Visualizzazioni totali

giovedì 20 ottobre 2016

NOVENTA VI I CITTADINI SI MOBILITANO CONTRO IL CREMATORIO

Noventa Vicentina 19 Ottobre 2016
Michele Ceron

 Una affollata assemblea di cittadini contesta la scelta del sindaco di costruire un crematorio nel locale cimitero in project financing, a poca distanza da una scuola per l’infanzia e dalle abitazioni.

L’incontro, organizzato dal “Comitato contro il crematorio” da poco costituitosi, è stato aperto dal professor Michele Ceron che ha illustrato gli aspetti generali della vicenda.

Malgrado l’invito alla manifestazione, fatto a tutta la giunta comunale e al sindaco, nessuno si è presentato a rappresentare il governo della città, quasi a sottolineare la distanza che il sindaco ha assunto nei confronti dei cittadini e delle richieste di chiarezza e trasparenza su quello che a tutta prima ha l’aspetto di un grande business milionario.




Alla richiesta, infatti, dei consiglieri di minoranza di discutere i termini del contratto, che il sindaco intende siglare con la società proponente, e le conseguenze pesanti per i cittadini sul piano non solo della salute ma anche delle colture, degli allevamenti e del turismo, il sindaco ha risposto con un esposto alla procura contro il comitato e con sprezzanti dichiarazioni sul merito della richiesta di 
Andrea Scalco
dialogo.

Giovanni Fazio
E’ noto infatti il pericolo per le comunità che vivono presso i crematori derivato dalle inevitabili emissioni di diossine e furani, nonché dalle emissioni di Mercurio. E’ noto anche il rischio di aumento considerevole per gravissime patologie neurologiche, endocrine e neoplastiche che derivano dal bioaccumulo di queste sostanze nella catena alimentare e nell’uomo.

Marina Lecis

Esiste una messe di pubblicazioni scientifiche che illustrano nei dettagli i reperti epidemiologici sulle popolazioni esposte alle emissioni dei crematori, anche quando le stesse restano entro i cosiddetti limiti di sicurezza. Evidentemente il sindaco non si è informato.


Enrico Chiuso
Relatori della serata sono stati il perito Enrico Chiuso, il dott. Giovanni Fazio (CiLLSA - ISDE), la dottoressa Marina Lecis (Dr.ssa in Scienze Forestali, Diritto dell'Ambiente C.T.U. presso il Tribunale di Padova Sez. Civile e Penale).

I consiglieri di minoranza hanno richiesto una seduta aperta del Consiglio comunale con la possibilità per i cittadini di interloquire con il sindaco.

Ci auguriamo che, in considerazione della grande risonanza che la questione sta avendo nella cittadina, si apra un confronto, sereno e democratico, tra i cittadini e la giunta.

Giovanni Fazio




sabato 8 ottobre 2016

MONTEMERLO (PD) IL CREMATORIO NON SI FA PIU'

Dott.ssa Elisabetta Borsato
RETROMARCIA DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CERVARESE SANTA CROCE SUL FORNO CREMATORIO IN VIA FONTANE A MONTEMERLO (PD)

Ieri sera 7 ottobre nella ex sala parrocchiale di Montemerlo si è tenuta una affollata assemblea di cittadini organizzata dall’associazione Ambiente e Salute di Cervarese Santa Croce (PD) per contrastare la costruzione di un crematorio per il quale il comune ha approvato già un progetto di fattibilità.

         
Montemerlo ex sala parrocchiale
Sono intervenuti, per illustrare i rischi per la salute e per l’ambiente derivanti dalla costruzione del crematorio all’interno di un paese, la dottoressa Elisabetta Borsato, il perito tecnico Enrico Chiuso, il dott. Giovanni Fazio (CiLLSA e ISDE), la dottoressa Marina Lecis (Dr.ssa in Scienze Forestali, Diritto dell'Ambiente C.T.U. presso il Tribunale di Padova Sez. Civile e Penale), e una portavoce del comitato delle Mamme di Thiene.
L’assemblea è stata molto partecipata da un pubblico che ha manifestato la volontà univoca di opporsi alla costruzione del crematorio.

Fazio
Il clima della sala si stava surriscaldando con dure critiche nei confronti dell'amministrazione quando, inaspettatamente, interrompendo il flusso di interventi dei cittadini, ha preso la parola il sindaco Massimo Campagnolo, il quale ha esplicitamente annunciato che la sua amministrazione farà retromarcia rispetto alla realizzazione del forno crematorio approvato con progetto di fattibilità in data 01 settembre 2016 dalla sua maggioranza.

