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domenica 8 gennaio 2017

EPIFANIA DELLA TERRA E PEDEMONTANA







 Don Albino Bizotto ha celebrato l’Epifania della terra, svoltasi ieri pomeriggio presso un campo di Caravaggio di Vedelago, a pochi passi dal cantiere della superstrada Pedemontana Veneta.

Accanto al suo altare, riparato dal gazebo della Protezione Civile di Castelfranco Veneto, si sono strette più di trecento persone provenienti da tutto il Veneto: fedeli, militanti dei comitati ambientalisti veneti, e molti che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente.


Il freddo non ha fermato Don Albino dei “Beati costruttori di pace” né i cittadini che si oppongono alla costruzione della SPV e propongono una soluzione meno invasiva, con un tracciato che la amplifichi e la migliori utilizzando per la maggior parte la viabilità esistente, laddove sia possibile, senza ferire il territorio e sprecare quantità enormi di denaro.
Don Albino a Caravaggio di Pedelago

 “Dobbiamo camminare nella terra, dobbiamo capire che noi stessi siamo parte integrante dell’ambiente e che quando questo viene aggredito siamo noi stessi e la nostra stessa vita che veniamo aggrediti.

 Anche questa messa serve alla difesa dell’ambiente e ci unisce spiritualmente con la nostra madre terra e con tutto il creato che fa parte di una realtà armoniosa che ha consentito alla vita di nascere su questo pianeta e alla nostra specie di apparire in un ambiente ben definito che, se viene modificato, renderà sempre più compromessa la nostra stessa sopravvivenza, come dice lo stesso Papa Francesco nell’enciclica “LAUDATO SI’”.

 “Cerchiamo di essere uomini che scelgono di camminare insieme ad altri uomini, indipendentemente dalle religioni o dalle bandiere di appartenenza.”

Questo è stato il suo messaggio di commiato inviato ai presenti e a tutti gli uomini di buona volontà.
Una cerimonia toccante alla quale non è mancata la partecipazione, sia pure in forma privata di personaggi della politica: Andrea Zanoni, consigliere regionale del PD, i senatori del M5S Enrico Cappelletti e Gianni Girotto, Michele Boato dell’Eco istituto Regione Veneto, esponenti di comitati, Massimo Follesa del Co.Ve.Pa.
Lavori di scavo pedemontana

Anche quest’anno la messa di Don Albino Bizzotto ha segnato la resistenza dei cittadini a quella che è una delle opere più devastanti e inutili del nostro territorio.
Alla luce della messa del sacerdote, irrisorie e stonate suonano le parole, riportate da Giornale di Vicenza, di Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza con la delega al territorio.

 Marangoni non si è limitato ad intervenire sulle intenzioni della Regione in merito allo spinoso problema ma ha anche contestato le analisi sul flusso di traffico effettuato da Cassa Depositi e Prestiti e dalla Bei:
 “Il nostro ottimismo è basato anche sulla certezza che i dati sui volumi di traffico, di cui la Regione sta ultimando la raccolta, offriranno uno scenario previsionale ben più consistente di quello, assolutamente irrealistico per difetto, utilizzato da Cassa depositi e prestiti e dalla Bei per criticare la sostenibilità del piano finanziario della concessione.  La Pedemontana  non può e non deve subire alcuno stop.”
Architetto Massimo Follesa

La Cassa Depositi e Prestiti e la Bei infatti avevano stimato che le cifre del concessionario sui flussi di traffico erano state gonfiate di molto.
Francamente Gaetano Marangoni avrebbe potuto evitare di pubblicare dichiarazioni offensive nei confronti dell’intelligenza dei lettori del giornale di Confindustria.
Finora le opere sono andate avanti quasi esclusivamente con denaro
pubblico, sebbene si tratti di un opera che avrebbe dovuto essere costruita con capitali privati. Un fiume di denaro che si affianca alle altre modalità con cui vengono sottratti soldi dalle tasche dei cittadini.

Pedelago


Una seconda  modalità effettuata dal concessionario è il mancato rimborso della maggior parte degli espropri. Una terza, dal pedaggio, molto salato, che si dovrà pagare ad opera conclusa, e infine, l’esborso che si è impegnata a versare la Regione nei confronti dei concessionari qualora non si raggiungessero gli obiettivi di traffico e quindi di guadagno previsti (guarda caso, proprio quelli vantati da Marangoni).
Egregi signori, non vi sembra che proporre autostrade e superstrade nella regione più cementificata d’Italia sia in controtendenza con quanto uscito dalla conferenza internazionale di Parigi sul clima? In quale pianeta abitate?  
Sapete che Vicenza è tra le città con l’aria più inquinata d’Italia?
Sapete che gli Italiani, in percentuale, sono al primo posto nel mondo per numero di auto per persona? Pensate che sia un segno di benessere oppure che i nostri servizi di trasporto pubblico sono pressoché fatiscenti e inesistenti?

Metro Parigi
Parigi è una città che conta più di 10 milioni di abitanti (il doppio degli abitanti del Veneto) eppure, grazie a quattro livelli sotterranei di metropolitane e a un efficientissimo servizio di autobus in superficie, non presenta nessun tipo di inconveniente nella mobilità urbana in uno spazio infinitamente più piccolo di quello rappresentato dalla nostra caotica regione.

  Non vi è mai venuto in mente  che il miglioramento del traffico delle merci passa  anche attraverso il ridimensionamento del traffico delle auto private?

Da quarant’anni aspettiamo un piano per la mobilità regionale che soddisfi i bisogni di un paese all’altezza dei tempi e  dei suoi abitanti.

AUTOBUS URBANO A IDROGENO. BOLZANO
 Mancano metropolitane di superficie, corsie preferenziali per gli autobus di linea, strade esclusive per le biciclette (nella Ruhr ne hanno costruita una lunga 70 chilometri per i pendolari).  Ma tutto quello che sapete immaginare sono nuove superstrade a pagamento, naturalmente: complimenti.

I cittadini sono arcistufi di questa inefficienza disastrosa, di Banche che prosciugano i risparmi dei propri clienti, di vecchietti derubati dalle Poste, di sprechi di fiumi di denaro in grandi opere, di autostrade costruite con i rifiuti di fonderia. Ma in che mondo viviamo!?

Ma, ve ne siete accorti?

Giovanni Fazio







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