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sabato 25 marzo 2017

GENTILIN FAI IL SINDACO E NON IL POMPIERE!




“Io svolgo il mio compito istituzionale da presidente del Consiglio di Bacino Valchiampo.
È documentato, l'acqua del rubinetto è perfettamente potabile, sia nelle zone bianche che in quelle rosse. Quello che mi preoccupa è l'allarme che si sta diffondendo sulla non potabilità.”
Il sindaco di Arzignano è tranquillo: si preoccupa solo dell’allarme che si sta diffondendo e non dei PFAS che si sono già diffusi.

“L’acqua del rubinetto è potabile”.

 Smentito platealmente dalla lettera inviata in ottobre dal direttore generale della sanità veneta dott. Domenico Mantoan agli assessori alla Sanità, Agricoltura e Ambiente nella quale avvertiva di un aumento di rischio di eclampsia, diabete gestazionale e nascita di bambini sottopeso, dati rilevati dal servizio epidemiologico della Regione.



Una cosa sono le parole “tranquillizzanti” un’altra i fatti che dimostrano la cialtroneria del modo in cui a tre anni dall’allarme si è agito fino ad oggi.
Ci sono alcune cose che Gentilin dovrebbe sapere:

1)  Le molecole perfluoroalchiliche non sono un prodotto naturale ma un artefatto umano. Pertanto né l’uomo, né gli animali né le piante riescono a metabolizzarle e, una volta ingerite, restano negli organismi viventi, compreso quello umano dai 10 ai 14 anni.



2)  Le molecole pertanto non venendo eliminate si accumulano nel sangue e negli organi, giorno dopo giorno.

3)  Le molecole sono trasmesse alle uova. Sono state trovate quantità ingenti in uova di gallina, e nei pesci fluviali della nostra provincia. (dati della Regione Veneto 2014)

4)  Una mucca beve circa 100 litri di acqua al giorno e, molte volte, si tratta di acqua estratta da pozzi e non dall’acquedotto. Sapendo che le falde sotterranee hanno livelli di PFAS molto elevati, quanti PFAS troveremo nel latte, nei latticini e nella carne dei vitelli?

 Perché dal 2014 in poi non è stata effettuata nessuna analisi sugli alimenti animali e vegetali derivati dalle zone inquinate dai PFAS?

5)  Le indagini epidemiologiche internazionali hanno messo in evidenza un significativo aumento di rischio per tante patologie
6)  In particolare è stato osservato un aumento dell’incidenza (numero di casi ogni anno) per
 a) Cancro del rene
b) cancro del testicolo (verificato anche a Lonigo)
c) cancro della prostata
d) linfoma non Hodgkin
e) alterazione della Tiroide
f) infertilità femminile
g) disfunzione del sistema immunitario nei bambini
h) aumento della pressione arteriosa, dell’omocisteina, infarti, ictus, morte per cause cardiocircolatorie.
i) riduzione del numero degli spermatozoi (soprattutto per coloro che hanno subito la contaminazione nell’utero materno durante la gestazione)
l) aumento dei casi di diabete e precocità di morte per diabetici.



7) negli USA la Dupont, responsabile dell’inquinamento del fiume Ohio, è stata condannata dall’EPA (ente per la protezione dell’ambiente) a 600 milioni di dollari e ha sborsato una ulteriore somma di svariate centinaia di milioni di dollari per risarcire le famiglie dei morti e degli ammalati a causa dell’ingestione dei perfluorati:

in Italia chi paga i danni fatti dalla Miteni?
Per ora solo gli utenti di acque del Chiampo con l’aumento delle bollette.

I COSIDDETTI LIMITI DI SICUREZZA
Nello stato del New Jersey il limite di tolleranza negli acquedotti è di 19 nanogrammi/ litro di PFAS totali
In Germania è di 100 nanogrammi /litro di PFAS totali
In Italia è di 2030 nanogrammi/litro di PFAS totali

Con l’aumento dei valori soglia abbiamo reso “potabile” l’acqua dei nostri acquedotti a costo zero (i gestori degli acquedotti e i politici regionali festeggiano) permettendo ad un sindaco come Gentilin di affermare senza vergogna che l’acqua è potabile anche nella zona rossa (salvo poi verificare i casi di pre eclampsia, di diabete gravidico e di nati sottopeso di cui sopra). 

