Visualizzazioni totali

martedì 18 luglio 2017

PFAS: ALIMENTI INQUINATI SENZA CONTROLLO

Apriamo questo post con la notizia che la Giunta regionale veneta ha rilasciato in data 11 luglio una concessione per edificare una centrale elettrica di cogenerazione alla Miteni.

(Forse un premio per avere inquinato mezza regione).

Scrive Alberto Peruffo:
“Mentre i nostri figli crescono a pane e liquame, questi signori deliberano la continuazione della MITENI.
Al posto di sospendere il giudizio, di sequestrarla con vincolo, di ricollocare eventualmente le dipendenze, di bastonare gli inquinatori, essi ricogenerano i responsabili primari dei PFAS….
  
In una recentissima intervista il Prof. Grandjean della Harward University (una delle Università più prestigiose al mondo), tra i massimi esperti mondiali sugli effetti dei PFAS sulla salute umana, dice:
 "Le persone che hanno subito un accumulo di queste sostanze chimiche nel corpo dovrebbero cercare di mantenere la loro esposizione a zero".
Se quei signori citati, governatori, non capiscono le nozioni elementari, non aspettiamoci che capiscano le parole di un docente universitario di altissimo profilo, per quanto queste siano chiare e inequivocabili.”

Sono chiarissime infatti, poiché i PFAS sono sostanze chimiche artificiali non presenti in natura, il nostro organismo non è capace di metabolizzarli; pertanto occorrono molti anni per espellerli ma, nel frattempo, essi agiscono e possono provocare malattie molto gravi e tumori.




Questo è il motivo per cui la CiLLSA ha diffidato il sindaco di Arzignano affinché prenda una serie di provvedimenti relativi all’acqua potabile e, tra questi, quello di rifornire di acqua totalmente esente da PFAS gli asili nido, le mense scolastiche e le donne gravide.

La concessione rilasciata dalla Regione testimonia il fatto che non vi è alcuna intenzione di chiudere o trasferire in altro posto la Miteni, come suggeriva, tra l’altro, lo stesso direttore regionale della sanità Domenico Mantoan.

 Una decisione gravissima in ossequio alla società multinazionale responsabile di uno dei più grandi disastri ambientali della nostra epoca.



 Come sempre, per Luca Zaia vengono prima le grandi opere inutili e dannose, le corporation multinazionali e dopo i veneti, come dimostrano le mille storie di devastazione ambientale, di ospedali inutili di autostrade e superstrade fatte solo per speculare, di riforme sanitarie regionali che rendono sempre più costosa l’assistenza sanitaria, di scarichi industriali inviati attraverso il tubo ARICA a innaffiare i campi di Cologna Veneta e giù di lì.



Ma ecco che il 15 luglio sul Giornale di Vicenza compare il solito articolo piaggione:

“Pfas, ambulatori e medici per gli esposti
Controlli sulla salute per 7 mila veneti
VENEZIA “Entro la metà di settembre sarà operativo il "Secondo livello" del piano di sorveglianza della popolazione esposta ai Pfas.
Per l'avvio della plasmaferesi, ci saranno tempi più brevi».
 Queste le novità da palazzo Balbi che interessano potenzialmente 84.795 veneti.
La giunta Zaia ha approvato il provvedimento che pianifica la presa in carico dal servizio sanitario regionale di chi ha concentrazioni di Pfas nel sangue superiori alla media. In pratica, il percorso assistenziale gratuito per la diagnosi tempestiva di eventuali patologie croniche possibilmente correlate all'esposizione da sostanze perfluoroalchiliche”  

IN PAROLE POVERE CI FARANNO LA CHEMIO SENZA PAGARE IL TICKET QUANDO PRENDEREMO IL CANCRO.

“La popolazione coinvolta nello screening è di 84.795 soggetti….
…… La dotazione minima di personale prevede due medici e due infermieri.”

Nello stesso articolo si enumerano tutta una serie di strumenti atti a seguire e curare quanti degli 84.795 cittadini contaminati si ammaleranno (Stimati dalla Regione in circa 7.000, non si sa su quale base scientifica). Ammesso e non concesso che i due medici riescano a fare 10 visite al giorno quanti giorni ci vorranno per visitare e curare 9.000 persone? E quanti ce ne vorranno per scrinare le altre 75.975?


Tuttavia la parte più interessante dell’articolo riguarda le misure prese per le imprese agroalimentari e zootecniche.

“….. AZIENDE ZOOTECNICHE.

La Giunta ha poi approvato le indicazioni per le aziende di
Lavorazione e produzione di alimenti per il consumo umano che usano acqua contaminata da Pfas.

