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domenica 13 maggio 2018

SALVATE LE SORGENTI DEL CHIAMPO.



















BOCCIATA LA SPECULAZIONE DELLE MINI CENTRALINI ELETTRICHE 

Respinto definitivamente uno dei progetti che miravano a intubare per chilometri l’acqua delle sorgenti del Chiampo per realizzare mini centraline elettriche.

L’apporto energetico di queste centraline è ridicolo e inadeguato alla creazione di energia per la rete elettrica nazionale.

Malgrado la sua assoluta insignificanza dal punto di vista energetico, grazie ad una leggina del passato governo, tali impianti rendono moltissimo a chi li realizza poiché sono fortemente incentivati dai cosiddetti certificati verdi.



Si tratta pertanto esclusivamente di una legge che autorizza una vergognosa speculazione, una perdita netta per l’ambiente e per il bilancio dello stato e un profitto per chi ha soldi da investire in opere che distruggono le nostre valli.



Incontro con gli abitanti delle contrade
Festeggiamo quindi la vittoria che, malgrado la consueta, assoluta censura del Giornale di Vicenza su CiLLSA, è anche nostra.
Nell’articolo su riprodotto, pubblicato oggi, si cita la RACCOLTA DI FIRME,  ma non si dice chi siano stati questi anonimi raccoglitori.




Tra questi sconosciuti ci siamo anche noi, i nostri iscritti e cittadini attivi come Pio, Guglielmo, Gabriella Graizzaro e altri ancora che di propria iniziativa iniziarono a raccogliere le firme al” Laghetto” e nelle contrade .


Insieme a loro, che ci chiamarono in aiuto, abbiamo effettuato sopraluoghi, incontri con gli abitanti delle contrade, partecipato alle presentazioni dei progetti, contestandole insieme alle associazioni dei pescatori con cui abbiamo stretto una salda amicizia.
Questa vittoria è merito anche della consigliera regionale Cristina Guarda che ha partecipato ai sopraluoghi e ha operato in Regione in difesa dell’Alto Chiampo.

Una azione corale, iniziata da semplici abitanti delle contrade; una forma efficace di CITTADINANZA ATTIVA.
Siamo orgogliosi di avere dato il nostro modesto contributo alla salvaguardia di un patrimonio naturale poco valorizzato ma di grandissima bellezza.



Giovanni Fazio


venerdì 11 maggio 2018

ARZIGNANO: MOBILITAZIONE DELLE MAMME


SALA PIENA AL MATTARELLO

La richiesta di acqua non inquinata per i bambini degli asili e delle mense scolastiche mobilita le mamme di ARZIGNANO che scendono in campo per difendere i figli dai rischi ormai arcinoti della contaminazione da PFAS e ottenere stessi diritti degli abitanti dei comuni limitrofi.

L’atteggiamento negazionista del sindaco Gentilin non ha fermato i genitori e i cittadini vivamente preoccupati e indignati per l’esclusione di Arzignano dai monitoraggi gratuiti e dai progetti di nuovi acquedotti senza PFAS, già approntati per gli altri comuni limitrofi.


Inaccettabile il rifiuto di Gentilin e Pellizzari di applicare i filtri a carbone attivo per l’acquedotto di Arzignano, tra l’altro molto più inquinato di quello di Montecchio per cui si sta provvedendo in merito.  

Ancora più grave se al danno costoro non aggiungessero la beffa dell’aumento delle bollette per gli arzignanesi provocato dal costo dei lavori fatti altrove.

L’incontro di ieri ha visto le protagoniste delle lotte della Zona Rossa portare ad Arzignano i risultati del Movimento.

 Michela Piccoli ha spiegato come la lotta abbia prodotto anche una maturazione collettiva nella acquisizione di concetti scientifici che stanno diventando patrimonio di tutti.

È acquisito il concetto che la natura delle sostanze inquinanti, i PFAS, non consente di accettarne la presenza nell’acqua potabile e negli alimenti, nemmeno entro i cosiddetti limiti stabiliti dalla politica, in quanto queste molecole si accumulano negli organismi per anni provocando gravissimi danni e tumori.
Per questo motivo è indispensabile applicare il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE EUROPEO rifornendo bambini, gravide e ammalati di acqua non contaminata e avvisando la cittadinanza che è prudente non usare l’acqua dell’acquedotto per fini alimentari.

Le mamme sono state esplicite.

