Visualizzazioni totali

venerdì 24 febbraio 2017

ZAIA INAUGURA E MITENI CONTINUA AD INQUINARE

Zaia inaugura il cosiddetto bacino di laminazione di Trissino e Arzignano, un’opera inutile e dannosa, concepita nella strategia della spesa allegra e del disastro annunciato che caratterizza da sempre il governo di questo personaggio.

 Lo verdiamo accorrere a inaugurazioni deleterie come la superstrada Pedemontana o l’ospedale di Montecchio proprio mentre la regione sprofonda sempre più nel disastro anche e soprattutto a causa di queste assurde opere pubbliche.

Puntuale arriva il commento di Daniela Muraro

“Si sta realizzando il bacino all'interno dell'alveo del torrente Agno-Guà sotto il comune di Trissino, Valle dell'Agno.
 In questo tratto del torrente, all'inizio del '900, gli argini si ruppero e l'acqua scavò un grande alveo chiamato "Rotte del Guà" che negli anni successivi fu sostanzialmente lasciato così.
Da allora sino ad oggi le "Rotte del Guà" hanno egregiamente funzionato da naturale bacino di contenimento e né il 1966 né il 2010 hanno visto eventi calamitosi nella valle se non tante piccole e medio-piccole frane dai colli, fenomeno iniziato ancora prima del 2010.
L'unico evento significativo risale al 1953 quando un argine all'altezza di Cornedo, si ruppe e l'acqua invase un piccolo centro, Tezze, arrivando in alcuni punti sino ad 1 metro.
Il presidente della Regione Zaia, venuto lunedì 20 febbraio a visitare il cantiere, giustifica quest'opera di cui la Regione è finanziatrice ed il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Vicentina è il committente, con i danni che il torrente Agno-Guà (più a sud prende altri nomi) avrebbe provocato nel Basso Vicentino e nel Basso Padovano nel 2010.
 Non è vero, il bacino di Montebello costruito nel 1928 proprio per questo, nel 2010 svolse egregiamente il suo compito e i danni in quelle zone furono causati da altri corsi d'acqua. 
Gli abitanti di Tezze, il centro posto a sud delle "Rotte del Guà", sono preoccupati.
 Non parlo qui dei grandi problemi che quest'opera comporterà per le falde perchè spero che qualcuno più competente di me intervenga e li spieghi bene, ma delle possibili conseguenze di scosse sismiche.
 L'Alto Vicentino e tutta la fascia pedemontana è zona sismica.
 Nell'agosto 2015 ci furono delle scosse che recentemente si sono ripetute. Un'incrinatura della struttura delle dighe...e Tezze con i suoi 1600 abitanti viene travolta.


Sino alla primavera del 2015 le "Rotte del Guà" erano un'oasi, il parco del comune di Trissino, un'attrazione per tutta la valle, l'unico polmone verde rimasto in questa valle di capannoni, della famigerata Miteni e della costruenda Pedemontana per la cui realizzazione sono stati, tra le varie cose, tagliati centinaia di alberi.
I mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2015 hanno visto alle "Rotte del Guà" il taglio di migliaia di alberi cresciuti spontaneamente dall'inizio del '900 e dove avevano trovato posto tante specie di uccelli. Poco dopo il Genio Civile bloccò il percorso degli argini, luogo di camminate e di biciclettate specialmente del fine settimana e nel giro di poco anche tutta l'area fu recintata.
In questi giorni l'aria nella Valle dell'Agno è pessima.”


Riportiamo le considerazioni di Cristina Guarda su un problema la cui origine è a pochi metri dalle Rotte del Guà:

16 Febbraio 2017

“Nel mare delle contraddizioni di Zaia, la fonte dell’inquinamento PFAS si sposta oppure no?”

Non è così, in modo pasticciato, che si può gestire un’emergenza grave come quella dei Pfas.
In merito al futuro dello stabilimento Miteni di Trissino, ci sono infatti gravissime contraddizioni tra ciò che dichiara Zaia e ciò che altri atti stabiliscono, a partire dalle modifiche al Piano di Tutela delle Acque, approvate dalla sua stessa Giunta e in discussione domani in commissione.