Potremmo commentare questo ossimoro semplicemente come un conflitto tra numeri di tolleranza arbitrari e patologie reali.  

Ciò detto in maniera sintetica abbiamo chiesto sia come CiLLSA che come ISDE che

1)  venga fornita alle donne gravide che vivono nei territori inquinati acqua priva di PFAS proveniente da luoghi indenni

2)  che venga fornita acqua priva di PFAS e alimentazione biologica agli asili nido e alle mense scolastiche

3)  che venga fermata immediatamente la produzione di perfluorati e di qualunque sostanza appartenete alla categoria dei POP in attesa di decisioni più incisive da parte delle autorità istituzionali.

4)   che venga immediatamente effettuata l’analisi dei prodotti agroalimentari provenienti dai territori inquinati dai PFAS

5)  che venga posto all’ordine del giorno la costruzione di acquedotti che si alimentino in zone prive di PFAS per sostituire gli attuali acquedotti inquinati.

6)  che vengano posti limiti molto più restrittivi degli attuali agli scarichi industriali che, attraverso il condotto ARICA continuano ad inquinare le colture a SUD di Cologna Veneta. (radicchi e cavoli poi li mangiamo noi).

7)  che venga aperto un contenzioso con i responsabili del disastro ambientale (leggi MITENI) per recuperare l’immane danno economico causato dall’azienda.

Non siamo terroristi ma persone responsabili che parlano sulla base di DATI SCIENTIFICI INTERNAZIONALI (Conferenza di Madrid del 2015).

Anteponiamo la salute dei cittadini e soprattutto quella dei bambini al profitto di industriali senza scrupoli e di politici compiacenti.

E alle dichiarazioni di Giorgio Gentilin al Giornale di Vicenza rispondiamo che è ora di agire e di smetterla di fare un inutile quanto dannosissimo pompieraggio e che, almeno, abbia l’umiltà di partecipare alle azioni di protesta messe in atto dai suoi colleghi.


Giovanni Fazio















giovedì 23 marzo 2017

40 SINDACI MENO TRE SFILANO A LONIGO




Ieri pomeriggio 40 sindaci delle province di Vicenza e di Verona hanno sfilato silenziosamente a Lonigo, per richiamare l’attenzione delle autorità competenti sul dramma del disastro ambientale provocato dalla Miteni.
La sfilata dei primi cittadini con fascia tricolore era aperta dal sindaco di Vicenza Variati
Alla manifestazione mancavano emblematicamente i sindaci di Trissino, Arzignano e Montecchio Maggiore (i magnifici tre).

SABATO PROSSIMO 25 MARZO ALLE ORE 15.30
SAREMO PRESENTI CON IL NOSTRO GAZEBO
 AD ARZIGNANO DI FRONTE ALLA FONTANA DAFNE
PER PROGRAMMARE, INSIEME AI CITTADINI INTERESSATI,
 UNA AZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADIN I DI ARZIGNANO
 E DEI PAESI LIMITROFI
 CONTRO LA COSTRUZIONE DI UN INCENERITORE
 DA 120 MILA TONNELLATE ANNUNCIATO DA ACQUE DEL CHIAMPO.
Ti aspettiamo al gazebo per ascoltare le tue proposte e accogliere la tua adesione al
 MOVIMENTO PER LA DIFESA DELL’ARIA CHE RESPIRIAMO.

Sarà presente anche il consigliere comunale Piero Magnabosco che potrà portare in Consiglio le tue eventuali proposte in merito.


Ti aspettiamo




mercoledì 22 marzo 2017

UN MEGA INCENERITORE DA 120 MILA TONNELLATE ANNUE AD ARZIGNANO



“L’inceneritore si farà”. Lo ha dichiarato pubblicamente l’amministratore unico di Acque del Chiampo, Serafin, in Consiglio comunale ad Arzignano dove era stato convocato su richiesta del consigliere Piero Magnabosco.

 Ancora una volta, malgrado le promesse elettorali di Gentilin, ci riprovano ma questa volta Serafin dichiara che le dimensioni dell’opera saranno molto più grandi dei progetti cassati in passato.

L’inceneritore che si vuole costruire, probabilmente accanto al depuratore di Arzignano, dovrebbe bruciare non solo le trentamila tonnellate di fanghi conciari della valle del Chiampo ma anche rifiuti provenienti da altre parti del paese, per un totale di 120 000 tonnellate anno. 