Con l'ok al provvedimento all'interno di ogni UlSS si costituirà un gruppo di valutazione multidisciplinare (Dipartimento prevenzione, Arpav e l’ente gestore) che dovrà valutare la soluzione tecnica più adeguata ad ogni operatore perché smetta di usare l'acqua inquinata.
Sul tappeto ci sono diverse strade: l’uso di filtri a carbone attivi, lo spostamento del pozzo in un'area non contaminata o l'allacciamento alla rete idrica. Si valuterà caso per caso.”


MA DI CONTROLLI SUGLI “ALIMENTI PER IL CONSUMO UMANO” NELLE INDICAZIONI DELLA GIUNTA NON SE NE PARLA



Da una ricerca dell’ARPAV a cura della Regione Veneto (area sanità e sociale, sez. veterinaria) in data 06/11/2015 venivano pubblicati dei dati relativi al rinvenimento di PFAS nei cibi prodotti localmente.

Tra i vari dati erano stati riscontrati 2 400 nanogrammi/Kg in una gallina, 8 200 ng/Kg in una trota, 57 400 ng/Kg in una scandola,
 3 600 ng/KG in alcune partite di uova.

E’ chiaro che fin da allora il quadro alimentare risultava estremamente allarmante.
Il fatto è ancora più preoccupante se si aggiunge il rilevamento recente fatto dall’Istituto Superiore di Sanità secondo cui, come pubblica il Giornale di Vicenza del 20 maggio di quest’anno, gli allevatori hanno valori di PFAS nel sangue doppi rispetto ai residenti dell’area inquinata.




“CONSEGUENZE DELLA CONTAMINAZIONE.
 L'Istituto superiore di sanità ha concluso il bio-monitoraggio su proprietari e operatori delle aziende agricole in area inquinata
Pfas, allevatori con valori doppi dei residenti”

Se, come dice il Prof. Grandjean della Harward University
 "Le persone che hanno subito un accumulo di queste sostanze chimiche nel corpo dovrebbero cercare di mantenere la loro esposizione a zero"
ci chiediamo come possano fare i ragazzi di Lonigo e dintorni a rispettare il consiglio dell’illustre medico se, oltre che nell’acqua, i PFAS si trovano in abbondanza in alcuni cibi prodotti nella zona inquinata.

Proprio per mitigare il danno la Regione Veneto avrebbe dovuto prendere immediati provvedimenti monitorando gli alimenti prodotti nelle zone inquinate e vietando il commercio di quelli contenenti PFAS almeno dal 2013 e sicuramente dal 2015 ma non lo ha fatto.
Adesso, bontà sua, ci fa sapere che “nella UlSS si costituirà un gruppo di valutazione multidisciplinare (Dipartimento prevenzione, Arpav e l’ente gestore) che dovrà valutare la soluzione tecnica più adeguata ad ogni operatore perché smetta di usare l'acqua inquinata.”

CAMPA CAVALLO CHE L’ERBA CRESCE

Vi immaginate quanto tempo passerà perché si formi la suddetta commissione, perché si riunisca e decida da dove cominciare, perché valuti “la soluzione più adeguata” caso per caso e la comunichi a chi di dovere, perché provveda a costruire nuovi pozzi o nuovi acquedotti o aggiungere nuovi filtri, aspettare i finanziamenti, fare i bandi e, infine, una per una, come è stato stabilito, realizzare le opere necessarie (Mentre la Miteni continua a spargere i suoi veleni tranquillamente)?

Adesso Luca Zaia è a posto: ha preso provvedimenti che risolveranno i problemi della agricoltura e della zootecnia inquinata.

Nel frattempo tonnellate di uova prodotte in loco, tonnellate di bistecche, polli, pesci, galline, radicchi, zucchine ecc. ecc.  invaderanno i nostri supermercati e quelli del resto del paese.
Se ne faranno, tra l’altro, panettoni, dolciumi, gelati per la gioia dei nostri palati e di quelli dei nostri bambini.

Si rende conto il presidente del Veneto che consentire l’immissione nel mercato di cibi potenzialmente pericolosi, come è stato fatto fino ad ora coscientemente, è un fatto gravissimo?

Si rende conto che non esercitando i dovuti controlli sui prodotti locali finirà per condannare all’ostracismo anche quelli che non presentano inquinamento?

Si rende conto che tutto ciò non può che aggravare ed estendere la contaminazione da PFAS a tutto il Veneto e a tutto il paese?

Chi dirà ai ragazzi contaminati quali cibi potranno mangiare e quali evitare?