Meno di un mese fa Zaia dichiarava infatti che non c’è alcuna intenzione di chiudere o spostare la Miteni, ritenuta la principale responsabile della contaminazione. A fine gennaio invece la Giunta regionale ha approvato una modifica all’articolato delle Norme Tecniche del Piano di Tutela delle Acque, dove si dice che in caso di siti potenzialmente contaminati o contaminati che generino con continuità accertate situazioni di criticità per le acque potabili, ogni fonte di criticità debba ‘essere rimossa, o delocalizzata in aree meno critiche, nel più breve tempo possibile’.
 Una contraddizione non da poco: gli atti smentiscono Zaia. Cosa fa davvero testo? Gli atti o le dichiarazioni ai giornali?

Ricordo ancora che nelle conclusioni della relazione della Commissione PFAS del 21 ottobre 2016, presieduta dallo stesso Direttore generale dell’Area Sanità e Sociale, Domenico Mantoan, si chiede “...la tempestiva adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della popolazione volti alla rimozione della fonte della contaminazione ivi comprese le opportune variazioni degli strumenti pianificatori di competenza”.
A confondere ulteriormente le acque è arrivata l’autorizzazione della Commissione tecnica regionale Ambiente al nuovo impianto di cogenerazione richiesto dalla azienda Miteni, dalla potenza di ben due megawatt e alimentato a metano: peccato che l’UlSS 8 abbia invece espresso parere contrario, ritenendo la richiesta in contrasto con le indicazioni del direttore generale dell’Area Sanità e Sociale.
 Eppure è Arpav, l'ente strumentale della Regione, che nel 2013 ha individuato nella Miteni la responsabile principale della contaminazione.

Messi in fila, questi fatti dimostrano che chi governa la Regione stia navigando a vista.
Di fronte abbiamo un presidente della Regione che dà l’impressione di voler tutelare prima di tutto se stesso facendo sprofondare questa gravissima vicenda nel caos di indicazioni ed atti contraddittori.
E intanto sull’emergenza Pfas sono solo i cittadini a pagare nelle bollette dell'acqua i filtri per la potabilizzazione, unica misura attuata per la tutela preventiva della nostra salute.”



Sembrerebbe che si parli di due cose diverse ma non è così, la Miteni, la fabbrica incriminata per avere provocato uno dei più grandi disastri ambientali della storia del nostro paese è quasi adiacente al bacino delle Rotte del Guà.

 L’avere consentito al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Vicentina di abbassare di quattro metri il letto del bacino può determinare nel sottosuolo modifiche della falda, che in questa zona è al livello dei campi, con grave pregiudizio per la diffusione possibile dell’inquinamento da PFAS alle aree ancora scarsamente contaminate.


Ci ha pensato Zaia mentre inaugurava, tra fotografi e giornalisti, il disastro del Guà?
L’unica cosa da fare adesso è fermare i lavori e non eseguire la seconda parte degli stessi, molto più vicina a Tezze di Arzignano.
Ma cosa fa la giunta comunale di Arzignano? Continua a dormire mentre gli altri scavano?
Prima o poi le bugie verranno a galla insieme ai PFAS.
Tutti scopriranno che il Guà non è mai esondato e che a Montebello il bacino di laminazione ha sempre funzionato perfettamente (sono cose verificabilissime, anche per la magistratura).


Tutti ricorderanno che l’allagamento di Tezze e delle sue cantine veniva dal basso (cioè dall’innalzamento della falda) e non dall’alto, cioè dal torrente (il cui letto adesso è stato stupidamente abbassato).
Ma chi pagherà per gli ingenti danni all’ambiente e al patrimonio paesaggistico e naturale?
Chi pagherà per l’aumentato rischio di contaminazione delle falde da parte dei PFAS, elargiti gentilmente dalla Miteni?












Giovanni Fazio




martedì 21 febbraio 2017

DAI PFAS AGLI OSPEDALI, ALLE SUPERSTRADE E ALLA DEVASTAZIONE DEL PARCO DEL GUA’ E’ SEMPRE LA MEDESIMA “SONATA”

  
Dal quotidiano on line di oggi un articolo di Carlo Cunegotto di cui riportiamo uno stralcio, ci parla della preoccupazione per gli abitanti di Schio e Thiene del declino del nuovissimo ospedale di Santorso, costato, grazie al project financing, un occhio della testa.

