Visualizzazioni totali

martedì 24 luglio 2018

CARO SINDACO: SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA


Caro sindaco,
il tuo secondo mandato sta per volgere al termine. In tutti questi anni però non ti sei mai accorto di quanto stava avvenendo nel centro della città, proprio di fronte al municipio e accanto alla stazioncina della vecchia ferrovia.

 C’è una struttura moderna che ha sposato molto bene gli stili delle piazze, recuperate urbanisticamente a nuova vita, (ma non da te) con la costruzione della biblioteca (un vero gioiellino, anch’esso non opera tua) e la liberazione di spazi per i cittadini.

Stiamo parlando del ponte sul Chiampo, attraverso il quale si accede al parco dello sport e ai parcheggi inseriti tra gli alberi (anche questi, come il parco dello sport, non sono opera tua).

Purtroppo la struttura è completamente rovinata dagli anni e dall’incuria. La pavimentazione, qua e là rattoppata con lastre di ferro, lascia intravedere, attraverso i buchi scavati dalla ruggine, i piani sottostanti. Le vernici vivaci che caratterizzavano questa bella opera, sono quasi scomparse ma c’è qualcosa di più grave dell’incuria e dell’abbandono del Comune.

Da anni le pareti del ponte, le travi, le coperture sono vittima di sfoghi di ignoti imbrattatori che, nel tempo, hanno scritto di tutto.

 Ultimamente ai vandali si sono aggiunti i venetisti, che da un po' vanno in giro per la città dipingendo, non richiesti, leoni sui muri. 

Questi pittori della notte, non si sono lasciati sfuggire una occasione così a portata di mano. Cosicché, tra un turpiloquio e l’altro, emerge il leone di S. Marco, anche lui abusivamente dipinto e, purtroppo, in pessima compagnia.

I locali che ospitano, credo, i contatori, mostrano ampie ferite nell’intonaco scomparso e la visione dell’ossatura della struttura dl ferro del cemento. 



Credo che non ci possa essere niente di più emblematico per illustrare i tuoi quasi otto anni di governo del comune.

I cittadini che ogni giorno attraversano il ponte si rendono conto del tuo disamore per la città attraverso le ferite inferte a questa struttura esposta al ludibrio dei writers.

Se qualcuno avesse deturpato la facciata della tua casa (a Chiampo) con una sola delle tante scritte che adornano il ponte, sono certo che l’avresti fatta cancellare subito e avresti ritoccato l’intonaco.


Ma evidentemente i muri degli edifici pubblici di Arzignano non sono da te sentiti come quelli di casa tua e, come i ragazzi che li sfregiano, ritieni che si tratta di res nullius.



Invece sono casa nostra, di tutti gli Arzignanesi che soffrono nel vedere ridotta così un’opera che era uno dei pregi della nostra città.

So che il comune si vanta di avere piazzato delle telecamere davanti ai sagrati delle chiese. 

Non so a cosa servano ma qualcosa di inutile può forse servire a fare propaganda politica.

LA SICUREZZA AL PRIMO POSTO: 

si sa che ogni notte proprio davanti ai sagrati, avvengono stupri e rapine ad opera di feroci stranieri che insanguinano le strade della nostra città.

 Adesso “E’ finita la pacchia”

Potresti piazzare una di queste telecamere anche sul ponte in modo che i cittadini possano godere, in diretta, giorno e notte, le immagini degli affreschi che lo decorano.

Ti allego un ALBUM DI FOTO che illustrano in maniera icastica il buon governo della città di Giorgio Gentilin.

Giovanni Fazio


mercoledì 11 luglio 2018

TUMORI INFANTILI. L’ITALIA DETIENE IL TRISTE PRIMATO IN EUROPA



“le mappe della corruzione, dell’inquinamento e quindi delle malattie coincidono”

Pubblichiamo l’ultimo aggiornamento apparso su Lancet Oncology relativo all’aumento dei tumori nei bambini e negli adolescenti.

L’articolo è a cura della dottoressa Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, membro di ISDE.

Purtroppo l’Italia detiene il primato nella classifica (malgrado manchino i dati di parecchi registri tumori che, se presenti avrebbero sicuramente dato una immagine ancora più veritiera e drammatica della situazione nel nostro paese).