Si rende conto che questo modo di procedere può provocare la più grande catastrofe del settore agro alimentare del Veneto?

Si rende conto che è palese che le sue delibere, di fatto, consentiranno alle industrie agroalimentari di continuare a smerciare i propri prodotti senza controlli, provocando un probabile danno della intera popolazione italiana?

E cosa succederà quando un magistrato deciderà che la salute dei bambini, dei ragazzi e dei cittadini tutti è più importante del mercato?

Zaia: Il controllo degli effetti dell’inquinamento Miteni sull’agroalimentare e sugli allevamenti avrebbe dovuto essere il primo atto di prevenzione per tutelare la salute dei cittadini e quella delle aziende produttrici.

Avresti dovuto agire già parecchi anni fa ma hai fatto lo gnorri.

Ciò che hai fatto in tutto questo tempo e ciò che stai facendo non è certamente il modo più idoneo per proteggere i cittadini, l’ambiente, gli agricoltori e gli allevatori.

Adesso pensi di cavartela creando commissioni che non avranno il compito di controllare gli alimenti ma solo l’acqua con cui vengono prodotti.

Più che proteggere i cittadini finiranno col lasciare le cose come stanno per il maggior tempo possibile.

Tutto ciò non ti salverà quando i nodi verranno al pettine, quando tutti prenderanno coscienza dei danni derivati da questo modo di procedere.

Un’ ultima domanda:

“HAI PRESENTATO IL CONTO ALLA MITENI PER TUTTE LE SPESE CHE, FINO AD ORA, HAI ACCOLLATO A NOI CITTADINI, MALAMENTE PROTETTI E MALAMENTE CURATI?”


Giovanni Fazio




domenica 18 giugno 2017

DAVANTI AL TRIBUNALE DI VICENZA

17 giugno 201717 giugno 2017


Davanti al tribunale di Vicenza a sostegno dell’inchiesta sulla Miteni.

 Davanti al tribunale per difendere il diritto di tutti di non essere inquinati.

 Davanti al tribunale per denunciare la responsabilità di chi avrebbe dovuto tutelare la nostra salute, non lo ha fatto e non lo fa.

Chi ha governato il Veneto in tutti questi anni ha tollerato che questa multinazionale inquinasse liberamente la nostra terra, ha finto di ignorare il fatto e non ha preso alcun provvedimento per fermare l’inquinamento.

Chi ha diretto le ULSS non ci ha avvisato dei rischi insiti negli alimenti contaminati dai PFAS e ha minimizzato gli allarmi che venivano dalla ricerca scientifica internazionale.

Ancora non sappiamo quali siano gli alimenti che possiamo mangiare senza rischio e quali siano quelli da evitare perché i dati ARPAV relativi ad un primo screening sui prodotti agro alimentari della nostra regione sono stati ignorati.

La Miteni continua a inquinare alla grande ma nessuno di coloro che hanno la podestà di farlo fa niente per impedirlo.



Il Veneto affonda, nell’incuria, nella vergogna e nel disonore.

Di fronte alla nullità di fatto del governo della regione verrebbe voglia di ripetere a Zaia la famosa frase rivolta al comandante Schettino il 13 gennaio del 2012 “ Sali sulla nave, cazzo!”

Giovanni Fazio













sabato 17 giugno 2017

MANIFESTAZIONE OGGI A VICENZA CONTRO GLI INQUINATORI DELLA MITENI

Oggi alle 10.00 saremo tutti davanti al tribunale di Vicenza per sostenere e stimolare l’azione della magistratura contro gli inquinatori della Miteni.
Portiamo nel nostro sangue i veleni da loro prodotti e cittadini ignari hanno subito per anni la devastazione nei propri corpi degli interferenti endocrini PFASS  e delle patologie ad essi correlate.
La Giunta Zaia, con i suoi assessori che si rimballano le responsabilità  è RESPONSABILE PER L’INATTIVITA’ TOTALE DI TUTTI QUESTI ANNI.
Anziché proteggere i cittadini , le colture e gli allevamenti dai danni provocati dalla Miteni hanno sempre minimizzato e diffuso notizie che avevano lo scopo di “tranquillizzare” i cittadini.
Adesso i nodi vengono al pettine e non hanno ancora provveduto a chiudere i rubinetti degli inquinatori. Cianciano di carotaggi mentre qui ci si ammala e l’intero settore agroalimentare del Veneto rischia di saltare per aria.