Da ora in poi i dirigenti scolastici della città dovranno abituarsi a subire la loro irruzione nella scuola per ottenere la salvaguardia della salute dei bambini.

Nei prossimi giorni una delegazione delle mamme arzignanesi parteciperà ad un incontro con i vertici dell’ULSS e con il Commissario Dell’Acqua. A quest’ultimo chiederanno di darsi da fare presso Zaia per includere l’intera città di Arzignano nella Zona Arancione e di iniziare al più presto i monitoraggi su campioni di popolazione per verificare il grado della contaminazione dei cittadini arzignanesi.


Anche Il sindaco e il gestore di Acque del Chiampo si preparino alla loro visita: è tempo che si adeguino alle richieste della popolazione, smettendola di arroccarsi sulla ormai ridicola pretesa di un’acqua OLIGOMINERALE ad Arzignano mai esistita.

Non solo i genitori dei bambini ma una significativa parte della popolazione arzignanese aderisce al Comitato Zero PFAS Agno Chiampo, e le iscrizioni continuano con la catena di S. Antonio attivata autonomamente dai cittadini che si passano i moduli di adesione da una casa all’altra.
Si tratta di un’altra iniziativa di CiLLSA per promuovere la cittadinanza attiva e portare avanti una vertenza civile per il bene di tutta la popolazione.

Il muro delle menzogne e dei messaggi di sicurezza fasulli è ormai infranto.

Avv.Rob Billot e Dott. Vincenzo Cordiano
Merito dei medici dell’associazione ISDE che per primi, fin dal 2013 avvertirono, in incontri e dibattiti, del pericolo rappresentato dai PFAS.
Tutti noi abbiamo un debito di riconoscenza col dott. Vincenzo Cordiano, ematologo e presidente regionale dell’ISDE, iniziatore e animatore di una campagna informativa sui PFAS, durata anni, che gli procurò non poche noie da parte della direzione della ULSS.

Oggi la conoscenza della natura di questi veleni si diffonde rapidamente nella popolazione, sempre meno incline a seguire le sirene dei politici e delle istituzioni sanitarie.

Il lavoro di CiLLSA cocciuto e continuo negli anni, per promuovere una partecipazione attiva dei cittadini alla difesa della salute sta dando i suoi frutti ad Arzignano.

Il Movimento, anche ad Arzignano, cammina adesso sui suoi piedi e ragiona con la propria testa. Acquista sempre più autonomia e consapevolezza e questo è l’obiettivo cui miravamo fin dall’inizio.
L’esclusione della città da ogni misura di attenzione e monitoraggio da parte delle istituzioni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. 
Tuttavia, sia ad Arzignano che in tutto il Veneto siamo solo all’inizio di una campagna per la difesa della vita e della salute.

Gli alimenti contaminati sono liberamente in commercio e i vertici della sanità ci dicono che possiamo tranquillamente mangiarli.
Ma non è così.
Ci sono partite di carne, di uova, di latte e di vino fortemente contaminate, rilevate dallo stesso monitoraggio regionale recentemente pubblicato: abbiamo i dati.

È nostro compito esigere un totale risanamento del sistema agro alimentare del Veneto, ottenere, per i PFAS, i controlli sul mercato che attualmente non vengono effettuati. Chiedere certificazioni, etichette, garanzie.
 
Tumori e malattie degenerative sono in costante aumento. Gravi disturbi mentali e nervosi colpiscono anche i più piccini. Negli ambulatori oncologici arrivano bambini di pochi mesi. La fertilità maschile dei giovani è dimezzata rispetto a quella dei loro padri e il numero di spermatozoi nei testicoli dei nostri ragazzi diminuisce anno dopo anno a causa dell’inquinamento.


Sempre più spesso abbiamo problemi di infertilità di coppia, interruzioni di gravidanza e nati prematuri.  

Il mondo è impazzito nella sua corsa verso un profitto a tutti i costi.
L’azione delle mamme e dei cittadini che si preoccupano per la salute dei propri figli non è solo un fatto contingente e temporaneo che si esaurirebbe allorché le istituzioni, messe alle strette, realizzassero quanto richiesto dalle comunità.

È l’inizio di una nuova presa di coscienza, di una nuova cultura che mette all’ordine del giorno il cambiamento di paradigma ponendo al centro della nostra attenzione l’essere umano, i suoi affetti, il lavoro, l’amicizia e l’ambiente che lo circonda, anziché le merci.

