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sabato 27 maggio 2017

IN AMERICA SI ABBASSANO I LIMITI DEI PFAS NELL’ACQUA POTABILE. AD ARZIGNANO SI INVITA LA POPOLAZIONE A BERE TRANQUILLAMENTE PFOA E PFAS


L’Herald di New Castle  (USA)pubblicato in data 26/05/2017  comunica che  lo stato del MINNESOTA ha ulteriormente ridotto i livelli massimi di tolleranza di PFOA e PFAS nell’acqua potabile.

Risulta che
per il PFOA si fissa un  limite di 35 nanogrammi/litro 
mentre per il PFOS 27 nanogrammi/litro

(The updated values of 0.035 and 0.027 micrograms per litre for perfluorooctanoic acid and perfluorooctane sulfonate respectively are lower than the landmark combined 0.070 health advisory level issued by the US EPA last year.)

In Italia I limiti per le stesse sostanze sono
PFOA 500 nanogrammi /litro
PFOS 30 nanogrammi litro

In una dichiarazione il dipartimento della salute del Minnesota ha dichiarato che sono stati fissati valori più bassi sulla base della possibilità che tali prodotti possano passare dalla gestante al nascituro e ai lattanti, valutando che il periodo della gestazione e dell’allattamento è più importante della esposizione per tutto il restante arco della vita.


Nel comune di Arzignano le Acque del Chiampo comunicano che nel  mese di febbraio 2017 sono stati rilevati 41 nanogrammi di PFOA  nell’acquedotto che serve la maggior parte delle zone della città.


 Per americani e australiani questo livello è in grado di provocare gravissimi danni ai feti e ai lattanti.
 Il sindaco Gentilin, nel  Giornale di Vicenza, invita tutti a bere tranquillamente quest’acqua.
Anche se i valori fissati dal Minstero si discostano clamorosamente da quelli del resto del mondo ciò non giustifica il fatto che non si adotti, a livello locale, il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE previsto dalla Unione Europea.
 Un errore di valutazione, nella prima fase della vita, come spiega l'articolo dell'Herald, può condizionare tragicamente l'intera esistenza di un individuo. 
Sta a tutti voi trarre le dovute conclusioni e prendere, se lo riterrete opportuno, le dovute precauzioni.



Noi insistiamo nel dire che bisogna dare acqua libera totalmente da PFASS e alimenti biologici provenienti da zone sicure ai bambibi del nido, agli asili, alle mense scolastiche e alle donne gravide, come misura mmediata e, quindi procedere con i cinque obiettivi della marcia del 14 Maggio che sono stati pubblicati nei post precedenti.


Riportiamo di seguito l’articolo originale dell’HERALD:

“L’ authority della salute dello stato Americano del Minnesota ha stabilito nuovi limiti di tolleranza per l’acqua potabile dopo lo scandalo del centro di Williamtown sulla contaminazione da sostanze chimiche che ha messo in evidenza un potenziale passaggio degli inquinanti dalle madri ai feti.

Disastro ambientale di Newcastle
Il dipartimento della salute dello stato del Minnesota questa settimana ha rilasciato un nuovo livello di attenzione per i perfluorooctanoic acid e perfluorooctane sulfonate detti anche PFOA e PFOS che sono molto più protettivi di quelli adottati dall’authority americana per la protezione dell’ambiente (EPA) e della stessa authority australiana.
I nuovi valori di 35 nanogrammi/litro e 27 nanogrammi/litro e sono più bassi del valore combinato di 70 nanogrammi fissato dall’EPA lo scorso anno.
Il dipartimento della salute ha dichiarato che sono stati fissati valori più bassi sulla base della possibilità che tali prodotti possano passare dalla gestante al nascituro e ai lattanti. Valutando che il periodo della gestazione e dell’allattamento è più importante della esposizione per tutto il restante arco della vita.
La revisione è basata sul fatto che PFOA e PFOS rimangono nel corpo umano per anni e possono incrementarsi con le successive esposizioni, possono attraversare la placenta e essere secrete nel latte materno.
La decisione ha acceso l’attenzione sugli gli standard chimici australiani.
Anche in Australia, al più presto i livelli di entrambe le molecole saranno abbassati da 500 nanogrammi a 70 nanogrammi per i PFOS e da 5000 ng/l a 560 ng/l per i PFOA
Tale decisione è stata presa dopo che il governo era stato criticato per avere adottato standard 78 volte più elevati della agenzia governativa USA EPA.

