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venerdì 25 agosto 2023

LA BOLLETTA DEL GAS CHI POTRA’ PAGARLA?


 

LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA COLPISCONO DURAMENTE L’EUROPA E METTONO IN DISCUSSIONE IL NOSTRO LIVELLO DI VITA

Al netto della propaganda bellicista e delle ipocrisie della grande stampa, le sanzioni contro la Russia, imposte dagli Stati Uniti, hanno avuto come primo effetto deleterio quello di scatenare il vorticoso aumento del prezzo del Gas Naturale alla borsa di Amsterdam.

 La grande speculazione ha costretto i governi europei a sborsare miliardi di euro per calmierare il prezzo del gas al consumo.

 (Strano che i nostri auto-sanzionatori non avessero previsto che per la speculazione internazionale il blocco delle importazioni di gas dalla Russia sarebbe stata una vera manna).

Naturalmente l’effetto più eclatante  è stato l’accelerazione impetuosa della corsa del debito pubblico del nostro paese.











Secondo il “Sole 24 ore” il debito ha fissato un nuovo record storico.

In base a quanto comunicato dalla Banca d'Italia  a giugno di quest’anno il debito pubblico è salito a circa 2.843 miliardi di euro.

Ciò significa che gli interessi da pagare alla finanza internazionale vanno alle stelle .Tradotta in euro, la corsa della spesa per interessi suona così:

 75,6 miliardi quest’anno, 85,2 il prossimo, 91,6 miliardi e 100,6 nei due anni successivi.

Sia in termini pro capite, sia in rapporto al Pil, la spesa per interessi italiana non conosce rivali in Europa e nel resto del mondo sviluppato.

È evidente che non possiamo procedere in questa direzione, ingrassando la finanza mondiale a spese del nostro livello di vita.

Bisogna prendere atto che ogni prospettiva di sopravvivenza futura come paese e non come colonia del capitale internazionale, per noi è legata alla cancellazione del debito e alla riappropriazione della nostra sovranità monetaria.

Tale prospettiva è strettamente legata alla fine della guerra in Europa, ad una conferenza internazionale che crei le premesse per una convivenza pacifica tra i popoli europei e superi le problematiche ereditate dalla fine dell’Unione Sovietica.

Le sanzioni, lungi dal sortire l’effetto di un crollo dell’economia russa, hanno messo in seria difficoltà le economie dei paesi che fanno capo alla EU.

Nave gasiera




Tuttavia, mentre noi paghiamo il prezzo dell’inflazione e del taglio del welfare, c’è chi trae vantaggio da questa situazione.  

Lo shale gas (gas scistoso) americano che, prima della guerra in Ucraina non era richiesto da nessuno in quanto il suo costo di estrazione e trasporto era fuori mercato, ha preso il posto del gas russo.

(Nel documento linkato è descritto, con dovizia di particolari, cosa sia il gas estratto con il metodo dello scisto, il più inquinante che si possa immaginare.

Vi consiglio di leggerlo per capire cosa sia questo famigerato GNL e perché le navi gasiere siano pericolose, oltre che costosissime).

Nello stesso documento è calcolato il costo del trasporto del Metano in contenitori speciali alla temperatura di meno 165 gradi.

Naturalmente costa anche riportarlo alla temperatura ambiente, una volta arrivato in Italia, operazione non priva di rischi per le comunità che risiedono accanto ai rigassificatori.    Un’esplosione provocherebbe un’ecatombe simile a quella verificatasi di recente nel porto di Beirut.

Quest’anno  l’export di GNL (gas naturale liquefatto) americano, ha continuato a seguire l’ascesa iniziata con la guerra e ha toccato il record di 3.500 miliardi di piedi cubi (dati EIA, Energy Information Administration).

È dalla prima metà del 2022 che gli Stati Uniti sono diventati il principale esportatore al mondo di Gas naturale liquefatto, superando Qatar e Australia, sull’onda della domanda arrivata dall’Europa.

Nei primi 11 mesi dell’anno le spedizioni di GNL americano verso il Vecchio Continente sono aumentate del 137% rispetto al 2021 (dati Kpler) .

Noi europei, invece, ci siamo beccati una inflazione a due cifre. Finalmente se ne sono accorti anche i tedeschi. Stiamo comprando metano a prezzi stratosferici e siamo andati in giro per l’Africa sperando che i paesi da noi affamati e vilipesi, ci facciano l’elemosina di qualche goccia di petrolio a basso prezzo.

