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venerdì 13 aprile 2018

CiLLSA SCRIVE AI CONSIGLIERI COMUNALI DI ARZIGNANO




SALVIAMO I NOSTRI BAMBINI DALLA CONTAMINAZIONE DA PFAS


Questa mattina la CiLLSA ha inviato una lettera al Consiglio Comunale di Arzignano per coinvolgere i consiglieri di buona volontà, se ce ne sono, a intraprendere una azione in favore dei bambini di Arzignano e dei cittadini tutti. 
Qui di seguito ne pubblichiamo il testo e linkiamo sotto un documento fondamentale che dimostra scientificamente i modi in cui i PFAS penetrano nel nostro corpo, anche a piccole dosi per volta, restandovi dentro per anni e anni e quindi accumulandosi e arrecando danni irreversibili.


Ai Consiglieri comunali                                           Arzignano 13/04/2018
Pc
Al sindaco dott. Giorgio Gentilin
Ogg: richiesta di misure preventive contro la contaminazione da pfas

Dopo reiterate richieste, andate a vuoto, rivolte al sindaco di Arzignano affinché prenda in considerazione la necessità di evitare che i bambini delle scuole del nostro comune siano esposti alla contaminazione da PFAS presenti nell’acqua dell’acquedotto cittadino, ci rivolgiamo ai membri di codesto Consiglio comunale, stimando che siano sensibili ad una richiesta che viene rivolta per il bene e per la salute della nostra comunità.
Alleghiamo all’uopo una completa documentazione scientifica corredata dalle dichiarazioni delle maggiori autorità scientifiche nazionali, regionali e internazionali che confermano la correttezza della nostra richiesta.

Vi invitiamo a leggerla e a riflettere sulla opportunità di risolvere una questione che altrimenti non può che arrecare ulteriore danno alla nostra comunità.
La dichiarazione del sindaco, apparsa sul Giornale di Vicenza, secondo cui l’acqua del Chiampo sarebbe assimilabile ad acqua oligominerale, è una boutade che fa ridere i polli e, alla lunga, non può che portare discredito a chi l’ha pronunciata e a coloro che la sostengono tuttora.
Non è mai tardi per correggere i propri errori e rendersi conto che il fatto che alcune aziende del comparto conciario usino prodotti con perfluorati non è da tempo un segreto per nessuno.
Se la cancellazione del nostro comune dalla mappa della zona inquinata avesse avuto come scopo quello di non disturbare il manovratore, l’obiettivo è fallito. Il recente cronoprogramma redatto dalla Regione conferma quanto da noi più volte messo in evidenza e indica delle soluzioni possibili.

Nel frattempo i cittadini, di cui voi siete i rappresentanti, continuano a bere acqua inquinata, sebbene entro i limiti che la politica ha fissato recentemente.
Infatti sapete benissimo che tali limiti non garantiscono dalla contaminazione da PFAS chi fa uso di quest’acqua quotidianamente per lunghi periodi, come la maggior parte degli abitanti di Arzignano, soprattutto i bambini, a causa del bioaccumulo e della persistenza che sono due deleterie caratteristiche di queste sostanze.

Per questo, al fine di evitare un ulteriore danno alla popolazione, abbiamo chiesto, come misura immediata e temporanea, che vengano istallati dei filtri a carbone attivo al nostro acquedotto, così come è stato fatto a suo tempo per quelli di Brendola e Lonigo.
Si tratta di una misura costosa ma necessaria e non si capisce per quale motivo tale opportunità sia riservata agli abitanti di altri comuni ma non a noi.
Come misura risolutiva poi è ovvio che si dovrà provvedere alla costruzione di un nuovo acquedotto che attinga l’acqua da fonti sicuramente non inquinate. Lo si sta progettando per gli altri comuni e, anche in questo caso, non si capisce perché proprio Arzignano debba restarne escluso.