 È l’inizio di un nuovo modo di pensare la nostra esistenza e quella dei nostri figli, limitando i disastri di un mercato fuori controllo, dotato di un potere economico enorme e in grado di corrompere politici e controllori.

È questa consapevolezza che sta nascendo nel Movimento contro i PFAS:
una riflessione collettiva sulla qualità della vita e sui valori fondanti dell’esistenza di ogni essere umano. 




È questo quello che pensa ogni mamma quando stringe al cuore il suo bambino e sogna per lui un mondo diverso per il quale ha cominciato a battersi, con tenacia e determinazione.

Giovanni Fazio  

martedì 8 maggio 2018

UN SINDACO CONTRO LA CITTA'


UN INVIDIABILE CURRICULUM MESSO A NUDO DA QUATTRO ANNI DI INTERROGAZIONI DEL CONSIGLIERE MAGNABOSCO
Pubblichiamo una cronistoria dell’inquinamento da PFAS nel comune di Arzignano scritta dal consigliere della lista civica Altra Arzignano Piero Magnabosco.
 
Dal 2014 il consigliere di minoranza ha presentato decine di interrogazioni e petizioni al sindaco Gentilin, che ha negato fino a oggi l’inquinamento da PFOA dell’acquedotto di Arzignano.

Purtroppo sono poche le persone che partecipano alle riunioni del Consiglio Comunale e il Giornale di Vicenza non si perde a pubblicare cosa dice un membro di minoranza, soprattutto se fa domande scomode.

Così gli Arzignanesi credono ancora di bere acqua oligominerale, dando fiducia alle parole del sindaco ma nel contempo non sanno che ingoiano quotidianamente quelle molecole chiamate PFOA, uno dei PFAS più pericolosi.

Il sindaco, finge di ignorare che queste sostanze, anche se bevute entro i limiti decretati dalla Regione Veneto, si accumulano giorno dopo giorno nel nostro organismo per decenni e non vengono eliminate.

Pertanto dire che “siamo dentro i limiti” non significa un bel niente se non che il sindaco è autorizzato per legge a farci bere quest’acqua inquinata ma non che ciò sia privo di rischi.

Come dice Magnabosco, da tempo CiLLSA, mamme e cittadini continuiamo a chiedere che sia data ai bambini dell’asilo e nelle mense scolastiche acqua non inquinata ma la risposta del sindaco è sempre la stessa: “Siamo dentro i limiti”.
Una risposta così la può dare una persona che non ha studiato medicina ma non un medico!


LA REALTA' E' CHE QUESTO SINDACO HA GOVERNATO SEMPRE CONTRO LA CITTA’.

Non ha alzato un dito quando si è deciso di chiudere il nostro ospedale, anzi ha sostenuto chi ne chiedeva la fine parlando di una fantomatica “Cittadella della salute” di cui, peraltro, non ha mai precisato la natura.

Non è intervenuto quando si è deciso di distruggere il parco del GUA’. Ma ha accettato un bonifico per costruire una rotonda dalla ditta che aveva l'appalto dei lavori sul bacino del GUA' . 
(Come mai tanta generosità?) 

E i lavori della Pedemontana sotto o rasente il Poscola, a pochi metri dai pozzi di Canove? Ha visto gli studi e le perizie idrogeologiche? Siamo certi che questi lavori non danneggino ancor di più le falde idriche? Non ne sa niente! O, almeno, se sa qualcosa se la tiene per sé. A Magnabosco in merito non ha risposto.

Ha cercato per anni di far costruire un inceneritore ad Arzignano.
Per fortuna non c’è riuscito, anche grazie al nostro lavoro.

Per quanto riguarda il risanamento del Fratta Gorzone, dieci anni di assoluto nullismo lo hanno visto tra i responsabili di uno dei più grandi flop della bonifica delle acque venete.




Non ha protestato per l’esclusione degli arzignanesi dai monitoraggi, esami del sangue e visite che invece saranno estesi ai cittadini dei comuni vicini.

Sta spendendo tre milioni e mezzo per dare acqua pulita a Brendola e Montorso ma un filtro per Arzignano, che in un mese si potrebbe montare, quello NO.

Potremmo andare avanti per ore illustrando l’innegabile comportamento di un sindaco che non ha mai protestato per l’esclusione di Arzignano dalla mappa dell’inquinamento e tuttora china il capo davanti al fatto che non tutto il territorio di Arzignano viene incluso ma solo la parte a EST del Guà, cioè Canove e basta.