Qualcuno di coloro che adesso alzano alti lai per questo ospedale truffa, vorrebbe commentare l’assoluta inutilità di costruire un nuovo ospedale a Montecchio a pochi metri da quello di Arzignano che verrà chiuso senza motivo?
L’operazione ospedali della ex ULSS 5 è un insulto al buonsenso e ai cittadini che vedono crescere ogni giorno di più i costi della sanità veneta e i disservizi.

Per una operazione di puro stampo speculativo e propagandistico si buttano milioni dalla finestra e tutti stanno zitti, eccetto il solito sindaco Gentilin, che plaude all’iniziativa, non si sa perché. Sarebbe bene che le “bronze coerte” uscissero allo scoperto e denunciassero questa operazione fatta sulla pelle degli ammalati e del servizio sanitario, sempre più in degrado.

DAI PFAS AGLI OSPEDALI, ALLE SUPERSTRADE E ALLA DEVASTAZIONE DEL PARCO DEL GUA’ E’ SEMPRE LA MEDESIMA “SONATA”: ZAIA INAUGURA (LONTANO DALLA GENTE E BEN COPERTO DALLA POLIZIA) IL GIORNALE DI VICENZA PLAUDE E GLI ALTRI STANNO ZITTI.


“Qualche giorno fa, degli operatori dell’ospedale di Santorso hanno manifestato la loro preoccupazione dichiarando nel GdV: «Il timore è che Santorso, costruito come un ospedale per acuti, si trasformi in quello che in gergo viene chiamato un eliporto. Una struttura dove vengono trasferiti i pazienti dopo aver ricevuto altrove le cure... l’impressione è che si proceda solo privilegiando i vertici bassanesi». Di fatto la preoccupazione è che Santorso diventi un ospedalicchio. Dispiace che Valter Orsi, il sindaco di Schio, ovvero il Comune più importante del territorio che dovrebbe guidarne le dinamiche, non abbia mai capito la portata di questa scelta, dichiarando addirittura che per l’Altovicentino l’unione con Bassano era addirittura un’opportunità.

I cittadini sono sempre più stanchi ed infuriati. Prima la decisione di Galan di costruire un ospedale nuovo a Santorso, concluso solo nel 2012 e costato 170 milioni, quando la ristrutturazione dell’ospedale di Schio sarebbe costata solo 62 milioni. 
Poi il debito pluridecennale del project financing: Summania Sanità, la cordata di aziende private, per aver prestato 49 milioni è proprietaria dell’ospedale per 24 anni, e tra mutuo, sfruttamento dei servizi, dei parcheggi, etc, guadagna più di 10 milioni all’anno.
     Con un tasso di interessi che supera il 17%. Sembra che l’ospedale alla fine dei giochi possa arrivare a costare 600 milioni di euro, e se adesso i servizi cominciassero a sparire, non solo avrebbero costruito una struttura che è costata molto più del dovuto per favorire i soliti noti, ma che si rivelerebbe pure inutile. Come diceva Toto, cornuti e mazziati.

La sanità è il bene comune più importante che abbiamo, né va della qualità della vita. Se i servizi cominceranno a saltare, va a finire che questa volta, giustamente, la gente si incazza davvero.”

ULTIM’ORA
Riceviamo e pubblichiamo un appello dell’Unione Sindacale di Base  per salvare la sanità del Veneto

NEGLI OSPEDALI DEL VENETO .... MANCANO........INFERMIERI, OSS, OSTETRICHE, MEDICI, TECNICI DI LABORATORIO, SUBITO ASSUNZIONI
MARTEDI’ 21 FEBBRAIO 2017
SALVIAMO LA SANITA'

PRESIDIO e INCONTRO IN REGIONE H. 11.PALAZZO FERRO FINI, CAMPO SAN TOMA' RITROVO PER TUTTI IN STAZIONE A VENEZIA ALLE ORE 10
invito rivolto a lavoratori della sanità, cittadini, associazioni, partiti...
----------------------------------------------------------------------------
Le enormi carenze di personale, l’assenza di graduatorie di concorso, l’elevato numero di lavoratori con limitazioni certificate causate dall’aumento dell’età pensionabile e dai carichi di lavoro, i problemi causati dalla nuova normativa UE sull'orario di lavoro, lo stress psico-fisico cui il personale è sottoposto per sopperire alle carenze, salto dei riposi e delle ferie, ordini di servizio, prolungamento dell’orario di lavoro fino a 12 ore, turni sotto organico.