Il dipartimento della salute del Minnesota ha dichiarato che si pensava che “il rischio immediato per la popolazione esposta ai perfluorati fosse basso” ma che le ultime informazioni fornite dall’EPA hanno messo in evidenza un “possibile rischio per lo sviluppo dei feti e dei bambini.”
Nel Minnesota, dove PFOA e PFOS sono prodotti,  c’è il quartier generale della multinazionale 3M; gli inquinanti chimici furono scoperti nell’acqua potabile inclusa nell’area dell’azienda già dal 2000.
Furono effettuati numerosi studi nell’area contaminate e furono emessi decreti legislativi pe i monitoraggio della popolazione in due contee a Est di Minneapolis.
Le autorità sanitarie dell’Australia hanno verificato che la contaminazione può passare nell’utero al feto durante la gravidanza, ma non hanno adottato alcuna misura specifica di prevenzione riguardo alle esposizioni standard delle donne gravide.
Recentissimamente, in questo mese, li New Herald ha pubblicato un articolo su un neonato che presentava livelli di contaminazione ematica di PFOS corrispondenti alla media nazionale dei bambini superiori ai 4 anni.”


Giovanni Fazio


venerdì 19 maggio 2017

LA MARCIA DEI P FIORI E L'ACQUA MINERALE DEL SINDACO


Il risultato delle analisi permette di dire che l'acqua distribuita da Acque del Chiampo presenta caratteristiche confrontabili con le acque oligominerali, favorisce la digestione ed è indicata per le diete povere di sodio.”

Questa è la delirante dichiarazione dell’amministratore unico delle Acque del Chiampo Alberto Serafin sul Giornale di Vicenza di Domenica 14 maggio.
Lascio ogni commento al lettore, tenendo anche conto di quanto affermato dal direttore generale della sanità del Veneto dott. Domenico Mantoan:

“«Il registro nascite gestito dalla Regione rivela che i Pfas causano malattie, anche mortali. Si parla di un aumento della gestosi e del diabete in gestazione nelle donne in gravidanza e problemi per alcuni neonati. C’è un incremento anche di cardiopatie e diabete. Le malattie mortali collegate sono cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, diabete mellito e Alzheimer».



Tuttavia Serafin continua imperterrito ad elogiare il magnifico acquedotto della Terra dei PFAS

“…. E' anche grazie alla morfologia di questo territorio ricco di rilievi e di sorgenti che l'acqua che passa per la rete idrica e arriva nelle case è di provata qualità.
 La conferma periodica arriva dalle analisi che Acque del Chiampo realizza con precise cadenze mensili e diffonde in report quadrimestrali”
Il risultato delle analisi permette di dire che l'acqua distribuita da Acque del Chiampo presenta caratteristiche confrontabili con le acque oligominerali, favorisce la digestione ed è indicata per le diete povere di sodio.”

Completa il quadretto idilliaco la dichiarazione del sindaco Giorgio Gentilin:

ACQUA COSTANTEMENTE CONTROLLATA”

“L'acqua erogata dall'acquedotto da parte di Acque del Chiampo è perfettamente potabile – assicura il sindaco di Arzignano, Giorgio Gentilin -. L'acqua non soltanto è sorvegliata da chi gestisce l'acquedotto, ma soprattutto è avallata dalle autorità sanitarie, ossia gli unici preposti delle UlSS.
 Di recente le tariffe dell'acqua potabile nell'ambito di Acque del Chiampo sono aumentate del 4%, ma è un aumento contenuto e giustificato ampiamente dalla continuità degli investimenti che vengono fatti per rinnovare costantemente gli impianti.
 Quindi, massima tranquillità: l'acqua è buona ed è pulita.
 Poi si sa che quella di ricorrere all'acqua minerale in bottiglia è una caratteristica italiana diffusa, però l'acqua che esce dai nostri rubinetti è ottima”.
Gentilin segnala un elemento ulteriore di tranquillità anche rispetto alla problematica dei Pfas:
 “Nel 2015, su disposizione sempre degli uffici sanitari, abbiamo controllato, attraverso Acque del Chiampo che ha la dotazione di laboratorio per farlo, un certo numero di pozzi privati che si trovano nella zona tra il confine di Arzignano e il confine di Trissino, e sono risultati praticamente tutti privi di inquinanti”

Potremmo sfruttare le Acque del Chiampo per fare concorrenza a Recoaro e a Fiuggi.