Spicca infatti nell’articolo il fatto che il registro tumori del Veneto pur essendo tra quelli accreditati è assente
Ognuno può commentare da sé questo particolare dato di una ricerca internazionale.

L’autrice, di fronte ai dati che pongono l’Italia in testa davanti a paesi europei più industrializzati di noi così commenta

 Non credo plausibile ipotizzare che Germania, Francia, Austria o Regno Unito siano meno industrializzati di noi: dov’è quindi la differenza? Difficile ovviamente dirlo, ma un’interpretazione del tutto personale è che il nostro paese si distingue per i fenomeni corruttivi: i controlli ambientali sono scarsi e spesso non affidabili, i disastri ambientali sono ricorrenti, le bonifiche rimangono inattuate e non è difficile quindi ipotizzare che le mappe della corruzione, dell’inquinamento e quindi delle malattie coincidano

Cosa vi ricordano queste parole?

 Basta leggere il recente comunicato delle Associazioni  “NO PFAS” per trovare una conferma molto convincente di quanto i dubbi della dottoressa Patrizia Gentilini riguardino anche il nostro territorio.




Giovanni Fazio



martedì 3 luglio 2018

PFAS: DOCUMENTO ESPLOSIVO DAGLI USA. A RISCHIO LA SALUTE DEI BAMBINI

La lunga marcia del popolo dei PFAS


I PFAS NON SONO SOLO NELL’ACQUA
Il Dipartimento per la Salute e per i Servizi alla Persona degli Stati Uniti – Agenzia per le Sostanze Tossiche e Registro delle Malattie (ATSDR) ha da poco reso disponibile per i commenti un corposo documento di 852 pagine sul profilo tossicologico dei principali composti perfluoro-alchilici, tra cui i composti C8 PFOS e PFOA oggi maggiormente oggetto di attenzioni sia in ambito legislativo che di programmi di monitoraggio ambientale e alimentare.
Si stima che i maggiori quantitativi di PFAS rilasciati nell’ambiente derivino dalle schiume antincendio, dal settore tessile e conciario, dal settore dei materiali a contatto con gli alimenti.
Dopo avere effettuato una rassegna sistematica delle caratteristiche fisico-chimiche dei composti e delle evidenze tossicologiche sia sperimentali in animali di laboratorio, che osservazionali-epidemiologiche in gruppi di popolazione esposte a PFAS in siti contaminati, l’Agenzia ha ritenuto ci fossero sufficienti elementi per indicare dei livelli minimi di rischio per esposizioni alimentari riferiti a tossicità intermedia (subcronica) per i seguenti composti: PFOS, PFOA, PFHxS (Acido perfluoroesansulfonico) e PFNA (acido perfluorononanoico).
In particolare per PFOS è stato proposto un livello di rischio minimo di 2 ng/kg/giorno, considerando come end-point tossicologico una ritardata apertura della rima degli occhi e un ridotto peso alla nascita nella progenie di animali sperimentalmente trattati;
per il PFOA e il PFNA , si è identificato in 3 ng/kg/giorno il livello minimo di rischio: per effetti sullo sviluppo scheletrico e attività neurologica della progenie nel caso del PFOA,
e per ridotto peso della nidiata alla nascita per il PFNA. Livelli guida più alti per il PFHxS (20 ng/kg/giorno per tossicità tiroidea).
Tali livelli guida per PFOS e PFOA risultano di circa 10 volte inferiori a quanto indicato da US-EPA nel 2016 per tossicità cronica.
Tale parere ha suscitato enorme interesse e discussione negli Stati Uniti, in quanto i nuovi livelli minimi di rischio comporterebbero una revisione al ribasso dei limiti proposti per la presenza di PFOS e PFOA nelle acque potabili da US-EPA nel 2016.
 A titolo esclusivamente esemplificativo, ipotizzando scenari oltremodo cautelativi comunque considerati dalle organizzazioni internazionali, per un bambino di 10 chili che beve 2 litri di acqua al giorno, considerando un contributo di default dell’acqua potabile pari al 20% della esposizione totale, i limiti per PFOS e PFOA si dovrebbero attestare intorno ai 2 ng/L.”