Il motivo di tale dimensione, addotto da Serafin, sarebbe quello che un impianto più piccolo non sarebbe economicamente efficiente.
E meno male che abbiamo un sindaco medico e anche pneumologo!


In tutta Europa, in ottemperanza agli impegni presi contro il riscaldamento climatico e per il miglioramento dell’aria, si sta attuando la raccomandazione della graduale dismissione degli impianti di smaltimento termico dei rifiuti. 




Ad Arzignano, in controtendenza, si dichiara bellamente, senza che l’amministrazione locale abbia minimamente consultato o semplicemente informato in una pubblica assemblea la cittadinanza,  che ci si appresta a operare scelte che, se realizzate, peserebbero per almeno trenta, quarant’anni sulla salute dei cittadini, già ampiamente compromessa e minacciata da altre forme di inquinamento ambientale, non ultima quella dei PFAS con cui sono state inquinate le falde idriche dalla Miteni.

PRODUTTORI DEL CUOIO DI PONTEDERA

Mentre in Toscana le fabbriche del cuoio marciano a rapidi passi verso “RIFIUTI ZERO” qui si ignorano tutte le misure che vanno dagli interventi sulla catena produttiva, al riciclaggio dell’acqua, ai recuperi del cromo e di altri elementi e alla separazione dei fanghi nelle varie fasi della lavorazione che consentirebbe il recupero e riutilizzo di una enorme massa di materiale scartato prima della vera e propria concia.

L’aria che respiriamo è di tutti e non accettiamo che, per calcoli meramente speculativi di poche persone, sia compromessa irreparabilmente.

Noi pensiamo soprattutto ai bambini, ai piccoli abitanti di questa terra martoriata dall’inquinamento, che hanno diritto di non ammalarsi e di non respirare, bere e mangiare veleni sotto varie forme.





E’ molto probabile che i veleni che alcuni decenni fa alcuni industriali poco scrupolosi, conniventi con gli uomini della camorra, spedirono nella “Terra dei fuochi” in provincia di Caserta, ritornino alla base sotto forma di “eco balle” per essere bruciati e restituiti ai nostri polmoni.

 Dante la chiamerebbe “La legge del contrappasso” cioè la condivisione di tumori, leucemia e ogni altro genere di malanno con i disgraziati cittadini del Casertano.
Grazie dottor Gentilin.


Giovanni Fazio

Nota: Nella gestione dei rifiuti gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri.

Negli impianti localizzati nei paesi sviluppati, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene generalmente recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente termovalorizzatori. In particolare tutti gli impianti attualmente in funzione in Italia prevedono il recupero del calore, cosa peraltro imposta dalle normative in materia già a partire dal 1997. Anche il termine "gassificatore" è un sinonimo di inceneritore, in quanto assolve, attraverso tecnologie differenti, lo stesso compito.

Abbiamo pubblicato la seguente nota affinché nessuno possa accusarci di prendere fischi per fiaschi: un “termovalorizzatore” è di fatto un inceneritore. il recupero energetico non ne altera la natura. 





lunedì 13 marzo 2017

CRESPADORO CONTRO CENTRALINE: UN ALTRO SUCCESSO DEI CITTADINI E DELLA LORO SINDACA.


Ultim’ora: ci ha raggiunto ieri sera il messaggio della sindaca di Crespadoro: 

“Buongiorno, sono Emanuela Dal Cengio e volevo darvi notizia che a Crespadoro i privati hanno rinunciato a un'altra centralina idroelettrica. In progetto ce n'erano 8 ora siamo a 4. La forte opposizione dell'amministrazione sta dando i suoi frutti! Grazie anche a tutti voi:”

Il messaggio parla da sé ed è uno stimolo per tutti noi a continuare questo duro impegno contro la devastazione del nostro territorio da parte di imprenditori senza scrupoli e di una legislazione che li favorisce vergognosamente.

Anche noi ringraziamo la sindaca per l'impegno con cui si sta battendo in difesa dei diritti dei suoi cittadini. 
Da lei dovrebbero prendere esempio altri sindaci che hanno addirittura agevolato lo scempio del parco del GUA' e messo a rischio il territorio di Tezze.