Il dott. Giorgio Gentilin dovrebbe ricordarsi che oltre che essere presidente del Consiglio di bacino è sindaco di Arzignano e che ha dei precipui doveri nei confronti dei suoi cittadini.

Ci auguriamo che la nostra richiesta sia seriamente presa in considerazione da codesto Consiglio comunale e che, finalmente, si cominci a fare per noi arzignanesi quanto è stato da tempo fatto nei confronti di tutti gli altri abitanti dell’area inquinata da Miteni.

Cordialmente

I portavoce di CiLLSA
Donata Albiero e Walter Rasia Dani

Ps: si allega documento sui danni correlati alla esposizione a PFAS


mercoledì 11 aprile 2018

UN COMPLEANNO FAVOLOSO














IL DEPURATORE DI ARZIGNANO COMPIE 40 ANNI
E I RISULTATI SI VEDONO.

Il giorno 4 di questo piovoso mese di aprile si è celebrato, nei sontuosi locali di Acque del Chiampo, il quarantesimo anniversario del depuratore di Arzignano.
L’introduzione epica di Renzo Marcigaglia ha aperto la kermesse in una sala riservata solo a imprenditori e politici.

(Per i cittadini inquinati, al fine di evitare inutili interferenze tra invitati di prima classe e gli utenti che pagano il servizio,  è stata predisposta una apposita saletta con monitor per seguire l’edificante spettacolo lontano dalla sala delle celebrazioni,).

Con un volo pindarico il presidente di Acque del Chiampo ha esordito:
«Il depuratore è opera di imprenditori lungimiranti. Giganti che hanno gettato le basi, lasciato delle orme che poi sono state fruttuosamente seguite con la consapevolezza che bisogna lavorare preservando l'ambiente»

Che i giganti lungimiranti abbiano gettato le orme non vi sono dubbi; basta guardarsi intorno per vedere in pieno territorio di ricarica di falda nove discariche enormi che hanno raccolto i rifiuti conciari per 40 anni, creando una ipoteca su uno dei gangli più fragili del sistema delle falde idriche del Veneto.

Per constatare come tali “impronte” siano state “fruttuosamente seguite” basta vedere i conti in banca. Infine per scoprire la “consapevolezza” dei conciari è sufficiente affacciarsi allo sbocco del dotto A.Ri.C.A.

Non potevamo immaginare che per il compleanno del depuratore il bravo Presidente Renzo ci sciorinasse un fantasy.

Tuttavia la parte più avveniristica degli interventi che si sono susseguiti in un clima di noia euforica degli astanti è stato quello di Luciano Vescovi (premiato, a suo tempo, per la tesi di laurea sul depuratore arzignanese)

Ferraretta è stato un ritorno al passato… ma lo sguardo è rivolto al futuro perché anche il futuro può diventare una risorsa … Non bisogna avere paura delle ombre e delle sirene, è il tempo di scegliere le migliori tecnologie disponibili. Esempi virtuosi non mancano, come il termovalorizzatore di Vienna che brucia i rifiuti di Roma, o quello di Bolzano. E' il momento di superare, ovviamente nel rispetto delle persone e dell'ambiente, determinate logiche. Occorre completare la catena con l'anello mancante»


Insomma, dopo avere inquinato terra e acqua dobbiamo fare il salto di qualità e pensare a costruire un bell’inceneritore per sottrarre all’Austria i rifiuti di Roma e chiudere “l’anello mancante”.

Per fortuna, grazie anche alla lunga opposizione di Cillsa e dei cittadini che hanno firmato contro la costruzione di un  inceneritore ad Arzignano, i tempi per costruirlo in via Ferraretta sono ormai scaduti .

Non poteva mancare, alla chiusura della giornata, la benedizione di  Giorgio Gentilin, presidente del Consiglio di Bacino che, ha ringraziato i sindaci del passato, del presente e quelli che verranno per aver creduto nella depurazione.”

 Infatti, come tutti possono constatare, la depurazione del depuratore di Arzignano più che una banale realtà è un atto di fede in cui credere, soprattutto per i sindaci che verranno.