         Riportiamo nel LINK l’intero articolo pubblicato dal sindacato Veterinari del Veneto SIVeMP

 sui nuovi livelli di rischio minimo per l’esposizione alimentare a quattro sostanze perfluoroalchiliche.
In basso mettiamo a disposizione dei lettori il link per lapubblicazione originale

 del documento di 852 pagine nel quale vengono elencati dall’ ATSDR i danni accertati scientificamente su uomo e animali contaminati da PFAS.

È NECESSARIO INTERVENIRE URGENTEMENTE




Dall’istogramma che riproduciamo si evidenzia che nelle zone inquinate la contaminazione non si limita solo all’acqua ma investe tutta la filiera alimentare, come del resto si era ampiamente capito dai monitoraggi effettuati nella “Zona Rossa” sugli alimenti compiuti dall’Istituto Superiore di Sanità.

Cosa ha fatto fino ad ora in merito all’inquinamento alimentare chi governa la regione? Esiste una UNITA’ di CRISI?
Quali misure di prevenzione sono state prese sugli alimenti inquinati del Veneto?

I dati scottanti del più grande inquinamento mai registrato nel Veneto che fine hanno fatto?

I dirigenti delle ULSS hanno inviato i veterinari a controllare gli alimenti inquinati?

Hanno fatto analizzare il sangue degli addetti che lavorano in aziende dove i PFAS si utilizzano?
Hanno controllato la qualità dell’aria nella prossimità di tali aziende, che a volte si trovano a poche decine di metri dai centri abitati?




La stampa non trova grottesco riproduce senza controbattere dichiarazioni “fuori controllo” dell’assessore Bottacin secondo cui le acque superficiali del Veneto sono state da sempre “sotto controllo”?




Propongo di inviare al solerte assessore che vigila sulle acque superficiali una cassetta di acqua minerale targata A.Ri.C.A, raccolta alla fonte, e un paio di chili di pesce fresco appena pescato nelle nostre rogge.


La magistratura sta aspettando ancora ulteriori conferme sulla nocività dei PFAS? Fino a quando?
Come intende agire sulle responsabilità di chi materialmente li produce o li utilizza?
Il magistrato Felice Casson
Ritiene di agire anche nei confronti di chi autorizza ciò che non dovrebbe essere autorizzato e non sorveglia sufficientemente territorio, falde, aria e alimenti?












I dati che impongono una severa revisione dei livelli minimi di sicurezza dei PFAS nell’acqua e negli alimenti dovrebbero essere letti attentamente dal dott. Giorgio Gentilin che fino ad oggi si è rifiutato testardamente di fornire acqua potabile non contaminata e cibi sicuramente esenti da contaminazione ai bambini dell’asilo e delle mense scolastiche.

Aveva dichiarato alla stampa: “Un giorno la scienza mi darà ragione”!! Adesso la scienza non solo non gli dà ragione ma mette a sua disposizione oltre all’elenco dei PFAS, che fanno male non solo ai bambini, anche spiegazioni, evidenze e limiti.

Di fronte all’opinione pubblica arzignanese non ci sono più scusanti, né per lui né per la piccola corte che da sempre lo sostiene e nemmeno per quella parte della cittadinanza (autolesionista) che anziché spronarlo a responsabilizzarsi si volta dall’altra parte e fa finta di non vedere che si continua a negare acqua e cibo non contaminati ai piccoli di Arzignano, per troppo tempo esposti ai danni da PFAS derivanti dalla sua ostinata contrarietà.

Come socio di maggioranza della società Acque del Chiampo, come sindaco di Arzignano e come presidente del Consiglio di Bacino, dopo le documentazioni pubblicate dal Dipartimento per la Salute e per i Servizi alla Persona degli Stati Uniti, ha il dovere, come misura cautelativa immediata, di far mettere i filtri all’acquedotto comunale, così come si è affrettato a fare per Brendola e giù di lì nell’attesa di un nuovo acquedotto (ancora nemmeno immaginato) che ci procuri acqua derivante da sorgenti non contaminare, scartando definitivamente i pozzi di Canove, ormai chiaramente non utilizzabili.

