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giovedì 14 marzo 2019

CHIUDEREMO TUTTE LE MITENI DEL MONDO. QUESTO POST E' STATO BLOCCATO DA GOOGLE!



PROBABILMENTE PER OPERA DI QUALCHE ACKER QUESTO POST E' STATO BLOCCATO DA GOOGLE. VE LO RIPROPONIAMO SFIDANDO UNA CENSURA POLITICA INAMMISSIBILE!

 Quanto vale la vita di un bambino il cui cervello è stata minato, già dentro il ventre materno, dagli interferenti endocrini presenti nell'acqua potabile?


Quanto valgono le vite di coloro in cui il PFOA ha provocato infarti e ictus cerebrali, uccidendoli o riducendoli a vite puramente vegetative in attesa della morte?


          Qualcuno ha stimato in 360 milioni i danni arrecati a 60 anni di scarichi di una sola azienda nelle acque limpide delle più grande falda d'Italia che giace sotto i nostri piedi. Una cifra ridicola, offensiva, che non basta minimamente a colmare il dolore per la perdita di tanti che se ne sono andati senza conoscere il vero motivo per cui sono morti. 


Quanto valgono le vite di quelli che si ammalano nella grande pianura del Veneto Sud occidentale a causa dei reflui dei depuratori di Arzignano, Trissino, Montebello che scaricano quotidianamente tonnellate di rifiuti tossici attraverso un tubo che arriva a Cologna Veneta e da lì si diffonde nel reticolo di fiumi che irrigano l'intera pianura fino alla laguna?

Il Movimento NO PFAS entra nelle scuole

         Quante persone dovranno ancora ammalarsi ad Arzignano a Montecchio a Montorso a Trissino per l'acqua che bevono e per i cibi che mangiano? 


Per quanti anni ancora gli abitanti di questi comuni saranno condannati a ingoiare ingenti quantità di perfluorati con l'acqua del rubinetto?


 Per quanto tempo dovranno ancora sopportare la presenza di coloro che avrebbero potuto salvare vite, salvare bambini, salvare gravide e non hanno mosso un dito quando i sindaci enumeravano le virtù salutari delle Acque del Chiampo?


Ma che persone siedono sugli scanni dei nostri consigli comunali?

Non si vergognano a farsi vedere in giro per le vie e le piazze del paese? Non si vergognano quando vanno ai funerali?

        

Gli studi del Prof. Foresta e della sua equipe dell’università di Padova ci danno la prova irrefutabile dei meccanismi attraverso cui già nel ventre materno il PFOA attacca i recettori del testosterone e dimostrano che proprio quest'acqua è responsabile dell'attacco agli organi riproduttivi dei nostri figli, molti dei quali saranno destinati alla sterilità.



          Adesso, gli studi recenti ci forniscono la prova irrefutabile attraverso cui, già nel ventre materno, il PFOA attacca i recettori del progesterone, condannando le nostre figlie alla sterilità e alla sofferenza.



Adesso gli studi internazionali ci parlano dell’attacco al cervello dei bambini già nel ventre materno e già gli scienziati registrano un dato statistico allarmante che è quello di un abbassamento del quoziente intellettivo delle nuove generazioni. 


Non sono queste le parole di un catastrofista, tant'è che se ne parla nei telegiornali e nelle trasmissioni dedicate della TV nazionale.

 Sono il motivo per cui centinaia di migliaia di ragazzi venerdì 15 marzo sono scesi nelle strade per protestare contro lo scempio del pianeta perpetrato dalle generazioni che li hanno preceduti.


           
 La classe politica del Veneto non si è mai interessata realmente ai danni ambientali arrecati da uno sviluppismo estremo.


         Tuttora i governanti del Veneto non si preoccupano minimamente nel drammatico inquinamento di quelle poche falde pulite che ancora rimangono e accettano che i reflui industriali vengono ancora sversati nei fiumi e nelle rogge; entro i limiti di legge, naturalmente! Quei limiti fissati da loro stessi, che garantiscono alle industrie di non farsi più carico di quanto scaricano e di non correre rischi, come è successo a Miteni, per la quantità di veleni che ogni giorno raggiungono le acque e i terreni oltre alle tonnellate di fanghi di depuratori sparsi nei campi.


La classe politica che governa il Veneto non si è mai fatta carico del danno arrecato da decine, centinaia di discariche di rifiuti tossici altamente pericolosi che gravitano nella fragile area dove si ricaricano le falde acquifere del nostro territorio.


 L'UNICA COSA CHE SCALDA I CUORI DI QUESTA CLASSE SONO I SCHEI.


Siamo scesi  in piazza a fianco dei ragazzi delle scuole che manifestano contro i danni che avete arrecato alla terra. 
Abbiamo manifestato a fianco di persone pulite che pagano il prezzo altissimo dell’avidità e dei disastri provocati dalle generazioni che li hanno preceduti!



