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martedì 25 ottobre 2016

UN PRESIDE DELLA MAGNA GRECIA IN CORSO PALLADIO

Primo da destra Enrico Delle Femmine
Enrico Delle Femmine è un preside che continua la sua professione, anche adesso che non è più a scuola. Lo vediamo distribuire volantini in corso Palladio e aprire capannelli discutendo garbatamente con i passanti interessati.

E’ intervenuto nei dibattiti sulle modifiche costituzionali con la finezza delle sue argomentazioni di uomo colto e preparato e con lo spirito del filosofo della Magna Grecia prestato alla città di Vicenza, portatore di un impegno civile che non lo ha mai abbandonato.

Fa parte del Comitato per la Legge di Iniziativa Popolare (LIP), costituito da migliaia di docenti in tutta Italia, che propone una reale alternativa alla pessima scuola di Renzi, una riforma dal basso, una riforma corale elaborata da chi a scuola ci va ogni giorno e si confronta coi problemi veri. Una riforma vera, voluta da quella parte degli insegnanti che amano il proprio lavoro, amano stare con i ragazzi e si impegnano nel compito arduo di aiutarli a diventare cittadini consapevoli.

Lo ringraziamo per le “pillole” di saggezza nella sua analisi dei vari articoli della mala riforma del Senato voluta da Renzi e ne mettiamo in evidenza il commento sull’Articolo 83.
Enrico conclude il suo breve, ma incisivo, intervento con una affermazione “Una volta quelli del PD (ma quanti ne sono rimasti?) queste cose le chiamavano fascismo.”
E’ a quanti hanno votato per i PD in tutti questi anni che dedico questa mia presentazione.

Giovanni Fazio


Un po' di conti:
Il "nuovo" articolo 83 della Costituzione prevede che dalla settima votazione si possa eleggere il prossimo Presidente della Repubblica con il 60% DEI VOTANTI (non componenti) della Camera;
siccome la nuova legge elettorale assegna al partito che vincerà le prossime elezioni la maggioranza assoluta del 55% dei parlamentari, ne consegue che il partito di governo potrà eleggere DA SOLO (dato che un 5% di assenti in Parlamento è praticamente fisiologico) il prossimo Presidente della Repubblica.
In base alla nuova legge costituzionale (art. 135 ), il Presidente della Repubblica (scelto dal governo) elegge cinque Giudici costituzionali e il partito di governo ne elegge tre.
Questo significa che se passa la Riforma di Renzi e del PD, il partito di maggioranza relativa governerà controllando anche Presidente della Repubblica e Corte costituzionale, dato che elegge, direttamente o indirettamente, otto giudici costituzionali.
Una volta quelli del PD (ma quanti ne sono rimasti?) queste cose le chiamavano fascismo.

Enrico Delle Femmine”





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