PASSA IN COMUNE UNA MOZIONE DI MINORANZA SUI PFAS
Il Consiglio Comunale di Arzignano ha approvato all’unanimità l’emendamento ad una mozione presentata dalla consigliera Peretti,il cui primo firmatario è il consigliere Piero Magnabosco, assente per motivi di lavoro, avente come oggetto “Richiesta di inserire il territorio di Arzignano in Zona Gialla”.
Con l'emendamento, approvato
nella seduta di mercoledì 20 giugno, il primo cittadino, Giorgio Gentilin, si
impegna nelle sedi istituzionali opportune a chiedere un biomonitoraggio a campione sulla popolazione di Arzignano,
per rilevare l’eventuale presenza di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue.
Rilevazione che, attualmente, viene fatta nella Zona Rossa (La mozione di Magnabosco chiedeva che fossero effettuati i bio monitoraggi con gli stessi criteri adottati per la Zona Rossa).
È la prima volta che sindaco
e Consiglio prendono in considerazione una richiesta (quella sul biomonitoraggio dei cittadini arzignanesi) che, da anni, viene
reiterata da CiLLSA a nome di tutta
la città, anche se, ed è giusto ricordarlo, non si capisce (o si capisce benissimo) per quale motivo, anche se ovviamente non dipende da lui, non richieda che la città sia inclusa in Zona Arancione, trovandosi proprio nel cuore di questa area.
Trucchetti maldestri per "addolcire" le richieste che vengono dai cittadini, fingendo di accoglierle benevolmente.
Malgrado ciò questa mozione, potrebbe essere un primo passo, ammesso che vada in porto, perché i cittadini di Arzignano godano degli stessi diritti dei cittadini dei comuni vicini.
Abbiamo comunque seri dubbi che in Regione la prendano in considerazione.
Malgrado ciò questa mozione, potrebbe essere un primo passo, ammesso che vada in porto, perché i cittadini di Arzignano godano degli stessi diritti dei cittadini dei comuni vicini.
Abbiamo comunque seri dubbi che in Regione la prendano in considerazione.
Notoriamente l’acquedotto di Arzignano è
molto più inquinato da PFAS di quanto non siano quelli di Montorso Vicentino e
Montecchio Maggiore; questo dato emerge anche dal confronto degli ultimi
rilevamenti effettuati, pubblicati in questi giorni da Acque del Chiampo.
Per entrambi questi comuni è prevista, da Acque del Chiampo, l’installazione
provvisoria di filtri a carboni attivi, in attesa di nuovi progetti
acquedottistici.
Per Arzignano, malgrado continue
richieste da parte di CiLLSA e del “Comitato Zero PFAS Agno Chiampo”, fino
ad oggi non è previsto nessun filtro, né, tanto meno, è stato programmato un
nuovo acquedotto che porti acqua pulita in città.
I pozzi dove pescano gli acquedotti si
trovano in una area a valle di Miteni caratterizzata da profondi strati di
ghiaie, al di sotto dei quali scorre una grande falda acquifera inquinata. La
presenza dei PFAS varia in base alla piovosità o meno e alla variazione del
livello di falda che attinge gli inquinanti dagli strati più superficiali, fortemente
contaminati. Ciò spiega la variabilità stagionale dei livelli di inquinamento.
Si tratta di una falda che non dà alcuna garanzia, nel presente
e per il futuro, per cui è indispensabile, per i comuni che vi attingono, la
ricerca di una nuova fonte idrica in aree del territorio esenti dalla
contaminazione, così come si sta facendo per altri comuni.
Ignorare questo dato di fatto è molto
grave ma è quello che da anni fa Gentilin, seguito dal coro di assessori e
consiglieri che compongono la sua piccola corte.
“… ribadendo quanto già affermato in più occasioni,” dichiara il sindaco “ fermo restando il
livello sotto-soglia di Pfas nell’acqua distribuita sul territorio di
Arzignano, Canova compresa, qualsiasi decisione in merito all’assegnazione di
zone rosse o arancione spetta alla Regione Veneto “ e ancora, rispondendo a una richiesta di alcuni genitori “Non spetta
al sindaco decidere se il proprio territorio debba appartenere o meno alla zona
rossa o arancione e tantomeno
posizionare filtri per l’acqua negli edifici pubblici”
Giorgio Gentilin mette le mani avanti e scarica la responsabilità dell'esclusione di Arzignano (la città più vicina alle fonti inquinanti che sono Miteni e il distretto conciario) su Zaia e il suo entourage.
