Acqua minerale in bottiglia di vetro.
È di alcuni giorni fa il comunicato del GRUPPO AMARILLIDE NO PFAS, recentemente
costituitosi tra i genitori della scuola dell’infanzia di San Bortolo, in cui
si comunica che il comitato dei genitori ha deciso di fornire ai bambini della
scuola acqua minerale in bottiglia di vetro fino a fine anno.
Dove è mancato clamorosamente
l’intervento del sindaco, dove è mancato altrettanto clamorosamente quello dei
dirigenti scolastici, è intervenuto quello dei genitori dei bambini.
È un segno evidente che la CITTADINANZA ATTIVA interviene là dove
le istituzioni non funzionano.
Da anni la CiLLSA richiede al sindaco Giorgio Gentilin di intervenire fornendo
acqua non contaminata a bambini e gravide ma la risposta alla città era sempre
la stessa:
“L’acqua di Arzignano è dentro i limiti
previsti dal decreto regionale ed è assimilabile ad acqua oligominerale.”
Adesso hanno provveduto i genitori perché la PREVENZIONE
dai gravi rischi per la salute e lo sviluppo, in specie dei bambini più
piccoli, non può più essere rimandata.
Ci congratuliamo con il gruppo dei
genitori che ha saputo prendere in mano la situazione effettuando una forma di autogoverno del rischio, e con il
gruppo delle mamme no PFAS che
stanno lavorando in questo specifico settore della lotta contro l’inquinamento
da PFAS.
La partecipazione attiva dei cittadini
rispetto al contrasto all’inquinamento è sempre più numerosa
.
Il COMITATO
ZERO PFAS AGNO CHIAMPO, costituitosi verso la fine dello scorso anno, ha
già raggiunto in zona più di 460
adesioni e continua a lavorare per diffondere la conoscenza dei rischi
derivanti dall’inquinamento da PFAS e per chiedere con sempre maggiore
autorevolezza le misure necessarie a contrastarlo.
Un sintomo del cambiamento del clima che
si respira in città è dato anche da un aumento
delle iscrizioni alla CiLLSA, la associazione che da cinque anni si batte
contro i guasti ambientali prodotti dal malgoverno del territorio (ormai
storica è la lotta andata a buon fine contro la costruzione di un mega inceneritore alle porte dei Arzignano,
fortemente voluto dal sindaco e dai conciari, e quella e contro la speculazione
economica sulla pelle dei cittadini rappresentata dalla costruzione di un nuovo
ospedale, molto più piccolo del Cazzavillan,
ad appena 5 km dall’ ospedale di
Arzignano, che ha sempre funzionato molto bene (tagli alla sanità
permettendo), e di cui si chiede la chiusura, col plauso ingiustificato del
sindaco di Arzignano.
INCONTRO CON GENTILIN
Nell’ambito delle iniziative dei
cittadini c’è anche la richiesta di un incontro del gruppo delle mamme no pfas,
recentemente costituitosi ad Arzignano con il sindaco Gentilin che ha fissato
l’appuntamento per lunedì prossimo, 18 giugno.
Dopo lo smacco ricevuto dall’azione
riparatrice dei genitori di San Bortolo, pensiamo che il sindaco dovrà
abbandonare la sua posizione storica di non riconoscimento del rischio di donne
gravide e bambini ma anche dell’intera città esposta ai livelli di PFOA poco
rassicuranti presenti nell’acquedotto di Arzignano. Vedremo cosa ne verrà
fuori.
Intanto noi continuiamo a riproporre le
richieste che sono ben rappresentate dall’ultimo volantino distribuito in città in 5.000 copie dai membri del Comitato e
nei gazebo di cui evidenziamo di seguito la seconda facciata.
“I PFAS SONO SOSTANZE MOLTO TOSSICHE E CANCEROGENE CHE NOI
ARZIGNANESI STIAMO BEVENDO DA ANNI.
RICORDIAMOCI CHE I BAMBINI SONO I PIU’ DANNEGGIATI E CHE BISOGNA
IMPEDIRE CHE BEVANO L’ACQUA INQUINATA.
CHIEDIAMO
- DISTRIBUZIONE
AGLI ASILI NIDO, ALLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE IN GRAVIDANZA DI
ACQUA ESENTE DA CONTAMINAZIONE DA PFAS, ALIMENTI PROVENIENTI DA ZONE
SICURE, POSSIBILMENTE BIOLOGICI.
