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lunedì 1 maggio 2023

DEBITO PUBBLICO: IL RITORNO DEL DOGMA

 



di Marco Bersani*

*articolo pubblicato su il manifesto del 29 aprile 2023 per la rubrica Nuova finanza pubblica. 

Era il 23 marzo 2020 quando l’Unione Europea, investita dalla pandemia, prese la decisione di sospendere il patto di stabilità per il biennio 2020-2021, prorogandola a più riprese fino a tutto il 2023.

C’era voluto un microscopico organismo, che non è neppure un essere vivente -Covid19- per sciogliere come neve al sole l’inossidabile impalcatura di Maastricht a cui per quasi trenta anni tutto era stato sacrificato: diritti del lavoro, beni comuni, servizi pubblici e democrazia.

Ciò è stato possibile perché la pandemia aveva reso evidente la drammatica situazione sanitaria e sociale e aveva costretto Stati e Ue, in dichiarato affanno, a rivedere i principi liberisti per mettere in campo risorse straordinarie e far fronte ai drammatici effetti dell’emergenza venutasi a determinare.

“Niente sarà più come prima” dicevano allora, e tutti ci saremmo immaginati che, pur non essendoci alcun Aristotele al governo, stesse affermandosi il sillogismo per cui “se per salvare le persone sospendo tutti i vincoli finanziari e monetaristi, se ne deduce che quei vincoli sono contro la vita e la cura delle persone”.

Ma poiché nessuna logica può scalfire il dogma, eccoci di nuovo a fare i conti (nel senso letterale) con il prossimo ripristino del patto di stabilità. Nella nuova formulazione ciascun paese sarà chiamato a preparare un piano di risanamento del debito basato sulla spesa pubblica netta. Per i paesi con un debito elevato, i piani nazionali, della durata di quattro anni estensibile a sette, dovranno garantire un calo dello stesso debito pubblico per almeno dieci anni. Dovrà essere attuato un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del Pil all’anno fino a quando il deficit rimarrà superiore al 3,0% del Pil; per l’Italia questo significa 15 mld/anno nell’ipotesi dei quattro anni o 8 mld/anno nell’ipotesi settennale.

Ora è chiaro come quel “niente sarà più come prima”, lungi dall’essere un annuncio del cambiamento possibile, fosse in realtà una minaccia, come dimostrato dal transito senza soluzione di continuità da una pandemia ad una guerra. D’altronde, mentre si preparano nuovi tagli draconiani alla spesa pubblica, gli investimenti nelle armi hanno raggiunto i livelli dei tempi della Guerra Fredda, rendendo chiaro come la nuova austerità servirà a finanziare la guerra.

Così, mentre la fascia di povertà si espande a vista d’occhio e gli effetti della crisi eco-climatica sono ormai drammatica quotidianità, riparte la narrazione artificiale del debito pubblico come problema assoluto e ci viene richiesta una nuova rassegnazione (ripresa e resilienza, of course).

Anche la nuova austerità avrà il suo target nei Comuni e nelle comunità territoriali, i quali, pur contribuendo in misura irrisoria al debito pubblico (1,5% in ulteriore diminuzione), hanno il difetto di essere titolari della ricchezza collettiva di questo paese, fatta di territorio, beni comuni, servizi pubblici e patrimonio pubblico, preda da tempo dei grandi interessi finanziari.

Di fronte a questo quadro, diviene ancor più importante partecipare alla campagna Riprendiamoci il Comune (www.riprendiamociilcomune.it) che dal basso prova a invertire la rotta, ridisegnando il profilo dei Comuni dentro una nuova funzione pubblica, sociale, ecologica e relazionale e rimettendo nelle mani delle comunità territoriali i beni comuni e le ingentissime risorse (280 miliardi) del risparmio postale di Cassa Depositi e Prestiti.

Una rivoluzione dal basso oggi per permettere domani di far ricordare Maastricht come vivace città universitaria dall’architettura medievale invece che come il simbolo perenne dell’incubo liberista.