Uomini di poca fede, nessuno dei convenuti ha osato brindare con un bicchiere di acqua cristallina prelevata dallo sbocco di A.Ri.C.A, lasciando il prezioso liquido depurato ai riconoscenti agricoltori e allevatori del bacino del Fratta Gorzone, notoriamente credenti.

Da quanto appare dall’agiografia del Giornale di Vicenza del giorno 5 aprile a cura di tale Giorgio Zordan, non sembra che qualcuno abbia parlato di PFAS. Del resto si sa: è di cattivo gusto parlare di corda in casa dell’impiccato.

Così si è concluso elegantemente il metafisico compleanno del depuratore di Arzignano dove politici e conciari, come si dice, se la sono cantata e se la sono suonata, lasciando le mamme di Lonigo e i cittadini, sconvolti e arrabiati, per i PFAS presenti nel sangue dei loro ragazzi, a bocca asciutta.

Giovanni Fazio



giovedì 5 aprile 2018

SESSANTA ARZIGNANESI POTRANNO EFFETTUARE GRATUITAMENTE LE ANALISI PER LA VERIFICA DELLA CONTAMINAZIONE DA PFAS




















CiLLSA HA PROVVEDUTO DOVE REGIONE E GENTILIN HANNO MANCATO.

Da anni va avanti la nostra campagna per includere i cittadini di Arzignano all’interno delle zone inquinate da monitorare.

Purtroppo le nostre richieste sono sempre state ignorate dalla Regione e osteggiate dal sindaco di Arzignano che si è perfino rifiutato di fornire acqua non inquinata ai bambini dell’asilo e delle mense scolastiche.

 Naturalmente, se il sindaco le avesse accettate, avrebbe dovuto smentire le sue, a dir poco clamorose, affermazioni secondo cui l’acqua di Arzignano sarebbe comparabile ad acqua oligominerale.

In realtà la stessa “Acque del Chiampo” conferma nei suoi monitoraggi periodici la presenza di notevoli quantità di PFOA e, in minor misura, di altri PFAS, con dati pubblicati sulle bollette.


Il fatto che la presenza di PFOA mediamente non superi i livelli stabiliti dal recente decreto regionale non esclude il rischio che l’assunzione permanente di tali sostanze determina nei bambini ma anche negli adulti.
Una lunga campagna per liberare i cittadini di Arzignano dai PFAS

Da tempo chiediamo, senza ricevere alcuna risposta, un monitoraggio dei parametri inquinanti nel sangue dei cittadini arzignanesi, come è stato fatto altrove.

Abbiamo pertanto colto al volo l’opportunità offertaci dall'istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori, Istituto nazionale tumori Irccs, Fondazione Giovanni Pascale di Napoli che conduce, insieme all’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto  Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, il progetto SEIEVA sull’epatite virale E.

Abbiamo chiesto agli organizzatori del progetto che, considerata la peculiarità della nostra zona a causa dell’inquinamento da perfluorati, venisse inclusa nel novero delle analisi la ricerca e il dosaggio dei principali PFAS presenti nell’acqua e nei cibi. 
Si tratta di analisi del sangue molto accurate che comprendono, per la prima volta in zona, anche la ricerca di metalli pesanti e di diossine.
Le aree di provenienza dei campioni di popolazione inclusi nel progetto sono oltre alla Campania le province di Catania, Taranto, Brescia, Vicenza. A quest’ultima provincia sono stati assegnati 200 soggetti; di questi, 60 siamo riusciti a ottenerli per Arzignano e zone limitrofe.