Questo sindaco è piaciuto e quindi ce lo teniamo, per fortuna ancora per poco.

 Ma è ora che ci si dia una mossa per ottenere quello che lui non ha saputo né ha voluto fare per i cittadini che amministra: acqua pulita, senza PFAS, senza veleni per bere, cuocere la pasta e fare tutte quelle cose che fanno, spensieratamente, le persone normali.

E adesso ecco la cronistoria del consigliere PIERO MAGNABOSCO
 1)   Nel 2013 è stato rilevato l’inquinamento da PFAS, provocato dalla Miteni, dell’acqua della falda a sud di Trissino grazie ad un’indagine richiesta dalla UE attraverso il ministero dell’ambiente (che la falda fosse inquinata è comunque noto dagli anni 70 e nessuno aveva mai fatto nulla – notizia contenuta nei rapporti ufficiali).                                                                                                                                
L’acqua della falda viene utilizzata dagli acquedotti che riforniscono parte delle province di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo per un totale di quasi 500.000 persone, è uno dei più gravi disastri ambientali mai avvenuti in Europa .

2)   L’80% della acqua potabile di Arzignano proviene dalle prese di Canove a circa 500 metri dalla zona rossa più inquinata da PFAS

3) Dal 2014 è stato richiesto più volte ufficialmente senza nessuna risposta positiva da comune e da Acque del Chiampo con interrogazioni e mozioni che fossero messe in sicurezza le prese dell’acquedotto di Canove vista la vicinanza alla Miteni e alla zona rossa 

4) Solo nel 2016, dopo che era stato affermato per due anni che nell’acque di Canove non c’era traccia di Pfas, Acque del Chiampo, a seguito di una mozione (da me presentata) votata dal consiglio comunale a maggioranza, ha cominciato a rendere note le analisi dei Pfas sull’acqua dell’acquedotto civile di Arzignano 

5) Nel 2017 alcune analisi indipendenti su prelievi singoli nelle scuole di Arzignano (fatte da Greenpeace) hanno riscontrato presenze di Pfas oltre i limiti

6) Di recente l’area di Canove, come tutto il territorio comunale a est del fiume Guà, è stata inserita nella zona arancione perché entro i 500 metri da pozzi privati in cui si sono riscontrati valori di Pfas sopra i limiti.

7) Le medie trimestrali (non vengono pubblicati dati giornalieri) rilevano una presenza di PFAS nell’acqua di Canove appena sotto i livelli massimi consentiti (è altamente probabile che in più giorni ci sia uno sforamento dei limiti)

8) Non c’è nessun progetto per approvvigionamenti di acqua alternativi a CANOVE

9) Forse per il 2020 (7 anni dopo la scoperta dell’inquinamento) sarà funzionante a Canove una unità di filtraggio.

10) È stata negata qualsiasi fornitura di acqua priva di PFAS a scuole e ospedali.

11) Arzignano è stata esclusa da qualsiasi attività di biomonitoraggio (analisi del sangue degli abitanti), Montecchio con dati similari (più bassi) è inserita nella zona arancione e i suoi abitanti saranno controllati

12) E’ dal 2014 che richiedo notizie certe sull’impatto della costruenda pedemontana sulla falda inquinata da Pfas. Ad oggi, nonostante una decina di interrogazioni ufficiali non ho ancora ricevuto nessuna risposta

13) Il costo dell’acqua per le utenze private è aumentato del 15% in due anni. Fra i motivi dell’aumento i costi dei filtri per i Pfas messi nella zona rossa ma non ad Arzignano e, comunque, il costo della depurazione per le aziende è fra i più bassi in Italia 

14) Acque del Chiampo realizza un utile annuo di 4 milioni di euro pagando circa 2 milioni di imposte.

15) Arzignano ha i valori più alti di Pfas nell’acqua potabile riscontrati al di fuori della zona rossa dove però sono stati posizionati filtri adeguati per eliminarli.

16) Alcuni cittadini di Arzignano che si sono sottoposti privatamente alle analisi hanno scoperto di avere nel loro sangue quantità di Pfas simili agli abitanti della zona rossa.
Dal 2013 l'unica associazione che si è impegnata con estrema dedizione ad affrontare il problema è stata Cillsa e quest'anno, 2018, si sono costituiti il Comitato ZeroPfas Agno-Chiampo e il gruppo Mamme Zero Pfas Arzignano.

