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venerdì 12 ottobre 2018

L’EUROPA METTE IL BAVAGLIO ALL’EFSA valori limite di PFOA e PFOS secretati



NECESSARIA UNA RISPOSTA ORGANIZZATA DEL MOVIMENTO

Cracovia

Le conclusioni a Cracovia del congresso EFSA (ente europeo per la sicurezza alimentare) hanno creato uno sconcerto nei circoli interessati, causato dall’abbassamento di 1500 volte della TDI (dose giornaliera accettabile di tossici) per il PFOA.

Ciò significa che i limiti di tale sostanza nell’acqua potabile dovrebbe essere abbassato di molto rispetto a quello attuale.

 Un risultato atteso dalle centinaia di migliaia di cittadini europei che lottano per un’acqua senza PFAS.

La forte revisione della prevenzione del rischio ha messo infatti in seria discussione i valori precedentemente espressi dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Regione Veneto nonché quelli attualmente adottati da parecchi paesi europei.

Sulla base dei nuovi parametri EFSA, saltano totalmente i limiti di performance dell’Istituto Superiore di Sanità e della Regione Veneto che, nel caso specifico supera di circa 4 volte il valore limite.

Infatti  il limite di totale sicurezza nelle acque potabili sarebbe attorno ai 4 ng/L per il Pfoa, livello che ormai possiamo ritenere vicino al valore di fondo riscontrabile in acque non contaminate derivate dalla falda.
(*Si tenga presente che nel Veneto il valore limite per il PFOA è attualmente di 60 ng/L)



Il lavoro dell’EFSA ha spinto la Commissione Europea a proporre al Parlamento Europeo una bozza di regolamento di riforma del ruolo dell’EFSA in ambito di analisi del rischio, che prevede oltre alla selezione degli scienziati facenti parte dell’EFSA da parte dei singoli stati all’interno di liste autorizzate (non si sa bene da chi), il fatto che i dati sensibili verrebbero  fatti circolare solo in via riservata a livello di stati membri (cioè non sarebbero pubblici fino alle decisioni prese dai vari governi).

Commissione Europea a Bruxelles
Viene sfacciatamente dichiarato che tale misura verrebbe presa al fine di evitare che atti singoli possano determinare la compromissione dei legittimi interessi socio-economici alla base del processo alimentare.

In questo contesto è estremamente probabile che la pubblicazione della relazione Efsa su Pfos e Pfoa, chiusa a fine marzo 2018, non venga pubblicata se non dopo una valutazione della Commissione e alle autorità competenti degli Stati membri.
Per inciso ricordiamo che nel parlamento Europeo attualmente si sta adottando un livello di performance per il PFOA di 100 ng/L e di un totale di PFAS massimo di 300 ng/L.

PURTROPPO È SEMPRE LA STESSA STORIA

 Il conflitto tra mercato e salute determina regolarmente la vittoria del mercato. L’EFSA è per statuto un ente indipendente dalla politica e le sue indicazioni sono di natura puramente scientifica.

MA DI COSA STIAMO PARLANDO?

Nel caso della TDI (Dose giornaliera accettabile di tossici) abbiamo già espresso il parere di molti scienziati indipendenti che ne contestano la validità e la coerenza.
 Non esiste nessuna dose di veleno accettabile negli alimenti.
Scrive Marie Monique Robin nel suo documentatissimo libro “Il veleno nel piatto” (Feltrinelli) pag. 239 di cui vi consiglio la lettura:

Il sistema deputato a proteggere la salute pubblica dagli effetti dei prodotti cancerogeni non funziona.
Se fosse davvero efficace i tassi d’incidenza dei tumori avrebbero dovuto diminuire ma siamo ben lontani da questa realtà.





          A mio avviso il principio della dose giornaliera accettabile, strumento cardine per la regolazione dei prodotti tossici che contaminano la catena alimentare, fa gli interessi dell’industria più che proteggere la salute dei consumatori.