 

Se sei arrivato fin qui, vuol dire che ti interessa ciò che Attac Italia propone. La nostra associazione si autofinanzia con la tessera di chi vuole sostenerla. In questi mesi di restrizione degli spostamenti e di auto-distanziamento sociale, i comitati di Attac che lavorano sul territorio non possono però tesserare i nostri sostenitori. Per questo ti chiediamo di aderire e sostenerci on line cliccando qui . Un tuo click ci permetterà di continuare serenamente la nostra attività. Grazie



Prima colonna: ricavi dall'innalzamento dell'età pensionabile; seconda colonna ricavi dai tagli alla sanità, nella terza guadagni derivati dal blocco degli aumenti salariali; nella quarta si vedono i ricavi derivati dalla riduzione della spesa per la sicurezza nel lavoro; infine nell'ultima colonna il ricavo derivato dalla riduzione della cassa integrazione e diminuzione del sostegno agli invalidi.
Pur di arraffare denaro l'Europa non si ferma davanti a nulla. Si tratta di un disegno disgustoso e criminale in grande stile, realizzato sulla pelle dei più deboli e della salute di tutti. 

8 anni di tagli richiesti dalla Commissione Europea!

Vogliamo continuare così?






mercoledì 29 marzo 2023

PFAS: ANCORA UNA VOLTA IGNORATA DALLA REGIONE LA SALUTE DEGLI ARZIGNANESI

 


Scalpore suscita il comportamento della Regione Veneto nei confronti della popolazione arzignanese, da sempre esposta all’azione delle PFAS a causa dell’inquinamento della falda da cui pesca l’acquedotto comunale.

Le cause le conosciamo da tanti anni: la Miteni e il distretto conciario dove ampiamente vengono utilizzate le PFAS per impermeabilizzare le pelli.

L’assessore Giovanni Fracasso ha inviato una nuova lettera (la nona in questi anni) in cui si richiede di estendere a tutta la popolazione di Arzignano l’inserimento nel “Piano di sorveglianza”, come prescritto per tutti i residenti della cosiddetta “Zona Arancione”. Viceversa la Regione pretende di riservare il diritto al monitoraggio a poche famiglie che abitano nella frazione di Canove escludendo il resto degli abitanti.

Si dà il caso infatti che il comune è inserito nella Zona Arancione solo per una piccola parte della frazione di Costo, che si trova in contrada Canove. In tale luogo infatti l’ARPAV aveva segnalato da anni la presenza di contaminazione da PFAS della sottostante falda acquifera.


Tuttavia quello di cui la Regione non ha tenuto conto, malgrado le reiterate lettere dell’assessore, è che proprio a Canove risiedono i pozzi da cui viene estratta l’acqua dell’acquedotto arzignanese. Pertanto, in tutte le abitazioni della città viene distribuita acqua che, come viene riportato nelle stesse bollette di Acque del Chiampo, contiene mediamente circa 60 nanogrammi/litro di PFAS.

Malgrado il decreto Zaia del 2017 consenta ai gestori di erogare acqua “potabile” entro i limiti di 390 nanogrammi di PFAS/litro, tale alto livello di contaminazione non è ritenuto innocuo da nessuna fonte scientifica.

 

Proprio per questo il comune, accogliendo una proposta di CiLLSA, ha fatto distribuire gratuitamente da Acque del Chiampo acqua filtrata nelle casette e ha fatto installare i filtri nelle scuole per proteggere i bambini e i ragazzi.

Nel frattempo continuano i lavori per la realizzazione del nuovo centro idrico di Canove che libereranno definitivamente, si spera, gli arzignanesi dalla pesante ipoteca delle PFAS.

Le PFAS sono molecole tossiche e cancerogene che appartengono alla classe delle sostanze POP cioè PERSISTENTI E BIOACCUMULBILI. Il nostro organismo infatti impiega anni per liberarsi da queste sostanze.

Per questo motivo esse rappresentano un alto rischio per le patologie che possono manifestarsi anche dopo parecchi anni.

La richiesta dell’assessore è appropriata poiché per troppi anni la cittadinanza è stata esposta alle PFAS contenute nell’acqua “potabile”

La Regione ha facoltà di eseguire i suoi monitoraggi dove ritiene più opportuno tuttavia questo non le dà il diritto di escludere una popolazione contaminata e di non consentire ai medici di eseguire gli esami del sangue per verificare la presenza delle PFAS nei soggetti a rischio in tutto il territorio regionale.

 


Tra tutti gli altri casi di patologie mortali e cancerogene sono di primaria importanza quelli che riguardano le gravide e i bambini in quanto particolarmente esposti.