OGGI ALLE 10.00 APPUNTAMENTO DAVANTI AL TRIBUNALE DI VICENZA.

giovedì 15 giugno 2017

LA CiLLSA DIFFIDA GENTILIN


CHIEDIAMO ACQUA SENZA PFAS PER BAMBINI, GRAVIDE E PER TUTTA LA CITTA’

Le ultime notizie del TGR di ieri sera non lasciano più spazio alle chiacchiere: il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri (N.O.E.) ritiene la MITENI responsabile dell'inquinamento da PFAS dagli anni 90 ai giorni nostri.

La corporation multinazionale era documentatamente a conoscenza del gravissimo inquinamento che stava diffondendo nel territorio del Veneto ma ha taciuto.

L’associazione ambientalista arzignanese CiLLSA invia una diffida al sindaco affinché prenda provvedimenti urgenti per proteggere la salute dei cittadini, e, in primo luogo, dei bambini e delle donne gravide che sono la parte più esposta della popolazione all’inquinamento da PFAS.
Questa sera a Cologna Veneta assemblea di tutti i comitati territoriali e delle associazioni ambientaliste contro i PFAS.



Pubblichiamo di seguito il testo della diffida inviata ieri pomeriggio al sindaco di Arzignano.






 “Al Sindaco di Arzignano
Dott. Giorgio Gentilin
E, p.c.
Ai membri della Giunta comunale
E ai Consiglieri comunali

Ogg:
Richiesta di misure urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini di Arzignano.

Egregio Sindaco,
a seguito di esami del sangue effettuati recentissimamente da cittadini di Arzignano sarebbe emersa negli stessi una grave contaminazione da PFOA, tra i 30 e i 29 nanogrammi/grammo nel sangue.

Trattasi di sostanza appartenente al gruppo dei POP (inquinanti organici persistenti, (acronimo inglese di Persistent Organic Pollutants con cui sono definite sostanze chimiche molto resistenti alla decomposizione; alcune rimangono presenti nel terreno fino a vent'anni prima di dimezzarsi, e che possiedono alcune proprietà tossiche.)

Questa molecola artificiale, prodotta tra gli altri anche dalla multinazionale MITENI di Trissino, appartenente alla classe degli interferenti endocrini, è potenzialmente cancerogena è responsabile di molte malattie alcune delle quali a prognosi infausta, inoltre, come dimostrato dalle ricerche epidemiologiche eseguite in particolare dall’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) e anche dal Servizio epidemiologico della Regione Veneto, è responsabile di un aumento del rischio per patologie della gravidanza ( preeclampsia e diabete gravidico) e del feto, con possibili nati morti e nati sottopeso, aumento del rischio documentato per infarto, trombosi cerebrale, diabete, mortalità precoce.

Quanto affermiamo, inascoltati da anni, è stato ammesso dallo stesso Direttore Generale della sanità veneta dott. Domenico Mantoan in un recente simposio scientifico internazionale promosso dalla Regione Veneto, svoltosi a Venezia presso l’ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo, aula San Domenico nei giorni 22 e 23 febbraio.

A ciò si aggiungano le innumerevoli ricerche internazionali, le conferenze di Madrid 2015 e di Stoccolma 19/03/2015 e i dati della condanna della multinazionale Dupont per i danni arrecati alle popolazioni dell’Ohio.
Non esistono pertanto dubbi sulla nocività dei PFAS e, in particolare del PFOS e del PFOA che, essendo molecole artificiali, non esistenti in natura, non vengono metabolizzate dagli esseri viventi, siano essi vegetali, animali o gli stessi esseri umani. E che abbisognano di un lunghissimo periodo di tempo per essere eliminati dal nostro organismo, una volta che vi siano penetrati.

Anche le percentuali meno alte di queste sostanze, presenti nell'acqua o nei cibi, sono dannose perché, una volta ingerite, vengono assorbite dal nostro organismo rapidamente per il 95%, accumulandosi con quelle ingerite in precedenza, secondo il principio del Bioaccumulo.

E’ quindi indispensabile che l’acqua che beviamo sia completamente esente da queste molecole.

 Non ha senso infatti dire che esse rientrano dentro i limiti di tolleranza indicati dal Ministero dell’Ambiente (limiti per altro assai discutibili in quanto in Italia sono fissati a 2030 ng/litro mentre in Germania a 100 ng/litro e negli Stati Uniti a 70 ng/l.), tanto più se, come risulterebbe da alcuni recenti studi epidemiologici, si starebbe verificando un aumento nelle zone contaminate, delle malattie ricollegabili a queste sostanze..