 
Montemerlo sala dell'assemblea
Si conclude qui, salvo ripensamenti del sindaco, la vicenda del crematorio di Montemerlo.

 Come già avvenuto a Thiene, dove un comitato di mamme ha sfidato il sindaco che voleva costruire lo stesso crematorio in città, anche qui la mobilitazione dei cittadini ha sortito un effetto positivo.

Il crematorio di Montemerlo segue la stessa sorte di quelli di Albaredo d'Adige, Bassano, Bovolenta, Legnago, Malo, Minerbe, Thiene, Jesolo tutti comuni dove la mobilitazione dei cittadini ne ha impedito la costruzione.

Mentre il teatrino della politica propone spettacoli sempre più osceni e lontani dalle esigenze di chi vive con sempre maggiore apprensione la crisi del paese, un fenomeno nuovo si afferma nella nostra regione, quello di comitati spontanei di persone che prendono in mano direttamente la sorte delle loro città di fronte agli scempi ambientali e ai danni sempre più massivi alla salute provocati dalle malapolitica degli affari sulla pelle dei cittadini.

Giovanni Fazio


lunedì 3 ottobre 2016

Archivio: MAMME DI THIENE CONTRO IL CREMATORIO



 Recentemente stanno arrivando richieste di aiuto da comitati di cittadini che scrivono da varie parti d'Italia. Per questo motivo ripubblichiamo il post sulla lotta delle Mamme di Thiene contro il  cematorio,  augurandoci che possa servire da stimolo e da aiuto a quanti stanno portando avanti inziative simili in difesa della salubrità dell'aria e della salute dei bambini e di tutti i cittadini. 

per la salute” di Thiene, Splendida testimonianza di come un piccolo gruppo di cittadine, senza alcun appoggio politico, sia riuscito a battere la lobby dei crematori e a far cambiare opinione a sindaco e giunta di Thiene.

   

Assemlea di cittadini contro il crematorio a Thiene




Le recenti dichiarazioni del sindaco Casarotto in merito alla

 citazione dei danni di alcuni noti inceneritori, da me rilasciate e 

da lui ritenute fuor di luogo, dimostrano che non si è 

minimamente curato di leggere l'abbondante documentazione da

 noi messa a disposizione.  La citazione delle emissioni degli 

inceneritori riguardava alcuni studi scientifici,

 tra cui quello di Wang e altri del 2003*, secondo i quali le

emissioni di diossine dei crematori superano di molto quelle 

degli inceneritori.

  Non si tratta pertanto di emissioni "paragonabili ad una stufetta a pellet" ma di emissioni pericolose anche per gli altri componenti in esse contenuti come mercurio, metalli pesanti e monossido di carbonio.
 
Le Mamme di Thiene


   La contestazione di "ideologismo" al volantino del comitato del no e la minimizzazione dell’aumento dei tumori in tutto l’ambito della ULSS 4 sono altre perle del discorso del sindaco.

  Sarebbe bene rispettare le opinioni degli altri anche quando dissentono dalle nostre, specie se espresse da un gruppo di mamme che non hanno alcun fine se non quello di salvaguardare la vita dei propri bambini.


Assemblea dei cittadini contro il crematorio a Thiene


Il sindaco Casarotto, che ha dovuto, obtorto collo , rinunciare alla costruzione di un crematorio a Thiene, a pochi passi ( e non "a quasi 500 metri" come da lui affermato) da un asilo e da campi sportivi per ragazzi, farebbe bene a chiuderla qui e a non rilasciare ulteriori dichiarazioni che, come dice il detto, sono toppe peggiori del buco.

 Giovanni Fazio

*Wang et al (2003): analizzati due crematori a sud Taiwan con e senza filtro; stimati livelli di emissioni di PCDD/F pari al 227% e al 112% rispetto alle emissioni annuali di tutti gli inceneritori di materiale medico e rifiuti rispettivamente.
La concentrazione al suolo è risultata molto più alta di quella trovata nelle aree rurali, residenziali, urbane e industriali.