Ringraziamo anche quei cittadini di Crespadoro che si sono dati tanto da fare , raccogliendo le firme e invitando la CiLLSA ad intervenire in difesa del torrente Chiampo che non è solo di Crespadoro ma di tutti gli abitanti della vallata. Tra questi ricordiamo Pio e Gabriella.

Ancora una volta rivolgiamo il nostro appello a tutti i cittadini perchè si mobilitino in difesa del prorio territorio, dell'ambiente, della bellezza della natura contro ignobili speculazioni e i disastri provocati dalla politica della Regione Veneto.

Giovanni Fazio

giovedì 9 marzo 2017

OTTO MARZO CONTRO I DIRITTI NEGATI

Ieri si è svolta a Vicenza una bella manifestazione organizzata dalle donne per un otto marzo che non fosse una commemorazione spenta o una cena con le amiche ma una vera e propria giornata di lotta contro la violenza sulle donne, i femminicidi, le discriminazioni sul lavoro,  le inammissibili disparità salariali rispetto ai maschi, lo sfruttamento sessuale, il mobbing e l’aggressione al welfare da parte di una Europa che si preoccupa solo di rimpinguare le sue banche con i nostri soldi, tagliandoci sanità, asili, scuole, mense, trasporti e pensioni.
 La lotta delle donne acquista quindi una valenza politica a tutto tondo sui diritti che non sono solo loro ma anche dei nostri bambini e dei nostri vecchi.  
Le donne sono le nostre mamme, le nostre mogli, compagne, fidanzate e le nostre figlie. Il mondo le tratta malissimo e le umilia anche con la disoccupazione e il lavoro precario.
A Vicenza, dove ho manifestato insieme a loro, c’erano anche delle donne mussulmane, residenti in Italia da molti anni, che si sono aggiunte al corteo con i loro slogan.
 C’erano anche degli insegnanti e presidi che manifestavano per una legge democratica e popolare su una scuola che parta dal basso, la LIP che sarà presto portata dai cittadini in parlamento. Anche il mondo della scuola quindi si è immedesimato con le problematiche della donna ritenendo che in esso l’universo femminile dà un apporto insostituibile sotto diversissimi aspetti.
Vi do alcune foto della manifestazione, bellissima, coloratissima, e intelligente con le riflessioni e gli obiettivi scanditi, come in una via crucis laica, durante le fermate del corteo.
Ancora, soprattutto nel Veneto si assiste al diritto negato della interruzione di gravidanza a causa della cosiddetta “obiezione di coscienza” che, ancora una volta, colpisce la donna, vittima di un disservizio voluto che nel caso specifico possiamo anche definire abiezione di coscienza poiché la sanità pubblica non può obbedire alla sharia degli ipocriti ma solo alla legge dello stato laico e democratico.

Giovanni Fazio




domenica 5 marzo 2017

GENTILIN A SUA INSAPUTA SCAMBIA UN CANALE CON UNA ROTONDA

Al nostro sindaco adesso viene il dubbio che con l'inutile bacino di Trissino pieno, la falda a Tezze si alzi.

 Quando glielo abbiamo detto più volte negli scorsi anni ha sempre detto che no, non ci sarà nessun problema. 

Ancora nel 2014 aveva anche garantito che il canale scolmatore di Tezze era cosa praticamente fatta, adesso si scopre che non solo non ci sono i soldi ma non si sa neanche se ci saranno. 

Tanto per darvi un'idea dell'improvvisazione e dell'incapacità generalizzata non è stato mai fatto nessuno studio sull'impatto che avrà il bacino sulla falda e il comune non l'ha mai chiesto. 

Piero Magnabosco
Aggiungiamo anche che a 500 metri di distanza stanno realizzando anche la nuova autostrada pedemontana e neanche per questa è stata fatta una valutazione di impatto sulla falda, meno che meno per le due opere insieme.


Io mi auguro sinceramente che a Tezze vada tutto bene ma se non ci saranno allegamenti sarà pura questione di fortuna e di casualità non certo per la prevenzione nulla di amministrazioni totalmente avulse e impegnate in non si sa cosa.