I criteri per selezionare le persone su cui effettuare lo screening sono:
  • Età compresa dai 20 ai 49 anni
  • Residenza nel comune di riferimento da almeno 5 anni
  • Anamnesi negativa per epatite B, C ed HIV

Stiamo già ricevendo tante telefonate di cittadini che intendono essere inclusi nella ricerca. Non siamo sicuri di potere dare esito positivo a tutte le richieste, visto il limite di 60 persone che ci è stato concesso.
Per correttezza abbiamo deciso di dare la priorità agli iscritti CiLLSA e, successivamente, ai membri del COMITATO ZERO PFAS AGNO CHIAMPO; esaurite le suddette richieste potremo prendere in considerazione altre richieste.
I partecipanti allo screening dovranno compilare un documento di accettazione che sarà spedito direttamente al SEIEVA.
In seguito i partecipanti saranno contattati per l’appuntamento per il prelievo.
Lunedì 9 aprile alle 20.30 ci troviamo alla pizzeria 2 Forni di Arzignano, via Po, per dare le delucidazioni del caso e raccogliere le domande firmate.
 Questa iniziativa, oltre a rappresentare un elemento di conoscenza utilissimo per i singoli partecipanti, servirà come test di valutazione della contaminazione da PFAS dell’area di Arzignano.
 Infatti gli esiti degli esami saranno pubblicati in forma anonima.

Per partecipare allo screening potete inviare le vostre richieste a cillsa4@gmail.com e partecipare all’ incontro del 12 aprile in pizzeria.
Giovanni Fazio

PS: si avverte che le richieste di coloro che non saranno presenti lunedì sera non potranno essere accolte.


 DOCUMENTI DEL PROGETTO


















domenica 1 aprile 2018

Ringrazio quanti oggi mi hanno fatto gli auguri di Buona Pasqua.






















Ricambio di cuore e soprattutto auguro per tutti i bambini, della mia città e del pianeta che possano vivere in un mondo che abbia cura di loro.

Per questo continuo a chiedere per i nostri bambini di Arzignano acqua non inquinata negli asili e nelle mense scolastiche e vi invito, mentre abbracciate i vostri figli, a pensare per un momento ai bambini siriani.

Che possano fuggire dall’inferno in cui tutti noi li abbiamo cacciati e possano essere accolti con amore in un mondo che invece li odia e li respinge.


Giovanni Fazio

domenica 25 marzo 2018

LEGNAGO CONVEGNO ISDE SUI PFAS




Ieri, 14 marzo 2018, ospite della Sala civica del comune di Legnago, si è tenuto un convegno sull’inquinamento da PFAS nella Regione Veneto e nel Veronese, organizzato dall’ISDE.

Oltre ai medici dell’ISDE (Associazione medici per l’Ambiente) erano presenti i protagonisti delle lotte contro l’inquinamento da PFAS, rappresentanti di molte delle associazioni che in questi anni hanno messo in evidenza il fenomeno e hanno lottato e continuano a lottare per ottenere dalle istituzioni soluzioni urgenti ed efficaci.

Nella locandina sono leggibili i nomi dei partecipanti e l’ampiezza del dibattito che aveva l’obbiettivo di fare il punto sull’insieme delle questioni, mediche, ambientali, politiche, amministrative, sanitarie e legali relative al grave fenomeno.

Tra le altre, particolarmente degna di nota la relazione della dottoressa Elisa Dalla Benetta, medico di famiglia. Il suo intervento dimostra quanto possa fare un medico di famiglia rispetto alle malattie che derivano dalla contaminazione da PFAS. In particolare la dottoressa ha parlato dell’aumento dei tumori della tiroide, e degli aborti ripetuti causati dai PFAS.

Sarebbe stato utile se al convegno avesse partecipato il sindaco dott. Giorgio Gentilin per ascoltare dalla viva voce della dottoressa  quante pazienti siano andate incontro ad interruzioni della gravidanza tardive e come questi aborti abbiano colpito esclusivamente bambini di sesso maschile.

Il motivo è da attribuire alla estrema somiglianza di alcuni PFAS con il testosterone, ormone maschile e all'azione che esplicano sul feto maschile durante la gestazione.

