NECESSARIA UNA RISPOSTA ORGANIZZATA DEL
MOVIMENTO
Cracovia |
Le conclusioni a
Cracovia del congresso EFSA (ente europeo per la sicurezza alimentare) hanno
creato uno sconcerto nei circoli interessati, causato dall’abbassamento di 1500 volte della TDI (dose giornaliera
accettabile di tossici) per il PFOA.
Ciò significa che i
limiti di tale sostanza nell’acqua potabile dovrebbe essere abbassato di molto
rispetto a quello attuale.
Un risultato atteso dalle centinaia di
migliaia di cittadini europei che lottano per un’acqua senza PFAS.
La forte revisione
della prevenzione del rischio ha messo infatti in seria discussione i valori
precedentemente espressi dall’Istituto
Superiore di Sanità e dalla Regione
Veneto nonché quelli attualmente adottati da parecchi paesi europei.
Sulla base dei
nuovi parametri EFSA, saltano totalmente i limiti di performance dell’Istituto
Superiore di Sanità e della Regione
Veneto che, nel caso specifico supera
di circa 4 volte il valore limite.
Infatti il limite di totale
sicurezza nelle acque potabili sarebbe
attorno ai 4 ng/L per il Pfoa, livello che ormai possiamo ritenere vicino
al valore di fondo riscontrabile in acque non contaminate derivate dalla falda.
(*Si tenga presente che nel Veneto il valore limite per il PFOA è attualmente
di 60 ng/L)
Il lavoro dell’EFSA
ha spinto la Commissione Europea a proporre
al Parlamento Europeo una bozza di regolamento di riforma del
ruolo dell’EFSA in ambito di analisi del rischio, che prevede oltre alla selezione
degli scienziati facenti parte dell’EFSA da parte dei singoli stati
all’interno di liste autorizzate (non si sa bene da chi), il fatto che i dati sensibili verrebbero fatti circolare solo in via riservata a livello di stati membri (cioè non sarebbero pubblici fino alle
decisioni prese dai vari governi).
Commissione Europea a Bruxelles |
Viene
sfacciatamente dichiarato che tale misura verrebbe presa al fine di evitare che
atti singoli possano determinare la compromissione dei legittimi
interessi socio-economici alla base del processo alimentare.
In questo contesto
è estremamente probabile che la
pubblicazione della relazione Efsa su Pfos e Pfoa, chiusa a fine marzo 2018,
non venga pubblicata se non dopo una valutazione della Commissione e alle
autorità competenti degli Stati membri.
Per inciso
ricordiamo che nel parlamento Europeo attualmente si sta adottando un livello
di performance per il PFOA di 100 ng/L
e di un totale di PFAS massimo di 300
ng/L.
PURTROPPO È SEMPRE
LA STESSA STORIA
Il conflitto tra mercato e salute determina
regolarmente la vittoria del mercato. L’EFSA
è per statuto un ente indipendente
dalla politica e le sue indicazioni sono di natura puramente scientifica.
MA DI COSA STIAMO
PARLANDO?
Nel caso della TDI (Dose giornaliera accettabile di tossici)
abbiamo già espresso il parere di molti scienziati indipendenti che ne
contestano la validità e la coerenza.
Non esiste nessuna dose di veleno
accettabile negli alimenti.
Scrive Marie Monique Robin nel suo documentatissimo
libro “Il veleno nel piatto” (Feltrinelli) pag. 239 di cui vi consiglio la
lettura:
“Il sistema deputato a proteggere la salute pubblica dagli effetti dei prodotti cancerogeni non funziona.
Se fosse davvero efficace i tassi d’incidenza dei tumori
avrebbero dovuto diminuire ma siamo ben lontani da questa realtà.
A mio avviso il principio della dose giornaliera accettabile, strumento cardine
per la regolazione dei prodotti tossici che contaminano la catena alimentare, fa gli interessi dell’industria più che
proteggere la salute dei consumatori.
Questa dichiarazione
mi è stata rilasciata da Erik Millstone,
inglese, fisico di formazione poi specializzatosi in filosofia e storia delle
scienze e docente in “Politica scientifica” cattedra senza equivalenti in altre
università europee.
Dichiara Millstone:
Prof. Erik Millstone |
Detto questo e
chiarito che tale indicatore non ha alcuna valenza scientifica, dobbiamo fare i conti con chi ha deciso di
utilizzarlo comunque per i fini di cui sopra.
A tal uopo riteniamo utile il tentativo dell’EFSA di utilizzarlo, malgrado tutto, per
abbassare i livelli di contaminazione da PFAS nell’acqua potabile.
Con i nuovi parametri per la quantità massima di PFOA presente in un litro d’acqua di 4 ng/litro (a fronte dei 60 attualmente indicati come limite dal decreto regionale) appare evidente ciò che fino ad oggi è stato ostinatamente negato dalle istituzioni locali e regionali e cioè che i precedenti valori dell’Istituto Superiore di Sanità e quelli della Regione Veneto non garantiscono assolutamente l’assenza di rischio.
È proprio quello che da sempre abbiamo affermato come associazione CiLLSA e che ora trova conferme incontestabili.
Diventano ormai inconsistenti le sicurezze in merito di Giorgio Gentilin che, alla luce di quanto sta accadendo, dovrebbe aggiornarsi sui perfluorati e sui rischi che comporta la loro assunzione.
Le risposte che
vengono dall’Europa sono estremamente sconfortanti. Come sempre prevalgono gli
interessi commerciali sulla salute dei popoli europei.
A noi resta un’unica
terapia contro la tracotanza dei mercati e delle multinazionali: la democrazia diretta, che non vuol dire
che dall’oggi al domani chiudiamo il parlamento e votiamo col computer le leggi
e i decreti, ma che i cittadini possono raggiungere livelli di partecipazione e
di veto sempre più forti nei confronti dei politici corrotti o ignoranti.
È questa l’unica
strada percorribile per contrastare il disastro ambientale e umanitario che si
appalesa sempre più prossimo.
È urgente, pertanto, che il movimento NO PFAS nel suo insieme
costituisca un coordinamento permanente per gestire questa fase politica che
precede le elezioni europee del prossimo anno.
Non è indifferente
per noi la scelta di chi andrà a decidere a Bruxelles quali saranno i futuri
livelli di PFAS consentiti nell’acqua potabile.
Non è indifferente
per noi la politica che si instaurerà riguardo alla presenza di tossici negli
alimenti, di veleni in agricoltura di inceneritori e diossine.
Se agiremo tutti insieme,
in maniera coordinata, potremo condizionare le scelte dei partiti e degli
elettori.
Il ruolo della cittadinanza attiva è proprio questo.
Dopo anni di
peregrinazioni da una istituzione all’altra senza cavare un ragno dal buco, siamo
a un punto morto e non abbiamo altra scelta.
All’indomani della
manifestazione di Trissino sarà necessario
convocare una assemblea generale del Movimento per costruire
insieme uno sbocco operativo comune.
Giovanni Fazio
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