Unione Europea

Come è noto, anche in sede UE si sta lavorando alla revisione dei limiti da adottare per i PFAS.
Alla luce dei nuovi dati che giungono dagli USA, appare ormai obsoleta e improponibile la proposta della Commissione Europea che indica un limite massimo di 100 ng/l per ogni singolo tipo di PFAS e per i PFAS totali è 500 ng/l.

E anche l’emendamento presentato da Zoffoli (parlamentare europeo) appare ormai superato in quanto propone per l’EFSA i limiti (30 ng/l per i PFOS, 90 ng/l per la somma tra PFOS e PFOA, 300 ng/l la soglia per i PFAS totali.) decretati dalla giunta veneta, che sono anni luce distanti da quelli definiti dall’ATSDR.

È necessario in questa sede ribadire gli obiettivi dell’intero movimento Zero Pfas che sono l’assoluta assenza di perfluorati nell’acqua potabile e nei cibi e il bando della produzione e della commercializzazione della intera classe dei perfluorati.



Senza perdere di vista il nostro obiettivo, l’impegno per ottenere un limite almeno uguale se non più basso di quello americano, vincolante per tutti gli europei, durante le negoziazioni dei prossimi mesi dovrà essere massimo e la trattativa trasparente.

A settembre è previsto il voto in Commissione Ambiente e a ottobre quello in Plenaria a Strasburgo.

Queste scadenze richiedono da parte di tutti un forte impegno, attenzione e vigilanza.

 La pressione sui parlamentari europei e sui politici italiani dovrà essere costante e non dovranno mancare iniziative locali ed europee a sostegno dei nostri obiettivi.

 Politici e partiti dovranno rispondere del loro comportamento al riguardo.

La funzione del Movimento non è quella di mendicare “favori” dal potente di turno ma di mettere i responsabili politici dell’inquinamento con le spalle al muro di fronte all’opinione pubblica.

ALIMENTI

Il monitoraggio effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità sugli alimenti prodotti nella “Zona Rossa” ha evidenziato prodotti estremamente contaminati da più PFAS contemporaneamente, come abbiamo denunciato in precedenti post.

Alla luce di quanto espresso dal ATSDR sarà necessario agire immediatamente onde evitare l’ulteriore diffusione di tali alimenti nei mercati.

Il Dipartimento di Prevenzione Regionale (fino ad ora in merito a questo problema che misure ha preso?) ha il dovere di intervenire con urgenza.

I veterinari aspettano da troppo tempo di essere messi in grado di controllare prodotti e aziende.

Ai cittadini va restituita la sicurezza di non trovare cibi contaminati sui banconi del mercato!

Pretendere una filiera documentata per ogni alimento e una certificazione FREE PFAS, stante la gravità di quanto sta avvenendo, ci sembra il minimo.


PER I GENITORI

Consigliamo la lettura di questo post a tutti i genitori che hanno bambini che frequentano  gli asili, la scuola dell’infanzia “materne” e mense scolastiche, alle donne in stato di gravidanza, ai dirigenti scolastici e agli insegnanti.

La contaminazione da PFAS non riguarda solo l’acqua, come abbiamo detto sopra.

Siete voi genitori l’ultima difesa dei vostri figli e non dovete preoccuparvi di usare le “buone maniere” con chi di loro se ne frega bellamente.
Se accetterete indecenti compromessi, suggeriti magari da chi si preoccupa di proteggere il “buon nome” del sindaco e delle istituzioni anziché la salute dei propri figli, la responsabilità di quanto potrà loro succedere mangiando e bevendo alimenti tossici ricadrà solo su di voi!

Ribadiamo quanto prescrive l’agenzia americana
 per un bambino di 10 chili che beve 2 litri di acqua al giorno, considerando un contributo di default dell’acqua potabile pari al 20% della esposizione totale, i limiti per PFOS e PFOA si dovrebbero attestare intorno ai 2 ng/L.”

