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venerdì 15 giugno 2018

PFAS ARZIGNANO DOVE IL SINDACO NON HA AGITO PER PREVENIRE IL RISCHIO SONO INTERVENUTI I GENITORI DEI BAMBINI

Alla “materna” di S. Bortolo
Acqua minerale in bottiglia di vetro.

È di alcuni giorni fa il comunicato del GRUPPO AMARILLIDE NO PFAS, recentemente costituitosi tra i genitori della scuola dell’infanzia di San Bortolo, in cui si comunica che il comitato dei genitori ha deciso di fornire ai bambini della scuola acqua minerale in bottiglia di vetro fino a fine anno.

Dove è mancato clamorosamente l’intervento del sindaco, dove è mancato altrettanto clamorosamente quello dei dirigenti scolastici, è intervenuto quello dei genitori dei bambini.

È un segno evidente che la CITTADINANZA ATTIVA interviene là dove le istituzioni non funzionano.

Da anni la CiLLSA richiede al sindaco Giorgio Gentilin di intervenire fornendo acqua non contaminata a bambini e gravide ma la risposta alla città era sempre la stessa:

 “L’acqua di Arzignano è dentro i limiti previsti dal decreto regionale ed è assimilabile ad acqua oligominerale.”







Adesso hanno provveduto i genitori perché la PREVENZIONE dai gravi rischi per la salute e lo sviluppo, in specie dei bambini più piccoli, non può più essere rimandata.

Ci congratuliamo con il gruppo dei genitori che ha saputo prendere in mano la situazione effettuando una forma di autogoverno del rischio, e con il gruppo delle mamme no PFAS che stanno lavorando in questo specifico settore della lotta contro l’inquinamento da PFAS.
La partecipazione attiva dei cittadini rispetto al contrasto all’inquinamento è sempre più numerosa
.
 Il COMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO, costituitosi verso la fine dello scorso anno, ha già raggiunto in zona più di 460 adesioni e continua a lavorare per diffondere la conoscenza dei rischi derivanti dall’inquinamento da PFAS e per chiedere con sempre maggiore autorevolezza le misure necessarie a contrastarlo.

Un sintomo del cambiamento del clima che si respira in città è dato anche da un aumento delle iscrizioni alla CiLLSA, la associazione che da cinque anni si batte contro i guasti ambientali prodotti dal malgoverno del territorio (ormai storica è la lotta andata a buon fine contro la costruzione di un mega inceneritore alle porte dei Arzignano, fortemente voluto dal sindaco e dai conciari, e quella e contro la speculazione economica sulla pelle dei cittadini rappresentata dalla costruzione di un nuovo ospedale, molto più piccolo del Cazzavillan,  ad appena 5 km dall’ ospedale di Arzignano, che ha sempre funzionato molto bene (tagli alla sanità permettendo), e di cui si chiede la chiusura, col plauso ingiustificato del sindaco di Arzignano.

INCONTRO CON GENTILIN


Nell’ambito delle iniziative dei cittadini c’è anche la richiesta di un incontro del gruppo delle mamme no pfas, recentemente costituitosi ad Arzignano con il sindaco Gentilin che ha fissato l’appuntamento per lunedì prossimo, 18 giugno.

Dopo lo smacco ricevuto dall’azione riparatrice dei genitori di San Bortolo, pensiamo che il sindaco dovrà abbandonare la sua posizione storica di non riconoscimento del rischio di donne gravide e bambini ma anche dell’intera città esposta ai livelli di PFOA poco rassicuranti presenti nell’acquedotto di Arzignano. Vedremo cosa ne verrà fuori.

Intanto noi continuiamo a riproporre le richieste che sono ben rappresentate dall’ultimo volantino distribuito in città in 5.000 copie dai membri del Comitato e nei gazebo di cui evidenziamo di seguito la seconda facciata.