 Abbiamo pubblicato i link delle pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno sostanziato il mio intervento. Le abbiamo messe a disposizione di chiunque ne faccia richiesta scrivendoci al seguente indirizzo e mail cillsa4@gmail.com







per la salute” di Thiene, Splendida testimonianza di come un piccolo gruppo di cittadine, senza alcun appoggio politico, sia riuscito a battere la lobby dei crematori e a far cambiare opinione a sindaco e giunta di Thiene.

   
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinZ8d9rrG6MDvjxFcas5NeYi05IRuoyXgLCSSvuO7s61aLS6K2wdfabbHMh3CXaBHp8qkYi17NUxXWyW6GRNhrxCpgLlAYt1W_9TkFf6TaovfesTOeAIgscdHR6yzrzJK8ko9ek2LYFZw/s320/20160525+THIENE+4.jpg
Assemlea di cittadini contro il crematorio a Thiene

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqDDq1zkPQdTSQdYGrXKPxlMsHbmMPnUsknWdrKeh7mmGKt1jUqMPKPmW0h9CuE0_wXpXoLkenqHAUsXBFPwAh7FdTPpWyPiY4-ZOYEWkM8QUErJZ2FYitTRa-Dfipuuy4vGgYH5qxPEc/s320/2016+06+16+gdv+dichiarazioni+casarotto.jpg


Le recenti dichiarazioni del sindaco Casarotto in merito alla

 citazione dei danni di alcuni noti inceneritori, da me rilasciate e 

da lui ritenute fuor di luogo, dimostrano che non si è 

minimamente curato di leggere l'abbondante documentazione da

 noi messa a disposizione.  La citazione delle emissioni degli 

inceneritori riguardava alcuni studi scientifici,

 tra cui quello di Wang e altri del 2003*, secondo i quali le

emissioni di diossine dei crematori superano di molto quelle 

degli inceneritori.

  Non si tratta pertanto di emissioni "paragonabili ad una stufetta a pellet" ma di emissioni pericolose anche per gli altri componenti in esse contenuti come mercurio, metalli pesanti e monossido di carbonio.


https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIE_EUHorpT4O7LsvenN54Nb4gRbDfWKrZt6VqlrDPovpdMFFHUKjP5qcaJqg2Ddt7pD8d9N1s64vP4bmsTuWzLmlWjCa82q9q85OTBsh2rElGOdHmHj8cf3M5OVVDwt1bXjVrqWlyUYE/s320/2016+06+06+una+serata+insieme.png
   La contestazione di "ideologismo" al volantino del comitato del no e la minimizzazione dell’aumento dei tumori in tutto l’ambito della ULSS 4 sono altre perle del discorso del sindaco.

  Sarebbe bene rispettare le opinioni degli altri anche quando dissentono dalle nostre, specie se espresse da un gruppo di mamme che non hanno alcun fine se non quello di salvaguardare la vita dei propri bambini.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXAM0EhIVkPmP33nDtDv6t5cN77GZhYuFnxeeYkPEW_vCpE7lLl-G1pBYKKmcFN9pwULNDwpg0-CSbk4NEmBe8Bp-0mST0iBiUzDfxvUu5JiyiGqRxq7UpS9atIf2utHqgHkEVF_dvkz4/s320/20160525+THIENE+9.jpg
Assemblea dei cittadini contro il crematorio a Thiene


Il sindaco Casarotto, che ha dovuto, obtorto collo , rinunciare alla costruzione di un crematorio a Thiene, a pochi passi ( e non "a quasi 500 metri" come da lui affermato) da un asilo e da campi sportivi per ragazzi, farebbe bene a chiuderla qui e a non rilasciare ulteriori dichiarazioni che, come dice il detto, sono toppe peggiori del buco.

 Giovanni Fazio

*Wang et al (2003): analizzati due crematori a sud Taiwan con e senza filtro; stimati livelli di emissioni di PCDD/F pari al 227% e al 112% rispetto alle emissioni annuali di tutti gli inceneritori di materiale medico e rifiuti rispettivamente.
La concentrazione al suolo è risultata molto più alta di quella trovata nelle aree rurali, residenziali, urbane e industriali.




 Abbiamo pubblicato i link delle pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno sostanziato il mio intervento. Le abbiamo messe a disposizione di chiunque ne faccia richiesta scrivendoci al seguente indirizzo e mail cillsa4@gmail.com







sabato 1 ottobre 2016

LE MIE RAGIONI DEL NO


LE MIE RAGIONI DEL NO


In parole chiare e da semplice cittadino ritengo che per capire la riforma istituzionale operata da Renzi, bisogna contestualizzarla all’interno dell’azione di governo cui è finalizzata.