Questa dichiarazione mi è stata rilasciata da Erik Millstone, inglese, fisico di formazione poi specializzatosi in filosofia e storia delle scienze e docente in “Politica scientifica” cattedra senza equivalenti in altre università europee.

Dichiara Millstone:

Prof. Erik Millstone
 La sfido a trovare uno studio scientifico in grado di giustificare il principio della Dose Giornaliera Accettabile poiché non ne esistono. … La dose giornaliera accettabile è il frutto di una decisione politica elevata a concetto pseudoscientifico per coprire le industrie e proteggere i politici che hanno bisogno di nascondersi dietro i pareri degli esperti per giustificare le loro azioni.

Detto questo e chiarito che tale indicatore non ha alcuna valenza scientifica, dobbiamo fare i conti con chi ha deciso di utilizzarlo comunque per i fini di cui sopra.

 A tal uopo riteniamo utile il tentativo dell’EFSA di utilizzarlo, malgrado tutto, per abbassare i livelli di contaminazione da PFAS nell’acqua potabile.


Con i nuovi parametri per la quantità massima di PFOA presente in un litro d’acqua di 4 ng/litro (a fronte dei 60 attualmente indicati come limite dal decreto regionale) appare evidente ciò che fino ad oggi è stato ostinatamente negato dalle istituzioni locali e regionali e cioè che i precedenti valori dell’Istituto Superiore di Sanità e quelli della Regione Veneto non garantiscono assolutamente l’assenza di rischio.



È proprio quello che da sempre abbiamo affermato come associazione CiLLSA e che ora trova conferme incontestabili.



Diventano ormai inconsistenti le sicurezze in merito di Giorgio Gentilin che, alla luce di quanto sta accadendo, dovrebbe aggiornarsi sui perfluorati e sui rischi che comporta la loro assunzione.

Le risposte che vengono dall’Europa sono estremamente sconfortanti. Come sempre prevalgono gli interessi commerciali sulla salute dei popoli europei.  

A noi resta un’unica terapia contro la tracotanza dei mercati e delle multinazionali: la democrazia diretta, che non vuol dire che dall’oggi al domani chiudiamo il parlamento e votiamo col computer le leggi e i decreti, ma che i cittadini possono raggiungere livelli di partecipazione e di veto sempre più forti nei confronti dei politici corrotti o ignoranti.


È questa l’unica strada percorribile per contrastare il disastro ambientale e umanitario che si appalesa sempre più prossimo.

È urgente, pertanto, che il movimento NO PFAS nel suo insieme costituisca un coordinamento permanente per gestire questa fase politica che precede le elezioni europee del prossimo anno.

Non è indifferente per noi la scelta di chi andrà a decidere a Bruxelles quali saranno i futuri livelli di PFAS consentiti nell’acqua potabile.

Non è indifferente per noi la politica che si instaurerà riguardo alla presenza di tossici negli alimenti, di veleni in agricoltura di inceneritori e diossine.

Se agiremo tutti insieme, in maniera coordinata, potremo condizionare le scelte dei partiti e degli elettori.

Il ruolo della cittadinanza attiva è proprio questo.
Dopo anni di peregrinazioni da una istituzione all’altra senza cavare un ragno dal buco, siamo a un punto morto e non abbiamo altra scelta.
All’indomani della manifestazione di Trissino sarà necessario convocare una assemblea generale del Movimento per costruire insieme uno sbocco operativo comune.

Giovanni Fazio
  


domenica 7 ottobre 2018

UN BEL POMERIGGIO DI PIOGGIA

VICENZA DEMOCRATICA CON MIMMO LUCANO
Ieri pomeriggio una manifestazione di solidarietà con il sindaco di Riace
Domenico Lucano ha percorso le vie di Vicenza partendo da piazza Matteotti.

Mimmo u curdu, come viene affettuosamente chiamato dai suoi compaesani,
da anni ha saputo coniugare con umanità e intelligenza l’accoglienza
dei migranti, realizzando contemporaneamente benessere per gli abitanti
del suo comune.