Non bevete l’acqua del rubinetto: contiene PFOA e nessuna ricerca ha ancora dimostrato la innocuità dei limiti assegnati da un decreto regionale. 
Non tutti i PFAS vengono ricercati nell’acqua degli acquedotti.


SE CHI DI DOVERE NON APPLICA IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, APPLICATELO VOI.



La vita e la salute dei nostri figli vengono prima di tutte le manfrine politiche, di tutti gli appalti, di tutte le discariche e di tutti i soldi guadagnati a spese del bene comune. 

 La nostra vita è sacra e va messa al primo posto nella scala dei valori.







Giovanni Fazio





mercoledì 6 marzo 2019

GENTILIN CONTRO GENTILIN




“Tutta colpa della burocrazia canaglia”
 
 “non è’ colpa del Sindaco se bisogna aspettare ancora più o meno due anni per i filtri per i PFAS sull’acquedotto ma della burocrazia canaglia che ci costringe a fare gare e contro gare”.


Così risponde l’amministrazione comunale alla domanda del consigliere di minoranza Piero Magnabosco sui motivi per cui non sono stati applicati all’acquedotto cittadino i filtri anti PFAS richiesti da anni sia da CiLLSA sia dal consigliere Magnabosco.

Commenta Magnabosco: 

La nostra amministrazione adesso ci informa che non è’ colpa del Sindaco se bisogna aspettare ancora più o meno due anni per i filtri per i PFAS sull’acquedotto ma della burocrazia canaglia che ci costringe a fare gare e contro-gare.
 Peccato che si dimentichino di spiegare come mai hanno deciso di mettere i filtri solo nel dicembre del 2017 nonostante la prima, delle molte richieste a cui hanno risposto picche, per mettere in sicurezza le prese di Canove e quindi tutto l’acquedotto, l’avessi fatta ancora nel 2014.
 Tre anni a negare che ci fosse un problema e adesso è’ colpa della burocrazia. Vedete un po’ voi.”





Avevamo chiesto per anni che fosse applicato dal Sindaco il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE EUROPEO
 e, in particolare
1)  Che fosse avvertita la cittadinanza sui rischi derivanti dall’assunzione dell’acqua erogata dall’acquedotto comunale.
2)  che ai bambini degli asili, delle scuole dell’infanzia e alle mense scolastiche fosse data acqua non contaminata.
3)  che fossero avvertiti del rischio anche i dirigenti scolastici con raccomandazione di non far bere l’acqua del rubinetto agli studenti.
4)  che fossero avvertite le donne in stato di gravidanza.
5)  che fossero estesi i monitoraggi agli abitanti di Arzignano e dei comuni limitrofi.
6)   che si mappassero tutti i pozzi della zona al fine di garantire i prodotti alimentari.
INFINE
Che il comune si attivasse per tempo (2014) per ottenere un nuovo acquedotto e, in attesa, applicare i filtri a carboni attivi.



Tali filtri furono applicati a Brendola e Lonigo, ma per Arzignano non si è mai fatto nulla perché?
Semplicemente perché il sindaco negava di fatto il rischio.


 
 
 La storia del comportamento del sindaco e di tutto il Consiglio Comunale di Arzignano, ad eccezione di Magnabosco, la riportiamo attraverso una serie di interviste e dichiarazioni rilasciate da lui medesimo al Giornale di Vicenza. 

DIMENTICA IL SINDACO DI QUANTO ASSERIVA IL 24 APRILE DEL 2016
“L'acqua dell'acquedotto di Arzignano è sicura. Voglio rassicurare tutti i cittadini. I valori riscontrati nell'acqua del rubinetto di casa sono ben al di sotto dei valori di performance indicati dall'Istituto superiore di sanità, quindi non c'è alcun pericolo per la popolazione. Stesso discorso vale per le «casette dell'acqua”.

NB: Alla data della dichiarazione i limiti per i PFAS nell’acqua potabile erano di 2030 ng/litro e per Gentilin erano rassicuranti.
DIMENTICA ANCHE IL PAGINONE PUBBLICATO SUL GIORNALE DI VICENZA Il 14 maggio del 2017
“Il risultato delle analisi permette di dire che l'acqua Distribuita da acque del Chiampo presenta caratteristiche confrontabili con le acque oligominerali, favorisce la digestione ed è indicata per le diete povere di sodio. L'acqua erogata dall’acquedotto di Acque del Chiampo è perfettamente potabile.
L'acqua non soltanto è sorvegliata da chi gestisce l'acquedotto ma anche è avallata dalle autorità sanitarie ossia dagli uffici preposti dalle ULSS. Quindi massima tranquillità l‘acqua è buona ed è pulita. Poi si sa che quella di ricorrere all'acqua minerale in bottiglia è una caratteristica italiana diffusa; però l’acqua che esce dai nostri rubinetti è ottima.”

