“L’inceneritore si farà”. Lo ha dichiarato pubblicamente l’amministratore unico di Acque del Chiampo, Serafin, in Consiglio comunale ad Arzignano dove era stato convocato su richiesta del consigliere Piero Magnabosco.
Ancora
una volta, malgrado le promesse elettorali di Gentilin, ci riprovano ma questa
volta Serafin dichiara che le dimensioni dell’opera saranno molto più grandi
dei progetti cassati in passato.
L’inceneritore che si vuole costruire,
probabilmente accanto al depuratore di Arzignano, dovrebbe bruciare non solo le
trentamila tonnellate di fanghi conciari della valle del Chiampo ma anche
rifiuti provenienti da altre parti del paese, per un totale di 120 000
tonnellate anno.
Il motivo di tale dimensione, addotto da Serafin, sarebbe quello che un impianto più piccolo non sarebbe economicamente efficiente.
E
meno male che abbiamo un sindaco medico e anche pneumologo!
In
tutta Europa, in ottemperanza agli impegni presi contro il riscaldamento
climatico e per il miglioramento dell’aria, si sta attuando la raccomandazione
della graduale dismissione degli impianti di smaltimento termico dei rifiuti.
Ad Arzignano, in controtendenza, si dichiara bellamente, senza che l’amministrazione locale abbia minimamente consultato o semplicemente informato in una pubblica assemblea la cittadinanza, che ci si appresta a operare scelte che, se realizzate, peserebbero per almeno trenta, quarant’anni sulla salute dei cittadini, già ampiamente compromessa e minacciata da altre forme di inquinamento ambientale, non ultima quella dei PFAS con cui sono state inquinate le falde idriche dalla Miteni.
Ad Arzignano, in controtendenza, si dichiara bellamente, senza che l’amministrazione locale abbia minimamente consultato o semplicemente informato in una pubblica assemblea la cittadinanza, che ci si appresta a operare scelte che, se realizzate, peserebbero per almeno trenta, quarant’anni sulla salute dei cittadini, già ampiamente compromessa e minacciata da altre forme di inquinamento ambientale, non ultima quella dei PFAS con cui sono state inquinate le falde idriche dalla Miteni.
PRODUTTORI DEL CUOIO DI PONTEDERA |
Mentre in Toscana le fabbriche del cuoio marciano a rapidi passi verso “RIFIUTI ZERO” qui si ignorano tutte le misure che vanno dagli interventi sulla catena produttiva, al riciclaggio dell’acqua, ai recuperi del cromo e di altri elementi e alla separazione dei fanghi nelle varie fasi della lavorazione che consentirebbe il recupero e riutilizzo di una enorme massa di materiale scartato prima della vera e propria concia.
L’aria
che respiriamo è di tutti e non accettiamo che, per calcoli meramente
speculativi di poche persone, sia compromessa
irreparabilmente.
Noi
pensiamo soprattutto ai bambini, ai piccoli abitanti di questa terra martoriata
dall’inquinamento, che hanno diritto di non ammalarsi e di non respirare, bere e
mangiare veleni sotto varie forme.
E’ molto probabile che i veleni che alcuni decenni fa alcuni industriali poco scrupolosi, conniventi con gli uomini della camorra, spedirono nella “Terra dei fuochi” in provincia di Caserta, ritornino alla base sotto forma di “eco balle” per essere bruciati e restituiti ai nostri polmoni.
Dante la chiamerebbe “La legge del contrappasso” cioè la condivisione di tumori, leucemia e ogni altro genere di malanno con i disgraziati cittadini del Casertano.
Grazie
dottor Gentilin.
Giovanni
Fazio
Nota: Nella
gestione dei rifiuti gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati
per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta
temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso,
ceneri e polveri.
Negli
impianti localizzati nei paesi sviluppati, il calore sviluppato durante la
combustione dei rifiuti viene generalmente recuperato e utilizzato per produrre
vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di
calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Questi impianti con tecnologie
per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente
termovalorizzatori. In particolare tutti gli impianti attualmente in funzione
in Italia prevedono il recupero del calore, cosa peraltro imposta dalle
normative in materia già a partire dal 1997. Anche il termine "gassificatore" è un sinonimo di inceneritore, in quanto assolve, attraverso tecnologie differenti, lo stesso compito.
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