CON POCO PERSONALE, STRESSATO, OBERATO DI LAVORO, MAL PAGATO, COSTRETTO A SALTARE RIPOSI, LAVORARE 12 ORE ANCHE PER 13 GIORNI DI FILA.

 La salute di chi lavora e dei cittadini non e' piu' garantita.

La Regione rischia di fare solo propaganda quando si vanta della qualità della sanità Veneta.

Questa senza personale non regge; infatti assistiamo ad un lento peggioramento della qualità di cura e di assistenza.

La Regione Veneto invece di dare subito le autorizzazioni alle assunzioni le procastina di mesi per risparmiare soldi.

SALVIAMO IL DIRITTO ALLA SALUTE
DEI DIPENDENTI E DEI CITTADINI
LA REGIONE AUTORIZZI SUBITO TUTTE LE ASSUNZIONI CHE SERVONO

vogliamo la deroga sul turno europeo.

MARTEDI’ 21 FEBBRAIO 2017
PRESIDIO e INCONTRO IN REGIONE
PALAZZO FERRO FINI, CAMPO SAN TOMA' H 11
RITROVO PER TUTTI IN STAZIONE A VENEZIA ALLE ORE 10

La situazione qui descritta è denunciata anche da altri sindacati, associazioni, comitati.

E' IL MOMENTO CHE TUTTI QUELLI CHE HANNO A CUORE LA SANITA' VENETA SI UNISCANO NELLA PROTESTA E NELLA PROPOSTA.

SONO INVITATE A PARTECIPARE
TUTTE LE ASSOCIAZIONI, I SINDACATI , I PARTITI, I COMITATI.


Unione Sindacale di Base del Veneto---vicenza@usb.it

martedì 7 febbraio 2017

SONO SCESA IN PIAZZA A DIFENDERE LA SCUOLA PUBBLICA E A DENUNCIARE IL PERICOLO DI NON FORMARE GLI STUDENTI MA DI SFRUTTARLI


Così riporta Donata uno stralcio di Cacciari in un post su Facebook in cui interviene a difesa della scuola 

" Chiariamo: la colpa non è degli studenti, né degli insegnanti, ma di chi ha smantellato la scuola disorganizzandola. [...] L'impianto dei vecchi licei è stato smontato senza riflettere su quali competenze siano comunque basilari per qualsiasi corso di studi. Prima c'era il nucleo forte di materie come italiano, latino, storia e filosofia al classico, lo scientifico cambiava di poco con l'aggiunta di matematica. Adesso si tagli il latino, si taglia la filosofia, pilasti per un apprendimento logico. [...] Sembra che l'unica cosa indispensabile sia professionalizzare, ma non si vuole capire che alla base di ogni apprendimento ci sono le competenze linguistiche".


Risponde a Donata Paolo De Marzi (industriale della concia)
“Io invece concludo dicendo che: C’era una volta uno stato che aveva la presunzione di decidere su tutto, una pubblica amministrazione usata per scambi di voto, corruzione, assistenzialismo, dove la meritocrazia era un termine sconosciuto, uno stato fallito, che ha causato tra gli anni 1970 e 2000 un innalzamento del 90% del debito pubblico che noi, generazione del presente ci becchiamo sulle nostre spalle. 
Lo stato in questo paese non esiste, se ne sono accorti tutti. Rimane solo la buona volontà del privato che deve in qualche modo sopravvivere ingegnandosi con nuove strategie e prodotti, arrangiandosi con i pochi dirigenti illuminati per dare un'istruzione meno ideologica (quella che ha fallito) ma più concreta.”

Caro De Marzi,
leggo il suo contraddittorio commento in cui all’inizio accusa lo Stato di tutti i mali di cui attualmente soffriamo e successivamente dichiara che lo Stato non esiste e che dobbiamo tutto al privato, guidato da pochi dirigenti illuminati…
A parte il fatto che i diplomifici privati esistono da sempre e che tali diplomifici in cui, contro ogni norma contrattuale, venivano arruolati insegnanti che non erano riusciti ad entrare nella scuola pubblica, non mi pare che, anche nella nostra provincia tali diplomifici privati abbiano brillato per il valore didattico dei loro corsi, visto che inviavano i propri studenti a sostenere l’esame di licenza liceale in un paesino in provincia di Avellino dove venivano tutti regolarmente promossi.