Riace, qualche anno fa era un borgo in totale declino.
La maggior parte dei suoi abitanti erano emigrati per mancanza di lavoro,
le abitazione andavano in rovina, la scuola era stata chiusa per il numero
troppo esiguo di bambini.





Oggi, grazie al ripopolamento, è tornata la vita in quel paesino aggrappato
alla montagna, i bambini sono tornati a giocare nelle strade,
la scuola è stata riaperta, i vecchi giocano a carte nella piazzetta del paese.

Dalla lontana Calabria ci giunge un messaggio in controtendenza
rispetto allo spettacolo deprimente che danno gli amministratori locali
delle nostre cittadine del Veneto.



Un messaggio che riguarda anche le belle anime che, a parole, si battono per i diritti civili.
Nessun diritto civile è praticabile se non si coniuga con i diritti sociali.
Chi ha cancellato l’articolo 18, ha negato il diritto alla salute tagliando,
anno dopo anno, i finanziamenti alla sanità, ha aggredito le pensioni
rendendo infelici gli ultimi anni della vita di migliaia di persone
è meglio che taccia.

L’accoglienza è azione positiva oltre che etica, è una risposta
a chi  appartiene al mondo del profitto, a chi pratica una religione
di maniera senza nemmeno riflettere sulla lettera del Vangelo.


Ad Arzignano vivono oltre 5000 cittadini di origine straniera.
Molti di loro sono nati qui e fraternizzano con i compagni di scuola,
parlano benissimo l’italiano e conoscono la lingua del paese di origine
dei loro genitori che quasi sempre si accompagna all’inglese o al francese.

Rappresentano un quinto della popolazione del nostro comune.
In questi anni chi amministra la nostra città non ha fatto nulla
per rompere quell’invisibile diaframma che separa la vita
di queste persone da quella dei residenti autoctoni (chiamiamoli così).

Eppure lo scambio culturale, le musiche e i canti di paesi lontani,
il naturale senso di amicizia che fa parte delle antiche culture non
ancora corrotte dalla vita moderna potrebbero arricchire la vita
della nostra comunità e abbattere quel clima di diffidenza
che non ha alcuna ragione di esistere.




In 30 anni ad Arzignano non c’è stato alcun crimine di rilievo.
Chi vive qui si alza presto alla mattina per andare a lavorare,
anche il sabato e la domenica, quasi sempre nelle concerie,
per molte ore, oltre i limiti della giornata di otto ore.
Senza queste braccia le grandi ruote dell’economia di questa vallata
si sarebbero fermate per sempre.

Sono venuti da lontano e sono il motore di una economia forte
che non riguarda solo le fabbriche ma anche il mondo dei consumi,
degli affitti, di tutto ciò che fa parte della vita di una città.

Sono stati accusati di un infamante delitto:quello di essere venuti
per restare e per dare un futuro ai propri figli.
Questi giovani li vedi passare per le nostre strade, a volte ragazzi
e ragazze dai lineamenti bellissimi e dalle movenze elastiche e gentili.

Sono i nuovi arzignanesi che hanno trovato una vera integrazione
soltanto sui banchi di scuola ma non sanno quale futuro li aspetta.
Ringraziamo Mimmo u curdu per avere portato in questa Italia
sgomenta e diffidente un messaggio reale di umanità,
un nuovo don Milani laico che ridà a tutti noi un senso di benessere
e di allegria e di serenità.


Giovanni Fazio



domenica 30 settembre 2018

VENEZIA SI RIBELLA. LE GRANDI NAVI UCCIDONO LA CITTA' NELLA INDIFFERENZA DI CHI LA GOVERNA



UNA REGIONE NELLE MANI DEI COMITATI DI AFFARI


Ieri 29 settembre abbiamo partecipato a Venezia al raduno nazionale dei movimenti che sostengono le lotte popolari contro lo sfascio del Paese. Dai cittadini che si battono in Val di Susa contro la TAV ai salentini che lottano duramente contro la devastazione della loro terra, derivata dalla costruzione di un gasdotto destinato a rifornire di energia l’Europa centrale.