Peccato che ai ragazzi cui sono stati effettuati i primi prelievi di sangue nell’ambito del progetto decennale di monitoraggio dei PFAS, varato dalla Regione Veneto, siano state trovati valori di PFAS di 20-30 volte superiori alla normalità.


Peccato che le misurazioni effettuate da GREENPEACE abbiano dato per Arzignano valori superiori a quelli di Sarego e sicuramente allarmanti secondo gli standard di sicurezza applicati dagli Stati Uniti.

Ma non basta! Il signor Alberto Serafin da un po’ di tempo fa il giro dei Consigli Comunali della zona proponendo la costruzione di un inceneritore per i fanghi conciari.



 Si sa che tali fanghi contengono una elevata quantità di PFAS, sia perché l'acqua dell’acquedotto non è affatto priva di PFAS, come testimoniano le stesse bollette che ci arrivano a casa, sia perché molte concerie usano anche pozzi privati.

L’incenerimento dei fanghi non potrebbe che aggravare la situazione attraverso l’inquinamento dell’aria e dei suoli, in aperta violazione dell’ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO per la TUTELA DELLE ACQUE e la GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE , recentemente rinnovato, che recita 

"L’accordo novativo è finalizzato all’aggiornamento dell’“Accordo integrativo per la tutela delle risorse idriche del bacino del Fratta – Gorzone attraverso l’implementazione di nuove tecnologie nei cicli produttivi, nella depurazione e nel trattamento fanghi del distretto conciario vicentino"


E’ evidente che sparare in aria fumi carichi di PFAS non diminuisce di un solo nanogrammo la quantità di Perfluorati che, attraverso il collettore ARICA, si riversano nel FRATTA GORZONE.

 Tale richiesta asserisce Serafin “ce la chiede l’Europa”: falso clamoroso in quanto l’Europa ci ha già messo sotto procedura di infrazione per avere dato incentivi all’incenerimento di rifiuti industriali.

Ho citato queste dichiarazioni ufficiali, pubblicate nel giorno della manifestazione di migliaia di persone contro l’inquinamento da PFAS.
Uno schiaffo a chi lotta per la salute dei propri ragazzi, uno schiaffo per chi si batte contro chi inquina.

realizzatasi domenica tra Montecchio e Trissino non si è visto nemmeno uno dei sindaci della zona.
Trissino 14 maggio 2017


Regione, ULSS e amministratori locali hanno dimostrato la abissale lontananza di queste istituzioni e di questi uomini dai cittadini e
 dalle loro giuste preoccupazioni.

Non si sono curati in tutti questi anni di salvare il settore agro alimentare, non hanno nemmeno progettato nessun acquedotto alternativo come ha dichiarato recentemente a Lonigo la senatrice PUPPATO.

Riferisce il Giornale di Vicenza”

«Su richiesta del sottosegre­tario all'Ambiente Barbara Degani, che mi ha chiesto di parlare a nome suo e dell'Esecutivo, sono qui per invitare gli enti del servizio idrico ed i comuni a fare squadra», ha affermalo Puppato. «la Re­gione deve coordinare queste realtà e fare in modo che ven­ga deciso, con l'approvazione di tutti, che lavori vanno rea­lizzati per cambiare l'approv­vigionamento degli acque­dotti e che poi sia presentato al Governo un progetto com­plessivo, che può prevedere una realizzazione progressi­va con una partecipazione al­la spesa di Venezia».

(Gli 80 milioni peri Pfas, as­sieme ad altri 65 destinati al­la bonifica della discarica di Pescantina e agli 80 per il col­lettore del Garda, erano stati inseriti in una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione eco­nomica (CIPE) di inizio di­cembre 2016).


Poi, però, i soldi non sono mai arrivati.
Un fatto che ha generato polemiche e discus­sioni.
Ora la senatrice PUPPATO ha fornito l'interpretazio­ne della situatone del l'esecu­tivo Gentiloni.
I soldi ci sono, ma a mancare sono le proposte del territorio e il rischio è che, se si va avanti così i soldi vengano destinati ad altre aree”

Che dire! La gente si ammala, i ragazzi cominciano ad avere livelli altissimi di colesterolo (provocati dai PFAS), nascono bambini prematuri e sottopeso, le gravide si ammalano di preeclampsia ma la Miteni continua ad inquinare tranquillamente senza che nessuno la fermi.