 Tali diplomifici continuano a ricevere finanziamenti in barba alla Costituzione ma tali risorse loro elargite sono sottratte alla scuola vera, quella dello Stato, che attualmente versa in gravi condizioni non certo per colpa dello Stato ma dei governi, che sono tutt’altra cosa.

E’ vero che abbiamo vissuto e viviamo stagioni politiche in cui chi governa il paese approfitta dei cambi di casacca dei parlamentari, governa con un parlamento di nominati non eletti da nessuno, è servo delle multinazionali (private) che la fanno da padrone, utilizzando i nostri soldi per coprire i loro misfatti.


 E’ vero che chi ha governato il Veneto è responsabile degli imbrogli del Mose (imbrogli sempre a favore di amici PRIVATI e non del fantomatico stato) è vero che Galan ha nominato il proprio cognato al movimento terra di una autostrada inutile che collega Vicenza a Rovigo ed è vero che il sottofondo stradale di questa autostrada è costituito di scarti di fonderia, metalli pesanti e sostanze tossiche che inquinano falde e territorio (ma anche qui si tratta di politici corrotti e di PRIVATI).

E’ vero anche che una industria multinazionale, la MITENI di Trissino nella nostra provincia è responsabile del più grande inquinamento di acqua potabile mai visto nella nostra regione, ma non è una industria di Stato: è PRIVATA. 

Come private sono le banche che hanno ingannato migliaia di risparmiatori nella nostra provincia e in Italia, privati i project financing di costruttori di ospedali che stanno svenando le ULSS del Veneto. Privati gli artefici del debito pubblico che è sorto grazie alla legge di Andreatta che toglieva al Tesoro la possibilità di stampare moneta e lo costringeva a comprarla a prezzi esosissimi dalle banche PRIVATE.


Forse lei non si è accorto che in questi anni di crisi e pre crisi c’è stato un coro di inni al pensiero unico della globalizzazione e del cosiddetto libero mercato (PRIVATO) che ci ha regalato tra l'altro la desertificazione delle nostre industrie, grazie alla delocalizzazione in paesi dove lo schiavismo è praticato meglio. Infine non si è accorto che l’attuale crisi è stata provocata da banche americane PRIVATE come la Lehman Brothers per esempio che hanno riempito le casse di tutto il mondo di pezzi di carta che si chiamano derivati, CDS, CDO ecc. che hanno stampato allegramente per anni per un valore tredici volte superiore del PIL mondiale. 


Forse non si è ancora accorto che l’EUROPA è governata da una banca PRIVATA che si chiama BCE il cui governatore Draghi non è stato eletto da noi né da nessuno. Viviamo in un mondo devastato dal capitalismo finanziario (privato) dove adesso vengono attaccati, in nome della bellezza del profitto privato, la sanità, la previdenza, la scuola e tutte quelle istituzioni frutto di anni di lotte democratiche che costituiscono LO STATO, diritti dei cittadini, diritto alla salute all’istruzione, alla vecchiaia serena, tutela del risparmio, tutela del lavoro e statuto dei lavoratori, tutela dell’infanzia e della donna, diritto alla casa (ha mai sentito parlare di queste cose?) lei che ama tanto il privato pensa che queste cose ce le potranno dare Zonin o Marzotto al posto dello Stato?

Concludendo, ritengo che non si possa attribuire allo STATO la responsabilità dei governi che hanno perseguito, come lei dice, interessi deviati e ruberie, ma sempre in favore di privati.   Lo Stato siamo noi, è il frutto della storia del nostro popolo, dalla resistenza al fascismo e ai tedeschi; dalla Costituzione della Repubblica, alle riforme conquistate con lotte democratiche e sacrifici come lo Statuto dei lavoratori, la riforma sanitaria la riforma della scuola media.