Premetto che sarebbe corretto chiamare tutte le riforme, le leggi e i decreti fin qui messi in opera da Renzi col loro vero nome: “RIFORME NEOLIBERISTE”.

In un lontano passato al centro della azione politica della sinistra c’erano il lavoro e i ceti lavoratori, cioè per essere chiari, tutte quelle persone che hanno un reddito da lavoro, e soprattutto coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente, ma anche  piccoli artigiani, commercianti e professionisti.

Una ragione sociale ben diversa da quella delle multinazionali e del capitale finanziario internazionale.


Contadini siciliani in marcia verso i feudi

Per capire cosa sta succedendo dobbiamo prendere atto che Il filo rosso che legava il PD a questi ceti o classi sociali si è definitivamente reciso e assistiamo al salto di campo del PD, sempre più lanciato in una politica NEOLIBERISTA.




Compito dichiarato del PD e del suo nuovo leader Renzi è quello di guidare a tappe forzate il paese all’interno della globalizzazione.

Lavoro femminile
Pertanto, nella nuova strategia neoliberista del PD è necessario eliminare ogni ostacolo che si frapponga tra questo obbiettivo e l’attività del governo. Un Senato che poteva rappresentare, a volte, un controllo e un contropotere all’azione del governo andava quindi normalizzato.

Assistiamo, giorno dopo giorno, all’erosione del welfare a favore delle compagnie di assicurazione e dei privati.

La sanità è costantemente definanziata, anno dopo anno, e il costo di esami e cure sempre più caro. Le liste di attesa lunghissime costringono i cittadini a rivolgersi alla sanità privata.
Le pensioni sono diventate una meta irraggiungibile e sempre meno appetitosa. Boeri non si vergogna di dire che i nostri ragazzi diplomati e laureati andranno in pensione con 450 euro mensili.
La scuola pubblica è sempre più aziendalizzata e nel caos mentre i finanziamenti vanno a pioggia alle scuole private.
Le banche non si vergognano di derubare i propri clienti e chi le governa la fa sempre franca.
Le multinazionali ci inondano di pesticidi e veleni, trivellano i nostri mari e la fanno da padroni
L’occupazione ai minimi storici e i diritti dei lavoratori rottamati.
Mi fermo per non divagare.



          Pertanto non c’entra niente la necessità di rendere più spedito il lavoro legislativo, tanto meno il risparmio.
 (Dato per scontato il fatto che gli sperperi delle assemblee rappresentative vanno eliminati e che i compensi, i vitalizi, rimborsi e quant’altro di consiglieri regionali, parlamentari ecc. vanno riveduti e drasticamente corretti, non si può immaginare però un risparmio derivato dalla soppressione delle assemblee rappresentative).



Contrariamente a quanto afferma Renzi c’è un nesso stretto tra la riforma del Senato e la nuova legge elettorale.

Le due cose messe insieme eliminano di fatto il ruolo delle minoranze e mortificano il dibattito all’interno della stessa maggioranza.
Un premio di maggioranza spropositato fa sì che, come è stato detto e ridetto, tutte le altre istituzioni (presidenza della Repubblica, corte Costituzionale ecc.) potranno essere facilmente determinate dall’esecutivo che opera su un parlamento addomesticato, tra l’altro, da un numero enorme di parlamentari nominati direttamente dal segretario del partito di maggioranza.

Roma. Funerali di Togliatti 

Ma c’è un pericolo maggiore di cui nessuno ha ancora parlato ed è quello che deriva dal fatto per cui una maggioranza parlamentare così ampia data ad un partito, qualunque esso sia, che rappresenta solo una piccola quota degli elettori italiani, potrà consentire a quest'ultimo di modificare con estrema facilità, in avvenire, la Costituzione a proprio piacimento baipassando minoranze e cittadini e mettendo a serio rischio la democrazia del Paese, come del resto è già avvenuto per esempio in Ungheria.

Questi i motivi per cui il collegato riforma costituzionale e legge elettorale sono di fatto un attentato alla nostra libertà.