Inizio modulo
Piero Magnabosco






Davide Sandini
Scrive Davide Sandini in una e-mail inviata al sindaco di Arzignano, stampa e altri interessati:

In riferimento all'articolo sul Giornale di Vicenza del 22.02.2017, riguardo alla costruzione di un canale scaricatore dell'acqua di falda che dovrebbe aggirare ad Est il paese di Tezze, di cui cito una parte:


«Nel progetto del bacino di laminazione di Trissino e delle opere collegate, spesa complessiva di 23 milioni di euro, l’intervento non è previsto - spiegano al Consorzio Alta Pianura Veneta – e non è finanziabile con i fondi ordinari. Dovrà valutare la Regione se individuare le risorse per realizzare il canale».
«L’invaso sta per essere completato a tempo di record - conclude il sindaco – e potrebbe essere operativo in parte già a fine di quest’anno. Ci aspettiamo quindi in tempi ragionevoli un confronto con Alta Pianura Veneta sulla possibilità di individuare le risorse per finanziare anche il canale scolmatore».


Faccio gentilmente notare al Sig. Sindaco Giorgio Gentilin, che tale canale era previsto nel progetto definitivo depositato al comune di Arzignano dal Consorzio di Bonifica "Riviera Berica", poi diventato "Alta pianura Veneta":

 i documenti dovrebbero essere ancora in archivio al comune di Arzignano dove li ho consultati io stesso 10 anni fa piu' o meno.
 Ne ho anche scritto nel mio libro "Opere di pubblica inUtilità" a pagina 115-116 della ultima versione. Il libro in formato elettronico puo' essere richiesto gratuitamente via e-mail a: davide@tatanka.it

Il progetto includeva un fascicolo denominato (vado a memoria) "Opere di compensazione", nel quale era riportato il tracciato del canale simile a come lo descrive il sindaco.
In fase di firma della convenzione, credo che tale opera sia stata soppressa in favore della sola nuova rotatoria di Madonnetta, e quindi la mancanza del finanziamento, dell'inserimento dello stesso nel progetto esecutivo e della realizzazione dell'opera, credo siano unicamente responsabilità della attuale amministrazione.

Allo stesso tempo ricordo al sig. Sindaco che mentre si discuteva se fosse opportuna la realizzazione del bacino, lo stesso Gentilin in pubbliche riunioni rassicurava la popolazione di Tezze, preoccupata per l'innalzarsi del livello di falda, dicendo che il bacino avrebbe eliminato il problema dell'allagamento dei seminterrati. Credo esistano anche filmati di questo.

Sulla base di quanto sopra, mi preme di far notare:
La costruzione di un simile canale non eliminerebbe il problema degli allagamenti nel centro di Tezze, essendo la provenienza dei flussi di falda in quel punto maggiormente originata dall'alveo del Guà che non dai flussi provenienti dalla parte superiore della valle.

Zaia inaugura le opere

La costruzione di questo canale drenerebbe invece proprio questi flussi, e forse potrebbe fare deviare il flusso di inquinanti che si genera sotto la Miteni di Trissino, e portarli verso il centro della valle, in comune di Arzignano e Montecchio, nel reticolo superficiale.

 Una tale evenienza dovrebbe essere evitata assolutamente e l'effetto di una simile opera dovrebbe essere valutato molto attentamente prima di procedere alla sua realizzazione.

In ogni caso non si capisce quale sia il senso di chiedere ora una opera del genere dopo aver giustificato la costruzione del bacino con le ragioni opposte: sarebbe necessario che il sindaco informasse la cittadinanza dell'origine di queste sue nuove convinzioni.

Davide Sandini


Reperti archeologici romani distrutti dalle ruspe



Che figura per un sindaco! Una rotonda scambiata con un canale scolmatore “a sua insaputa”. Inoltre ora si preoccupa! E dove era tre anni fa quando con la CiLLSA invitavamo tutti a prendere atto della gravità di quello che stava succedendo?


“… non è stato mai fatto nessuno studio sull'impatto che avrà il bacino sulla falda e il comune non l'ha mai chiesto. Aggiungiamo anche che a 500 metri di distanza stanno realizzando anche la nuova autostrada pedemontana e neanche per questa è stata fatta una valutazione di impatto sulla falda, meno che meno per le due opere insieme.” asserisce Piero Magnabosco



Una magnifica opera pubblica


Aggiungiamo noi
Quale sarà l’impatto dell’abbassamento di quattro metri per un bacino così ampio sulle falde di superficie? A parte il rischio annunciato di allagamento per Tezze (male minore) quali saranno gli effetti dell’opera sull’inquinamento Miteni?