 Ci sono sempre state forze antipopolari che hanno cercato di minarne la natura e ci sono ancora forze che vorrebbero piegarlo agli interessi di multinazionali straniere. La scuola dello Stato assolve al suo compito che è quello del diritto all’istruzione, è una scuola libera e democratica e non è contaminata da ideologie, come lei afferma, che si trovano invece tutte nel versante della scuola privata, (che ha come scopo il profitto e non l’istruzione) a cominciare dal grande mercato della scuola cattolica.



Con amicizia

Giovanni Fazio



lunedì 6 febbraio 2017

SAN DEMETRIO NEI VESTINI IN ABRUZZO DICE NO AL CREMATORIO

Rientro adesso da San Demetrio Nei Vestini, un piccolo comune a quindici chilometri da L’Aquila.

Anche lì nella bassa valle dell'Aterno, ad una quota di 640 m s.l.m, ai confini con l'altopiano delle Rocche, i costruttori di crematori si sono spinti con i loro Project Financing a tentare il sindaco con roboanti promesse di miglioramenti del muro del camposanto, della strada e chissà quante migliaia di euro che dovrebbero ricadere nelle casse del comune con la nuova attività che “dovrebbe , tra l’altro, attrarre turisti”!

La Sala Aurora piena di pubblico
Abbiamo ascoltato le solite favolette secondo cui la cremazione dei cadaveri è una attività assolutamente innocua, paragonabile all’emissione di un caminetto familiare, che quello che esce dal forno è solo vapore acqueo, che il contratto è assolutamente trasparente, salvo il caso in cui “l’equilibrio” dei profitti dovesse essere modificato per cause non derivanti dall’impresa. In tal caso il terreno dei rimborsi, penali, danni ecc. diventa tutto in salita e i due milioni e passa di euro spesi nella costruzione del cosiddetto tempio potrebbero ricadere totalmente sulle spalle dell’amministrazione comunale.

 Il sindaco appartiene a quella categoria di amministratori che, come in altri comuni, hanno dato ascolto alle sirene dell’ATI senza calcolare bene gli svantaggi sia sul piano della salute che su quello economico.
 Vana è stata la richiesta delle minoranze in comune di respingere la proposta. 
Nemmeno una severa lettera dello zio, noto patron politico della zona, letta da un consigliere della minoranza in Consiglio, sembra avere convito il sindaco a desistere dai suoi propositi. Da qui la costituzione di un comitato, varie assemblee e infine l’incontro di Sabato 4 febbraio alla sala Aurora, gremita di cittadini, cui ho partecipato portando il modesto ma utile contributo derivato dalle mie conoscenze di medico.

Ho così avuto modo di conoscere da vicino queste splendide persone che, pur essendo state colpite duramente dal terremoto del 6 aprile del 2009, quello che distrusse il vicino capoluogo abruzzese, hanno scoperto una forza interiore, una capacità di lotta contro le avversità e una resilienza che ha permesso a questa piccola città di ritrovare le risorse umane e spirituali per sopravvivere e andare avanti. 
Un pubblico attento, intelligente, estremamente motivato e deciso e al contempo severo ma composto riguardo al giudizio sull’operato del sindaco.


Ho conosciuto gente aperta e generosa capace di affrontare la vita con coraggio e nuova voglia di vivere.

Fabrizio Puce
Era mio compagno in questa esperienza Fabrizio Puce, un bravissimo tecnico informatico ma al contempo esperto nella lettura delle clausole contrattuali, formatosi nella lotta contro il crematorio dei cittadini di Botrugno (LE).


Man mano che si estende l’iniziativa dei promotori di crematori, che prendono di mira sempre piccoli comuni con pochi abitanti,  cresce una rete nazionale di difesa delle comunità prese di mira, una diffusione dei saperi e delle conoscenze, una solidarietà tra cittadini che vivono le stesse esperienze e nuovi vincoli di amicizia.



Questi ultimi sono il retaggio che mi porto dentro da queste mie esperienze nel Veneto e nei comuni italiani, una nuova messe preziosa di amicizie e di relazioni importanti che rafforzano la mia umanità.

Ringrazio voi tutti, cittadini di San Demetrio, e la strana sorte che mi ha dato l’opportunità di fare la vostra conoscenza. 

Siete delle belle persone e meritate di vincere anche questa volta: sono certo che ci riuscirete e che ci ritroveremo per festeggiare insieme.



Giovanni Fazio