“I PFAS SONO SOSTANZE MOLTO TOSSICHE E CANCEROGENE CHE NOI ARZIGNANESI STIAMO BEVENDO DA ANNI.
RICORDIAMOCI CHE I BAMBINI SONO I PIU’ DANNEGGIATI E CHE BISOGNA IMPEDIRE CHE BEVANO L’ACQUA INQUINATA.
CHIEDIAMO
  • DISTRIBUZIONE AGLI ASILI NIDO, ALLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE IN GRAVIDANZA DI ACQUA ESENTE DA CONTAMINAZIONE DA PFAS, ALIMENTI PROVENIENTI DA ZONE SICURE, POSSIBILMENTE BIOLOGICI.
  • Immediata applicazione di FILTRI A TUTTI GLI ACQUEDOTTI COMUNALI con presenza di contaminazione da PFAS, senza oneri per gli utenti.
  • CHIUSURA DELLE FONTI INQUINATE degli acquedotti e allacciamento con fonti non contaminate. I POZZI DI CANOVE da cui attinge il nostro acquedotto sono contaminati, come dimostrano i dati pubblicati sulle bollette da Acque del Chiampo.
  • Estensione ai cittadini di Arzignano e dei comuni della cosiddetta “Zona arancione” delle misure di prevenzione adottate dalla Regione nella “Zona rossa”, ivi compreso lo SCREENING GRATUITO.
  • PUBBLICAZIONE SETTIMANALE, dei dati delle analisi dell’acqua degli acquedotti. (A Lonigo il controllo dell’acqua è giornaliero, ad Arzignano quadrimestrale).
  • CONTROLLO OBBLIGATORIO, a spese della Regione, di tutti i pozzi privati per verificare quali possano continuare ad erogare acqua a fini agricoli o di allevamento e quali no e applicazione dei limiti più possibilmente vicini allo zero anche per le acque usate dalle aziende agricole e dagli allevamenti.
  • INDIVIDUAZIONE E MONITORAGGIO delle aziende che producono alimenti contaminati, siano essi prodotti agricoli, foraggi, animali o prodotti derivati e ritiro dal commercio delle partite inquinate.
  • Applicazione del cronoprogramma decretato dalla Regione per gli scarichi delle aziende del comparto conciario affluenti al depuratore di Arzignano come primo passo indispensabile per raggiungere l’obiettivo realizzabile di ZERO PFAS ANCHE NEL DEPURATORE
  • BLOCCO CAUTELATIVO IMMEDIATO DELLA MITENI (o suo spostamento in zona idonea sotto il profilo idrogeologico e antropico), con un adeguato progetto che salvaguardi l’occupazione degli attuali lavoratori.

CARA CITTADINA E CARO CITTADINO,
IMPEGNATI ANCHE TU PER LA SALUTE TUA E DEI TUOI FIGLI.

FIRMA ANCHE TU PER ILCOMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO”.
CHIEDIAMO ANCHE PER ARZIGNANO ACQUA SENZA PFAS.


Per informazioni scrivi a cillsa4@gmail.com  TEL.335 687 3844
Stampato in proprio COMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO Cillsa Via 4 Novembre 30 Arzignano 25/03 /2017

L’acqua è solo la punta dell’iceberg del fenomeno inquinante.
 La Regione, pur essendo a conoscenza da molto tempo di quanto stava avvenendo e essendo ufficialmente coinvolta dalla UE e dal Ministero fin dal 2013, non ha effettuato fino ad ora (giugno 2018) il monitoraggio completo e obbligatorio di tutti i pozzi privati del Veneto e in particolare della vasta area delle tre province interessate all’inquinamento da PFAS.

Questo significa che campi e allevamenti usano acque spesso inquinate da altissime percentuali di perfluorati che inevitabilmente finiscono nel nostro piatto.

Fino ad ora non è stata presa alcuna misura per evitare che cibi fortemente contaminati da PFAS vadano a finire sui banconi del mercato.
Superficialità e ritardi ingiustificabili caratterizzano l’azione della politica e delle amministrazioni competenti.



Intanto tutti i cittadini del Veneto, grazie a questo andazzo, sono esposti al rischio di contaminazione.

Miteni, la madre del disastro, sta ancora là a produrre i suoi veleni.
Padroni a casa nostrain questo caso non funziona.

I padroni del Veneto sono i gestori delle multinazionali che fanno i loro comodi in barba ai cittadini, alla magistratura e all’impotenza della politica ormai certificata da più di cinque anni di omissioni e concessioni.

Giovanni Fazio


Eravamo in pochi a chiedere acqua non inquinata per i bambini. Col tempo siamo cresciuti e continueremo a crescere


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