Del resto, il fatto che le nostre istituzioni democratiche siano considerate come un noioso inciampo dal mondo degli affari e delle multinazionali lo dimostrano le prese di posizioni indecenti da parte dell’ambasciatore degli USA, di agenzie di rating e di esponenti della finanza internazionale.

L’aggressione alla nostra sovranità nazionale è già in atto e questo referendum ne fa parte.

Manifestazione studentesca contro la Buona scuola a Catania

Le ragioni del mio NO vanno pertanto aggiunte a quelle già espresse da costituzionalisti di fama e dall’insieme del movimento democratico, esse sono argomentate, esplicitate e non gridate.

Ogni politico ha il diritto di proporre le sue riforme che possono andare nella direzione del sociale, dell’aiuto ai più poveri, della ridistribuzione del reddito nazionale, della difesa del welfare o, viceversa, in senso liberista, chiara espressione della destra economica che governa il mondo ed è responsabile dei guasti economici che affliggono l’intera umanità.  

Quello che non è lecito però è proporre una linea neo liberista passandola come linea di sinistra: la Thatcher e Reagan non lo hanno mai fatto.


Giovanni Fazio 



lunedì 26 settembre 2016

OSPEDALE DI MONTECCHIO. DURA REQUISITORIA DALL'ORDINE DEI MEDICI

 ESPLOSIVO SCONTRO TRA IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI DI VICENZA E IL DIRETTORE GENERALE DELLA ULSS 6 PAVESI

Valente: «Sono ritenuti sostenibili l’edilizia ospedaliera, gli affitti per i project financing, ma non il capitale umano. Un buon ospedale lo fanno i muri o gli organici adeguati di buoni medici?».

 Il Virulento attacco al presidente dell’Ordine dei medici dott. Michele Valente da parte del Direttore generale della ULSS 6 conferma il disagio profondo in cui versa la sanità in Italia e nel Veneto a causa della continua sottrazione di risorse da parte del governo ma anche e soprattutto da un’ottica della Regione Veneto che mira più agli affari che al benessere dei cittadini.


Le ripercussioni della MALASANITA’ DEL VANETO, contrariamente a quanto afferma il Direttore Generale le toccano con mano i cittadini.

 Il degrado è incontestabile, i pronto soccorso sono nel caos, le file di attesa per interventi, visite specialistiche e diagnostica sono sempre più lunghe. Il ricorso alla sanità privata è un percorso obbligato per chi non può aspettare i tempi lunghi del sistema, pena l’aggravamento o addirittura la morte.

Ma la cosa più scandalosa è quella dello sperpero di quei pochi fondi che restano, gettati nella costruzione inutile di nuovi ospedali e nella chiusura di efficienti strutture ospedaliere esistenti come è il caso di Arzignano.

Sono anni che gridiamo allo scandalo tra l’indifferenza dei politici locali di tutti i partiti.

 Non solo spreco di risorse che sono uno schiaffo per tutti i cittadini cui vengono negate cure e assistenza, ma disagi infiniti con il tira e molla dei reparti da Montecchio a Valdagno e i sindaci che fanno da corona al capezzale della sanità rendendosi complici del guasto e tradendo la cittadinanza che rappresentano.

Non è un mistero per nessuno che l’ospedale di Valdagno, splendida struttura da poco realizzata, vene continuamente depotenziato e che il suo destino a breve sarà la chiusura.

Non è un mistero per nessuno che la chiusura dell’ospedale di Arzignano è uno sporco affare che non ha alcuna giustificazione.

Noi non accettiamo la farsa della spaccatura della conferenza dei sindaci e siamo solidali con i cittadini e con i sindaci della vallata dell’Agno che difendono il loro ospedale che, tra parentesi, è anche nostro visto che fa parte del patrimonio della ULSS5.

Le parole del presidente dell’Ordine dovrebbero far riflettere gli amministratori locali. I cittadini hanno capito già da tempo il senso della vergognosa speculazione campanilistica della sindaca di Montecchio che si riassume in meno risorse alle cure dei cittadini e spreco edilizio per farsi bella con i Montecchiani meno avveduti.

Sindaci svegliatevi! Separate le vostre 

responsabilità dalla vergognosa politica 

sanitaria della Regione, presto i cittadini 

presenteranno il conto anche a voi!

Da parte nostra continuiamo la nostra lotta in difesa della salute pubblica e contro uno spreco inaccettabile.