Noi, e siamo sempre più numerosi, continuiamo a batterci per i cinque obiettivi della manifestazione di Domenica 14 maggio

Chiediamo:

1. che sia garantito un APPROVVIGIONAMENTO dell’acqua potabile e irrigua da fonti sicure; (Acqua e alimenti sicuri ai bambini del nido, alle mense scolastiche e alle gravide SUBITO)

2. che i LIMITI dei PFAS siano portati in prossimità dello ZERO;

3. che sia dato LIBERO ACCESSO alle analisi del sangue a tutti i cittadini nell’area contaminata;

4. che sia messo in atto il sequestro e la bonifica della MITENI, accompagnate da un serio piano di tutela per i suoi lavoratori;

 5. che la MITENI sia costretta a pagare gli ingenti costi passati, presenti e futuri dei filtri a carboni attivi, la bonifica dell’area contaminata e le spese sanitarie di ogni ordine e grado.
E andiamo avanti.

Giovanni Fazio






La marcia continua verso Trissino. 14 maggio 2017

venerdì 12 maggio 2017

E CHIEDO A TUTTI VOI CITTADINI, IGNARE VITTIME DELLA MITENI, DI PARTECIPARE ALLA MARCIA DEI P_FIORI

Io vivo, come molti di voi ad Arzignano e la parte centro sud della mia città è servita dall’acquedotto di Acque del Chiampo.

Leggendo i dati relativi all’inquinamento da PFAS vedo che nel mese di Aprile nell’acqua che bevo ci sono 86 nanogrammi di PFAS per litro il che significa che se bevessi un litro al giorno di quest’acqua in un anno avrei bevuto anche   più di trentuno mila nanogrammi di PFAS.



Considerando che queste molecole, cancerogene e fortemente lesive per il sistema endocrino e per quello nervoso, una volta ingerite nel nostro corpo impiegano dagli otto ai quattordici anni per essere eliminate, mi chiedo se qualcuno mi ha chiesto il permesso di imbottire il mio organismo di queste sostanze non desiderate.

Pochi giorni fa il sindaco e il direttore della ULSS di Vicenza hanno diffuso un video in cui si compiacevano della potabilità dell’acqua che ci fanno bere. Infatti, secondo la legge, quest’acqua è abbondantemente al di sotto dei limiti stabiliti per queste sostanze che, in Italia sono di 2030 nanogrammi litro.

Vincenzo Cordiano

Voglio qui riportare un post del collega Vincenzo Cordiano in merito a limiti e salute.

Nel maggio di quest'anno (2016) l'EPA (Environment Protection Agency), l'equivalente del nostro ministero per l'ambiente, abbassò le concentrazioni massime permesse nell'acqua potabile di PFOA a 70 nanogrammi litro, (dai precedenti 400 nanogrammi/litro) e a 14 ng/litro per il PFOS.
 In Veneto, ricordiamo, sono permessi 500 ng/L per il PFOA e 30 ng/L per il PFOS.

Manifestazioni in USA
Le autorità del New jersey criticarono quella decisione, considerando i nuovi limiti non sufficientemente protettivi per la salute umana, particolarmente per le donne in gravidanza, i loro bambini durante la vita intrauterina e nei primi anni di vita, le persone più anziane.

Le critiche si basano sui risultati di recenti studi che dimostrano un aumentato rischio di effetti tossici, anche per concentrazioni nell'acqua potabile e negli alimenti inferiori a quelli precedentemente considerati “sicure”, per il sistema immunitario, per le ossa in accrescimento, per il metabolismo glucidico e lipidico, per lo sviluppo neurocognitivo del feto e dei bambini fino all'ottavo decimo anno di vita, nonché per la crescita fetale.
La sede dell'EPA

Recentemente, gli scienziati che fanno parte della commissione tedesca per biomonitoraggio umano, hanno anche loro rivisto gli studi più recenti della letteratura medica sui PFAS, giungendo alla conclusione che le concentrazioni nel sangue di PFOA e PFOS al di sotto delle quali è poco probabile la comparsa di effetti tossici per la salute umana sono 2 ng/grammo per il PFOA e 5 ng/grammo per il PFOS.

