PATETICA
RISPOSTA DI BOTTACIN.
Non
rispondono nel merito delle dure denunce di Vincenzo Cordiano, (presidente ISDE Veneto), e da Pietro Paris (Ispra) contro il nullismo della Regione documentate
a Roma, in Parlamento, le risposte date al Giornale di Vicenza dall'assessore
regionale all'ambiente, BOTTACIN: "Alt bugie: l'acqua potabile in Veneto
è senza PFAS"
Le
sue parole suonano ormai come un disco rotto e la sua invocazione dei limiti
che dovrebbero essere imposti dallo stato è patetica.
I limiti massimi di PFAS per gli acquedotti del Veneto (390 ng/litro) Zaia
li ha già fissati da tempo e sono quattro volte più alti di quelli che il
ministro Costa, bontà sua, ha proposto alla UE (100 ng/litro).
La ricerca scientifica ci dice che ambedue questi limiti non
garantiscono affatto dai rischi gravissimi provocati dai PFAS e che l'unico limite
accettabile per l'acqua che beviamo ogni giorno deve essere ZERO.
In una vasta area del Veneto stiamo
bevendo acqua piena di PFAS, non filtrata, da sempre mentre l'unica area un
po' protetta dai filtri è la cosiddetta Zona Rossa.
Nessuna prevenzione è stata attivata per le donne in gravidanza i cui rischi di pre-eclampsia,
danni irreversibili ai feti, aborti ripetuti e parti di bambini sotto peso,
sono stati riscontrati anche dal Sistema Epidemiologico Regionale.
Il
dosaggio dei PFAS nel sangue delle gravide sarebbe dovuto essere stato incluso nei
protocolli previsti per la gravidanza da anni; ma non è stato mai fatto:
perché?
Nessuno
può effettuare esami nel Veneto, né con la ULSS né a pagamento, se non è
incluso nelle liste programmate dalla Regione.
Un
diritto negato ai cittadini del Veneto da parte di chi ha monopolizzato i
laboratori.
Malgrado la pubblicazione del monitoraggio dell'Istituto
Superiore di Sanità sulle aziende della zona rossa, che denuncia una forte
contaminazione da PFAS di alcuni prodotti come carne, latte, uova, radicchi, ecc.
tali prodotti non sono stati esclusi dal mercato.
Ci
sa spiegare l'assessore Bottacin come fa una persona al supermercato per
distinguere i prodotti inquinati da quelli sicuri? Ci sa dire come sia
possibile effettuare la prevenzione se non si sa quanti PFAS si hanno in corpo?
Tonnellate di cromo, solfati, nitrati e PFAS vengono sversate dal
condotto A.Ri.C.A. nei fiumi del basso Veneto, inquinando i prodotti
alimentari che giungono al mercato.
Assessore:
lei se ne è mai accorto? Oppure anche questo misfatto è colpa di Roma Ladrona?
La smetta coi piagnistei e si dia da fare! Bonifichi il
territorio, chiuda i rubinetti dei depuratori che avvelenano le acque, emetta
un decreto per proteggere la fascia di ricarica delle falde, mai fatto fino ad
ora da nessun governo regionale, vieti di spargere i fanghi dei depuratori sui
campi coltivati.
Si renda conto, una volta per tutte che siamo
di fronte ad una emergenza ambientale e sanitaria di vastissime proporzioni mai
vista in Italia.
Giovanni
Fazio
Forum
Veneto Ambiente Salute e Solidarietà