Giovanni Fazio

(Riportiamo in calce l’Articolo di Franco Pepe sul Giornale di Vicenza, pubblicato, ieri 25 settembre, che denuncia la malasanità della Regione Veneto)

2016 09 26 Scontro aperto tra Ordine dei medici e ULSS 6
Il presidente dell’Ordine dei medici Michele Valente, alla “Giornata del Medico” di sabato scorso al teatro Olimpico, fa il triste elenco di quelli che, secondo lui, sarebbero i guai della sanità pubblica, con forti e accese critiche anche allo scenario veneto, ma il direttore generale Giovanni Pavesi non accetta la visione apocalittica e spedisce a Valente una lettera in cui difende valori, contenuti e risultati del sistema sanitario regionale e vicentino. Non è la prima volta che Valente tuona per stigmatizzare, appunto, quello che, a suo avviso, sarebbe un sistema in caduta libera con le presunte degenerazioni. Il canovaccio è stato un po’ la fotocopia dello scorso anno sempre per il giuramento dei neo-medici. Valente, parlando a ruota libera, ha messo nuovamente in fila una raffica di mali che starebbero soffocando il SSN  «I medici - ha detto - stanno pagando un contributo non indifferente alla crisi, con retribuzioni e sviluppi di carriere bloccati, riduzioni massicce di personale, aumenti impressionanti dei carichi di lavoro, contratti atipici, compensi inadeguati, premi assicurativi non più sostenibili, turni massacranti». Due denunce in particolare: «Le liste di attesa sono lunghe perché non si assumono più medici. Le file al pronto soccorso sono estenuanti perché, invece di rinforzare gli organici si investe in progetti insensati». E, poi, il numero uno dell’ordine professionale ha affondato la lama anche sul fronte locale. Anche qui il rosario dei problemi sarebbe molto lungo: «La sanità veneta ha sempre vantato eccellenze che altre regioni si sognavano ma non si può vivere di rendita. I segnali di declino non mancano come la fuga di assistititi verso altre regioni e l’emigrazione dei medici». Sotto accusa per lui una politica più attenta ai costi che al malato: «Sono ritenuti sostenibili l’edilizia ospedaliera, gli affitti per i project financing, ma non il capitale umano. Un buon ospedale lo fanno i muri o gli organici adeguati di buoni medici?».
 Pavesi, però, come detto, non ci sta, e da responsabile di due Ulss in via di unificazione, Vicenza e Arzignano, ma anche da esperto di una sanità veneta che vive e conosce da anni come manager in prima linea, non solo non accetta la visione negativa e pessimistica di Valente ma ribatte in modo perentorio, senza mezzi termini: «Vorrei esprimerle la mia sorpresa e il mio disappunto per il tono e i contenuti del suo intervento, durante il quale sono state ripetutamente espresse forti critiche all’organizzazione e all’operato del sistema sanitario della nostra Regione. Pur non nascondendo le difficoltà e i problemi che hanno dovuto affrontare tutti i sistemi salutari del nostro Paese, ritengo che in questi anni quello veneto abbia dato prova di solidità e capacità innovativa e abbia saputo offrire una qualità di assistenza ai propri cittadini al livello dei migliori paesi europei». Pavesi porta esempi: «Gli esiti di salute del Veneto, la costante crescita dell'aspettativa di vita, i dati epidemiologici in costante miglioramento, i programmi di screening preventivi, le tecnologie di cui si è dotata la generalità delle strutture ospedaliere, l’implementazione di nuove organizzazioni territoriali di cure primarie». Tutto questo - chiarisce il dg - «in un contesto di trasferimenti finanziari statali in costante contenimento, a fronte di sempre nuove e crescenti esigenze per la nostra popolazione». Ancora un altro passaggio in discontinuità rispetto a Valente: «Sono certamente - scrive Pavesi - risultati conseguiti grazie anche all’impegno e alla professionalità della categoria che lei rappresenta, ma inseriti in un contesto organizzativo, economico e normativo garantito dal nostro sistema sanitario regionale». Il dg prende nettamente le distanze dal presidente dell’ordine: «Anche le sue affermazioni in tema di mancato rinforzo degli organici non rispondono a verità, stante che, proprio a Vicenza per esempio, negli ultimi 9 mesi il saldo di medici in servizio all’Ulss 6 è in attivo di oltre 20 unità e l’attrazione di pazienti da altre Regioni è in sensibile aumento, così come in tutto il Veneto».