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mercoledì 22 marzo 2017

UN MEGA INCENERITORE DA 120 MILA TONNELLATE ANNUE AD ARZIGNANO



“L’inceneritore si farà”. Lo ha dichiarato pubblicamente l’amministratore unico di Acque del Chiampo, Serafin, in Consiglio comunale ad Arzignano dove era stato convocato su richiesta del consigliere Piero Magnabosco.

 Ancora una volta, malgrado le promesse elettorali di Gentilin, ci riprovano ma questa volta Serafin dichiara che le dimensioni dell’opera saranno molto più grandi dei progetti cassati in passato.

L’inceneritore che si vuole costruire, probabilmente accanto al depuratore di Arzignano, dovrebbe bruciare non solo le trentamila tonnellate di fanghi conciari della valle del Chiampo ma anche rifiuti provenienti da altre parti del paese, per un totale di 120 000 tonnellate anno. 


Il motivo di tale dimensione, addotto da Serafin, sarebbe quello che un impianto più piccolo non sarebbe economicamente efficiente.
E meno male che abbiamo un sindaco medico e anche pneumologo!


In tutta Europa, in ottemperanza agli impegni presi contro il riscaldamento climatico e per il miglioramento dell’aria, si sta attuando la raccomandazione della graduale dismissione degli impianti di smaltimento termico dei rifiuti. 




Ad Arzignano, in controtendenza, si dichiara bellamente, senza che l’amministrazione locale abbia minimamente consultato o semplicemente informato in una pubblica assemblea la cittadinanza,  che ci si appresta a operare scelte che, se realizzate, peserebbero per almeno trenta, quarant’anni sulla salute dei cittadini, già ampiamente compromessa e minacciata da altre forme di inquinamento ambientale, non ultima quella dei PFAS con cui sono state inquinate le falde idriche dalla Miteni.

PRODUTTORI DEL CUOIO DI PONTEDERA

Mentre in Toscana le fabbriche del cuoio marciano a rapidi passi verso “RIFIUTI ZERO” qui si ignorano tutte le misure che vanno dagli interventi sulla catena produttiva, al riciclaggio dell’acqua, ai recuperi del cromo e di altri elementi e alla separazione dei fanghi nelle varie fasi della lavorazione che consentirebbe il recupero e riutilizzo di una enorme massa di materiale scartato prima della vera e propria concia.

L’aria che respiriamo è di tutti e non accettiamo che, per calcoli meramente speculativi di poche persone, sia compromessa irreparabilmente.

Noi pensiamo soprattutto ai bambini, ai piccoli abitanti di questa terra martoriata dall’inquinamento, che hanno diritto di non ammalarsi e di non respirare, bere e mangiare veleni sotto varie forme.





E’ molto probabile che i veleni che alcuni decenni fa alcuni industriali poco scrupolosi, conniventi con gli uomini della camorra, spedirono nella “Terra dei fuochi” in provincia di Caserta, ritornino alla base sotto forma di “eco balle” per essere bruciati e restituiti ai nostri polmoni.

 Dante la chiamerebbe “La legge del contrappasso” cioè la condivisione di tumori, leucemia e ogni altro genere di malanno con i disgraziati cittadini del Casertano.
Grazie dottor Gentilin.


Giovanni Fazio

Nota: Nella gestione dei rifiuti gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri.

Negli impianti localizzati nei paesi sviluppati, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene generalmente recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente termovalorizzatori. In particolare tutti gli impianti attualmente in funzione in Italia prevedono il recupero del calore, cosa peraltro imposta dalle normative in materia già a partire dal 1997. Anche il termine "gassificatore" è un sinonimo di inceneritore, in quanto assolve, attraverso tecnologie differenti, lo stesso compito.

Abbiamo pubblicato la seguente nota affinché nessuno possa accusarci di prendere fischi per fiaschi: un “termovalorizzatore” è di fatto un inceneritore. il recupero energetico non ne altera la natura. 





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