In realtà non ci risulta che abbia mai protestato per questa scandalosa omissione riguardo alla quale anzi è stato da sempre un sostenitore, come emerge dalle dichiarazioni sulla" buona qualità dell'acqua" che gli Arzignanesi sono scostretti a bere anche per sua diretta responsabilità.
Chiediamo a Giorgio Gentilin, presidente
del Consiglio di Bacino e sindaco
del comune che detiene la maggioranza assoluta
delle quote di Acque del Chiampo, se sia all’oscuro di quanto delibera
autonomamente questa società che gestisce acquedotti e depuratore.
Chiediamo se non sappia che nel suo comune la società ha inserito filtri a carbone attivo nelle
cosiddette “casette dell’acqua”: non sono queste edifici pubblici?
Secondo quale logica sono stati montati
i filtri nelle casette e ci si rifiuta di rifornire di acqua non inquinata l’asilo,
le “scuole materne” e le mense scolastiche?
E, per quanto tempo ancora i cittadini
dovranno cuocere la pasta con l’acqua minerale?”
Secondo quale logica il sindaco ha proclamato che per Brendola e Lonigo il suo obiettivo è ZERO PFAS mente per Arzignano, secondo lui, è sufficiente restare dentro i limiti fissati dalla Regione?
Adesso ha dovuto accettare, (sebbene modificata e resa inoffensiva) la non più eludibile, mozione delle minoranze .
Noi consideriamo ciò, malgrado tutto, un riconoscimento di fatto della grave emergenza per la quale sono necessarie iniziative molto più
appropriate e radicali.
Le abbiamo pubblicate su un volantino, distribuito
in migliaia di copie in tutta la città, il cui testo integrale riportiamo ancora
una volta.
CHIEDIAMO
· DISTRIBUZIONE AGLI
ASILI NIDO, ALLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE IN GRAVIDANZA DI ACQUA ESENTE
DA CONTAMINAZIONE DA PFAS, ALIMENTI PROVENIENTI DA ZONE SICURE, POSSIBILMENTE
BIOLOGICI.
· Immediata applicazione di FILTRI
A TUTTI GLI ACQUEDOTTI COMUNALI con presenza di contaminazione da PFAS,
senza oneri per gli utenti.
· CHIUSURA DELLE FONTI
INQUINATE degli acquedotti e allacciamento con
fonti non contaminate. I POZZI DI CANOVE da cui attinge il nostro acquedotto sono
contaminati, come dimostrano i dati pubblicati sulle bollette da Acque del
Chiampo.
· Estensione ai cittadini
di Arzignano e dei comuni della cosiddetta “Zona arancione” delle misure di
prevenzione adottate dalla Regione nella “Zona rossa”, ivi compreso lo SCREENING GRATUITO.
· PUBBLICAZIONE
SETTIMANALE, dei dati delle analisi dell’acqua degli acquedotti. (A
Lonigo il controllo dell’acqua è giornaliero, ad Arzignano quadrimestrale).
· CONTROLLO OBBLIGATORIO, a spese della Regione, di
tutti i pozzi privati per verificare quali possano continuare ad erogare
acqua a fini agricoli o di allevamento e quali no e applicazione dei limiti più possibilmente vicini allo zero
anche per le acque usate dalle aziende
agricole e dagli allevamenti.
· INDIVIDUAZIONE E
MONITORAGGIO delle aziende che producono
alimenti contaminati, siano essi
prodotti agricoli, foraggi, animali o prodotti derivati e ritiro dal commercio delle partite inquinate.
· Applicazione del
cronoprogramma decretato dalla Regione per gli scarichi delle aziende del
comparto conciario affluenti al depuratore di Arzignano come primo passo indispensabile al risanamento del territorio e esclusione dal condotto A.Ri.C.A. degli
scarichi industriali attraverso la
realizzazione di un circuito chiuso di
depurazione che riporti alle aziende l’acqua depurata derivata dagli
scarichi.
· SEQUESTRO GIUDIZIARIO
CAUTELATIVO IMMEDIATO DELLA MITENI (o suo
spostamento in zona idonea sotto il profilo idrogeologico e antropico), e un
adeguato progetto che salvaguardi l’occupazione degli attuali lavoratori.
Giovanni Fazio
IL POPOLO DEI PFAS E' IN MARCIA.
SIAMO TANTI E DIVENTIAMO SEMPRE PIU' NUMEROSI.
L'ACQUA E' UN BENE COMUNE FONDAMENTALE E UN DIRITTO INALIENABILE PER TUTTI.
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