2 nanogrammi/litro, con gli attuali metodi non sono rilevabili, pertanto, di fatto equivalgono a ZERO PFAS
Ci auguriamo che queste 2 parole diventino lo slogan di tutti i cittadini assetati di acqua libera dai PFAS oltre che di giustizia

Giovanni Fazio








martedì 26 giugno 2018

MORIRE DI LINFOMA A TRENT’ANNI



Poco fa sulla soglia della mia cucina ho scorto una cavalletta.
Un animale bellissimo di un colore verde luminoso. Giaceva su un fianco immobile. Era morta, come tanti insetti che non si vedono più.

Ho alzato lo sguardo verso il cielo. Oggi è una giornata confortata da una fresca brezza che fa ondeggiare la cima color ruggine del pruno nel prato del mio vicino. Il cielo è trasparente, di un azzurro pulito, come raramente si riesce a vedere nei giorni di estate. Cumuli bianchissimi si innalzano verso occidente.

 Nell’ immenso spazio che si spalanca verso Calvarina e più in là verso le Piccole Dolomiti, si avverte una strana sensazione di vuoto, una mancanza che non sai cosa sia, uno sgomento che ti cresce dentro e di cui non percepisci l’origine, una inquietudine silenziosa, una assenza di cui non avverti la causa. Pian piano comici a capirne la ragione.

Non una rondine solca quell’oceano azzurro. Quel cielo che fino a qualche anno fa pullulava di uccelli è morto; avvelenato come la terra e l’acqua. Non si sentono più i garriti che riempivano l’aria.

Più in là, sulle colline che si innalzano da Montorso, qualcuno, bardato con guanti, casco, occhiali e un mantello di plastica guida un piccolo trattore lungo i filari delle viti, senti il compressore che martella spargendo bianchi aerosol di veleni.

Lungo le tracce del suo passaggio troverai tra qualche ora piccoli uccelli morti, qualche talpa, animaletti fermi in mezzo alle zolle sulle quali ha cessato di crescere un’erba color arancione. 

La cosa più sconvolgente è che nessuno, nel lucido schermo dello smartphone nel quale si riflette costantemente l’immagine di una umanità distratta, ha percepito la morte della natura. I suoi gemiti non raggiungono l’orecchio delle persone, troppo prese dal chiacchierio delle chat.

 Nessuno più guarda il cielo. Nessuno si è accorto che la primavera non porta più le rondini. E, la stessa primavera, dov’è? Segna solo l’inizio della stagione in cui si deve fuggire dalla campagna.

Un tempo, da ragazzo, in Sicilia, vedevo i contadini seminare la vita nei solchi scavati con le zappe e con l’aratro a chiodo trainato da un mulo. Una fatica millenaria che affidava alla terra una attesa di messi dorate. Adesso quei contadini non ci sono più.





Partirono, giovani pieni di sconforto, coraggio e la speranza di una nuova vita più umana e più giusta verso le fabbriche del Nord, accolti, per necessità, da genti ostili.
Lasciarono nel paese le loro donne, i vecchi e i bambini a rincorrersi nei carruggi, inseguendo una palla di pezza. Trovarono tra ingranaggi, frese, torni odorosi di petrolio quel pane che la loro fatica stentava a guadagnare in una terra avara, dominata da feudatari anacronistici sopravvissuti al medioevo.


Ora anche quel lavoro sta agonizzando, tradito da chi avrebbe dovuto proteggerlo, dall’avidità di gente sempre più dimentica delle proprie radici.
Dove sono finite le serate d’estate sull’aia, le fisarmoniche che riempivano improvvisamente la sera di cascate di note come fuochi d’artificio, gli orchi e le anguane e i filò nelle stalle scaldate dal doppio fiato delle mucche?


Migrazioni si appalesano per figli e nipoti, inutilmente arricchitisi di saperi che chi governa una economia malata e disumanizzata non sa utilizzare.

La terra, la madre, fu profanata. Tonnellate di rifiuti velenosi giacciono nelle sue viscere. La terra muore lentamente nella quotidiana distrazione di una assuefazione al peggio.

Ora anche gli uomini cominciano a morire, come muoiono le api che non vengono più a succhiare il polline nei fiori del mio piccolo giardino.



La loro malattia viene vissuta come un fatto privato, una sventura personale, qualcosa che non accadrà mai a me o alla mia famiglia. Ma è veramente così?

