Don Albino Bizotto ha celebrato l’Epifania
della terra, svoltasi ieri pomeriggio presso un campo di Caravaggio di
Vedelago, a pochi passi dal cantiere della superstrada Pedemontana Veneta.
Accanto al suo altare, riparato dal gazebo
della Protezione Civile di Castelfranco Veneto, si sono strette più di trecento
persone provenienti da tutto il Veneto: fedeli, militanti dei comitati
ambientalisti veneti, e molti che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente.
Il freddo non ha fermato Don Albino dei “Beati
costruttori di pace” né i cittadini che si oppongono alla costruzione della SPV
e propongono una soluzione meno invasiva, con un tracciato che la amplifichi e la
migliori utilizzando per la maggior parte la viabilità esistente, laddove sia
possibile, senza ferire il territorio e sprecare quantità enormi di denaro.
“Dobbiamo camminare nella terra, dobbiamo
capire che noi stessi siamo parte integrante dell’ambiente e che quando questo
viene aggredito siamo noi stessi e la nostra stessa vita che veniamo aggrediti.
Anche questa messa serve alla difesa
dell’ambiente e ci unisce spiritualmente con la nostra madre terra e con tutto
il creato che fa parte di una realtà armoniosa che ha consentito alla vita di
nascere su questo pianeta e alla nostra specie di apparire in un ambiente ben
definito che, se viene modificato, renderà sempre più compromessa la nostra
stessa sopravvivenza, come dice lo stesso Papa Francesco nell’enciclica
“LAUDATO SI’”.
“Cerchiamo
di essere uomini che scelgono di camminare insieme ad altri uomini,
indipendentemente dalle religioni o dalle bandiere di appartenenza.”
Questo è stato il suo messaggio di commiato
inviato ai presenti e a tutti gli uomini di buona volontà.
Una cerimonia toccante alla quale non è mancata
la partecipazione, sia pure in forma privata di personaggi della politica:
Andrea Zanoni, consigliere regionale del PD, i senatori del M5S Enrico
Cappelletti e Gianni Girotto, Michele Boato dell’Eco istituto Regione Veneto,
esponenti di comitati, Massimo Follesa del Co.Ve.Pa.
Lavori di scavo pedemontana |
Anche quest’anno la messa di Don Albino
Bizzotto ha segnato la resistenza dei cittadini a quella che è una delle opere
più devastanti e inutili del nostro territorio.
Alla luce della messa del sacerdote, irrisorie
e stonate suonano le parole, riportate da Giornale di Vicenza, di Gaetano
Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza con la delega al territorio.
“Il nostro ottimismo è basato anche sulla
certezza che i dati sui volumi di traffico, di cui la Regione sta ultimando la
raccolta, offriranno uno scenario previsionale ben più consistente di quello,
assolutamente irrealistico per difetto, utilizzato da Cassa depositi e prestiti
e dalla Bei per criticare la sostenibilità del piano finanziario della
concessione. La Pedemontana non può e non deve subire alcuno stop.”
Architetto Massimo Follesa |
La Cassa Depositi e Prestiti e la Bei infatti
avevano stimato che le cifre del concessionario sui flussi di traffico erano
state gonfiate di molto.
Francamente Gaetano Marangoni avrebbe potuto
evitare di pubblicare dichiarazioni offensive nei confronti dell’intelligenza
dei lettori del giornale di Confindustria.
Finora le opere sono andate avanti quasi
esclusivamente con denaro
pubblico, sebbene si tratti di un opera che avrebbe
dovuto essere costruita con capitali privati. Un fiume di denaro che si
affianca alle altre modalità con cui vengono sottratti soldi dalle tasche dei
cittadini.
Pedelago |
Una seconda modalità effettuata dal concessionario è il
mancato rimborso della maggior parte degli espropri. Una terza, dal pedaggio,
molto salato, che si dovrà pagare ad opera conclusa, e infine, l’esborso che si
è impegnata a versare la Regione nei confronti dei concessionari qualora non si
raggiungessero gli obiettivi di traffico e quindi di guadagno previsti (guarda
caso, proprio quelli vantati da Marangoni).
Un passaggio esplosivo tratto dal blog di Massimo Follesa
ULTIMISSIME DAL GIORNALE DI VICENZA DELL' 08/ 01/ 2017
Egregi signori, non vi sembra che proporre
autostrade e superstrade nella regione più cementificata d’Italia sia in
controtendenza con quanto uscito dalla conferenza internazionale di Parigi sul
clima? In quale pianeta abitate?
Sapete che gli Italiani, in percentuale, sono
al primo posto nel mondo per numero di auto per persona? Pensate che sia un
segno di benessere oppure che i nostri servizi di trasporto pubblico sono
pressoché fatiscenti e inesistenti?
Metro Parigi |
Non vi
è mai venuto in mente che il
miglioramento del traffico delle merci passa anche attraverso il ridimensionamento del
traffico delle auto private?
Da quarant’anni aspettiamo un piano per la
mobilità regionale che soddisfi i bisogni di un paese all’altezza dei tempi
e dei suoi abitanti.
AUTOBUS URBANO A IDROGENO. BOLZANO |
I cittadini sono arcistufi di questa
inefficienza disastrosa, di Banche che prosciugano i risparmi dei propri
clienti, di vecchietti derubati dalle Poste, di sprechi di fiumi di denaro in
grandi opere, di autostrade costruite con i rifiuti di fonderia. Ma in che
mondo viviamo!?
Ma, ve ne siete accorti?
Giovanni Fazio
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