limiti zero nell’acqua potabile per salvare 100 milioni di persone nei prossimi anni. Italia ed Europa restano a guardare
LIMITE ZERO PER PFOA E PFOS CANCEROGENI
BIDEN STANZIA 12 MILIARDI DI DOLLARI PER LA QUALITA’
DELL’ACQUA POTABILE.
L’Agenzia per la protezione
ambientale degli Stati Uniti (Epa)
ha annunciato di aver fissato limiti molto bassi per
la presenza nelle acque potabili di sei molecole
del gruppo dei Pfas (sostanze poli- e
perfluoroalchiliche), le sostanze utilizzate in industria che, chiamate “forever chemicals” (inquinanti eterni) per la
loro lunga persistenza nell’ambiente, sono associate a numerosi problemi per la salute.
https://cillsa1.blogspot.com/2024/04/decisione-storica-degli-usa-contro-gli.html
Per le due molecole collegate a
forme tumorali (il Pfoa, cancerogeno per l’uomo e il Pfos,
possibile cancerogeno) il limite fissato dall’Epa è pari allo zero tecnico.
Con questo provvedimento, l’agenzia Usa
prevede che nei prossimi anni si eviterà l’esposizione di circa cento milioni di persone ai Pfas nell’acqua
potabile, prevenendo migliaia di decessi attribuibili
a queste sostanze.
Unione
europea e Italia, invece, restano indietro.
“Eppure
il Veneto è teatro di uno dei più grandi casi di
contaminazione da Pfas al mondo e Greenpeace Italia ha dimostrato la
presenza di queste sostanze anche
nei corsi d’acqua della Toscana e nelle acque potabili
di diversi
comuni della Lombardia e del
Piemonte, a concentrazioni che, da oggi, negli Stati Uniti sono considerate pericolose per la salute umana” , denuncia Giuseppe Ungherese, il responsabile della campagna
Inquinamento di Greenpeace Italia.
Il
piano strategico made in Usa
L’Epa ha stabilito limiti molto bassi, oltre che per Pfos
e Pfoa, anche per Pfhxs, Pfna e Hfpo-da, altrimenti
noto come GenX Chemicals, ma anche un limite per le miscele di due o più di questi ultimi tre Pfas,
nonché del Pfbs, che negli anni le industrie
hanno iniziato a utilizzare in sostituzione del Pfos per tante applicazioni.
Questa misura fa parte della Pfas
Strategic Roadmap dell’Epa. L’amministrazione Biden sta investendo nove miliardi di dollari, la somma più alta messa mai a
disposizione sul fronte degli inquinanti eterni. Saranno utilizzati per
consentire alle comunità a far fronte alle situazioni di inquinamento
dell’acqua potabile da Pfas e altri contaminanti emergenti. A queste risorse,
vanno aggiunti i 12 miliardi di dollari
stanziati per migliorare la qualità dell’acqua potabile in
generale, obiettivo che include la lotta ai Pfas, anche di ultima generazione.
“L’acqua potabile contaminata da Pfas ha afflitto le
comunità di questo Paese per troppo tempo. Ecco perché il presidente Biden ha
fatto della lotta ai Pfas una priorità assoluta,
investendo risorse storiche per affrontare queste sostanze chimiche dannose e
proteggere le comunità a livello nazionale” ha spiegato l’amministratore
dell’Epa, Michael Regan.
Cosa accade in Europa – Nel frattempo, le misure
prese dall’Unione europea sono di tutt’altro tenore. Se il regolamento
sugli imballaggi in via di approvazione prevede il divieto di Pfas a contatto con gli
alimenti (negli Usa le aziende hanno di recente dato seguito a un accordo per
interromperne l’uso), proprio in questi giorni il Parlamento di Bruxelles ha
confermato l’intesa politica con i governi per rivedere le norme in materia
di gestione delle acque e di trattamento delle acque
reflue delle città. La presenza di inquinanti chimici nelle acque, Pfas
compresi, sarà “rigorosamente monitorata”, ma non è
previsto alcun obbligo specifico.
Al momento il divieto di produzione
concerne solo alcune di queste sostanze, ovvero Pfos e Pfoa. Per tutte
le altre (circa 14mila secondo l’Environmental protection agency e sei milioni
secondo PubChem) esistono delle soglie, fissate a livello europeo nel 2006, e
ritenute insufficienti per tutelare la salute.
A febbraio 2023, cinque Paesi europei (Danimarca, Germania, Svezia,
Paesi Bassi e Norvegia) hanno presentato all’Echa, l’Agenzia europea che si
occupa della regolamentazione delle sostanze chimiche prodotte e immesse in
commercio, una proposta di revisione del
Regolamento Reach del 2006 per la messa al bando.
"Marcia dei P_fiori"Trissino |
Nel 2020, l’Europa ha poi adottato
una direttiva (attuata in Italia nel 2023) che entrerà
in vigore solo nel 2026: il limite per la presenza di Pfas nell’acqua sarà di cento
nanogrammi per litro per la somma di venti Pfas (24 in Italia), e cinquecento
nanogrammi per tutti i Pfas
(gli oltre 10mila).
EGGI ANCHE
I Paesi che fanno passi in avanti
Di fatto, però, alcuni Paesi hanno
già imposto limiti anche cinquanta volte inferiori rispetto
a quelli della direttiva.
La Danimarca ha posto un limite per la somma di quattro sostanze (Pfoa, Pfos, Pfna e
Pfhxs) pari a due nanogrammi per litro e ne
ha vietato l’utilizzo nei contenitori alimentari.
Si muovono nella stessa direzione,
per quanto riguarda la presenza di Pfas nelle acque, anche Svezia, Olanda e
la regione belga delle Fiandre.
Lo scorso 4 aprile, la Francia
ha deciso di vietare la produzione e
la vendita di prodotti non essenziali contenenti
Pfas. Il disegno di legge proposto dal deputato ecologista Nicholas Thierry è
stato approvato in Parlamento con 187 voti a favore (di più schieramenti
politici) e cinque contrari. Dal 1gennaio 2026, i Pfas saranno vietati
nei cosmetici, nella sciolina e
nella produzione di abiti, salvo quelli per la protezione professionale.
Il bando esclude per ora le pentole e altri utensili da cucina.
In Italia i limiti non
garantiscono la sicurezza
In Italia, invece, non si vedono
provvedimenti di questo tipo all’orizzonte. Il ministero
della Salute ha fissato come valore massimo nelle acque destinate al
consumo umano cinquecento nanogrammi per litro per i Pfoa e trecento per i Pfos (cancerogeni).
Nonostante i casi italiani di contaminazioni, in primis quello del Veneto.
“In Italia l’inquinamento da Pfas è un’emergenza nazionale fuori
controllo, soprattutto per la mancanza di provvedimenti che limitino l’uso e la produzione
di queste sostanze a tutela dell’ambiente e della salute.
Il governo Meloni segua l’esempio degli Stati Uniti e adotti subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di
queste pericolose molecole”, commenta Ungherese di Greenpeace.
Nessun commento:
Posta un commento