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martedì 18 giugno 2024

IL TRENO

 

Didattica all'aperto. Dalla Poscola ai Bernuffi. ph.GF.

A volte si ha la sensazione di vivere in un mondo immaginario dove la realtà viene sostituita da un teatro in cui ogni personaggio recita una parte surreale. È come se in un treno lanciato a centoottanta chilometri l’ora verso un baratro ineludibile i passeggeri parlassero di calcio, delle banalità della vita quotidiana, della noia delle cose da fare quando scenderanno in quella stazione dove non arriveranno mai. Solo due ragazzini cercano il capotreno e controllano i freni a mano dei vagoni nella speranza di rallentare e, possibilmente, fermare la corsa del bolide. Sembrano gli unici ad avere il senso della realtà, mentre gli adulti continuano a chiacchierare, controllando ogni tanto  l’orologio o chiedendo al controllore se il treno sia in ritardo. Il treno corre attraverso guerre, stragi, carestie, alluvioni e naufragi ma i passeggeri non guardano nemmeno fuori dal finestrino. Quando approdiamo nelle classi, dove ci aspettano dei ragazzi ignari di ciò che stanno apparecchiando per loro le generazioni dei loro genitori, registriamo da parte loro una attenzione e il bisogno di mettersi in campo per fermare il treno. Noi adulti ci assuefacciamo a tutto, ai bambini che annegano nel Mediterraneo, stretti all’abbraccio delle loro mamme, alla ferocia della guardia costiera greca che riporta in alto mare per abandonarli a un destino di morte certa, quei disgraziati che, dopo mille sofferenze, approdarono alle coste del continente. Ci abituiamo agli stupri quotidiani nei lager della Libia.  Assistiamo al massacro di un intero popolo in Palestina disquisendo di antisemitismo e anti sionismo e ascoltando passivamente i bollettini del giornale radio che annunciano ulteriori miliardi di armi che inviamo in Ucraina mentre non bastano più i soldi per curare le persone in Italia.

Anche quest’anno torneremo nelle scuole!

 

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