Ieri,
14 marzo 2018, ospite della Sala civica del comune di Legnago, si è tenuto un
convegno sull’inquinamento da PFAS nella Regione Veneto e nel Veronese,
organizzato dall’ISDE.
Oltre
ai medici dell’ISDE (Associazione medici per l’Ambiente) erano presenti i
protagonisti delle lotte contro l’inquinamento da PFAS, rappresentanti di molte
delle associazioni che in questi anni hanno messo in evidenza il fenomeno e
hanno lottato e continuano a lottare per ottenere dalle istituzioni soluzioni urgenti ed efficaci.
Nella
locandina sono leggibili i nomi dei partecipanti e l’ampiezza del dibattito che
aveva l’obbiettivo di fare il punto sull’insieme delle questioni, mediche,
ambientali, politiche, amministrative, sanitarie e legali relative al grave
fenomeno.
Tra
le altre, particolarmente degna di nota la relazione della dottoressa Elisa Dalla
Benetta, medico di famiglia. Il suo intervento dimostra quanto possa fare un
medico di famiglia rispetto alle malattie che derivano dalla contaminazione da
PFAS. In particolare la dottoressa ha parlato dell’aumento dei tumori della
tiroide, e degli aborti ripetuti causati dai PFAS.
Sarebbe stato utile se al convegno avesse partecipato il sindaco dott. Giorgio Gentilin per ascoltare dalla viva voce della dottoressa quante pazienti siano andate incontro ad interruzioni della gravidanza tardive e come questi aborti abbiano colpito esclusivamente bambini di sesso maschile.
Il motivo è da attribuire alla estrema somiglianza di alcuni PFAS con il testosterone, ormone maschile e all'azione che esplicano sul feto maschile durante la gestazione.
Sarebbe stato importante la presenza del sindaco di Arzignano per ascoltare dalla viva voce degli esperti il danno esercitato dagli interferenti endocrini ai bambini nella fase dello sviluppo.
Infine sarebbe stato utile per lui, e di conseguenza per tutti noi, l'ascolto della relazione del rappresentante dell'Istituto Superiore di Sanità che ci ha spiegato che il "livello di performance" è una misura che riguarda le possibilità tecnologiche di abbassare la presenza di una certa sostanza tossica in un acquedotto ma che i limiti, così determinati dalle istituzioni, non danno nessuna garanzia di sicurezza, rispetto alla contaminazione e ai suoi effetti, tanto è vero che questi limiti, adottati a livello dei vari paesi, vengono continuamente riveduti al ribasso man mano che la tecnologia ne consente l'abbassamento.
Sono infatti questi i motivi per cui
CHIEDIAMO CHE VENGA DATA AI BAMBINI NEGLI ASILI , NELLE MENSE SCOLASTICHE E ALLE DONNE GRAVIDE, ACQUA TOTALMENTE ESENTE DA PFAS.
Non
sono mancate le critiche per l’organizzazione della sanità regionale, in alcuni
casi non in grado di fornire adeguate risposte ai cittadini e ai medici.
Di
estremo interesse l’intervento del Dott. Enzo Merler medico del lavoro ed
epidemiologo che ha relazionato sulla salute dei lavoratori della Miteni e sul
riscontro epidemiologico dell’aumento statisticamente significativo di molte
patologie correlate ai PFAS tra i lavoratori e del 50% di morti precoci rispetto al campione regionale.
Ringraziamo,
tra gli altri, il dott. Vincenzo Cordiano, presidente regionale della ISDE, la
dottoressa Marina Lecis, il dott. Franco
del Zotti e gli avvocati Giorgio Destro e Edoardo Bortolotto per un convegno di estremo interesse che segna
una ulteriore tappa importante sulla conoscenza delle patologie correlate all’inquinamento
da perfluorati e su quanto sia possibile fare per combatterle e prevenirle.
Giovanni Fazio
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