Tra le mille voci di cittadini che si vedono quotidianamente calpestati dalle istituzioni e dalle lobby, c’eravamo anche noi del NO PFAS per sostenere il diritto dei veneti, e soprattutto dei nostri bambini, a non ammalarsi gravemente a causa di un sottile, invisibile, veleno che penetra quotidianamente nei nostri corpi attraverso l’acqua, gli alimenti e l’aria.

Eravamo, nella sala dei Magazzini del sale alle Zattere, davanti allo splendore del canale della Giudecca in un pomeriggio dorato dal sole, per protestare e lottare contro il passaggio delle grandi navi in laguna.

Prima gli affari. Poi i Veneti 
 La “Lega Veneta” se ne infischia di Venezia.

Sventolano le bandiere col leone di S. Marco, piazzano leoni a tutti gli incroci dei paesini del Veneto e distruggono la città più bella del mondo.

L’agonia di Venezia, devastata da un turismo usa e getta, scaricato quotidianamente per alcune ore da gigantesche navi che sconvolgono con il loro passaggio gli equilibri della laguna e la stabilità dei preziosi palazzi che si affacciano sui canali, è ormai la metafora triste di un Veneto governato dai comitati di affari.


Tanto paga Pantalone
Il disastro MOSE non ha insegnato niente.
Le dighe mobili, costate fino ad ora più di 5 miliardi di euro, giacciono sul fondo sabbioso della laguna in balia dei mitili e della corrosione.




Questa immane e inutile opera resta come monumento al malaffare veneto che ne ha accompagnato l’ideazione e la realizzazione; un’opera che non potrà mai funzionare per proteggere Venezia dall’acqua alta ma che ha funzionato benissimo per mungere alla comunità miliardi di euro a esclusivo vantaggio delle solite cricche.

Assemblea dei Movimenti
ai Magazzini del sale
Siamo venuti alle Zattere ieri pomeriggio, non solo perché la morte di Venezia ci strazia il cuore ma anche per incontrare chi, come noi della terra dei PFAS, sta lottando contro i mille delitti che devastano non solo la salute dei cittadini ma, attraverso sprechi, corruzione e malaffare, la vita di un’intera nazione e l’integrità di un Paese; lo chiamavano Ausonia, una volta stupenda terra distesa sull’azzurro splendore del Mediterraneo, ricco di pesci e conchiglie, e ora piattaforma esausta in mezzo ad una cloaca devastata da rifiuti e ricerche petrolifere.

Ai Magazzini del sale abbiamo ascoltato le voci delle avanguardie, abbiamo sentito il racconto drammatico di mille disastri la cui lettura ci dice che da questa esperienza non può non scaturire una riflessione su cosa ha portato il nostro paese in uno stato così miserevole.

"CE LO CHIEDE L’EUROPA"

Ogni giorno, attraverso i media, sentiamo i grandi economisti con il ditino alzato sentenziare sul debito pubblico, sulla necessità di tagliare la spesa (leggi sanità, pensioni, scuola pubblica, assistenza ai più poveri e disagiati, finanziamenti a servizi, ai trasporti pubblici, ecc. ecc.)
Ce lo chiede l’Europa” affermano con spudorata faccia tosta. “E’ l’unica strada per rilanciare lo sviluppo e la crescita.”

Non è vero. L’Europa non può chiederci niente perché non esiste.
Il parlamento Europeo, unica istituzione eletta dai cittadini europei non esprime alcun governo e non può controllare nulla, tanto meno la moneta e le banche.

Il potere è nelle mani delle lobby multinazionali che ci stanno depredando del nostro welfare e di una banca privata, la BCE il cui governatore non è stato eletto dai cittadini europei. 

Gli economisti e i partiti innamorati della commissione europea possono disquisire finché vogliono sulla necessità di adeguarsi al pensiero unico liberista e al governo incontrastato dei mercati.

Noi non abbiamo bisogno di disquisire sulle loro teorie: ci basta constatare gli effetti ineludibili provocati in tutti questi anni dal governo del pensiero unico.