 Sarebbe stato importante la presenza del sindaco di Arzignano per ascoltare dalla viva voce degli esperti il danno esercitato dagli interferenti endocrini ai bambini nella fase dello sviluppo.

Infine sarebbe stato utile per lui, e di conseguenza per tutti noi, l'ascolto della relazione del rappresentante dell'Istituto Superiore di Sanità  che ci ha spiegato che il "livello di performance"  è una misura che riguarda le possibilità tecnologiche di abbassare la presenza di una certa sostanza tossica in un acquedotto ma che i limiti, così determinati dalle istituzioni, non danno nessuna garanzia di sicurezza, rispetto alla contaminazione e ai suoi effetti, tanto è vero che questi limiti, adottati a livello dei vari paesi, vengono continuamente riveduti al ribasso man mano che la tecnologia ne consente l'abbassamento. 


Sono infatti questi i motivi per cui

CHIEDIAMO CHE VENGA DATA AI BAMBINI NEGLI ASILI , NELLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE GRAVIDE, ACQUA TOTALMENTE ESENTE DA PFAS.

Non sono mancate le critiche per l’organizzazione della sanità regionale, in alcuni casi non in grado di fornire adeguate risposte ai cittadini e ai medici.

Di estremo interesse l’intervento del Dott. Enzo Merler medico del lavoro ed epidemiologo che ha relazionato sulla salute dei lavoratori della Miteni e sul riscontro epidemiologico dell’aumento statisticamente significativo di molte patologie correlate ai PFAS tra i lavoratori e del 50% di morti precoci rispetto al campione regionale.

Ringraziamo, tra gli altri, il dott. Vincenzo Cordiano, presidente regionale della ISDE, la dottoressa Marina  Lecis, il dott. Franco del Zotti e gli avvocati Giorgio Destro e Edoardo Bortolotto per un convegno di estremo interesse che segna una ulteriore tappa importante sulla conoscenza delle patologie correlate all’inquinamento da perfluorati e su quanto sia possibile fare per combatterle e prevenirle.

Giovanni Fazio




lunedì 19 marzo 2018

STANZIATI DALLA REGIONE 270 000 EURO GENTILIN “PUNTIAMO AL LIMITE ZERO”


MA NON PER ARZIGNANO.

Giorgio Gentilin, dimenticando di essere il sindaco di Arzignano, annuncia trionfalmente alla stampa un investimento complessivo di 600.000 euro che sarà stanziato per migliorare la centrale idrica Natta di Montecchio Maggiore.

E ARZIGNANO?


“«La stazione di filtraggio alla centrale idrica Natta che serve Brendola e Montecchio - spiega il consigliere delegato di Acque del Chiampo Andrea Pellizzari - darà una maggiore sicurezza con l'approvvigionamento di acqua filtrata verso l'obiettivo zero pfas.”

Scrive il Giornale di Vicenza di ieri 17 marzo “Obiettivo "zero pfas" già raggiunto a Brendola e Lonigo, nella cosiddetta zona rossa, ma che Acque del Chiampo sta cercando di rafforzare anche negli altri comuni, dove comunque i perfluori alchilici sono in diminuzione e sotto i limiti previsti”

E aggiunge Difficile ipotizzare il via ai lavori, dopo il definitivo si dovrà procedere con l'esecutivo, l'approvazione degli enti e la gara d'appalto ma l'iter potrebbe essere velocizzato dalla nomina del Commissario straordinario per l'emergenza pfas prevista nelle prossime settimane dal Consiglio dei Ministri.”

Siamo contenti del fatto che i nostri vicini di casa Montecchiani avranno, non si sa bene quando, una stazione di prelevamento acqua filtrata.
La chiedono da un pezzo e, finalmente, pur non facendo parte della zona rossa, vedono uno stanziamento di fondi destinati a migliorare la qualità dell’acqua del loro acquedotto.

Gentilin con orgoglio declama la sua nuova campagna ZERO PFAS per tutti, ma non per gli Arzignanesi, per i quali, al momento, non c’è nemmeno l’ombra di stanziamenti per migliorare la qualità dell’acqua.

