“Io svolgo
il mio compito istituzionale da presidente del Consiglio di Bacino Valchiampo.
È
documentato, l'acqua del rubinetto è perfettamente potabile, sia nelle zone
bianche che in quelle rosse. Quello che mi preoccupa è l'allarme che si sta
diffondendo sulla non potabilità.”
Il sindaco
di Arzignano è tranquillo: si preoccupa solo dell’allarme che si sta
diffondendo e non dei PFAS che si sono già diffusi.
“L’acqua del
rubinetto è potabile”.
Smentito platealmente dalla lettera inviata in
ottobre dal direttore generale della sanità veneta dott. Domenico Mantoan agli assessori alla Sanità, Agricoltura e Ambiente
nella quale avvertiva di un aumento di
rischio di eclampsia, diabete gestazionale e nascita di bambini sottopeso, dati
rilevati dal servizio epidemiologico della Regione.
Una cosa
sono le parole “tranquillizzanti” un’altra i fatti che dimostrano la
cialtroneria del modo in cui a tre anni dall’allarme si è agito fino ad oggi.
Ci sono
alcune cose che Gentilin dovrebbe sapere:
1) Le molecole perfluoroalchiliche non sono un prodotto naturale ma un artefatto umano. Pertanto
né l’uomo, né gli animali né le piante riescono a metabolizzarle e, una volta
ingerite, restano negli organismi
viventi, compreso quello umano dai 10 ai 14 anni.
2) Le molecole pertanto non venendo
eliminate si accumulano nel sangue e
negli organi, giorno dopo giorno.
3) Le molecole sono trasmesse alle uova. Sono state trovate quantità ingenti in uova di gallina, e nei pesci fluviali della
nostra provincia. (dati della Regione Veneto 2014)
4) Una mucca beve circa 100 litri di acqua al giorno e, molte volte, si tratta di acqua estratta da pozzi e non
dall’acquedotto. Sapendo che le falde sotterranee hanno livelli di PFAS molto
elevati, quanti PFAS troveremo nel
latte, nei latticini e nella carne dei vitelli?
Perché dal 2014 in poi non è
stata effettuata nessuna analisi sugli alimenti animali e vegetali derivati
dalle zone inquinate dai PFAS?
5) Le indagini epidemiologiche
internazionali hanno messo in evidenza un significativo aumento di rischio per tante
patologie
6) In particolare è stato osservato un
aumento dell’incidenza (numero di casi ogni anno) per
a) Cancro del rene
b) cancro del testicolo (verificato anche a Lonigo)
c) cancro della prostata
d) linfoma non Hodgkin
e) alterazione della Tiroide
f) infertilità femminile
g) disfunzione del sistema immunitario nei bambini
h) aumento della pressione arteriosa, dell’omocisteina,
infarti, ictus, morte per cause cardiocircolatorie.
i) riduzione del numero degli spermatozoi (soprattutto per coloro
che hanno subito la contaminazione nell’utero materno durante la gestazione)
l) aumento dei casi di diabete e precocità di morte per
diabetici.
7) negli USA la Dupont, responsabile dell’inquinamento del fiume Ohio, è stata condannata dall’EPA (ente per la protezione
dell’ambiente) a 600 milioni di dollari e
ha sborsato una ulteriore somma di svariate
centinaia di milioni di dollari per risarcire le famiglie dei morti e degli
ammalati a causa dell’ingestione dei perfluorati:
in Italia chi paga i danni fatti dalla Miteni?
Per ora solo gli utenti
di acque del Chiampo con l’aumento delle bollette.
I COSIDDETTI LIMITI DI
SICUREZZA
Nello stato del New Jersey
il limite di tolleranza negli acquedotti è di 19 nanogrammi/ litro di PFAS totali
In Germania è di 100
nanogrammi /litro di PFAS totali
In Italia è di 2030
nanogrammi/litro di PFAS totali
Con l’aumento dei valori soglia abbiamo reso “potabile” l’acqua dei nostri acquedotti
a costo zero (i gestori degli acquedotti e i politici regionali festeggiano) permettendo
ad un sindaco come Gentilin di affermare senza vergogna che l’acqua è potabile
anche nella zona rossa (salvo poi verificare i casi di pre eclampsia, di
diabete gravidico e di nati sottopeso di cui sopra).
Potremmo commentare questo
ossimoro semplicemente come un conflitto tra numeri di tolleranza arbitrari e
patologie reali.
Ciò detto in maniera sintetica abbiamo chiesto sia come CiLLSA che come ISDE che
1) venga fornita alle donne gravide che vivono nei territori
inquinati acqua priva di PFAS
proveniente da luoghi indenni
2) che venga fornita acqua priva di PFAS
e alimentazione biologica agli asili
nido e alle mense scolastiche
3) che venga fermata immediatamente la produzione di perfluorati e di qualunque
sostanza appartenete alla categoria dei POP in attesa di decisioni più incisive
da parte delle autorità istituzionali.
4) che venga immediatamente effettuata l’analisi dei prodotti agroalimentari
provenienti dai territori inquinati dai PFAS
5) che venga posto all’ordine del giorno
la costruzione di acquedotti che si
alimentino in zone prive di PFAS per sostituire gli attuali acquedotti
inquinati.
6) che vengano posti limiti molto più
restrittivi degli attuali agli scarichi
industriali che, attraverso il condotto ARICA continuano ad inquinare le colture a SUD di Cologna Veneta. (radicchi
e cavoli poi li mangiamo noi).
7) che venga aperto un contenzioso con i
responsabili del disastro ambientale (leggi MITENI) per recuperare l’immane danno economico causato dall’azienda.
Non siamo terroristi ma persone
responsabili che parlano sulla base di DATI SCIENTIFICI INTERNAZIONALI (Conferenza
di Madrid del 2015).
Anteponiamo
la salute dei cittadini e soprattutto quella dei bambini al profitto di
industriali senza scrupoli e di politici compiacenti.
E alle
dichiarazioni di Giorgio Gentilin al Giornale di Vicenza rispondiamo che è ora
di agire e di smetterla di fare un inutile quanto dannosissimo pompieraggio e che,
almeno, abbia l’umiltà di partecipare alle azioni di protesta messe in atto dai
suoi colleghi.
Giovanni
Fazio
Nessun commento:
Posta un commento