Il liberismo economico, abbracciato senza riserve dalla destra politica e sociale, è diventato la stella polare  dei partiti socialdemocratici europei.

GLI EFFETTI DI VENTI ANNI DI GOVERNI LIBERISTI

Pronto soccorso
Il numero di persone sprofondate sotto il livello di povertà: in Italia ha superato il tetto di 4 milioni e mezzo; maggiore è il numero di cittadini che non riescono più a curarsi a causa del costo sempre più esoso dei ticket, e delle estenuanti file di attesa.
Non parliamo degli esodati e delle leggi sulle pensioni che mirano a sottrarre sempre più risorse ai cittadini e allungare i tempi per arrivare al pensionamento.





Le aziende, sempre in maggior numero, delocalizzano, lasciando dietro di loro la disperazione dei lavoratori abbandonati, volano verso lidi in cui gli operai percepiscono salari infimi e le leggi del luogo non garantiscono i diritti minimi (molte sono le aziende, anche quelle dei nostri marchi all’estero, dove si sfrutta il lavoro dei bambini).



Le leggi emanate dai governi di centro sinistra hanno ridotto il lavoro a merce che si acquista a tanto all’ora.

A causa di queste leggi la stragrande maggioranza dei contratti passa attraverso agenzie private. Si vive alla giornata, senza nessuna certezza sul domani. Nessuna banca ti fa un mutuo e il tuo futuro è praticamente inesistente.

I nuovi contratti a tempo indeterminato rappresentano una percentuale irrisoria, malgrado l’abolizione dell’articolo 18 voluta da un governo che si auto considera di sinistra.


C'è chi diventa sempre più povero
PRECARIETA’ è la parola che definisce meglio di ogni altra la condizione di chi vive di lavoro, a maggior ragione di chi il lavoro non è riuscito mai ad averlo o lo ha perso per strada prima di arrivare alla pensione.

Mi fermo qui perché stiamo parlando di cose stranote e stradette che sono di fatto incontestabili e che non sono l’effetto di una crisi prodotta dalle banche americane ma di scelte politiche ben precise.

Di fronte alla realtà tutte le teorie e i ditini alzati saccentemente dagli economisti vanno a farsi benedire.
C'è chi diventa sempre più ricco

Le leggi emanate in questi lunghi anni di dominio liberista vanno a solo vantaggio dei mascalzoni e dei ricchi.

La prescrizione facile per chi ha depredato il patrimonio pubblico o ha avvelenato operai e cittadini ha reso inconsistente la fiducia nella Giustizia.

I politici, lacchè dei mercati, ci minacciano di chissà quale catastrofe ventura, se non si accetta il diktat della BCE e non sono capaci di vedere il baratro in cui ci hanno cacciato con i loro illuminati precetti.




UNA FALSATA RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’

Credo che a fronte di questa realtà la gente viva in un film che ne rappresenta un’altra.


 Penso all’indifferenza di molti cittadini nei confronti dei veleni che eroga Miteni, o alla mancanza di indignazione per quelli che escono dal tubo A.Ri.C.A. contaminando un grandissimo bacino agro alimentare da Cologna Veneta a Montagnana fino a Chioggia. 

Penso alla tranquillità con cui tante ignare persone acquistano al supermercato alimenti di incertissima origine.

 Penso alle mille menzogne di coloro che avrebbero dovuto prendersi cura della nostra integrità e della nostra salute.

Penso ai sindaci che se ne fregano dell’acqua che bevono i bambini e i cittadini. Penso ai consigli comunali proni che accettano ogni complicità, anche la più indegna.

Tutto ciò ha un nome preciso “Egemonia culturale” di una classe sociale e del grande capitale internazionale che ci mostrano ogni giorno una realtà inesistente per cui tutto andrà meglio se lasceremo le mani libere a coloro che ci hanno portato al peggio.