Tre casi di linfoma non Hodgkin, un mieloma, due tumori intestinali e un tumore al cervello. Tre ricoveri in ospedale per vertigini e perdita di conoscenza. Tutto nel raggio di 100 metri.

Siamo in via Borgovilla, a Cappella Maggiore, uno dei 15 comuni dell’alto Trevigiano che fanno parte dell’area della denominazione Prosecco Docg.

A farla da padrone qui è il vitigno Glera, da cui si ottiene l’uva bianca Prosecco. 

Una zona ricoperta da vigneti, e, da maggio a settembre, avvolta da nuvole di pesticidi.

I cittadini sono spaventati e puntano il dito proprio contro l’uso dei fitofarmaci:
 "I linfomi non sono contagiosi: come possono esserci tanti casi di malattia e di ricoveri in una sola strada? Sono davvero una coincidenza?".

A raccontarci la storia di una via di campagna dove "non si respira più" è la famiglia G****. 

La figlia Al***, 35 anni, due bimbe piccole, sta lottando contro il linfoma non Hodgkin. La stessa malattia che si è portata via un vicino e che ha colpito la signora R****, che vive a pochi metri da Al***. La madre della ragazza è finita al Pronto Soccorso. Lo stesso è accaduto ad altri due vicini di casa. Al marito di V***, è stato invece riscontrato un enfisema polmonare.”



Palazzo ferro fini Venezia sede della Regione
Queste le cronache di un Veneto tradito da chi avrebbe dovuto governarlo guidandolo verso un nuovo benessere.

Non stiamo parlando di una maledizione divina né di una catastrofe naturale.




Il male che colpisce ignari cittadini è umano, governato dall’alto, da uomini indegni di rappresentare una popolazione che ha loro consegnato incautamente le leve del comando, uomini cinici che proteggono e garantiscono gli avvelenatori, siano questi una multinazionale che scarica i suoi rifiuti nelle vene della terra o imprenditori che hanno scoperto nuove miniere d’oro in un vino sempre più contaminato da una chimica che divora la terra e gli uomini.

Come potete dormire sonni tranquilli la notte? Non sentite il pianto dei bambini accanto all’agonia delle madri? Come fate a guardarvi allo specchio al mattino e raccontare in giro, in interviste servili verso altri poteri molto più grandi di voi, che non ci sono prove certe sulla pericolosità dei PFAS?

State forse aspettando che venga anche a voi un cancro ai testicoli o al rene per convincervi, nelle nebbie dell’Alzheimer collettivo che avanza, che questa acqua che fate bere alla gente e che questo cibo che immettete nei mercati portano sofferenza e morte nelle case?


Quando vi riunite nelle vostre lugubri cene che irridono, di fatto, alla sofferenza altrui, mangiate forse spaghetti alle vongole della laguna e crostacei dell’Adriatico?

Avete mai pensato ai bambini?
Sapete che i tumori colpiscono l’infanzia in età sempre più precoce?






C’è una voragine che ci separa da questi uomini di potere, piccoli, mediocri e arroganti:

è la nostra consapevolezza di essere parte di un intero universo.








Noi sappiamo di essere la terra ferita e i mari agonizzanti tra plastiche e metalli pesanti che scendono a valle trasportati da fiumi trasformati in fogne.






Noi sappiamo di essere il cielo e la speranza che le rondini ritornino in un mondo liberato da una immondizia che è, prima di tutto, morale.

Giovanni Fazio




venerdì 22 giugno 2018

GENTILIN ALLE CORDE



PASSA IN COMUNE UNA MOZIONE DI MINORANZA SUI PFAS

















Il Consiglio Comunale di Arzignano ha approvato all’unanimità l’emendamento ad una mozione presentata dalla consigliera Peretti,il cui primo firmatario è il consigliere Piero Magnabosco, assente per motivi di lavoro, avente come oggetto “Richiesta di inserire il territorio di Arzignano in Zona Gialla”.

Con l'emendamento, approvato nella seduta di mercoledì 20 giugno, il primo cittadino, Giorgio Gentilin, si impegna nelle sedi istituzionali opportune a chiedere un biomonitoraggio a campione sulla popolazione di Arzignano, per rilevare l’eventuale presenza di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue. Rilevazione che, attualmente, viene fatta nella Zona Rossa (La mozione di Magnabosco chiedeva che fossero effettuati i bio monitoraggi con gli stessi criteri adottati per la Zona Rossa).

