Egregio ministro alle infrastrutture Graziano Del Rio
Contributo
dei “Cittadini/e di Montecchio Maggiore contrari alla Pedemontana”
Non vogliamo “soluzioni politiche”
per la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta perché esse lasciano spazio a
compromissioni e a faccendieri.
Vogliamo una soluzione che
ripercorra la catena delle responsabilità come lei stesso ha affermato tempo
fa.
Il Governo quest’anno non ha
rinnovato a Silvano Vernizzi l’incarico di commissario straordinario per la
Pedemontana, ed è un bene perché dietro questa figura per anni istituzioni e
persone hanno nascosto le proprie responsabilità.
Riteniamo ora che il presidente
della Regione Luca Zaia rescinda la convenzione tra la Regione ed il
concessionario SIS per inadempimento di quest’ultimo. Il concessionario
manifestamente non ha risorse proprie sufficienti e non è in grado di trovare i
finanziamenti, 1,5 miliardi di euro, indispensabili per portare avanti e
concludere l’opera. Inoltre i lavori sin qui eseguiti sono stati realizzati per
l’80% con contributi pubblici (Corte dei Conti).
Il presidente Zaia ritiene invece possibile
un aumento degli utenti della futura superstrada grazie ad una riduzione
(modesta) dell’importo degli alti pedaggi tale da indurre la Cassa Depositi e
Prestiti, chiamata in causa, a farsi garante delle obbligazioni legate ai futuri
profitti della Pedemontana. Quindi in
questo modo, secondo Zaia, la SIS reperirebbe i fondi necessari per il
completamento dell’opera. Ma non dovrebbe essere la stessa Pedemontana con i
suoi pedaggi garanzia per le obbligazioni? Evidentemente la profittabilità
dell’opera è più che dubbia.
La Cassa Depositi e Prestiti e la BEI (banca
europea per gli investimenti) hanno da tempo definito la Pedemontana una
infrastruttura “insostenibile economicamente e socialmente”.
Il “non sostenibile socialmente” riteniamo si riferisca
al fallimento viabilistico che già si prospetta: la Pedemontana che nel
racconto iniziale avrebbe dovuto alleggerire il traffico locale sarà solo una
complicazione per esso.
Numerosi, poi, dovranno essere gli interventi
necessari per convogliare la viabilità locale ai caselli, altrettanto dicasi
per le opere necessarie a ricucire un territorio che l’autostrada divide in due
parti. Queste spese non vengono calcolate nei costi della Pedemontana, non sono
a carico del project-financing della SIS, ma ricadranno sui Veneti.
E che dire delle conseguenze idrogeologiche di
quest’opera? Lo scorso 16 dicembre, a Montecchio Maggiore, presso la villa
Cordellina-Lombardi (della Provincia) si è svolto un affollato convegno
promosso dall’ordine degli ingegneri vicentino rivolto alla categoria.
L’argomento era la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta. Ospiti ed
oratori: il direttore dei lavori Adriano Turso, l’allora commissario Vernizzi,
Il consigliere regionale Alessandra Moretti (quest’ultimi due risultati
assenti). Al convegno è intervenuto anche il presidente della Provincia Achille
Variati esternando le sue preoccupazioni per gli espropriati
non risarciti, per le ditte non pagate e per
gli operai senza lavoro (così riportava il Giornale di Vicenza il giorno
seguente, il convegno era chiuso al pubblico). Tanto interesse degli ingegneri
si spiega, secondo noi, dal fatto che questa Pedemontana sarà una costante fonte
di lavoro per la categoria a causa delle criticità che andrà ad innescare. Chi
conteggerà queste spese? Esse finiranno nel conto generale della “messa in
sicurezza del territorio”.
Ma sarà la stessa Pedemontana, per come è
stata progettata, ad esigere continue e costose manutenzioni che
inevitabilmente ricadranno sui pedaggi di cui oggi si ventila una riduzione.
Due esempi. 1) la manutenzione degli 8 Km delle gallerie naturali che
attraversano colli carsici internamente percorsi da torrentelli. 2) La manutenzione
del complesso sistema di smaltimento e depurazione delle acque della
piattaforma stradale. E’ opportuno conoscere come, questo sistema, solo nella
primavera del 2012 entrò nel progetto definitivo della superstrada a pagamento
Pedemontana Veneta. Nella primavera di quell’anno infatti, le locali autorità
dell’acqua s’accorsero che il progetto definitivo nulla prevedeva per lo
smaltimento e depurazione delle acque sporche della piattaforma stradale, esse
entravano direttamente in falda tramite 8000 pozzetti! Seguì una dura
trattativa con il commissario Vernizzi (per ulteriori informazioni chiedere
all’ex-direttore del Centro Idrico di Novoledo, signor Lorenzo Altissimo) che
alla fine accettò quanto proposto dalle autorità dell’acqua.
I soggetti interessati alla realizzazione di
questa Pedemontana oggi si rivolgono al Governo rilanciando il concetto della
Pedemontana “opera strategica”. Ma ai Vicentini e ai Trevigiani che della
Pedemontana vedono solo il disastro dei vari cantieri si veicola un messaggio
di rassegnazione del tipo “A questo punto che si può fare se non concludere…” e
“Noi poveretti non possiamo farci nulla, decidono sempre loro” ………..
Noi le chiediamo, signor ministro: di premere
in modo deciso sul presidente della Regione affinché segua la strada maestra della
risoluzione del contratto con il concessionario; sostenere con la Regione una
Pedemontana finalmente pubblica e rivista nel progetto; sostenere la
superstrada nel compito di infrastruttura al servizio del territorio e quindi
gratuita. Gratuità significa: niente caselli, niente complanari, niente sovrappassi
o sottopassi che ricongiungono un territorio diviso da un’autostrada, cioè un
notevole risparmio che aggiunto al taglio del tratto Montecchio Maggiore –
intersezione Valdastico Nord, rende questo obiettivo sostenibile.
Distinti saluti, per il gruppo “Cittadini/e di
Montecchio Maggiore contrari alla Pedemontana”
Daniela Muraro
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