SPEZZARE LA FALSA COSCIENZA DEL MONDO


Per questo motivo, la rete delle avanguardie, di cui facciamo parte, che da anni lotta con coraggio contro l’aggressione liberistica che si manifesta poliedricamente in mille violenze quotidiane, non è sufficiente a fermare chi, in nome dei mercati, sta distruggendo le stesse basi di sopravvivenza dell’intero pianeta.


Bisogna attaccare la sovrastruttura culturale e ideologica, il film che viene proiettato quotidianamente nelle menti di milioni di uomini da parte di chi li manovra e li uccide per ignobili interessi.





















L’azione è il nostro linguaggio ma ad essa deve necessariamente accompagnarsi il confronto ideologico contro la finzione del reale rappresentato da chi è al potere. 

Un potere conferito, purtroppo, dai cittadini che vivono la propria miseria, condita dall’inganno quotidiano: i grandi temi della distrazione di massa elargiti dalle televisioni e dai giornali.

Dobbiamo concentrarci nello studio oltre che nella lotta contro la falsa rappresentazione della realtà e soprattutto dobbiamo liberare noi stessi dall’ handicap della autorefenzialità.

E’ necessario costruire un unico fronte trasversale antiliberista aprendo un dibattito di ampio respiro laddove l’analisi delle singole esperienze si inserisce come un tassello indispensabile in un processo di sintesi più avanzata.

 E’ necessario fare tesoro delle differenze all’interno del Movimento, delle diversità delle esperienze e delle diverse matrici ideologiche degli attori di questa comune lotta per gli obiettivi condivisi.

E’ nostro compito fare di una cultura alternativa a quella dominante il vessillo di una concezione del mondo e dell’umanità radicalmente diversa e contrapposta.

E' necessario investire i gangli della formazione culturale tra i quali il primo è la scuola


Non è una utopia bizzarra quella secondo cui ogni uomo deve essere padrone del proprio destino.

Non è una strana fantasia quella che i rapporti tra gli uomini debbono essere improntati al rispetto di ognuno, alla solidarietà alla condivisione delle risorse.

1947 FIRMA DELLA COSTITUZIONE

Non è uno strano hobby credere nella democrazia e nel dovere di ciascuno di noi di associare alla lotta per la difesa e l’affermazione dei diritti civili quella per la salvaguardia e la realizzazione dei diritti sociali. Due momenti inseparabili del nostro agire politico.


CENTRALITA' DELLA DIFESA DELL'AMBIENTE 

Non è una idea peregrina quella per cui la sopravvivenza del genere umano è legata al rispetto per l’ambiente di cui facciamo parte, ritenendo la natura nella sua complessità la comune matrice di ogni forma di vita. 
Le gravi problematiche ambientali legate al riscaldamento globale, alla morte degli oceani, alla pesca indiscriminata, alla contaminazione di tutti gli alimenti con sostanze cancerogene e interferenti endocrine, l'invadenza della plastica e delle microplastiche che si insinuano nelle carni degli animali e degli esseri umani, la polluzione totale non sono più problemi separati e rinviabili. 
Il contesto ambientale nel quale viviamo è parte integrante e determinante di noi stessi e dei nostri figli e nipoti.
L'uso dei motori a combustione, la costruzione delle autostrade al posto delle ferrovie e delle metropolitane di superficie, gli scarsi investimenti  per promuovere sempre più le energie rinnovabili e stili di vita alternativi fanno parte di un processo forse irreversibile che ci porta alla catastrofe.

Tutto ciò sottolinea l'URGENZA dell'azione politica e ci spinge verso il superamento delle diatribe bizantine finalizate alla sopravvivenza di modi di concepire la politica ormai superati e insufficienti.

Le idee forti che affondano le proprie radici nella realtà della condizione umana sono storicamente state mallevatrici dei grandi movimenti che hanno cambiato il mondo.

Respingiamo la tentazione di una delega che nessuno ci ha conferito. 

Restiamo cittadini tra cittadini nella comune intelligenza di quanto avviene e nella lotta quotidiana contro le mistificazioni e le violenze del capitalismo.

Giovanni Fazio


Trissino Vicenza.Manifestazione contro Miteni