Gentilin segnala un elemento ulteriore di tranquillità

“… anche rispetto alla problematica dei PFAS nel 2015 su disposizione sempre degli uffici sanitari, abbiamo controllato attraverso Acque del Chiampo, che ha la dotazione di laboratorio per farlo, un certo numero di pozzi privati che si trovano nella zona tra il confine di Arzignano e il confine di Trissino e sono risultati praticamente tutti privi di inquinanti.”

Peccato che la sicurezza riguardo ai pozzi privati sia stata smentita da ARPAV che trovava accanto alle prese dell’acquedotto di Canove un pozzo privato con livelli di contaminazione iperbolici, tali da costringere la Regione a includere quel tratto di territorio arzignanese in zona arancione.
MALGRADO GLI ALLARMI RIPORTATI SU TUTTI I GIORNALI E RIVISTE SCIENTIFICHE IL NEGAZIONISMO DI GENTILIN SI SPINGE FINO AL 2 MARZO 2018
Ancora dichiarazioni al Giornale di Vicenza:




«Erano arrivate segnalazioni da una materna paritaria e da alcuni plessi dei comprensivi; se n'era parlato anche in Consiglio comunale. Così ho deciso di avviare un accertamento in strutture pubbliche e private frequentate dalla comunità, per dare una risposta concreta.
Mi sono rivolto alla società Acque del Chiampo e da comune azionista di maggioranza ho ottenuto un monitoraggio a costo zero.
 Il Comune deve avere una funzione di controllo a presidio e tutela della salute dei cittadini e a tal fine è stata preziosa la collaborazione di Acque del Chiampo che ha eseguito la rilevazione straordinaria in maniera gratuita e puntuale, oltre alle rilevazioni periodiche in tutta la rete gestita».



I LIMITI.

Il Giornale di Vicenza riporta:

"La conferma del rispetto dei parametri sulla presenza dei perfluori alchilici porta ulteriore tranquillità al centro residenziale Scalabrin, e a plessi e strutture scolastiche"

«Qualche timore in alcuni genitori c'era - precisa Pier Paolo Frigotto, dirigente scolastico del Comprensivo Parise - soprattutto nei plessi in cui è presente la mensa. Questo rassicura ulteriormente le famiglie, così si è data una risposta seria ad un problema serio».
 «Docenti e studenti nel nostro istituto bevono regolarmente l'acqua del rubinetto - aggiunge la dirigente scolastica del Da Vinci Iole Antonella Frighetto - non c'erano preoccupazioni specifiche, ma il risultato del monitoraggio tranquillizza tutti ulteriormente».
 Solo adesso, in prossimità delle elezioni, quando tutta la stampa scientifica sconfessa il suo operato, Gentilin si converte ai NO PFAS. Così facendo entra in clamoroso conflitto con le sue stesse dichiarazioni  precedenti, da noi riportate. 

Non emettiamo alcun giudizio, poichè pensiamo che non ce ne sia bisogno: le parole del sindaco si commentano da sé. 
 


Abbiamo ritenuto utile pubblicare le sue testuali parole perché i cittadini riflettano, sulla base di documentazioni reali,

Era necessario, in mancanza di dati certi, applicare IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE.

 Lo abbiamo detto ma lui non lo ha fatto. Adesso chiede i fltri ma lo doveva fare cinque anni fa.


Nel frattempo, quanta gente ha bevuto quest'acqua? E per quanti 
anni ancora dovrà berla?

E le informazioni alla popolazione sui rischi che si corrrono bevendola quando le darà? 

Dipendono anche quelle dalla burocrazia canaglia? 


Il sindaco medico, assumendosi una grande responsabilità, si è limitato a  ripetere fino alla noia che l'acqua dell'acquedotto era potabilissima perché entro i limiti di legge, cosa che si sapeva ma che non garantiva che 59 ng/litro di PFOA fossero salubri e digestivi, soprattutto per le gravide e i bambini. 

 




 Riteniamo che uguale responsabilità si sono assunti tutti i Consiglieri comunali che lo hanno seguito pedissequamente in questi anni, senza mai contestarlo o contraddirlo minimamente, a cominciare dalla Vice Sindaca, nota per non avere mai pronunciato la parola PFAS in 10 anni di permanenza nel nostro Consiglio Comunale.
Riteniamo che le stesse responsabilità ricadano duramente sulla direzione della ULSS e sui responsabili della prevenzione

niente è stato fatto in merito alle gravide, e nessuna prevenzione per l’infanzia.
Per quanto riguarda il rispetto dei limiti indicati da Regione e Istituto Superiore di Sanità, questi sono stati smentiti clamorosamente dall'EFSA (ente europeo per la sicurezza alimentare) ed è ormai patrimonio scientifico comune che essi hanno un puro carattere amministrativo in quanto non ci sono prove che garantiscano contro il rischio delle patologie correlate all’assunzione di PFAS.

Giovanni Fazio