Parlare di limiti, ancorché bassi come quelli stabiliti in America o in Svezia, è comunque sbagliato per il semplice motivo che l’acqua inquinata da sostanze tossiche non naturali che si accumulano gradatamente dentro di noi non è comunque da considerarsi potabile, e la presenza invasiva di PFOA nel sangue di alcuni arzignanesi conferma inoppugnabilmente che, al di là dei “limiti di tolleranza”, la realtà conferma una grave contaminazione degli abitanti del nostro territorio comunale.

 Nella bolletta del servizio idrico del nostro comune emessa dalla società Acque del Chiampo è riportata la presenza di alcune sostanze perfluoroalchiliche della categoria dei PFAS per un totale di 86 nanogrammi/litro (i valori della stessa acqua rilevati da Greenpeace recentemente superano di quasi il doppio quelli di Acque del Chiampo).

Facciamo altresì presente che i valori relativi al PFOA dichiarati nella bolletta di febbraio assommano a 41 ng/l (il che potrebbe spiegare la prevalenza notevolissima della suddetta molecola nel sangue dei cittadini arzignanesi sottopostisi al controllo).

Nella stessa bolletta è dichiarata la fonte di prelievo dell’acquedotto arzignanese. Da un giro di telefonate, abbiamo constatato che tale fonte riguarda quasi tutti i quartieri cittadini.

Trattasi della fonte di Canove, sita a circa m. 300 dalla Miteni, fonte della quale abbiamo chiesto i dati relativi alle molecole inquinanti presenti, il giorno 24/05/2017 alla Direzione.distretto@cert.ulss5.it senza peraltro avere ottenuto alcuna risposta alla data odierna.

Tenendo conto anche del fatto che i bambini, le donne gravide e i feti sono coloro che subiscono maggiori danni dalla contaminazione da PFAS,
noi sottoscritti, portavoce della associazione ambientalista CiLLSA la diffidiamo, in qualità di primo cittadino, responsabile della salute pubblica e per quanto di propria competenza, affinché provveda al più presto possibile a porre in essere tutte quelle azioni necessarie ad impedire l’ulteriore propagarsi della contaminazione  nonché a   impedire che chi ha già subito la contaminazione possa vedere aggravata la propria situazione sanitaria.

A solo titolo di esempio si suggeriscono le seguenti immediate azioni:
·      sostituire il pozzo di Canove con altra fonte priva da inquinamento da PFAS.
·      avvertire i cittadini del rischio derivante per la salute dall’uso dell’acqua dell’acquedotto.
·      provvedere gli asili nido e le mense scolastiche di acqua indenne dai contaminanti di cui sopra, proveniente da zone sicure.  
·      rifornire le donne gravide di acqua potabile non inquinata.
·      chiedere alle autorità competenti che l’inquinamento delle falde da parte della Miteni cessi immediatamente
·      aprire un contenzioso con la Miteni per un risarcimento per  i danni da essa arrecati  al comune e alla Società acque del Chiampo, ai cittadini, alle aziende agricole, agli allevatori e alle industrie.

La informiamo che renderemo pubblica la nostra diffida affinché la cittadinanza sia informata di quanto sopra.
 
Nel caso di ingiustificata inerzia da parte sua alle nostre richieste   ci riserviamo sin d’ora di tutelare in ogni sede la nostra Associazione, i nostri soci, nonché tutti i cittadini che richiedessero il nostro intervento anche mediante costituzione di parte civile in eventuali istruendi processi.

I portavoce CiLLSA
Donata Albiero e Walter Rasia Dani
Responsabile comunicazione
Giovanni Fazio

Arzignano 14/06/2017”


14 MAGGIO 2017 MARCIA DEI P FIORI











mercoledì 7 giugno 2017

CARO ZAIA, COSA HAI FATTO FINO AD ORA?


E’ dal 1999 che L’Europa ha adottato una strategia comunitaria in materia di sostanze che alterano il sistema endocrino. Fino ad oggi sono stati pubblicati 4 rapporti (2001, 2004, 2007, 2011).
 E’ del 2007 l’individuazione delle due maggiori sorgenti inquinanti in Italia, per quanto riguarda una classe molto pericolosa di interferenti endocrini: i PERFLUORATI.


Le due fonti indicate dal Ministero dell’ambiente sono Trissino, nel Veneto e Spinetta Marengo in Piemonte.

Non risulta che a tale data né successivamente la Regione Veneto si sia attivata in merito, malgrado la segnalazione pregnante che derivava da un piano Europeo di individuazione e difesa dagli INTERFERENTI ENDOCRINI.

Solo nel 2013 il Ministero dell’Ambiente inizia un’indagine sui PFASS nell’area indicata (cioè il comune di Trissino) incaricando l’ARPAV di redigere una mappa dell’inquinamento.