È la prima volta che sindaco e Consiglio prendono in considerazione una richiesta (quella sul biomonitoraggio dei cittadini arzignanesi) che, da anni, viene reiterata da CiLLSA a nome di tutta la città, anche se, ed è giusto ricordarlo, non si capisce (o si capisce benissimo) per quale motivo, anche se ovviamente non dipende da lui, non richieda che la città sia inclusa in Zona Arancione, trovandosi  proprio nel cuore di questa area.

Trucchetti maldestri per "addolcire" le richieste che vengono dai cittadini, fingendo di accoglierle benevolmente. 

Malgrado ciò questa mozione,  potrebbe essere un primo passo, ammesso che vada in porto, perché i cittadini di Arzignano godano degli stessi diritti dei cittadini dei comuni vicini.

Abbiamo comunque seri dubbi che in Regione la prendano in considerazione.

Notoriamente l’acquedotto di Arzignano è molto più inquinato da PFAS di quanto non siano quelli di Montorso Vicentino e Montecchio Maggiore; questo dato emerge anche dal confronto degli ultimi rilevamenti effettuati, pubblicati in questi giorni da Acque del Chiampo.

Per entrambi questi comuni è prevista, da Acque del Chiampo, l’installazione provvisoria di filtri a carboni attivi, in attesa di nuovi progetti acquedottistici.
Per Arzignano, malgrado continue richieste da parte di CiLLSA e del “Comitato Zero PFAS Agno Chiampo”, fino ad oggi non è previsto nessun filtro, né, tanto meno, è stato programmato un nuovo acquedotto che porti acqua pulita in città.  

I pozzi dove pescano gli acquedotti si trovano in una area a valle di Miteni caratterizzata da profondi strati di ghiaie, al di sotto dei quali scorre una grande falda acquifera inquinata. La presenza dei PFAS varia in base alla piovosità o meno e alla variazione del livello di falda che attinge gli inquinanti dagli strati più superficiali, fortemente contaminati. Ciò spiega la variabilità stagionale dei livelli di inquinamento.

Si tratta di una falda che non dà alcuna garanzia, nel presente e per il futuro, per cui è indispensabile, per i comuni che vi attingono, la ricerca di una nuova fonte idrica in aree del territorio esenti dalla contaminazione, così come si sta facendo per altri comuni.



Ignorare questo dato di fatto è molto grave ma è quello che da anni fa Gentilin, seguito dal coro di assessori e consiglieri che compongono la sua piccola corte.

“… ribadendo quanto già affermato in più occasioni,” dichiara il sindaco “ fermo restando il livello sotto-soglia di Pfas nell’acqua distribuita sul territorio di Arzignano, Canova compresa, qualsiasi decisione in merito all’assegnazione di zone rosse o arancione spetta alla Regione Veneto “ e ancora, rispondendo a una richiesta di alcuni genitori  “Non spetta al sindaco decidere se il proprio territorio debba appartenere o meno alla zona rossa o arancione e tantomeno posizionare filtri per l’acqua negli edifici pubblici”

Giorgio Gentilin mette le mani avanti e scarica la responsabilità dell'esclusione di Arzignano (la città più vicina alle fonti inquinanti che sono Miteni e il distretto conciario) su Zaia e il suo entourage.
In realtà non ci risulta che abbia mai protestato per questa scandalosa omissione riguardo alla quale anzi  è stato da sempre un sostenitore, come emerge dalle dichiarazioni sulla" buona qualità dell'acqua" che gli Arzignanesi sono scostretti a bere anche per sua diretta responsabilità.

Chiediamo a Giorgio Gentilin, presidente del Consiglio di Bacino e sindaco 
del comune che detiene la maggioranza assoluta delle quote di Acque del Chiampo, se sia all’oscuro di quanto delibera autonomamente questa società che gestisce acquedotti e depuratore.

Chiediamo se non sappia che nel suo comune la società ha inserito filtri a carbone attivo nelle cosiddette “casette dell’acqua”: non sono queste edifici pubblici?