Questi valori sono notevolmente inferiori rispetto a quelli riscontrati sia negli Stati Uniti che in Veneto (ne ho parlato qui) nella popolazione non esposta ai PFAS presenti nell'acqua contaminata o negli alimenti.

 Questo significa che l’esposizione a questi composti attraverso l’acqua, gli alimenti e l’aria debba cessare immediatamente, al fine di abbassare la quantità di PFOA a e PFOS nel sangue.

Molto interessanti sono le motivazioni con le quali il gruppo di scienziati tedeschi motivano la loro decisione. "… Dopo una valutazione degli studi epidemiologici umani completata nel maggio 2016, la commissione per il biomonitoraggio umano ha giudicato che nelle seguenti aree sono ben documentati, rilevanti e significativamente associati con l'esposizione al PFOA e/o il PFOS gli effetti su:

1) fertilità e gravidanza, (gestosi gravidica, diabete della gravidanza, tempo di attesa per la gravidanza superiore ad un ano);  
2) peso del neonato alla nascita;
3) metabolismo dei grassi;
4) sviluppo del sistema immunitario, efficacia dei vaccini;
5) sviluppo ormonale, età comparsa della pubertà/menarca;
6) metabolismo della tiroide;
7) comparsa della menopausa."

Secondo gli esperti della commissione tedesca, sebbene i meccanismi implicati nella comparsa di tali effetti non siano stati ancora completamente delucidati, "… La concordanza dei risultati degli studi animali e di questi epidemiologici… Giustificano le nostre conclusioni in almeno due aspetti:

1) Le analogie fra gli animali e gli studi epidemiologici umani potenziano la possibilità che gli effetti tossici selezionati sono rilevanti (per esempio produzione di anticorpi, peso alla nascita, epoca di comparsa della pubertà;

2) recenti studi animali hanno anche osservato l'effetti per esposizione basse dosi.”
Che fine faranno?

Dal momento che gli "esperti" dell'Istituto superiore di sanità italiano hanno fissato limiti per il PFOA (500 ng/litro) di sette volte superiori a quelli consigliati dall'EPA e di quasi 40 volte rispetto a quelli del new jersey viene da pensare che questi nostri scienziati non siano a conoscenza dei risultati degli studi più recenti cui fanno riferimento i loro autorevoli colleghi americani e tedeschi.











In alternativa, dovrebbero spiegare alla comunità scientifica internazionale e
alle popolazioni venete esposte i motivi per cui non ritengono di dover condividere le conclusioni cui sono giunti i loro colleghi in Germania e negli Stati Uniti.
L'agro alimentare del Veneto va in rovina e tu che fai?

E i sindaci di Arzignano e Chiampo ci devono spiegare per quale motivo dobbiamo bere acqua contaminata.

 Ma ancor di più perché si rifiutano di portare negli asili nido acqua indenne dai PFAS e cibi biologici altrettanto indenni dai PFAS, come stiamo chiedendo da tempo!

E CHIEDO A TUTTI VOI CITTADINI, IGNARE VITTIME DELLA MITENI, DI PARTECIPARE ALLA MARCIA DEI P_FIORI DI DOMENICA PROSSIMA 14 Maggio. 
SE NON LO FATE PER VOI, FATELO ALMENO PER I VOSTRI BAMBINI.

Giovanni Fazio


domenica 7 maggio 2017

CHIEDONO DI INQUINARE L’ARIA dopo avere inquinato l’acqua e la terra.

Montorso firma contro l'iceneritore
Alberto Serafin, amministratore unico di Acque del Chiampo, continua il suo giro nei Consigli comunali della vallata come un commesso viaggiatore che intende piazzare conto terzi un inceneritore, probabilmente da situare accanto al depuratore di Arzignano.

Invitato dal Consiglio comunale di Montecchio Maggiore, come riferisce Luisa Nicoli in un articolo sul Giornale di Vicenza di oggi, Serafin esordisce con un clamoroso falso:

Firme a Chiampo
La direttiva europea indica il trattamento termico come soluzione per lo smaltimento dei reflui

In realtà le cose stanno esattamente all’opposto.

La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici considerandoli "fonte rinnovabile".

Infatti, secondo la normativa europea, solo la parte organica dei rifiuti potrebbe essere considerata rinnovabile; la restante parte può essere considerata esclusivamente una forma di smaltimento del rifiuto, escludendo esplicitamente la valenza di "recupero".