L’ARPAV individua nella azienda Miteni di Trissino la sorgente fondamentale dell’inquinamento (97%).
La mappa redatta dall’Arpav dimostra che tre provincie venete sono coinvolte dall’inquinamento da PFASS.

Non risulta che a tale data, né negli anni successivi la Regione Veneto si sia attivata per fermare la causa inquinate, cioè l’emissione nell’ambiente dei perfluorati da parte della MITENI.



Risulta invece che da quella data cominciano ad attivarsi comitati locali di cittadini preoccupati per il fenomeno inquinante e che la mobilitazione popolare abbia costretto il governo della Regione a rendere conto pubblicamente della propria inattività.
22 FEBBRAIO 2015  COLOGNA VENETA

Risulta invece che la Regione veneto incarica nel 2015 l’Istituto superiore di Sanità di fissare cosiddetti “limiti di performance” per i PFAS nell’acqua potabile che vengono fissati a 1030 ng/litro, poi subito portati nel mese di agosto, quando l’opinione pubblica è distratta dalle ferie, a 2030 ng/litro.


Tutti hanno avuto modo di assistere alla penosa figuraccia della dottoressa Musmeci, responsabile della fissazione di tali limiti da parte dell’ISS in una famosa trasmissione delle IENE ma anche ad altrettante figuracce in un servizio televisivo di REPORT.

E’ chiaro che tali limiti esagerati non garantiscono nessuna sicurezza ai cittadini ma permettono ai gestori degli acquedotti di distribuire acqua altmente inquinata ma ufficialmente entro i limiti di legge.

mINISTRO DELL' AMBIENTE GALLETTI

Non risulta che Zaia in tutti questi anni abbia fatto alcunché se non chiamarsi fuori da una comunicazione ufficiale del direttore generale della sanità veneta dott. Domenico Mantoan in cui venivano elencati i danni subiti da donne gravide, neonati, feti e cittadini dalla presenza di PFASS nell’acqua potabile.

Lui, Zaia non ne sapeva niente e niente ha fatto fino a quando lo scandalo è esploso e la Procura di Vicenza ha finalmente deciso di aprire un procedimento giudiziario.

Venezia ospedale di san Giovanni e Paolo
Solo nel 2017 la Regione Veneto, fortemente pressata dall’azione dei cittadini, organizza un simposio scientifico a Venezia presso l’ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo
aula San Domenico nei giorni 22 e 23 febbraio. Obiettivo del convegno internazionale è “PROGETTARE UNO STUDIO EPIDEMIOLOGICO RELATIVO ALLA POPOLAZIONE DELLA REGIONE VENETO ESPOSTA A PFAS”.


Ci sono voluti più di quatto anni di incontri, manifestazioni, conferenze, pubblicazioni scientifiche epidemiologiche, promosse da ISDE, estremamente preoccupanti relative alle cause di morte di cittadini inquinati, perché Zaia producesse almeno una “ricerca” dalla quale stanno emergendo evidenze sul sangue dei ragazzi di quattordici anni, scelti a campione, e su altri cittadini che testimoniano di una altissima presenza di PFOA nel sangue delle persone controllate.  

Ora, su Facebook, dove sono state pubblicate le foto delle mamme e dei cittadini che protestavano a Brendola per l’inefficienza totale della Regione,  la signora Marica Arena dà
Un benvenuto doveroso a Zaia che ha dedicato più di mezz'ora del suo tempo, zittendo chi pensava lo stessimo importunando, dicendo che è un problema grave che riguarda anche loro. Si è impegnato ad ascoltare e a rispondere a tutte le domande che noi genitori vorremmo fare, un invito ed un impegno pubblico che sicuramente non lasceremo cadere nel vuoto.”
“C'è l'URGENTE necessità di avere da Roma gli 80 milioni di euro promessi, avvio URGENTE dei lavori per portarci acqua pulita, un piano di COMUNICAZIONE per far chiarezza sui valori delle analisi, ACQUA pulita subito in bottiglie di vetro GRATUITA, o in cisterne, o con autobotti soprattutto PER LE SCUOLE i centri SPORTIVI e tutte le fasce a rischio, mamme in gravidanza e anziani.”


Ma queste cose che per ora vengono solo dichiarate verbalmente (siamo in campagna elettorale) non avrebbe dovuto farle almeno 5 o 4 anni fa?
Il giochetto dello scarica barile con Roma è vecchio e stantio tanto il potere, sia qui che lì, finge solo di litigare.
Galletti ha già accontentato le Regione aumentando i limiti degli scarichi delle aziende a 3030 ng/litro.
 Gli allevatori e gli agricoltori a Sud dello sbocco del dotto ARICA restano stupefatti mentre Miteni e conciari festeggiano.



