CHIEDIAMO
ACQUA SENZA PFAS PER BAMBINI, GRAVIDE E PER TUTTA LA CITTA’
Le
ultime notizie del TGR di ieri sera non lasciano più spazio alle chiacchiere: il
Nucleo Operativo Ecologico dei
carabinieri (N.O.E.) ritiene la MITENI responsabile dell'inquinamento da
PFAS dagli anni 90 ai giorni nostri.
La
corporation multinazionale era documentatamente a conoscenza del gravissimo
inquinamento che stava diffondendo nel territorio del Veneto ma ha taciuto.
L’associazione ambientalista
arzignanese CiLLSA invia una diffida al sindaco affinché prenda provvedimenti
urgenti per proteggere la salute dei cittadini, e, in primo luogo, dei bambini
e delle donne gravide che sono la parte più esposta della popolazione all’inquinamento
da PFAS.
Questa
sera a Cologna Veneta assemblea di tutti i comitati territoriali e delle
associazioni ambientaliste contro i PFAS.
Pubblichiamo
di seguito il testo della diffida inviata ieri pomeriggio al sindaco di
Arzignano.
“Al Sindaco di Arzignano
Dott. Giorgio Gentilin
E, p.c.
Ai membri della Giunta
comunale
E ai Consiglieri
comunali
Ogg:
Richiesta di misure
urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini di Arzignano.
Egregio Sindaco,
a seguito di esami del
sangue effettuati recentissimamente da cittadini di Arzignano sarebbe emersa
negli stessi una grave contaminazione da PFOA, tra i 30 e i 29
nanogrammi/grammo nel sangue.
Trattasi di sostanza
appartenente al gruppo dei POP (inquinanti
organici persistenti, (acronimo inglese di Persistent Organic Pollutants con cui sono definite sostanze
chimiche molto resistenti alla decomposizione; alcune rimangono presenti
nel terreno fino a vent'anni prima di dimezzarsi, e che possiedono alcune proprietà
tossiche.)
Questa molecola
artificiale, prodotta tra gli altri anche dalla multinazionale MITENI di
Trissino, appartenente alla classe degli interferenti endocrini, è potenzialmente
cancerogena è responsabile di molte malattie alcune delle
quali a prognosi infausta, inoltre, come dimostrato dalle ricerche
epidemiologiche eseguite in particolare dall’ISDE (Associazione Medici
per l’Ambiente) e anche dal Servizio epidemiologico della
Regione Veneto, è responsabile di
un aumento del rischio per patologie della gravidanza ( preeclampsia e diabete
gravidico) e del feto, con possibili nati morti e nati sottopeso, aumento del rischio
documentato per infarto, trombosi cerebrale, diabete, mortalità precoce.
Quanto affermiamo, inascoltati
da anni, è stato ammesso dallo stesso Direttore Generale della sanità veneta
dott. Domenico Mantoan in un recente simposio scientifico
internazionale promosso dalla Regione Veneto, svoltosi a Venezia presso l’ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo, aula San
Domenico nei giorni 22 e 23 febbraio.
A ciò si aggiungano le
innumerevoli ricerche internazionali, le conferenze di Madrid 2015 e di
Stoccolma 19/03/2015 e i dati della condanna della multinazionale Dupont per i
danni arrecati alle popolazioni dell’Ohio.
Non esistono pertanto
dubbi sulla nocività dei PFAS e, in particolare
del PFOS e del PFOA che, essendo molecole
artificiali, non esistenti in natura, non vengono metabolizzate dagli esseri
viventi, siano essi vegetali, animali o gli stessi esseri umani. E che
abbisognano di un lunghissimo periodo di tempo per essere eliminati dal nostro
organismo, una volta che vi siano penetrati.
Anche le percentuali
meno alte di queste sostanze, presenti nell'acqua o nei cibi, sono dannose
perché, una volta ingerite, vengono
assorbite dal nostro organismo rapidamente per il 95%, accumulandosi
con quelle ingerite in precedenza, secondo il principio del Bioaccumulo.
E’ quindi
indispensabile che l’acqua che beviamo sia completamente esente da queste
molecole.