Da tempo chiediamo un controllo per le donne in gravidanza, per i neonati, per le persone esposte, tra cui gli operai addetti alle lavorazioni che li mettono in contatto con queste sostanze.        Tuttavia i responsabili regionali della salute hanno ignorato tutti i nostri appelli.

Anni di esposizione ad acqua inquinata possono avere determinato seri problemi ad alcuni cittadini. Un controllo del sangue è indispensabile per attuare misure di prevenzione e terapie.  

Nessun cittadino del Veneto, che non sia inserito nel programma di monitoraggio, può attualmente effettuare i suddetti esami, nemmeno a pagamento.

Non vengono monitorati i 10.000 pozzi privati presenti nei territori inquinati, non vengono controllate le derrate alimentari destinate ai mercati. Per anni la Regione non ha provveduto alla bonifica del Fratta Gorzone, unica fonte irrigua superficiale di una vasta zona in cui le falde sotterranee sono state contaminate da Miteni.

Non a caso nel dicembre 2021, il Relatore Speciale ONU per le sostanze tossiche e i diritti umani Marcos Orellana, che ha svolto un sopralluogo durato circa due settimane in alcune aree del territorio italiano – in primis, il Veneto – per valutare i danni causati all’ambiente e alle persone dalla contaminazione da Pfas, ha parlato chiaramente di violazione dei diritti umani.

LA SALUTE È UN DIRITTO

Sapere cosa scorre nelle nostre vene anche!

 Partecipa, il 15 aprile alla grande manifestazione regionale  per la difesa del Servizio Sanitario Nazionale pubblico, a Vicenza.

La salute non è un business. La salute non è un privilegio per ricconi. La salute è un diritto umano che deve essere universalistico, cioè uguale per tutti e gratuito, affinché tutti possano accedervi. 

TORNIAMO AD ESSERE UMANI!



Giovanni Fazio


 

Manifestazione davanti al tribunale di Vicenza (archivio CiLLSA)

domenica 26 marzo 2023


 

OGGI ALLE 15.00 SAREMO A MONTECCHIO MAGGIORE IN PIAZZA DUOMO PER MANIFESTARE CONTRO LA GUERRA IN UCREAINA E CONTRO TUTTE LE GUERRE NEL MONDO.

AFFAMIAMO LA GUERRA: NON INVIAMO ARMI MA ALIMENTI, COPERTE, AIUTI A TUTTI COLORO CHE HANNO PERSO LA CASA, IL LAVORO, I PROPRI CARI.

RESPINGIAMO LA PROPAGANDA GUERRAFONDAIA CHE OGNI GIORNO VIENE DIFFUSA DAI GIORNALI DALLE TV E DALLE RADIO. 

CHI VENDE ARMI SI STA INGRASSANDO ALLE SPALLE DEL POPOLO UCRAINO E ANCHE NOSTRO. SI SPENDONO SOLDI IN ARMAMENTI E SI TAGLIANO ALLA SANITA' E ALLA SCUOLA.

PENSARE CHE LA GUERRA SI RISOLVERA' CON LA SCONFITTA DELLA RUSSIA SIGNIFICA CORERRE VERSO IL CONFLITTO NUCLERARE,

RIPENSARE AD UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE CHE SPENGA IL CONFLITTO E' L'UNICA STRADA PER NON MORIRE PER KIEV COME I NOSTRI PADRI MORIRONO PER DANZICA.

100 000 GAVETTE DI GHIACCIO CI SONO BASTATE.


venerdì 17 marzo 2023

“COME L’OCCIDENTE HA PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA”

 


Il commento di Noam Chomsky e la prefazione di Luciano Canfora, oltre al consiglio di Thomas Fazi mi hanno indotto ad acquistare questo libro fresco di stampa. L’autore, Benjamin Abelow, è un esperto statunitense di storia moderna europea.

Questo volume è diventato in pochi giorni un best seller negli USA e in Germania e spiega, con dovizia di documenti e citazioni, le modalità con cui l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina.

 L’autore non è un ammiratore di Putin, come vengono classificati tutti coloro che cercano di capire le cause di una guerra che minaccia di allargarsi e deflagrare in un conflitto atomico.

