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mercoledì 27 settembre 2023

LE PFAS FANNO AUMENTARE IL COLESTEROLO E IL RISCHIO DI INFARTO

 


Da una intervista al prof. Carlo Foresta

Lo scrive Cristina Giacomuzzo sul giornale di Vicenza, in un articolo del 27/09/2023, a proposito di una nuova ricerca sulle Pfas, che il prof Foresta ha realizzato  in collaborazione con Alberto Ferlin, ordinario di endocrinologia, e Nicola Ferri, ordinario di farmacologia, pubblicata sulla rivista internazionale "Toxicology Reports".

C'è una correlazione tra Pfas e colesterolo alto. Ecco perché il rischio di infarto in chi abita Delle zone inquinate da queste sostanze aumenta”.

Carlo Foresta è professore ordinario di endocrinologia all'Università di Padova di cui è studioso senior, membro del Consiglio superiore di sanità e presidente della Fondazione Foresta onlus.

Il professore con la sua ricerca conferma quanto già stato scoperto dalla ricerca scientifica internazionale mettendone in luce i meccanismi microbiologici che stanno alla base della ipercolesterolemia,

Il nostro studio svela il meccanismo attraverso il quale Pfoa e Pfos, i più diffusi composti della famiglia dei Pfas, interferiscono con il processo di assorbimento da parte delle cellule epatiche del colesterolo dal sangue. In pratica, questi inquinanti inibiscono la membrana delle cellule del fegato ostacolando il normale assorbimento di colesterolo. Ecco perché i livelli circolanti nel sangue aumentano. L'ipercolesterolemia è il principale fattore di rischio per le cardiopatie ischemiche, prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari.

Ictus cerebrale


 Questa ricerca è stata condotta sulla popolazione residente in zone contaminate dai Pfas in Veneto e mostrano che la percentuale dei soggetti con elevati livelli di colesterolo nel sangue, nella fascia di età compresa 35 e 75 anni, è più del doppio rispetto alla popolazione generale di controllo (circa 57% contro 22%).

La giornalista chiede come si sia arrivati alla recente scoperta.

“L'interferenza con la produzione di testosterone è stata la prima cosa balzata ai miei occhi. Poi ci siamo chiesti come i Pfas agiscano anche sugli altri organi. C'è condivisione tra i diversi studi epidemiologici sugli aspetti materno-fetali, fertilità, tireopatie, e riduzione della risposta immunitaria.

Infertilità maschile

 Negli ultimi 5 anni i nostri studi hanno permesso di identificare altri importanti meccanismi. Ad esempio, come questi composti riducano l'attività biologica del testosterone attraverso l'interferenza con il suo recettore.

 Abbiamo dimostrato che si legano alle membrane degli spermatozoi limitando la motilità e quindi la fertilità.

Per quanto riguarda la poliabortività i Pfas riducono l'attività del progesterone a livello endometriale alterando quindi la capacità dell'endometrio di accogliere l'embrione e di supportarne lo sviluppo. “Stiamo lavorando ad una ricerca, finanziata dalla Regione Veneto, che punta a capire il meccanismo di riduzione di assimilazione della vitamina D e quindi l'assorbimento del calcio che comporta un indebolimento della struttura scheletrica, l'osteopatia”. A conclusione dell’intervista il prof Foresta muove una dura critica alla sanità mondiale che non si è sufficientemente spesa nella ricerca di trattamenti per eliminare la presenza delle PFAS dai nostri corpi





 









La riduzione dell'inquinamento ambientale è sicuramente il punto fondamentale, ma rimane il grosso problema della lunga permanenza di queste sostanze nell'organismo: si accumulano in particolari organi (fegato, scheletro, sangue) in alcuni casi anche fino a 10 anni.

Le conseguenze sono terribili a qualsiasi concentrazione. Ecco perché ora si deve passare a un livello successivo: abbassare il tasso plasmatico di queste sostanze, Non c'è ancora nessuna possibilità di intervenire per abbattere i Pfas: serve trovarne una”


 

Sono passai 10 anni da quando il prof. Stefano Polesello del CNR scoperse la presenza massiva delle PFAS nelle acque della nostra regione.

Da allora è stato fatto poco o niente per la prevenzione delle patologie derivate dalla contaminazione.


PFAS: prevenzione materno infantile


La risposta alla mancata prevenzione, da parte della Regione è stata sempre la stessa:

 I PFAS non sono considerati CAUSA diretta di malattia ma, eventualmente, CONCAUSA di alcune malattie legate, in primis, al metabolismo e che, comunque, ogni considerazione su di essi ha bisogno di ulteriori approfondimenti scientifici».

Campa cavallo!



La recente ricerca del prof Foresta sconfessa questa tesi dimostrando, come già aveva fatto nelle ricerche precedenti di alcuni anni fa, che le PFAS sono senza alcun dubbio, CAUSA DIRETTA DI MOLTE PATOLOGIE .

 

Molte migliaia di cittadini stanno utilizzando ancora oggi acqua inquinata da PFAS.

Gli alimenti che vengono dalla zona inquinata non vengono controllati. Non si ricercano le pfas nelle donne in gravidanza né nei bambini.

Abbiamo già elencato nel recentissimo convegno ecologico di Arzignano tutte le manchevolezze della Regione, secondo cui la gente muore di infarto o di ictus cerebrale in maniera molto maggiore nelle zone inquinate ma “la causa di ciò sono le abitudini di vita e non le PFAS”.

 Forse sono le abitudini di vita di chi governa questa sfortunata ragione!

 

Giovanni Fazio

 

 

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