Non ha senso infatti
dire che esse rientrano dentro i limiti di tolleranza indicati dal Ministero
dell’Ambiente (limiti per altro assai discutibili in quanto in Italia sono
fissati a 2030 ng/litro mentre in Germania a 100 ng/litro e negli Stati Uniti a
70 ng/l.), tanto più se, come risulterebbe da alcuni recenti studi
epidemiologici, si starebbe verificando un aumento nelle zone contaminate,
delle malattie ricollegabili a queste sostanze..
Parlare di limiti,
ancorché bassi come quelli stabiliti in America o in Svezia, è comunque
sbagliato per il semplice motivo che l’acqua inquinata da sostanze tossiche non naturali che si
accumulano gradatamente dentro di noi non è comunque da considerarsi potabile, e la presenza invasiva di PFOA
nel sangue di alcuni arzignanesi conferma inoppugnabilmente che, al di là dei
“limiti di tolleranza”, la realtà conferma una grave contaminazione degli
abitanti del nostro territorio comunale.
Nella bolletta del servizio idrico del nostro
comune emessa dalla società Acque del Chiampo è riportata la presenza di alcune
sostanze perfluoroalchiliche della categoria dei PFAS per un totale di 86
nanogrammi/litro (i valori della stessa acqua rilevati da Greenpeace
recentemente superano di quasi il doppio quelli di Acque del Chiampo).
Facciamo altresì
presente che i valori relativi al PFOA dichiarati nella bolletta di febbraio
assommano a 41 ng/l (il che potrebbe spiegare la prevalenza notevolissima della
suddetta molecola nel sangue dei cittadini arzignanesi sottopostisi al
controllo).
Nella stessa bolletta è
dichiarata la fonte di prelievo dell’acquedotto arzignanese. Da un giro di
telefonate, abbiamo constatato che tale fonte riguarda quasi tutti i quartieri
cittadini.
Trattasi della fonte di
Canove, sita a circa m. 300 dalla Miteni, fonte della quale abbiamo chiesto i
dati relativi alle molecole inquinanti presenti, il giorno 24/05/2017 alla Direzione.distretto@cert.ulss5.it
senza peraltro avere ottenuto alcuna risposta alla data odierna.
Tenendo conto anche del
fatto che i bambini, le donne gravide e i feti sono coloro che subiscono
maggiori danni dalla contaminazione da PFAS,
noi sottoscritti, portavoce della associazione ambientalista CiLLSA la diffidiamo, in qualità di primo cittadino, responsabile della salute pubblica e per quanto di propria competenza, affinché provveda al più presto possibile a porre in essere tutte quelle azioni necessarie ad impedire l’ulteriore propagarsi della contaminazione nonché a impedire che chi ha già subito la contaminazione possa vedere aggravata la propria situazione sanitaria.
noi sottoscritti, portavoce della associazione ambientalista CiLLSA la diffidiamo, in qualità di primo cittadino, responsabile della salute pubblica e per quanto di propria competenza, affinché provveda al più presto possibile a porre in essere tutte quelle azioni necessarie ad impedire l’ulteriore propagarsi della contaminazione nonché a impedire che chi ha già subito la contaminazione possa vedere aggravata la propria situazione sanitaria.
A solo titolo di
esempio si suggeriscono le seguenti immediate azioni:
· sostituire il pozzo di Canove con altra fonte priva da
inquinamento da PFAS.
· avvertire i cittadini del rischio derivante per la salute
dall’uso dell’acqua dell’acquedotto.
· provvedere gli asili nido e le mense scolastiche di acqua
indenne dai contaminanti di cui sopra, proveniente da zone sicure.
· rifornire le donne gravide di acqua potabile non inquinata.
· chiedere alle autorità competenti che l’inquinamento delle
falde da parte della Miteni cessi immediatamente
· aprire un contenzioso con la Miteni per un risarcimento
per i danni da essa arrecati al comune e alla Società acque del Chiampo, ai
cittadini, alle aziende agricole, agli allevatori e alle industrie.
La informiamo che renderemo pubblica la nostra diffida affinché la cittadinanza sia informata di quanto sopra.
Nel caso di
ingiustificata inerzia da parte sua alle nostre richieste ci riserviamo sin d’ora di tutelare in ogni
sede la nostra Associazione, i nostri soci, nonché tutti i cittadini che
richiedessero il nostro intervento anche mediante costituzione di parte civile
in eventuali istruendi processi.
I portavoce CiLLSA
Donata Albiero e Walter Rasia Dani
Responsabile
comunicazione
Giovanni Fazio
Arzignano 14/06/2017”
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