La Regione si avvia al disastro agroalimentare per l’assoluta nullità di Zaia & c. La gente si ammala ma non sono stati ancora attivati rimedi di nessun genere nei confronti delle persone colpite.

Sì caro presidente, siamo saltimbanchi, come ci ha definiti lei, che passano dalle critiche della gestione Miteni a quelle su un altro “successo” a lei direttamente ascrivibile: il pasticciaccio della PEDEMONTANA.



 Lei non sta facendo niente per impedire che tutta la regione sia irrorata da una quantità pazzesca di pesticidi, che dopo avere annaffiato ben bene piante, frutti e terreni percolano nelle falde idriche.

 Non si è accorto che l’acqua potabile della regione più ricca di acqua è agli sgoccioli.

 Non sa niente di autostrade dai sottofondi avvelenati da rifiuti di fonderia, di ospedali costosissimi e inutili che sottraggono risorse alla sanità mentre la gente muore perché non ha più soldi per curarsi e non può ricorrere alla sanità privata.



Non è capace di emanare una ordinanza che impedisca alla MITENI di continuare a inquinare bellamente.

Caro Zaia, forse lei sa menare bene il can per l’aia, sa ascoltare benignamente le mamme sconvolte per la sorte dei propri ragazzi, sa elargire promesse e buffetti sulle guance ai suoi fedelissimi, sa addossare le colpe del malgoverno a Roma o a Bruxelles. Ma che persona democratica! Ma lei, mi scusi, cosa ha fatto fino ad ora?

Giovanni Fazio (saltimbanco)


Venezia 06/06 2017 le mamme diLonigo incontrano Coletto

   






giovedì 1 giugno 2017

ARZIGNANO NON E' IMMUNE DALLA CONTAMINAZIONE DELLA MITENI

IL PFOA SI TROVA IN ABBONDANZA NEL SANGUE DEI SUOI ABITANTI

Martedì 30 maggio si è tenuta, nella sede di Arzignano una riunione importante della nostra associazione CiLLSA.


L’argomento dell’OdG è stato tutto improntato sull’INQUINAMENTO DA PERFLUORATI NELLA CITTA’ DI ARZIGNANO.

Infatti queste sono le nuove emergenze:

Quella che sino ad ora sembrava un’isola indenne è invece un luogo duramente colpito e i cittadini portano con altissima probabilità nel proprio sangue un carico di PFOA di circa 30 nanogrammi/grammo.

Abbiamo anche preso in considerazione l’inquinamento atmosferico prodotto dalla Miteni, fenomeno di cui nessuno fino ad ora si era occupato, ma sembra essere notevole.



 A tal uopo abbiamo inviato all’ARPAV di Vicenza, che sta effettuando rilevamenti su tutta la zona, una richiesta dei dati sull’aria relativi alle zone e ai comuni limitrofi alla Miteni, per conoscere la nuova fonte inquinante e i livelli di rischio. Abbiamo altresì messo al corrente il distretto della ex ULSS 5 sui rilevamenti ematochimici effettuati su cittadini di Arzignano

Vista la gravità della situazione, riteniamo importante far partecipi di quanto accade quanti più cittadini possibile.


Per noi è fondamentale confrontarci con le persone sui problemi comuni e stimolare la partecipazione attiva della cittadinanza per migliorare le condizioni di vita della nostra città e prevenire e combattere tutte le situazioni che minacciano la vita e la salute dei nostri concittadini, come specificatamente l’inquinamento da PFAS del nostro acquedotto che sindaco e amministratore unico delle acque del Chiampo continuano insensatamente a negare.



Dopo gli esami del sangue eseguiti su noi stessi sappiamo che la maggior parte dei nostri concittadini, con cui per anni abbiamo condiviso luogo di vita e tipo di alimentazione,  potrebbe avere, come noi, valori molto elevati di PFOA nel sangue, uno dei peggiori inquinanti provenienti dalla ditta MITENI.

Questa molecola artificiale, prodotta dalla compagnia multinazionale, appartenente alla classe degli interferenti endocrini, e delle sostanze persistenti nell’ambiente, è potenzialmente cancerogena e responsabile di molte malattie mortali, come dimostrato dalle ricerche epidemiologiche eseguite in particolare dall’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente)ma anche dal Servizio epidemiologico della Regione Veneto.
Quanto affermiamo, inascoltati da anni, è stato ammesso dallo stesso Direttore Generale della sanità veneta dott. Domenico Mantoan in un recente convegno internazionale promosso dalla Regione Veneto, svoltosi a Venezia.