Ora tutti sanno che solo una parte dei fanghi conciari (solo se separata

Firme in piazza Libertà Arzignano

prima della concia) potrebbe essere considerata bio degradabile ma non certo i fanghi, dove decine e centinaia di prodotti chimici nuotano in una massa maleodorante, di veleni e sostanze tossiche.

La relazione di Serafin inoltre differisce notevolmente da quella tenuta qualche mese fa al Consiglio Comunale di Arzignano.

 Allora disse che l’inceneritore avrebbe dovuto bruciare 120 000 tonnellate
10 milioni di euro  fanno il girotondo


di rifiuti all’anno (perché, a suo dire, un inceneritore più piccolo sarebbe stato antieconomico), a Montecchio invece parla di un inceneritore di 26.000 tonnellate anno, corrispondente alla somma dei fanghi prodotti dai depuratori di Arzignano e Montebello.

Inoltre a Montecchio Maggiore, a differenza di quanto affermato ad Arzignano, sembrerebbe aver riproposto il vecchio progetto SICIT, (quello derivato dall’inceneritore di Bergen che, a suo tempo, era stato severamente bocciato dall’ARPAV).


Firme a Villaggio Giardino


 Infatti, non si sa come, Serafin sa già che

 “Il prototipo costerà 15 milioni di euro, 10 milioni dall'accordo di programma, altri 5 da Acque del Chiampo. «Ma non si tratterà di un esperimento. Il prototipo dovrà lavorare un terzo delle 26 mila tonnellate di fanghi, in pratica rappresenta una parte della linea che avrà tre unità produttive."

Come fa Serafin a conoscere costi, dettagli e tempi di realizzazione dell’opera se, come afferma

 «Non siamo alla fase realizzativa dell'impianto ma solo all'avviso esplorativo per individuare un partner industriale per la progettazione, la realizzazione e la gestione del trattamento termico.”?

E aggiunge:

 “Abbiamo individuato il project financing per velocizzare i tempi. Con le normali procedure di gara ci vorrebbero 9 anni per arrivare all'impianto, ma la Concia non ha questo tempo a disposizione.”

Ma se poco prima ha affermato che i 15 milioni (pubblici) derivati dall’accordo di programma ci sono già quale sarebbe il compito del partner? Il project Financing infatti, fino a prova contraria, prevede che il costo dell’opera è a carico del privato.

Insomma, ci sembra una relazione estremamente confusa dalla quale emerge una sola spiegazione:

a qualcuno, e non da ora, fanno gola gli incentivi d’oro pagati dallo stato. Infatti in Italia, i costi dello smaltimento dei rifiuti tramite incenerimento sono indirettamente sostenuti dallo Stato sotto la forma di incentivi alla produzione di energia elettrica.

Questa modalità di produzione (sebbene in violazione delle normative europee in materia) è infatti considerata dallo Stato, come da fonte rinnovabile (assimilata) alla stregua di idroelettrico, solare, eolico e geotermico.

Le modalità di finanziamento sono due, correlate ma diverse:
1.      pagamento maggiorato dell'elettricità prodotta per 8 anni (incentivi cosiddetti CIP 6);
2.      riconoscimento di "certificati verdi" che il gestore dell'impianto può rivendere (per 12 anni).


Si tratta di somme ingentissime, erogate in barba alle normative europee il cui costo ricade per intero sulla bolletta elettrica.
Una vera e propria truffa ai danni dei cittadini che pagano, e una presa in giro per quanto riguarda la lotta all’inquinamento prevista dai veri certificati verdi.

Alcuni “produttori di fanghi”, di fronte all’opportunità di speculare a spese del contribuente anche sui rifiuti da essi stessi prodotti, non esitano a chiedere con insistenza la costruzione di un inceneritore.



Così facendo, senza ancora aver risolto il problema dell’inquinamento delle falde provocato dallo scarico delle acque di cinque depuratori della zona nel collettore ARICA che irrora broccoletti e radicchi da Cologna Veneta in giù, chiedono tramite Serafin, di inquinare anche l’aria.

Ci sembra che in questo momento in cui tante famiglie sono in angoscia per i livelli di PFAS trovati nel sangue dei ragazzi, chiedere di inquinare anche l’aria sia una provocazione inaccettabile e tale da destare lo sdegno di tutta la popolazione.
La risposta non tarderà a manifestarsi.

Giovanni Fazio