Enrico Mattei


Impropriamente la Presidente del Consiglio ha denominato il suo giro in Tunisia “Piano Mattei”. In realtà Enrico Mattei l’ENI l’ha creata mentre i liberisti di casa nostra l’hanno svenduta ai privati. Se L’Eni fosse stata ancora dello Stato non avremmo subìto il ricatto delle borse e avremmo consumato il nostro gas a prezzo di costo e non di mercato. Ugualmente, se i liberisti di casa nostra, obbedendo all’imposizione della BCE, non avessero privatizzato l’ENEL,  le famiglie avrebbero dormito sonni tranquilli, tutelate dallo Stato contro gli speculatori internazionali. Se non avessero privatizzato la Banca d’Italia che aveva avuto da sempre il compito di acquistare i titoli dello stato invenduti alle aste, la finanza internazionale non ci avrebbe mai potuto imporre interessi da strozzini e oggi non saremmo vittime di un debito mostruoso.

Privatizzazioni e debito sono gli strumenti usati dalla speculazione internazionale per rapinare i popoli.

Stiamo forse aspettando che Mattarella e Meloni portino i libri contabili in tribunale e che al posto loro si insedi l’AD di Morgan Stanley?

Giovanni Fazio

https://docs.google.com/document/d/1S_rIU5eHC8s9m0-bJxmnp5fFOwn5BKFQ/edit?usp=sharing&ouid=116401172965056252376&rtpof=true&sd=true

 



martedì 22 agosto 2023

ZAIA SCARICA LE CASE DI RIPOSO

 


Abbandonate le famiglie degli anziani non autosufficienti.

Gridi di allarme di U.R.I.P.A. (Unione Regionale Istituti Per Anziani Della Regione Veneta):

 Servono più fondi» «Il Veneto sarà ancora tax free”.

 

Con una frase che ricorda il lessico berlusconiano, Cristina Giacomuzzo descrive nel Giornale di Vicenza di oggi, lo scontro tra il presidente della Regione e Roberto Volpe, presidente di U.R.I.P.A. scrivendo:

 

 Nel bilancio 2024 Zaia non metterà mano nelle tasche dei veneti

 

dimenticandosi però che le ha già messe pesantemente con l’accordo sulla pedemontana  come conferma la sentenza della Corte dei conti del Veneto con la delibera 178/2023 dell’8 giugno scorso secondo la quale in 39 anni l’accordo di Zaia con la SIS di Dogliani determinerà  una perdita di 479 milioni di Euro.

 

            Inoltre Zaia, così attento alle tasche dei veneti, si dimentica degli 85 milioni di euro previsti per la costruzione di una pista da bob, inutilizzabile dopo le olimpiadi, a Cortina.

 

Dichiara Volpe “Chiudiamo in rosso inostri bilanci. Per il prossimo anno ci servono 100 milioni in più sul fondo non autosufficienza. E sia chiaro, a gennaio non li chiederemo alle famiglie che sono già stremate. Quindi, cara Regione, sei avvisata. Se deciderai di non sostenerci, vorrà dire che gli anziani non sono una priorità”

I nostri bilanci non stanno più in piedi. Zaia ci costringe a tassare per lui le famiglie che già non ce la fanno più. Con l'ultimo aumento a inizio anno, per ogni ospite la retta mensile varia dai 1600 ai 1900 euro”.

 

 













Zaia, ovviamente teme l’impopolarità derivata dalla riattivazione della imposta addizionale IRPEF (sospesa per il covid) e la sua risposta è chiara a questo proposito:

 

Tra due anni finisce la legislatura e si andrà al voto. Chi ritiene che vada applicata potrà scriverlo nel proprio programma elettorale”.

 

Risposte del genere, ciniche e opportunistiche, non sono degne di chi governa la regione. Ma ormai  il linguaggio da bar fa parte della normale prassi del dibattito politico (proprio  in questi giorni abbiamo anche visto di peggio).

 

Tra chi ritiene, invece, che le famiglie e la sanità non vadano abbandonate c’è Roberto Toigo della UIL Veneto  che ritiene giusto reintrodurre l’addizionale IRPEF, che andrebbe destinata alla sanità e al sociale, ma solo per i redditi più alti e Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio, che  boccia il bilancio di previsione:

 

            «Il problema non è la mancata applicazione dell'Irpef, ma la mancata volontà di garantire l'accesso ai servizi di essenziale importanza come la sanità, l'istruzione, l'infanzia e l'università in un circolo vizioso che ingigantisce i fenomeni di scarsa natalità e fuga dei giovani».

 


Le ultime dichiarazioni ci ricordano che, non solo in Veneto e in Italia, siamo in una fase di grave regressione sociale  morale ed economica.

 Del resto quando si ha la pretesa di sostituire lo Stato, il Parlamento e le istituzioni democratiche col mercato e si pensa di sostituire, nei trattati internazionali, la magistratura indipendente con una commissione di avvocati, non ci si può aspettare altro.

 La transizione mondiale verso una società governata da multinazionali oligopolistiche che giocano alla roulette i destini dell’umanità e del pianeta ci riserva grandi sconvolgimenti e sofferenze di cui la morte di migliaia di persone in mare o in Ucraina sono solo un annuncio.

  Il presidente Zaia è perfettamente in linea con chi balla sulla tolda del Titanic brindando con le bollicine di uva glera.

 

Giovanni Fazio