Il cerchio di omertà attorno ad Arzignano
comincia a sfaldarsi per non dire che va completamente a pezzi.
Ricordiamo a tutti che la città della concia non
è stata inserita in nessuna delle zone contaminate; né rossa, né arancione, né
altro.
Semplicemente Arzignano, la città i cui pozzi di
presa dell’acquedotto sono i più vicini alla Miteni, non esiste.
Il sindaco Gentilin si è dato un gran da fare
per rassicurare i cittadini che l’acqua che beviamo è pura acqua di fonte,
gridando ai quattro venti che si tratta di acqua oligominerale e negando acqua
non contaminata ai bambini dell’asilo, elle mense scolastiche e alle donne
gravide.
Adesso, dopo mesi di polemiche, interviene la
consigliera Cristina Guarda, che ringraziamo per avere portato le nostre
istanze al Consiglio Regionale.
L’”operazione omertà” messa in atto da persone
con la coda di paglia comincia a scricchiolare.
Il tentativo di distrarre l’attenzione pubblica
dal distretto conciario è definitivamente fallito.
Il ricorso del consorzio A.Ri.C.A. al Tribunale Superiore
delle acque Pubbliche ha costretto la Regione Veneto a riconoscere che
“I composti
perfluoroalchilici (PFAS) sono utilizzati in numerosi prodotti chimici usati
nei cicli di lavorazione, in modo trasversale ai vari comparti produttivi, quali
ad esempio quelli utilizzati per dare
alle pelli caratteristiche di idro–oleo repellenza, …. con diverse
formulazioni, vista la loro elevata capacità tensioattiva e la notevole
flessibilità d’uso. Ad esempio nel
settore della concia si usano polimeri poliflorurati, i quali possono
risultare precursori di composti PFAS in particolari condizioni. Per tali
composti è spesso auspicabile procedere verso una loro sostituzione.”
Viene pertanto riconosciuto l’ampio uso di perfluorati usati in alcune
aziende del distretto concia di Arzignano. Il tribunale impone
alla Regione la adozione di alcune misure necessarie a preservare il Fratta Gorzone
dall’inquinamento da PFAS, proveniente dal dotto A.Ri.C.A. che raccoglie i
reflui di 5 depuratori tra cui quello di Arzignano.
Ecco in sintesi le misure che dovranno essere adottate previste dal
CRONOPROGRAMMA della Regione.
“Si propone
quindi di adottare le seguenti azioni, che per comodità si potranno definire
comunque come MTD, sia di tipo operativo che gestionali, che necessariamente
dovranno essere adottate a livello delle attività produttive interessate da
flussi di sostanze PFAS:
1) Filtrazione su carboni
attivi delle acque di falda prelevate ad uso
produttivo, con
rilevazione periodica dell’efficienza del sistema e calcolo del
quantitativo di sostanze
filtrate.
2) Analisi di dettaglio
dei flussi produttivi, al fine di procedere alla
segregazione, ove
possibile e ragionevolmente operabile, dei flussi di scarico
contaminati da PFAS prima
che gli stessi si miscelino con altri flussi di reflui
produttivi e non. Ciò con
la prospettiva di sottoporre i flussi segregati, nel caso
gli stessi siano
ragionevolmente ridotti in volume, a trattamento e smaltimento
separato. Il tutto nei
tempi tecnici più brevi possibili.
3) Analisi di dettaglio,
in tutti i flussi in ingresso nelle filiere produttive, di
tutti i prodotti chimici,
dei semilavorati, nonché dei prodotti derivanti dai
processi, al fine di
individuare e quantificare le sostanze PFAS presenti nei vari
cicli e programmarne ove
possibile la sostituzione ovvero l’eliminazione.
4) Approfondimento di
esperienze sul campo, studi, ricerche applicate, sia
sui processi produttivi
che sulla depurazione dei reflui.”
Prendiamo
atto del nuovo decreto della Regione che adotta un cronoprogramma con cui si
impegna a ridurre in maniera significativa la presenza dei PFAS negli scarichi
del depuratore ma anche in quelli delle aziende.
Adesso che il segreto di Pulcinella
è stato svelato ufficialmente, è giusto nei confronti della popolazione di
Arzignano inserire la città nella mappa dell’inquinamento e adottare alcune
misure urgenti, come quella di adottare i filtri per il nostro acquedotto,
rifornire di acqua non contaminata bambini e donne gravide, effettuare anche ad
Arzignano uno screening gratuito della popolazione per accertare il grado di
contaminazione avvenuto.
Chiampo PFOA = 4 |
Arzignano PFOA = 46 |
PRETENDIAMO PER NOI, PER I NOSTRI FIGLI E PER TUTTI I CITTADINI DI ARZIGNANO QUEI DIRITTI CHE CI SONO STATI NEGATI!
È ora di voltare pagina.
Giovanni Fazio
Per chi volesse approfondire link dei documenti
originali
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