Possiamo andare avanti nell’incertezza incrociando le dita?
Fino ad ora la nostra acqua se l’era cavata benino in quanto il nostro acquedotto pesca in una falda separata da quella maggiormente inquinata dai PFAS, ma cosa avverrà con gli sconvolgimenti in atto?

Credo che il sindaco dovrebbe chiedere immediatamente una moratoria sul proseguimento dei lavori in attesa che vengano eseguiti i dovuti accertamenti idrogeologici. Se non lo fa si assume la responsabilità di quello che potrà succedere.

Non si può navigare a vista in situazioni del genere, quando tutta la pianura sottostante è già fortemente danneggiata dalla Miteni.

 Penso che non si possa agire alla carlona né tantomeno fingere di non ricordare i patti sottoscritti che adesso stanno mostrando tutta la loro rischiosità non solo per gli abitanti di Tezze, Arzignano e Montorso ma anche per quelli di Montecchio Maggiore.


sabato 4 marzo 2017

BLOCCATA DEFINITIVAMENTE LA COSTRUZIONE DI UN CREMATORIO A S. DEMETRIO NEI VESTINI


DINTORNI DI SAN DEMETRIO
Mi telefona ieri mattina Daniela, per annunciarmi che anche lì ce l’hanno fatta. Il sindaco ha ceduto alla pressione dei cittadini i quali, quasi all’unanimità, si erano espressi contro la costruzione del crematorio.

Una bella vittoria della democrazia e dei cittadini in un’epoca sempre più contrassegnata dallo strapotere delle grandi imprese, degli affari sottobanco e delle multinazionali.

San Demetrio
Siamo orgogliosi, come CiLLSA, di avere dato il nostro modesto contributo a questa lotta per la salute, portata avanti con impegno e coerenza dal comitato locale.
Tra qualche giorno saremo di nuovo a Noventa Vicentina, questa volta per illustrare alla cittadinanza i danni derivanti dall’inquinamento da PFAS, poi ci recheremo a Crespadoro per tentare di fermare, con i cittadini del piccolo comune di montagna, la sottrazione dell’acqua alle sorgenti del Chiampo da parte dei costruttori delle mini centraline elettriche. Infine ancora per i PFAS a Monticello Conte Otto con Legambiente.
le cascate.Dintorni di S. Demetrio

Riflettevo sulle affermazioni di una persona di Arzignano che sosteneva di essere orgogliosa di essere veneta perché amava profondamente la sua terra, malgrado i grandi guasti apportati da una politica regionale devastante.
Ma l’amore lo si deve dimostrare. Non può restare una declamazione platonica.

 Amare questa terra significa scendere in piazza ogni giorno contro lo sfacelo delle cave di ghiaia nel cuore verde del Guà, della ferita della Pedemontana, del tribunale abusivo di Borgo Berga, delle stazioni TAV a Vicenza, delle autostrade inutili e dannose con i sottofondi realizzati con i rifiuti di fonderia. Significa sostenere la lotta dei cittadini della bassa padovana contro l’uso dei cementifici come inceneritori di rifiuti urbani, impedire che le acque tossiche del condotto ARICA servano per irrigare gli ortaggi di Cologna Veneta (ortaggi che poi noi tutti mangiamo), significa informare e proteggere le future mamme, che vivono la loro gravidanza nella zona rossa della terra dei PFAS, che sono in serio pericolo sia loro che il nascituro, laddove ULSS e Regione tacciono e non danno né informazioni alle gravide né acqua potabile.

Dintorni di San Demetrio. Grotte


   Forse il signore che su facebook dichiarava il suo orgoglio di essere veneto sarà infastidito della mia enumerazione molto incompleta dei disastri che affliggono la NOSTRA TERRA (e dico “Nostra” perché, pur essendo nato a Catania, amo profondamente questa martoriata regione nella quale opero da medico da una infinità di anni).

 Negli ultimi tempi, girando da una assemblea all’altra, ho trovato moltissima gente che condivide questo modo di amare il proprio paese.
Non siamo soli, per fortuna, e siamo sempre di più. Abbandonati e spesso contrastati da sindaci e assessori, i cittadini alzano la loro voce e contrastano la politica del malaffare e del business sottobanco per difendere la salute e la vita.

Giovanni Fazio