Per giustificare l’intervento si è detto in altra sede che l’acqua del pozzo Natta era troppo inquinata;
 infatti l’ultima analisi di acque del Chiampo ci dà:

28 nanogrammi di PFOA/litro e 6 nanogrammi della somma degli altri PFAS.

Se andiamo a controllare i dati dei pozzi di Canove dove pesca Arzignano troviamo, nello stesso periodo dell’anno:

 39 nanogrammi/litro di PFOA e 5 della somma di altri PFAS.
ARZIGNANO CANOVE PFOA = 39 ng/l





MONTECCHIO NATTA PFOA = 28 ng/l








































Ci continuiamo a chiedere come mai il sindaco di Arzignano tranquillizzi scuole e asili sull’acqua “che è dentro i limiti” e si preoccupa per quella dei montecchiani che ha valori molto più bassi. 

Le immagini che pubblichiamo testimoniano il fatto che i pozzi di Canove sono più inquinati del pozzo Natta ma per l’acqua degli arzignanesi non ci sono stanziamenti in vista.



Inoltre ricordiamo che per Lonigo e zona rossa il limite da non superare per il PFOA è di 40 nanogrammi/litro
per Arzignano, invece è di 60 nanogrammi /litro

Nel frattempo continuiamo a raccomandarvi di non bere l’acqua del rubinetto per i motivi già detti mille volte nei precedenti post, e soprattutto non datela ai vostri bambini.






Gli amici di CiLLSA e del “Comitato ZERO PFAS Agno Chiampo” si incontreranno lunedì 26 marzo ore 19.45  alla pizzeria Due Forni di Arzignano, insieme a tutte le persone interessate che vogliono far valere i propri diritti, per avere anche ad Arzignano acqua non contaminata dai PFAS  e ottenere quello che viene dato ai cittadini dei comuni vicini:

1)uno screening a campione, gratuito, della popolazione per conoscere lo stato della contaminazione;

2)acqua non contaminata ad asili mense scolastiche e donne gravide;
filtri anche per il nostro acquedotto (come misura protettiva transitoria);

3)allacciamento a fonti o acquedotti non contaminati.

4)Chiediamo che Acque del Chiampo inviti, in un pubblico incontro con la cittadinanza, Davide Sandini per l’illustrazione di un ottimo progetto, da lui stesso redatto, di approvvigionamento di acque pulite che ha un unico difetto: è molto economico e di facile fattibilità.

Giovanni Fazio

NB: 
Tutto ciò che pubblichiamo è ampiamente documentato.






mercoledì 14 marzo 2018

PFAS NELL’ACQUEDOTTO DI ARZIGNANO




INTERROGAZIONE DI CRISTINA GUARDA e SENTENZA DEL TRIBUNALE SPECIALE DELLE ACQUE.

Il cerchio di omertà attorno ad Arzignano comincia a sfaldarsi per non dire che va completamente a pezzi.

Ricordiamo a tutti che la città della concia non è stata inserita in nessuna delle zone contaminate; né rossa, né arancione, né altro.
Semplicemente Arzignano, la città i cui pozzi di presa dell’acquedotto sono i più vicini alla Miteni, non esiste.

Il sindaco Gentilin si è dato un gran da fare per rassicurare i cittadini che l’acqua che beviamo è pura acqua di fonte, gridando ai quattro venti che si tratta di acqua oligominerale e negando acqua non contaminata ai bambini dell’asilo, elle mense scolastiche e alle donne gravide.

Arzignano, sulla mappa dell’inquinamento non esiste.

Adesso, dopo mesi di polemiche, interviene la consigliera Cristina Guarda, che ringraziamo per avere portato le nostre istanze al Consiglio Regionale.

L’”operazione omertà” messa in atto da persone con la coda di paglia comincia a scricchiolare.

Il tentativo di distrarre l’attenzione pubblica dal distretto conciario è definitivamente fallito.