Contrastare la guerra e il suo diffondersi in tutta l’Europa credo sia dovere di ogni cittadino lucido. Conoscere e far conoscere le motivazioni che l’hanno generata è un modo concreto per contribuire a creare una coscienza pacifista 
e operare per la pace.

Giovanni Fazio

lunedì 13 marzo 2023

"Siamo ed eravamo nelle piazze per la pace, contro la guerra, il riarmo e l’invio di armi ..."

 


Riportiamo con piacere un brano dell’editoriale di Sinistra Sindacale pubblicato in vista del prossimo congresso della CGIL , Rimini 15/18 febbraio

“Siamo ed eravamo nelle piazze per la pace, contro la guerra, il riarmo e  l’invio di  armi, in difesa della sanità e la scuola pubblica; nelle due piazze, quella di  Firenze contro il fascismo, lo squadrismo e il governo reazionario, e quella di  Milano e di molte altre città contro il razzismo e la disumanità verso profughi e  migranti: un’unica mobilitazione partecipata di donne e uomini di diverse  generazioni che si sostengono e si riconoscono in valori condivisi. Piazze della  sinistra antifascista, sociale e politica, del sindacato, della Cgil, legate dal filo rosso di principi e cultura della nostra moderna e attuale Costituzione antifascista. Una Costituzione, vilipesa da decenni, che abbiamo il dovere di difendere e applicare...”

 

In un momento di grande decadenza dei valori civili e umanitari nel nostro paese e in Europa i contenuti del prossimo congresso nazionale della CGIL a Rimini dal 15 al 18 febbraio, riportano il dibattito della sinistra su contenuti di grande valore etico e civile.

Oltre al sacrosanto dovere di difendere il livello economico di quanti hanno reddito da lavoro, aggredito da un liberismo rampante e predatorio che difende esclusivamente le grandi multinazionali e i super ricchi, il sindacato si fa portavoce del DIRITTO ALLA SALUTE  che è strettamente legato alla difesa della SANITA’ PUBBLICA, alla previdenza, alla salubrità dei luoghi di lavoro.

La Salute  è anche, soprattutto, PREVENZIONE. Non ci può essere salute per gli umani in un pianeta malato. Lo constatiamo nella nostra Regione dove si brinda con il prosecco su campi, fiumi in secca e alimenti contaminati da PFAS.

“ONE HEALTH” è il motto internazionale con cui si difende la vita del pianeta aggredita dalla speculazione di un sistema cieco, cinico ed estrattivista.

 

Il pianeta non ha bisogno di noi ma noi abbiamo bisogno di una natura sana dove vivere e far vivere i nostri figli.


Giovanni Fazio

 

 

 

 

 

 

 


sabato 11 marzo 2023

PFAS: CITTADINANZA ATTIVA CONTRO LE INADEMPIENZE REGIONALI

 


“EPPUR SI MUOVE”

Notevole apprezzamento da parte del pubblico all’incontro sulla contaminazione PFAS nel Veneto, svoltosi nella biblioteca Bedeschi ad Arzignano ieri sera 10 marzo. Dopo il saluto del sindaco Alessia Bevilacqua, che ha ringraziato CiLLSA per il ruolo di promozione ecologica nella valle del Chiampo, sono intervenuti Domenico Callipo, don Luigi Fontana della unità pastorale 1 di Arzignano centro e Donata Albiero. Ha relazionato Giovanni Fazio sulla situazione della contaminazione da PFAS a dieci anni dalla sua scoperta, denunciando la mancanza di interventi fondamentali per la difesa dei cittadini e del territorio, i gravissimi ritardi nella bonifica, che tuttora stenta a partire e il propagarsi della contaminazione nel territorio e nelle persone.   Interessanti domande dal pubblico e interventi da parte di Francesco Bertola, Caudio Lupo, due noti esponenti dell’associazione “Medici per l’Ambiente” e   Massimo Follesa.

La conferenza si è conclusa con l’impegno di aprire al più presto una campagna di cittadinanza attiva per il diritto alla salute e quindi della possibilità e l’obbligo dei medici di prescrivere gli esami el sangue nei pazienti a rischio per accertare la presenza o meno delle PFAS. Questo è uno dei molti obiettivi, messi sul tappeto, per la difesa dei diritti civili e umani, clamorosamente negati nel Veneto.