Forse, finalmente le cose cominciano a cambiare


venerdì 27 aprile 2018

GENTILIN ALL’ANGOLO. SMENTITA LA FAVOLETTA DELL’ACQUA OLIGOMINERALE.



LA REGIONE INSERISCE ARZIGNANO NELLA “ZONA ARANCIONE”: SI VOLTA PAGINA

È questa la notizia più importante che il sindaco Gentilin ha riferito in anteprima in Consiglio, tenutosi ieri sera 26 aprile, rispondendo alle interrogazioni di Lorella Peretti e Piero Magnabosco, consiglieri di minoranza.

E' l’esito di una lunga lotta di CiLLSA e del Movimento ZERO PFAS di Montecchio nel quale Diego Meggiolaro è stato da anni uno dei maggiori punti di riferimento.

 Grazie ad una convenzione da lui stipulata con lo studio Giusto di Oderzo, molti cittadini arzignanesi e montecchiani hanno avuto la possibilità di effettuare le analisi del sangue privatamente per verificare la contaminazione di PFAS ad un costo più contenuto e di constatare, il più delle volte, contaminazioni altissime da PFAS.


Sua anche l’iniziativa per includere nel Progetto HEV dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS-Fondazione Pascale 200 cittadini dell’area Montecchio e Arzignano, operazione cui ha partecipato attivamente la CiLLSA.

Si è così effettuato uno screening gratuito di 200 cittadini attraverso il quale avremo un primo test sul livello di contaminazione da PFAS degli abitanti di questo territorio, negletto da sempre dai sindaci che lo rappresentano e dalla Regione.

Sicuramente importantissimo nel raggiungimento dell’inclusione di Arzignano nell’area dei territoti inquinati, il crescente livello di lotta che l’intero movimento sta portando avanti su tutto il territorio e non secondarie, a questo proposito, le interrogazioni di Cristina Guarda che si è spesa in regione con interventi e interrogazioni contro l’esclusione di Arzignano dall’area inquinata da monitorare.

Tornando al Consiglio comunale di ieri sera ad Arzignano, Il sindaco Gentilin è stato sottoposto ad una lunga serie di domande nelle interrogazioni di Piero Magnabosco e Lorella Peretti, consiglieri di Minoranza.

Quest’ultima ha anche citato la lettera di CiLLSA inviata il giorno 13 del corrente mese ai Consiglieri.

Per quanto riguarda la salubrità dell’acqua, il sindaco ha tagliato corto “siamo dentro i limiti previsti dal decreto regionale” “l’acqua di Arzignano è potabile!” Quest’ultima affermazione pronunciata con un tono più alto e con enfasi.

Giornata di protesta davanti a Miteni 22 aprile 2018



Successivamente, rispondendo ad una specifica domanda di Magnabosco però il sindaco si contraddiceva annunciando un progetto di Acque del Chiampo del costo preventivato di 3,5 milioni di euro (tutti a carico dell’utenza) per realizzare una stazione di pompaggio e di filtraggio a carboni attivi a Canove, per il rifornimento del comune di Montorso e per il serbatoio di Poiaracca del comune di Arzignano.

Se l’acqua è potabile perché spendere tanti soldi per filtrarla?

Per quanto riguarda i tempi per la realizzazione del progetto, il sindaco si è tenuto sulle generali dicendo che l’iter sarà molto lungo. Andrea Pellizzari che già ne aveva parlato circa due mesi fa sembra avesse posto come data possibile di realizzazione il 2022 (?).

Certamente la realizzazione di un nuovo acquedotto per Montorso richiede tempi non proprio brevi e anche la stazione di pompaggio non si fa in un giorno. Gentilin ha parlato della lunga trafila dovuta all’acquisto dei terreni.

Ma, per noi arzignanesi per cui non è necessaria nessuna stazione di pompaggio e nessun esproprio di terreni perché non si provvede immediatamente a porre i filtri a carbone attivo?

L’acqua di Canove va filtrata solo per i cittadini di Montorso?

Gentilin che in precedenti occasioni si è speso per la realizzazione di approvvigionamento di nuove fonti non contaminate per Brendola non ha nessun progetto in merito per la nostra città.

È infatti questa una delle domande che abbiamo posto con insistenza a lui e ai consiglieri:
 Perché per gli altri comuni si provvede a cambiare le fonti di approvvigionamento dell’acqua e per Arzignano no?

