PERO' L'ACQUA AI PFAS DI CANOVE VE LA BEVETE SENZA FILTRI,
COSI' COM'E'
COSI' COM'E'
Come pubblicato recentemente dal
giornalino della Giunta comunale di Arzignano, il sindaco, Presidente del
Consiglio di Bacino, Giorgio Gentilin
ha partecipato a due riunioni del gruppo di lavoro intersettoriale regionale
coordinato dalla Direzione Prevenzione
Sicurezza Alimentare Veterinaria della Regione Veneto in cui
sta lavorando alla rivalutazione dell'Area Rossa.
In tale occasione il sindaco riferisce di
avere chiesto di valutare l’opportunità di estendere biomonitoraggio anche al
Comune di Arzignano e Montecchio Maggiore, come richiesto da molti cittadini.
Alla richiesta la Regione, per bocca di Giampaolo Stopazzolo, responsabile
dell'area Ovest dell'Ulss 8 di Vicenza dichiara:
“Sottolineo che
aree nelle quali insistono pozzi privati contaminati non possono essere
identificate come aree nelle quali sottoporre la popolazione a sorveglianza in
quanto il criterio di eleggibilità dipende solo dalla verifica della contaminazione
degli acquedotti (elevati livelli di PFAS nell'analisi delle acque ad uso
potabile).
Per quanto riguarda il Comune di Arzignano, non vi sono al momento evidenze di
contaminazioni presenti o passate nelle afferenze dell’acquedotto pubblico.”
La richiesta del sindaco ha
evidentemente poco peso e vien subito cassata da un semplice funzionario del
distretto ULSS locale.
Tuttavia si tratta di una richiesta
giusta che noi proponiamo da molto tempo. Certo, quando si scrive sul Giornale
di Vicenza che l’acqua di Arzignano è paragonabile ad acqua oligominerale, cosa
vuoi che ti risponda il dott. Stopazzolo!
Noi invece alcune osservazioni al responsabile del distretto
Ovest le facciamo:
“Perché
le aree dove ci sono i pozzi privati fortemente contaminati, al punto da far
spostare dalla Regione il limite della zona arancione fino a Canove, non hanno
titolo per sottoporre la popolazione a controllo?”
I pozzi privati inquinatissimi sono a pochi metri da quelli
pubblici di Canove dove attinge l’acquedotto di Arzignano.
L’acqua di Arzignano, contrariamente a quanto afferma Stopazzolo (e sottolineo “contrariamente”), presenta,
secondo i dati di Acque del Chiampo, dai 40
ai 55 ng/litro di PFOA (secondo Greenpeace anche di più).
Stopazzolo ha forse letto da qualche
parte che tali livelli di PFOA nell’acqua potabile non costituiscano un rischio
per la popolazione?
Può fornirci gentilmente una illuminante
pubblicazione scientifica dove c’è scritto questo?
Sa il dot Stopazzolo che il PFOA è stato classificato come
sostanza cancerogena di
tipo 2B?
Ha mai sentito parlare di Bioaccumulo? Dovrebbe, visto che ha organizzato anche un corso per i
medici di famiglia, ma dalle sue dichiarazioni pubbliche questo non emerge.
Il dott. Stopazzolo ignora o finge di ignorare che molti di
cittadini di Arzignano e Montecchio hanno effettuato analisi del sangue,
trovando livelli di PFOA molto al di sopra dei limiti base. Come se lo spiega?
Non ritiene che tutto ciò, insieme al
fatto evidente che i pozzi fortemente inquinati di Canove sono accanto alle
prese dell’acquedotto pubblico, meriti una particolare attenzione? Un esame
a campione della popolazione?
Anche a lui chiediamo se abbia mai
letto, anche per sbaglio, cosa sia il
bioaccumulo, quali danni facciano gli
interferenti endocrini, assunti anche in minima dose, alle donne in
gravidanza, ai feti e ai bambini.
Il nostro sindaco, che pubblica
interviste sul giornalino del comune, ha mai sentito parlare di passaggio dei PFAS attraverso la placenta?
Sa niente del ruolo che giocano nel feto gli interferenti endocrini? Ha letto
gli studi recenti del prof. Carlo
Foresta? Può gentilmente smentire,
portando la dovuta documentazione scientifica, quanto dimostrato
scientificamente dallo scienziato dell’Università di Padova?
E se l’acquedotto di Arzignano va bene, perché sono stati apposti i filtri a
carbone attivo alle casette dell’acqua?
“La decisione su chi e
che cosa monitorare spetta unicamente al Dipartimento Sanità della Regione
Veneto”, afferma Stopazzolo.
Si ricorderanno di questa frase le mamme
che stamattina alle 11.00 vanno in visita da Zaia? Speriamo di sì. Speriamo che
si ricordino di far parte di un vasto movimento che non accetta il gioco del
bastone e della carota.
Perché? Perché tutti i cittadini del
Veneto hanno gli stessi diritti. E se a
Lonigo, Brendola e poco più in là è stata gentilmente concessa acqua Zero PFAS
(vanto di Gentilin) riteniamo che anche gli abitanti di Arzignano, Montorso,
Montecchio e Trissino abbiano diritto ad acqua ZERO PFAS, tanto più che hanno dovuto subire un aumento del costo delle bollette per i
lavori mai fatti ad Arzignano.
In tutte le case di Arzignano è arrivato
il giornaletto della Giunta con il titolo” SPECIALE PFAS” e sottotitolo “Parlano
i protagonisti delle azioni contro i PFAS nel territorio gestito da acque del
Chiampo”.
Non sappiamo di quale protagonismo siano
autori Gentilin e Stopazzolo.
Sappiamo solo che ad
Arzignano non è stato mai eseguito nessun lavoro di bonifica dell’acquedotto
per quanto riguarda i PFAS, nessuno ha avvisato
le donne in gravidanza di non bere tassativamente l’acqua del rubinetto. Nelle
scuole si dà ancora l’acqua del rubinetto ai bambini e ai ragazzi e nelle mense scolastiche si mangiano cibi che non sono biologicamente testati e
che non si sa da dove vengano.
Chi ha bambini piccoli, figli o nipoti, che frequentano scuole o
asili prova
in questo momento una grande apprensione per la loro salute e si sta domandando
dove mandare i piccoli a scuola il prossimo anno.
Invece di affrontare seriamente questi
argomenti il sindaco risponde con un articolo di smaccata propaganda nel
giornalino della Giunta,
GENTILIN, IN QUALITA’ DI SINDACO, PRIMO RESPONSABILE DELLA SALUTE
DEI CITTADINI, HA IL DOVERE DI DARE SEGUITO ALLE RICHIESTE CHE CONTINUAMENTE
VENGONO DAGLI ARZIGNANESI, APPLICANDO PRONTAMENTE IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE e
METTENDO AL SICURO DONNE, BAMBINI E I CITTADINI TUTTI
Giovanni Fazio
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