IL DEPURATORE DI ARZIGNANO COMPIE 40 ANNI
E I RISULTATI SI VEDONO.
Il giorno 4 di questo piovoso mese di aprile si è
celebrato, nei sontuosi locali di Acque del Chiampo, il quarantesimo
anniversario del depuratore di Arzignano.
L’introduzione epica di Renzo Marcigaglia ha aperto la kermesse in una sala riservata solo
a imprenditori e politici.
(Per i cittadini inquinati, al fine di evitare inutili
interferenze tra invitati di prima classe e gli utenti che pagano il
servizio, è stata predisposta una
apposita saletta con monitor per seguire l’edificante spettacolo lontano dalla
sala delle celebrazioni,).
Con un volo pindarico il presidente di Acque del Chiampo
ha esordito:
«Il depuratore è opera di imprenditori
lungimiranti. Giganti che hanno
gettato le basi, lasciato delle orme
che poi sono state fruttuosamente
seguite con la consapevolezza che bisogna lavorare preservando l'ambiente»
Che i giganti
lungimiranti abbiano gettato le orme non vi sono dubbi; basta guardarsi intorno
per vedere in pieno territorio di ricarica di falda nove discariche enormi che
hanno raccolto i rifiuti conciari per 40 anni, creando una ipoteca su uno dei
gangli più fragili del sistema delle falde idriche del Veneto.
Per constatare come
tali “impronte” siano state “fruttuosamente seguite” basta vedere i conti in
banca. Infine per scoprire la “consapevolezza” dei conciari è sufficiente
affacciarsi allo sbocco del dotto A.Ri.C.A.
Non potevamo
immaginare che per il compleanno del depuratore il bravo Presidente Renzo ci
sciorinasse un fantasy.
Tuttavia la parte più avveniristica degli interventi che
si sono susseguiti in un clima di noia euforica degli astanti è stato quello di
Luciano Vescovi (premiato, a suo tempo, per la tesi di laurea sul depuratore
arzignanese)
“Ferraretta è stato un ritorno al passato… ma lo sguardo è rivolto al futuro perché anche il futuro può diventare una risorsa … Non bisogna avere paura delle ombre e delle sirene, è il tempo di scegliere le migliori tecnologie disponibili. Esempi virtuosi non mancano, come il termovalorizzatore di Vienna che brucia i rifiuti di Roma, o quello di Bolzano. E' il momento di superare, ovviamente nel rispetto delle persone e dell'ambiente, determinate logiche. Occorre completare la catena con l'anello mancante»
“Ferraretta è stato un ritorno al passato… ma lo sguardo è rivolto al futuro perché anche il futuro può diventare una risorsa … Non bisogna avere paura delle ombre e delle sirene, è il tempo di scegliere le migliori tecnologie disponibili. Esempi virtuosi non mancano, come il termovalorizzatore di Vienna che brucia i rifiuti di Roma, o quello di Bolzano. E' il momento di superare, ovviamente nel rispetto delle persone e dell'ambiente, determinate logiche. Occorre completare la catena con l'anello mancante»
Insomma, dopo avere inquinato terra e acqua dobbiamo fare il salto di qualità e pensare a costruire un bell’inceneritore per sottrarre all’Austria i rifiuti di Roma e chiudere “l’anello mancante”.
Per fortuna, grazie
anche alla lunga opposizione di
Cillsa e dei cittadini che hanno
firmato contro la costruzione di un
inceneritore ad Arzignano, i
tempi per costruirlo in via Ferraretta sono
ormai scaduti .
Non poteva mancare, alla chiusura della giornata, la
benedizione di
“Giorgio Gentilin, presidente del
Consiglio di Bacino che, ha ringraziato i sindaci del passato, del presente e
quelli che verranno per aver creduto nella depurazione.”
Infatti, come tutti
possono constatare, la depurazione del depuratore di Arzignano più che una
banale realtà è un atto di fede in cui credere, soprattutto per i sindaci che
verranno.
Uomini di poca fede,
nessuno dei convenuti ha osato brindare con un bicchiere di acqua cristallina prelevata dallo sbocco di A.Ri.C.A,
lasciando il prezioso liquido depurato ai riconoscenti agricoltori e allevatori
del bacino del Fratta Gorzone, notoriamente credenti.
Da quanto appare dall’agiografia del Giornale di Vicenza
del giorno 5 aprile a cura di tale Giorgio Zordan, non sembra che qualcuno abbia parlato di PFAS. Del resto si sa: è
di cattivo gusto parlare di corda in casa dell’impiccato.
Così si è concluso elegantemente il metafisico compleanno
del depuratore di Arzignano dove politici e conciari, come si dice, se la sono
cantata e se la sono suonata, lasciando le mamme di Lonigo e i cittadini, sconvolti e arrabiati, per i PFAS presenti nel sangue dei loro ragazzi, a bocca asciutta.
Giovanni Fazio
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