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martedì 17 gennaio 2017

PEDEMONTANA: I CITTADINI DI MONTECCHIO MAGGIORE SCRIVONO AL MINISTRO DEL RIO


Egregio ministro alle infrastrutture Graziano Del Rio


 Contributo dei “Cittadini/e di Montecchio Maggiore contrari alla Pedemontana” 

Non vogliamo “soluzioni politiche” per la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta perché esse lasciano spazio a compromissioni e a faccendieri.
Vogliamo una soluzione che ripercorra la catena delle responsabilità come lei stesso ha affermato tempo fa.
Il Governo quest’anno non ha rinnovato a Silvano Vernizzi l’incarico di commissario straordinario per la Pedemontana, ed è un bene perché dietro questa figura per anni istituzioni e persone hanno nascosto le proprie responsabilità.
Riteniamo ora che il presidente della Regione Luca Zaia rescinda la convenzione tra la Regione ed il concessionario SIS per inadempimento di quest’ultimo. Il concessionario manifestamente non ha risorse proprie sufficienti e non è in grado di trovare i finanziamenti, 1,5 miliardi di euro, indispensabili per portare avanti e concludere l’opera. Inoltre i lavori sin qui eseguiti sono stati realizzati per l’80% con contributi pubblici (Corte dei Conti).
Il presidente Zaia ritiene invece possibile un aumento degli utenti della futura superstrada grazie ad una riduzione (modesta) dell’importo degli alti pedaggi tale da indurre la Cassa Depositi e Prestiti, chiamata in causa, a farsi garante delle obbligazioni legate ai futuri profitti della Pedemontana.  Quindi in questo modo, secondo Zaia, la SIS reperirebbe i fondi necessari per il completamento dell’opera. Ma non dovrebbe essere la stessa Pedemontana con i suoi pedaggi garanzia per le obbligazioni? Evidentemente la profittabilità dell’opera è più che dubbia.
La Cassa Depositi e Prestiti e la BEI (banca europea per gli investimenti) hanno da tempo definito la Pedemontana una infrastruttura “insostenibile economicamente e socialmente”.
Il “non sostenibile socialmente” riteniamo si riferisca al fallimento viabilistico che già si prospetta: la Pedemontana che nel racconto iniziale avrebbe dovuto alleggerire il traffico locale sarà solo una complicazione per esso.
Numerosi, poi, dovranno essere gli interventi necessari per convogliare la viabilità locale ai caselli, altrettanto dicasi per le opere necessarie a ricucire un territorio che l’autostrada divide in due parti. Queste spese non vengono calcolate nei costi della Pedemontana, non sono a carico del project-financing della SIS, ma ricadranno sui Veneti.
E che dire delle conseguenze idrogeologiche di quest’opera? Lo scorso 16 dicembre, a Montecchio Maggiore, presso la villa Cordellina-Lombardi (della Provincia) si è svolto un affollato convegno promosso dall’ordine degli ingegneri vicentino rivolto alla categoria. L’argomento era la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta. Ospiti ed oratori: il direttore dei lavori Adriano Turso, l’allora commissario Vernizzi, Il consigliere regionale Alessandra Moretti (quest’ultimi due risultati assenti). Al convegno è intervenuto anche il presidente della Provincia Achille Variati esternando le sue preoccupazioni per gli espropriati


non risarciti, per le ditte non pagate e per gli operai senza lavoro (così riportava il Giornale di Vicenza il giorno seguente, il convegno era chiuso al pubblico). Tanto interesse degli ingegneri si spiega, secondo noi, dal fatto che questa Pedemontana sarà una costante fonte di lavoro per la categoria a causa delle criticità che andrà ad innescare. Chi conteggerà queste spese? Esse finiranno nel conto generale della “messa in sicurezza del territorio”.
Ma sarà la stessa Pedemontana, per come è stata progettata, ad esigere continue e costose manutenzioni che inevitabilmente ricadranno sui pedaggi di cui oggi si ventila una riduzione. Due esempi. 1) la manutenzione degli 8 Km delle gallerie naturali che attraversano colli carsici internamente percorsi da torrentelli. 2) La manutenzione del complesso sistema di smaltimento e depurazione delle acque della piattaforma stradale. E’ opportuno conoscere come, questo sistema, solo nella primavera del 2012 entrò nel progetto definitivo della superstrada a pagamento Pedemontana Veneta. Nella primavera di quell’anno infatti, le locali autorità dell’acqua s’accorsero che il progetto definitivo nulla prevedeva per lo smaltimento e depurazione delle acque sporche della piattaforma stradale, esse entravano direttamente in falda tramite 8000 pozzetti! Seguì una dura trattativa con il commissario Vernizzi (per ulteriori informazioni chiedere all’ex-direttore del Centro Idrico di Novoledo, signor Lorenzo Altissimo) che alla fine accettò quanto proposto dalle autorità dell’acqua.
I soggetti interessati alla realizzazione di questa Pedemontana oggi si rivolgono al Governo rilanciando il concetto della Pedemontana “opera strategica”. Ma ai Vicentini e ai Trevigiani che della Pedemontana vedono solo il disastro dei vari cantieri si veicola un messaggio di rassegnazione del tipo “A questo punto che si può fare se non concludere…” e “Noi poveretti non possiamo farci nulla, decidono sempre loro” ………..
Noi le chiediamo, signor ministro: di premere in modo deciso sul presidente della Regione affinché segua la strada maestra della risoluzione del contratto con il concessionario; sostenere con la Regione una Pedemontana finalmente pubblica e rivista nel progetto; sostenere la superstrada nel compito di infrastruttura al servizio del territorio e quindi gratuita. Gratuità significa: niente caselli, niente complanari, niente sovrappassi o sottopassi che ricongiungono un territorio diviso da un’autostrada, cioè un notevole risparmio che aggiunto al taglio del tratto Montecchio Maggiore – intersezione Valdastico Nord, rende questo obiettivo sostenibile.
Distinti saluti, per il gruppo “Cittadini/e di Montecchio Maggiore contrari alla Pedemontana”

Daniela Muraro




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