A questa domanda non hanno risposto né il sindaco né i consiglieri di maggioranza che sono restati zitti, annoiati e desiderosi di concludere i lavori del Consiglio per andare a casa.


Nessuno dei consiglieri è intervenuto per rispondere alla nostra lettera sull’acqua che viene data ai bambini negli asili, nelle scuole e nelle mense scolastiche.

Solo Magnabosco l’ha fatto nelle precedenti sessioni del Consiglio ottenendo dal sindaco sempre la stessa risposta “Siamo dentro i limiti” e dai colleghi Consiglieri una totale indifferenza.

Il sindaco ha risposto anche ad altre interrogazioni di Magnabosco.

 Una riguarda il cosiddetto “trattamento fanghi” in parole semplici l’INCENERITORE che per anni si voleva costruire in via Ferraretta e contro il quale CiLLSA si è battuta strenuamente, impedendo alla fine che questa mefitica opera venisse realizzata nel nostro comune.

Il cosiddetto “Trattamento fanghi” (per prudenza non si pronuncia più nemmeno il termine, tanto abusato in passato, di “Gassificatore”) sarà realizzato in project financing (leggi “altra mangiatoia”) in comune con privati ma “fuori dai territori dei comuni che fanno parte del  bacino del Chiampo.” 

2014 manifestazione presso sede Acque del Chiampo

Dopo anni di annunci e di tentativi non riusciti, dopo il fallimento decennale del patto stato regione per il risanamento del Fratta Gorzone, scaduto senza il raggiungimento di alcun obiettivo il 31 dicembre del 2015, finalmente la resa dei beati costruttori di inceneritori e la fine di un incubo per i cittadini di Arzignano e dintorni.

L'ultima interrogazione di Magnabosco riguardava la annunciata sottrazione di una notevole parte dell’acqua che, attraverso il canale LEB (Che attinge all’Adige) attualmente diluisce i reflui del dotto ARICA che conferisce i liquami (depurati) delle nostre concerie ai campi di Cologna Veneta e a tutto il Bacino irriguo del Fratta Gorzone.
Senza questa diluizioni (per altro vietata per legge) ARICA non raggiungerebbe i livelli accettabili di inquinamento che gli consentono di scaricare.

Adesso sembra che una notevole parte di quest’acqua verrebbe sottratta per l’irrigazione dei campi del Veronese. Se così fosse il blocco dell’attività conciaria sarebbe inevitabile.

Gentilin ha smentito e garantisce che l’acqua del LEB destinata a ARICA non sarà toccata. Si vedrà.

Ma nel frattempo non sarebbe meglio provvedere a produrre reflui più compatibili con l’ambiente?
Oltre che doveroso per la salubrità del territorio e delle persone che lo abitano, prevenire un disastro annunciato è importante per la sopravvivenza di un settore industriale che, se non si provvede, prima o poi entrerà a rischio.


Giovanni Fazio
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venerdì 20 aprile 2018

VIENI ANCHE TU ALLA GRANDE MANIFESTAZIONE PER L’ACQUA PULITA


GIORNATA DELLA TERRA



Il movimento che si oppone allo scandaloso inquinamento della Miteni è cresciuto. 

Ci presenteremo con i mille volti del popolo inquinato del Nord, in una mega manifestazione che avrà il carattere di una società civile.




Sarà una giornata di lotta ma anche una festa perché saremo in tanti a dimostrare che non siamo sudditi ma cittadini che pretendono il rispetto che fino ad ora è stato negato.

Partecipa anche tu, con la tua famiglia e i tuoi amici. Siamo la cittadinanza attiva che ama la propria terra. Dimostriamo alle istituzioni la forza di un popolo che non si rassegna, che non china la testa allo strapotere delle compagnie multinazionali e ai loro lacchè.

Cosa chiediamo? Semplicemente acqua non contaminata.

Ci saranno decine di gazebo a testimoniare la ricchezza di un Movimento dalle mille sfaccettature. Presso il nostro gazebo troverete i protagonisti di questa lunga lotta: medici, mamme, operai, studenti, insegnanti e quanti in questi anni hanno creduto nella forza della verità.  Con noi potrete dialogare per chiedere informazioni o fare proposte. Nel capannello Il microfono sarà a disposizione di tutti.

Vi aspettiamo domenica 22 aprile.
Di fronte alla MITENI, zona industriale di Trissino dalle ore 11.00 in poi.