- Immediata applicazione di FILTRI A TUTTI GLI ACQUEDOTTI COMUNALI
con presenza di contaminazione da PFAS, senza oneri per gli utenti.
- CHIUSURA
DELLE FONTI INQUINATE degli acquedotti e
allacciamento con fonti non contaminate. I POZZI DI CANOVE da cui attinge
il nostro acquedotto sono contaminati, come dimostrano i dati pubblicati
sulle bollette da Acque del Chiampo.
- Estensione
ai cittadini di Arzignano e dei comuni della cosiddetta “Zona
arancione” delle misure di prevenzione adottate dalla Regione nella
“Zona rossa”, ivi compreso lo SCREENING
GRATUITO.
- PUBBLICAZIONE
SETTIMANALE, dei dati delle analisi dell’acqua degli
acquedotti. (A Lonigo il controllo dell’acqua è giornaliero, ad Arzignano
quadrimestrale).
- CONTROLLO
OBBLIGATORIO, a spese della Regione,
di tutti i pozzi privati per
verificare quali possano continuare ad erogare acqua a fini agricoli o di
allevamento e quali no e applicazione dei limiti più possibilmente vicini allo zero anche per le acque
usate dalle aziende agricole e
dagli allevamenti.
- INDIVIDUAZIONE
E MONITORAGGIO delle aziende che
producono alimenti contaminati,
siano essi prodotti agricoli, foraggi, animali o prodotti derivati e ritiro dal commercio delle partite
inquinate.
- Applicazione
del cronoprogramma decretato dalla Regione per gli scarichi delle aziende
del comparto conciario affluenti al depuratore di Arzignano come primo passo indispensabile per
raggiungere l’obiettivo realizzabile di ZERO PFAS ANCHE NEL DEPURATORE
- BLOCCO CAUTELATIVO IMMEDIATO DELLA MITENI (o suo spostamento in zona idonea sotto il
profilo idrogeologico e antropico), con un adeguato progetto che
salvaguardi l’occupazione degli attuali lavoratori.
CARA CITTADINA E CARO CITTADINO,
IMPEGNATI ANCHE TU PER LA SALUTE TUA E DEI TUOI FIGLI.
FIRMA ANCHE TU PER IL “COMITATO ZERO PFAS AGNO
CHIAMPO”.
CHIEDIAMO ANCHE PER ARZIGNANO
ACQUA SENZA PFAS.
Per
informazioni scrivi a cillsa4@gmail.com TEL.335 687 3844
Stampato in proprio COMITATO ZERO
PFAS AGNO CHIAMPO Cillsa Via 4 Novembre 30 Arzignano 25/03 /2017”
L’acqua è solo la punta dell’iceberg
del fenomeno inquinante.
La Regione, pur essendo a conoscenza da molto
tempo di quanto stava avvenendo e essendo ufficialmente coinvolta dalla UE e
dal Ministero fin dal 2013, non ha effettuato fino ad ora (giugno 2018) il
monitoraggio completo e obbligatorio di tutti i pozzi privati del Veneto e in
particolare della vasta area delle tre province interessate all’inquinamento da
PFAS.
Questo significa che campi e allevamenti usano acque spesso
inquinate da altissime percentuali di perfluorati che inevitabilmente finiscono
nel nostro piatto.
Fino ad ora non è stata
presa alcuna misura per evitare che cibi fortemente contaminati da PFAS vadano
a finire sui banconi del mercato.
Superficialità e ritardi
ingiustificabili caratterizzano l’azione della politica e delle amministrazioni
competenti.
Intanto tutti i cittadini del Veneto, grazie a questo andazzo,
sono esposti al rischio di contaminazione.
Miteni, la madre del disastro, sta ancora là a produrre i suoi veleni.
“Padroni a casa nostra” in
questo caso non funziona.
I padroni del Veneto sono i gestori delle multinazionali che
fanno i loro comodi in barba ai cittadini, alla magistratura e all’impotenza
della politica ormai certificata da più di cinque anni di omissioni e
concessioni.
Giovanni Fazio
Eravamo in pochi a chiedere acqua non inquinata per i bambini. Col tempo siamo cresciuti e continueremo a crescere |
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