Secondo quale logica sono stati montati i filtri nelle casette e ci si rifiuta di rifornire di acqua non inquinata l’asilo, le “scuole materne” e le mense scolastiche?



Ci chiediamo:” secondo quale logica si progettano filtri per i comuni vicini (per altro meno inquinati) e non si mettono nell’acquedotto di Arzignano?

E, per quanto tempo ancora i cittadini dovranno cuocere la pasta con l’acqua minerale?”




Secondo quale logica il sindaco ha proclamato che per Brendola e Lonigo il suo obiettivo è ZERO PFAS mente per Arzignano, secondo lui, è sufficiente restare dentro i limiti fissati dalla Regione?


Vi è una palese contraddizione nel comportamento del primo cittadino il
quale sente sempre più pressante l’indignazione dei cittadini che, man mano, prendono coscienza del comportamento che egli assume per la città, per i bambini delle scuole e per la salute degli abitanti.


Adesso ha dovuto accettare, (sebbene modificata e resa inoffensiva) la non più eludibile, mozione delle minoranze .

Noi consideriamo ciò, malgrado tutto, un riconoscimento di fatto della grave emergenza per la quale sono necessarie iniziative molto più appropriate e radicali.

Le abbiamo pubblicate su un volantino, distribuito in migliaia di copie in tutta la città, il cui testo integrale riportiamo ancora una volta.




CHIEDIAMO

·       DISTRIBUZIONE AGLI ASILI NIDO, ALLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE IN GRAVIDANZA DI ACQUA ESENTE DA CONTAMINAZIONE DA PFAS, ALIMENTI PROVENIENTI DA ZONE SICURE, POSSIBILMENTE BIOLOGICI.
·       Immediata applicazione di FILTRI A TUTTI GLI ACQUEDOTTI COMUNALI con presenza di contaminazione da PFAS, senza oneri per gli utenti.
·       CHIUSURA DELLE FONTI INQUINATE degli acquedotti e allacciamento con fonti non contaminate. I POZZI DI CANOVE da cui attinge il nostro acquedotto sono contaminati, come dimostrano i dati pubblicati sulle bollette da Acque del Chiampo.
·       Estensione ai cittadini di Arzignano e dei comuni della cosiddetta “Zona arancione” delle misure di prevenzione adottate dalla Regione nella “Zona rossa”, ivi compreso lo SCREENING GRATUITO.
·       PUBBLICAZIONE SETTIMANALE, dei dati delle analisi dell’acqua degli acquedotti. (A Lonigo il controllo dell’acqua è giornaliero, ad Arzignano quadrimestrale).
·       CONTROLLO OBBLIGATORIO, a spese della Regione, di tutti i pozzi privati per verificare quali possano continuare ad erogare acqua a fini agricoli o di allevamento e quali no e applicazione dei limiti più possibilmente vicini allo zero anche per le acque usate dalle aziende agricole e dagli allevamenti.
·       INDIVIDUAZIONE E MONITORAGGIO delle aziende che producono alimenti contaminati, siano essi prodotti agricoli, foraggi, animali o prodotti derivati e ritiro dal commercio delle partite inquinate.
·       Applicazione del cronoprogramma decretato dalla Regione per gli scarichi delle aziende del comparto conciario affluenti al depuratore di Arzignano come primo passo indispensabile al risanamento del territorio e esclusione dal condotto A.Ri.C.A. degli scarichi industriali attraverso la realizzazione di un circuito chiuso di depurazione che riporti alle aziende l’acqua depurata derivata dagli scarichi.
·       SEQUESTRO GIUDIZIARIO CAUTELATIVO IMMEDIATO DELLA MITENI (o suo spostamento in zona idonea sotto il profilo idrogeologico e antropico), e un adeguato progetto che salvaguardi l’occupazione degli attuali lavoratori.


Giovanni Fazio



IL POPOLO DEI PFAS E' IN MARCIA. 
SIAMO TANTI  E DIVENTIAMO SEMPRE PIU' NUMEROSI.
L'ACQUA E' UN BENE COMUNE FONDAMENTALE E UN DIRITTO INALIENABILE PER TUTTI.