dentro di noi non è comunque da considerarsi potabile, e la presenza invasiva di PFOA nel sangue di alcuni arzignanesi conferma inoppugnabilmente che, al di là dei “limiti di tolleranza”, la realtà conferma una grave contaminazione degli abitanti del nostro territorio comunale.

 Nella bolletta del servizio idrico del nostro comune emessa dalla società Acque del Chiampo è riportata la presenza di alcune sostanze perfluoroalchiliche della categoria dei PFAS per un totale di 86 nanogrammi/litro (i valori della stessa acqua rilevati da Greenpeace recentemente superano di quasi il doppio quelli di Acque del Chiampo).

Facciamo altresì presente che i valori relativi al PFOA dichiarati nella bolletta di febbraio assommano a 41 ng/l (il che potrebbe spiegare la prevalenza notevolissima della suddetta molecola nel sangue dei cittadini arzignanesi sottopostisi al controllo).

Nella stessa bolletta è dichiarata la fonte di prelievo dell’acquedotto arzignanese. Da un giro di telefonate, abbiamo constatato che tale fonte riguarda quasi tutti i quartieri cittadini.

Trattasi della fonte di Canove, sita a circa m. 300 dalla Miteni, fonte della quale abbiamo chiesto i dati relativi alle molecole inquinanti presenti, il giorno 24/05/2017 alla Direzione.distretto@cert.ulss5.it senza peraltro avere ottenuto alcuna risposta alla data odierna.

Tenendo conto anche del fatto che i bambini, le donne gravide e i feti sono coloro che subiscono maggiori danni dalla contaminazione da PFAS,
noi sottoscritti, portavoce della associazione ambientalista CiLLSA la diffidiamo, in qualità di primo cittadino, responsabile della salute pubblica e per quanto di propria competenza, affinché provveda al più presto possibile a porre in essere tutte quelle azioni necessarie ad impedire l’ulteriore propagarsi della contaminazione  nonché a   impedire che chi ha già subito la contaminazione possa vedere aggravata la propria situazione sanitaria.

A solo titolo di esempio si suggeriscono le seguenti immediate azioni:
·      sostituire il pozzo di Canove con altra fonte priva da inquinamento da PFAS.
·      avvertire i cittadini del rischio derivante per la salute dall’uso dell’acqua dell’acquedotto.
·      provvedere gli asili nido e le mense scolastiche di acqua indenne dai contaminanti di cui sopra, proveniente da zone sicure.  
·      rifornire le donne gravide di acqua potabile non inquinata.
·      chiedere alle autorità competenti che l’inquinamento delle falde da parte della Miteni cessi immediatamente
·      aprire un contenzioso con la Miteni per un risarcimento per  i danni da essa arrecati  al comune e alla Società acque del Chiampo, ai cittadini, alle aziende agricole, agli allevatori e alle industrie.

La informiamo che renderemo pubblica la nostra diffida affinché la cittadinanza sia informata di quanto sopra.
 
Nel caso di ingiustificata inerzia da parte sua alle nostre richieste   ci riserviamo sin d’ora di tutelare in ogni sede la nostra Associazione, i nostri soci, nonché tutti i cittadini che richiedessero il nostro intervento anche mediante costituzione di parte civile in eventuali istruendi processi.

I portavoce CiLLSA
Donata Albiero e Walter Rasia Dani
Responsabile comunicazione
Giovanni Fazio

Arzignano 14/06/2017”


14 MAGGIO 2017 MARCIA DEI P FIORI











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