Non esistono pertanto dubbi sulla nocività dei PFAS e, in particolare del PFOS e del PFOA che, essendo molecole artificiali, non esistenti in natura, non vengono metabolizzate dagli esseri viventi, siano essi vegetali, animali o gli stessi esseri umani. Pertanto occorrono molti anni per liberare il nostro organismo da essi, una volta che sono entrati.

Anche le percentuali meno alte di queste sostanze, presenti nell'acqua o nei cibi, sono dannose perché, una volta ingerite, vengono assorbite dal nostro organismo rapidamente per il 95%, accumulandosi con quelle ingerite in precedenza, secondo il principio del Bioaccumulo.

E’ quindi indispensabile che l’acqua che beviamo sia completamente esente da queste molecole.

 Non ha senso dire che esse rientrano dentro i limiti di tolleranza indicati dal Ministero dell’Ambiente (limiti per altro assai discutibili in quanto in Italia sono fissati a 2030 ng/litro mentre in Germania a 100 ng/litro e negli Stati Uniti a 70 ng/l.).

Parlare di limiti, ancorché bassi come quelli stabiliti in America o in Svezia, è comunque sbagliato per il semplice motivo che l’acqua inquinata da sostanze tossiche non naturali che si accumulano gradatamente dentro di noi non è comunque da considerarsi potabile.




E' dimostrato che il PFOA attraversa la placenta delle donne gravide e contamina il feto. 

Sono dimostrati danni ai bambini nati da mamme con valori alti di PFOA nel sangue.

Inoltre è dimostrato che attraverso il latte materno il PFOA passa al neonato.

I danni maggiori riguardano i bambini perchè il carattere di INTERFERENTE ENDOCRINO DI QUESTA SOSTANZA
determina danni gravissimi nella fase dell'accrescimento e dello sviluppo.



Donne gravide, neonati e bambini vanno quindi particolarmente protetti ed è per questo motivo che continuiamo a chiedere ai sindaci che venga data acqua incontaminata alle gravide, agli asili nido e alle mense scolastiche. 

E' per questo che invitiamo i genitori a controllare la provenienza dei cibi destinati alle mense scolastiche.

E' per questo che chiediamo cibi biologici di sicura provenienza per i piccoli scolari.

A Vicenza i genitori di una scuola media si sono mobilitati in tal senso e hanno raggiunto l'obiettivo. 

E' necessario che le mamme si muovano! E' necessario che i cittadini si muovano in fretta.






I nostri concittadini che credono di essere immuni dall’inquinamento hanno bisogno di una seria informazione scientifica e sarà questo il nostro impegno a partire dalla fine dell’estate, con gazebi, diffusione di volantini, colloqui con i passanti e organizzazione di conferenze.

31 MAGGIO 2017 MASSERIA MASSIGNANI

Ieri sera 30 maggio nel grande tendone della Masseria Massignani a Brendola si è tenuta una affollatissima assemblea sempre sull’inquinamento da PFAS e la diffusione dei contaminanti negli alimenti oltre che nell’acqua.
La partecipazione dei cittadini alle manifestazioni anti inquinamento diventa sempre più numerosa e questo ci fa sperare di rimuovere tutti quegli ostacoli che chi avrebbe dovuto tutelarci continua a frapporre.



Attualmente Miteni sversa i suoi reflui nel “depuratore” di Trissino.
Questo non è in grado di depurare i prodotti perfluoroalchilici e li immette nel condotto Arica che sbocca a Cologna Veneta nelle stesse condizioni di come li ha ricevuti.




Ma c’è un altro sversamento della Miteni, questa volta direttamente sul torrente Poscola: si tratta delle acque per il raffreddamento degli impianti che, evidentemente, vengono considerate non inquinanti.

Non potremo mai parlare di risanamento ambientale fino a quando le autorità preposte alla tutela della nostra salute continueranno a consentire a questa corporation di sversare i suoi liquami velenosi nella nostra acqua.


 FERMARE L'INQUINAMENTO PRIMA DI TUTTO

Si tratta di considerazioni dettate dal semplice buon senso che chiunque può capire.
Speriamo che lo capiscano anche coloro che hanno il potere di farlo.

Giovanni Fazio


Chi desiderasse informazioni e documentazione scientifica può indirizzarci la sua richiesta scrivendo a cillsa4@gmail.com



Ha fiducia in voi:non traditelo.