Il ricorso del consorzio A.Ri.C.A. al Tribunale Superiore delle acque Pubbliche ha costretto la Regione Veneto a riconoscere che

I composti perfluoroalchilici (PFAS) sono utilizzati in numerosi prodotti chimici usati nei cicli di lavorazione, in modo trasversale ai vari comparti produttivi, quali ad esempio quelli utilizzati per dare alle pelli caratteristiche di idro–oleo repellenza, …. con diverse formulazioni, vista la loro elevata capacità tensioattiva e la notevole flessibilità d’uso. Ad esempio nel settore della concia si usano polimeri poliflorurati, i quali possono risultare precursori di composti PFAS in particolari condizioni. Per tali composti è spesso auspicabile procedere verso una loro sostituzione.”


Viene pertanto riconosciuto l’ampio uso di perfluorati usati in alcune aziende del distretto concia di Arzignano. Il tribunale  impone alla Regione la adozione di alcune misure necessarie a preservare il Fratta Gorzone dall’inquinamento da PFAS, proveniente dal dotto A.Ri.C.A. che raccoglie i reflui di 5 depuratori tra cui quello di Arzignano.

Ecco in sintesi le misure che dovranno essere adottate previste dal   

CRONOPROGRAMMA della Regione.

Si propone quindi di adottare le seguenti azioni, che per comodità si potranno definire comunque come MTD, sia di tipo operativo che gestionali, che necessariamente dovranno essere adottate a livello delle attività produttive interessate da flussi di sostanze PFAS:

1) Filtrazione su carboni attivi delle acque di falda prelevate ad uso
produttivo, con rilevazione periodica dell’efficienza del sistema e calcolo del
quantitativo di sostanze filtrate.

2) Analisi di dettaglio dei flussi produttivi, al fine di procedere alla
segregazione, ove possibile e ragionevolmente operabile, dei flussi di scarico
contaminati da PFAS prima che gli stessi si miscelino con altri flussi di reflui
produttivi e non. Ciò con la prospettiva di sottoporre i flussi segregati, nel caso
gli stessi siano ragionevolmente ridotti in volume, a trattamento e smaltimento
separato. Il tutto nei tempi tecnici più brevi possibili.

3) Analisi di dettaglio, in tutti i flussi in ingresso nelle filiere produttive, di
tutti i prodotti chimici, dei semilavorati, nonché dei prodotti derivanti dai
processi, al fine di individuare e quantificare le sostanze PFAS presenti nei vari
cicli e programmarne ove possibile la sostituzione ovvero l’eliminazione.

4) Approfondimento di esperienze sul campo, studi, ricerche applicate, sia
sui processi produttivi che sulla depurazione dei reflui.”


 Prendiamo atto del nuovo decreto della Regione che adotta un cronoprogramma con cui si impegna a ridurre in maniera significativa la presenza dei PFAS negli scarichi del depuratore ma anche in quelli delle aziende.


Adesso che il segreto di Pulcinella è stato svelato ufficialmente, è giusto nei confronti della popolazione di Arzignano inserire la città nella mappa dell’inquinamento e adottare alcune misure urgenti, come quella di adottare i filtri per il nostro acquedotto, rifornire di acqua non contaminata bambini e donne gravide, effettuare anche ad Arzignano uno screening gratuito della popolazione per accertare il grado di contaminazione avvenuto.

Chiampo PFOA = 4
Arzignano PFOA = 46
L’acqua che beviamo ad Arzignano non è per niente uguale a quella che il signor sindaco beve nella sua casa di Chiampo, come testimoniano i dati delle analisi di Acqua del Chiampo.




PRETENDIAMO PER NOI, PER I NOSTRI FIGLI E PER TUTTI I CITTADINI DI ARZIGNANO QUEI DIRITTI CHE CI SONO STATI NEGATI!
È ora di voltare pagina.

Giovanni Fazio


Per chi volesse approfondire link dei documenti originali